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Uomini che odiano le donne nel web: non solo troll!

Qualche giorno fa condividevamo la traduzione di un articolo che parla del dibattito stimolato da giornaliste di un tot di posti tra stati uniti ed europa oramai stufe e arcistufe di considerare la misoginia sul web alla stregua del semplice trolling.

Riportare il dibattito in Italia ovviamente era dovuto, mica da tutti, ma solo da certi spazi pseudo femminili, in cui a parlare è qualcuno che si dice preoccupato per la nostra sorte, e scrive un articolo che banalizza in realtà parecchio quanto viene detto nel dibattito internazionale.

Gli uomini che odiano le donne e che stanno nel web sono uno squadrone spesso organizzato legato ad argomenti come padri separati, affido condiviso, Pas, neomaschilismo e affini. Sono portatori di termini sempre uguali che qui non ripetiamo ma che ci vengono consegnati tra i commenti mille volte al giorno. La squadra di molestatori, che per noi sono stalkers, si organizza altrove, su pagine facebook e forum, dove qualcuno istiga e altri fanno da banda armata. Sono delinquenti che giustificano gli uomini che stuprano e ammazzano le ex mogli. Gente che vuole la depenalizzazione per i crimini commessi contro le donne. Profondamente misogini, sessisti, antifemministi, che fanno sempre le vittime, perché prima ti lasciano un commento, tu glielo seghi, loro ripropongono, con più veemenza e furore e quando finiscono col darti della troia, condendo il tutto con qualche minaccia, allora si svelano, e per quello che ci riguarda, in italia, sono sempre le stesse persone, le conosciamo tutte, godono di legittimazione e consenso di un certo tipo (ma è bene che si sappia non godono certo di alcuna forma di impunità!) e poi fanno di tutto per ottenere omertà dove resistono ambiti di negazionismo sulla violenza sulle donne.

Generalizzare il fenomeno significa comunque ancora svuotare di contenuto le denunce che le donne fanno, perché si fosse trattato di semplice trolling non ci sarebbe un web invaso da merda misogina, fatta da gente che passa il tempo a cambiare le voci di wikipedia sputando fango sulle donne, o gente che clona le pagine gestite da donne per invisibilizzarle. E’ tutto molto più sistematico ed ha finalità precise e quella gente che fa queste cose approfitta anche di articoli come quelli del corriere per scrivere le solite idiozie e non c’è nulla da ridere o sottovalutare, piuttosto fare tanti bei screenshot, documentare e denunciare se vi molestano costantemente e vi impediscono di esistere nel web, perché questo è il loro obiettivo.

In mailing list Mara dice:

In realtà ha di interessante solo il titolo: l’articolo in sé spande profumo, ma di concreto non dice nulla, anzi, si presta (a vedere i commenti) all’esposizione delle critiche e suggerimenti più disparati (codice fiscale per entrare in rete, l’immancabile xxxxxxxxxx -ah, no, scusate, qui si parla del “business del femminismo”- e pacate pacche sulle spalle di approvazione). Insomma: mah.
Gira intorno senza arrivare al punto focale, cioè proprio alla misoginia. Anzi, il giornalista è egli stesso fastidioso e misogino (ma nella maniera socialmente accettata, sia chiaro!) nel modo di scrivere delle “robe da maschi” o delle donne che “entrano ed escono da comode porte girevoli” (è un’immagine pessima, nel mio cervello: per voi no? Forse sono tarata male).

e poi Serbilla:

..le donne che “entrano ed escono da comode porte girevoli” mi spento immediatamente qualsiasi entusiasmo su questo “bravo ragazzo”, al quale le femmine piacciono e non le tratterebbe mai male, ma meglio che ognuno si occupi delle cose sue, che le palle lasciamole agli uomini.

Secondo me il problema è all’origine, la mancata elaborazione della misoginia anche di chi, forse, mosso da buone intenzioni, non c’ha mai pensato veramente, considerandosi tutto sommato “dalla parte di” e quando parla manco si rende conto di avere un linguaggio sessista..

E infine vi suggerisco di dare un’occhiata a tutta la parte che noi abbiamo dedicato al cyberstalking.

Trovate i post elencati giù. Buona lettura!

Posted in Anti-Fem/Machism, FaceAss, Misoginie, R-esistenze.