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Identikit di un cyberstalker: femminicidio, perseguitare le donne in quanto donne!

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/gallery/77/cyberstalking.jpgCosì come è avvenuto per le strade di Milano, dove un uomo che non voleva accettare la fine della relazione con la sua ex ha scelto una donna a caso e l’ha ammazzata di botte, allo stesso modo nel web potrebbero aggirarsi maschi livorosi e vendicativi che cercano qualunque pretesto per aggredire, diffamare, molestare, minacciare, censurare, perseguitare le donne in quanto donne.

Uomini denunciati, accusati, processati, condannati per maltrattamenti, stupro, stalking alla ex moglie, all’ex fidanzata, all’ex convivente, all’ex compagna. Uomini denunciati, accusati, processati, condannati per abusi sui minori.

Accomunati dall’odio per le donne, nel primo caso perché riversano su tutte la vendetta contro la donna che li ha lasciati, che non ha taciuto uno stupro, che si è rivolta a un centro antiviolenze per sfuggire ai maltrattamenti, che ha ottenuto sentenze favorevoli che la tutelano e che proibiscono a lui di avvicinarsi di nuovo. L’odio riversato su tutte le donne diventa il motore delle loro giornate, possono essere uomini che pretenderebbero ancora di avere riconoscimento sociale, che non possono mostrarsi al mondo per quello che sono in realtà, che non vogliono perdere tutto e allora gli riesce più semplice terrorizzare le donne anonimamente e massacrare virtualmente quelle che incontrano per caso o per sfortuna nel web.

Nel secondo caso riversano sulle donne la vendetta perché si sa, le donne proteggono i bambini dai pedofili e i pedofili non possono perdonare alle donne di essersi impicciate quando per loro il giochino funzionava così bene. Che se non ci fossero le donne adulte, le madri, a impicciarsi in queste orribili storie di abusi di bambini quegli stessi bambini non sarebbero in grado di difendersi e sarebbero costretti a subire degli atti riprovevoli che per i pedofili e per chi fa apologia della pedofilia sono assolutamente normali.

Accendere il computer e cercare una donna da aggredire in quanto donna, da insultare, da fare diventare il capro espiatorio delle inutili giornate di uomini falliti. Uomini che potrebbero avere in mente soltanto di farla pagare alle donne, di punirle perché libere, autodeterminate, non sottomesse, intelligenti, capaci, indipendenti.

Uomini che potreste trovare in decine di forum, aggregatori, social network, siti, blog, community, a fare apologia dello stupro e del femminicidio, a istigare odio contro le donne. A colpevolizzare le donne per gli abusi che subiscono, a recriminare su qualunque opinione libera espressa dalle donne, a convincere altri che avrebbe più titolo di parlare di abusi e violenze su donne e bambini chi ha commesso abusi su donne e bambini invece che chi quegli abusi li ha subiti.

Possiamo chiamarlo femminicidio virtuale, l’atto di molestia, persecuzione, aggressione di una donna in quanto donna, di una lesbica in quanto lesbica, di una femminista in quanto femminista.

Potrebbe essere una azione individuale o collettiva, dunque sistematica, organizzata, allo scopo di produrre uno svantaggio sociale, proprio di una società reale o virtuale, per le donne in quanto donne. Allo scopo di censurarle, di impedire sempre e comunque alle donne che esprimono opinioni difformi da questa categoria di maschi di poter esercitare il proprio diritto all’esistenza virtuale oltre che reale.

Possiamo chiamarlo femminicidio perché ogni impedimento, per quanto possa essere burocratico o tecnico, esercitato contro le donne in quanto donne è violenza di genere ed è una violazione dei diritti umani di tutte le donne.

Le donne, come tutti gli esseri umani, hanno diritto alla parola, alla libertà di opinione, alla libertà di scelta, al lavoro, all’istruzione, alla comunicazione, alla soddisfazione
di tutti quei bisogni primari che non possono essere negati a nessuno. Le donne hanno diritto di opporsi fermamente ad ogni tipo di mistificazione e hanno il diritto di chiarire che la libertà di opinione non ha nulla a che fare con l’impunità di chi vessa le donne in quanto donne nella realtà così come nel web.

Le donne hanno diritto di attraversare il web così come ogni altra strada reale o virtuale del mondo. Hanno il diritto di usare il computer che hanno pagato, usare la connessione che hanno pagato e di accedere ad internet senza che a loro accada quello che è avvenuto a Milano.

Voi non siete tenute a tollerare niente. Non siete tenute a sopportare le vessazioni che vi infliggono i cyberstalkers. Non siete tenute a subire i loro messaggi di odio, le loro minacce, le molestie, le persecuzioni, le diffamazioni. Tutto ciò è violenza e va definita in quanto tale. Tutto ciò vi riguarda perchè imprime sulla vostra pelle, nei vostri pensieri, nel vostro corpo segni indelebili tanto quanto quelli che vi infliggerebbe chiunque vi colpisse e minacciasse faccia a faccia. Una violenza inflitta attraverso il web non ha nulla di diverso e non è inferiore alla violenza inflitta nel mondo reale. Quando voi state nel web voi siete reali, i sentimenti che provate sono reali, le parole che leggete sono reali, gli insulti, le aggressioni, le minacce che subite sono reali e le persone che praticano queste violenze sono altrettanto reali. Non sottovalutate niente e non siate sottomesse alla violenza virtuale così come non dovete esserlo rispetto alla violenza reale. Potete reagire, potete denunciare, potete difendervi e chiedere aiuto.

Per saperne di più e per sapere come individuare il cyberstalking, la violenza maschile sul web e come difenderti, leggi anche:

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Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.