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Il web come la realtà: i violenti in libertà e le donne a imparare tecniche di autodifesa!

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/files/2010/08/cyberstalking.jpgSono ex mariti violenti. Su di loro pesano denunce per maltrattamenti, percosse, stalking, violenze di vario genere. Le ex mogli per sfuggire alle violenze sono dovute ricorrere ai centri antiviolenza, all’aiuto delle istituzioni.

Non si tratta però di ex mariti violenti qualunque. Sono uomini ben inseriti nella società, dei cosiddetti buoni cristiani, perfetti candidati per il centro-destra, antiabortisti, lesbofobi, omofobi, maschi che al divorzio avrebbero preferito il silenzio, forse ottenuto con ricatti di vario genere.

Invece le loro ex compagne sono scappate, se ne sono andate e hanno chiesto aiuto per difendersi.

E’ questo il quadro delle donne molto a rischio in italia. Donne che quando decidono di separarsi non si trovano di fronte soltanto un uomo che potrebbe ucciderle dopo averle perseguitate. Si tratta di uomini che non hanno alcun problema a esporre il proprio punto di vista misogino perché non se ne vergognano. Uomini che godono di legittimazione sociale e che riescono a dire che può esserci una ragione per ammazzare le ex mogli. Uomini che pur di punire queste sciagurate che hanno osato sottrarsi alle violenze farebbero di tutto.

Sono uomini dotati di risorse economiche e strumenti tecnologici. Scrivono, eccome se scrivono. Contro le donne, le loro ex, i centri antiviolenza che le hanno difese e tutelate, i magistrati che hanno accolto le loro istanze in tribunale.

Scrivono e si ritrovano in forum, centinaia di pagine facebook, siti, per fare la guerra contro donne che lottano per difendere dalla violenza maschile altre donne. Scrivono e perseguitano donne e femministe che contrastano la loro opinione, che li fanno apparire per quello che sono: criminali e violenti.

In un paese civile questi uomini sarebbero giudicati per quello che sono. In italia invece a questi uomini viene permesso di perseguitare le donne in web, di perseguitare le loro ex mogli in tivù e in altri media, di diffamare le donne che subiscono e denunciano violenze, di istigare odio contro le donne, di fare apologia del femminicidio attraverso ogni possibile mezzo di comunicazione.

Sono uomini che non perdonano. Sono associati e la loro è una associazione a delinquere di stampo misogino. Si spalleggiano, fanno branco. Sono squadristi che se prendono di mira una donna non la mollano finchè quella non dichiara la resa o finchè lei non li invita ad affrontarla faccia a faccia in tribunale.

Ed è lì che tutto il coraggio di questi vigliacchi finisce perché non sanno parlare se non in assenza dell’interessata. Non sanno dire nulla se non sotto falso nome. Non sanno pronunciare parole di odio se non nascondendosi dietro una parvenza di vittimismo che li indurrebbe a dare inizio ad una jihad.

Sono criminali che gravitano sul web, i cui nomi sono noti a tutti, le cui attività sono note a tutte, la cui efferatezza, ossessiva attività persecutoria è nota a tutti.

Ma sono maschi, bianchi, ricchi, cattolici, inseriti nel centro-destra. Fanno lobby, la stessa che tifa per il family day e che strepita per la famiglia a tutti i costi. Si intende che se tu, donna picchiata e violata, vuoi porvi fine la pagherai così come tutte le donne che oseranno sfidare la crudeltà di questi criminali.

Perché ce ne occupiamo? Perché se su internet vi fosse una sola pagina contro il politico maschio-ricco-cattolico-centrodestrorso avrebbero già invocato speciali norme antiterrorismo e avrebbero smantellato per intero il web.

Invece si tratta “solo” di noi, le donne, quelle donne che si difendono dagli uomini violenti e che attorno incontrano soltanto omertà e complicità, media compiacenti, giornalisti che attenuano, banalizzano e poi sul web troviamo grossi gruppi che se ne lavano le mani o che diventano cecchini nelle mani di questi criminali.

Google, facebook, il web 2.0., la socializzazione dei pensieri criminali di gente che dovrebbe socializzare con ben altro genere di persone adeguate ad occuparsi di loro.

Si tratta di noi. Centinaia di pagine, ovunque, di istigazione all’odio contro le donne, di giustificazione al femminicidio, di pura violenza scritta che punta alla vendetta di un genere, quello maschile, contro l’altro, quello femminile.

Centinaia di pagine che si riflettono immediatamente sulle tante donne morte ammazzate da uomini quasi tutti i giorni, donne stuprate, perseguitate, sulla scia di una pedagogia che viene elargita da criminali liberi di compiere altri crimini e di istigare altri affinchè ne compiano ancora.

Se qualcuno avesse scritto che odia Capezzone, avrebbero già chiuso l’accesso a facebook per tutta l’italia. Dato che ci sono criminali che scrivono parole piene di odio contro le donne invece si lascia fare.

Ed è questo lo specchio dell’italia. Ne più e ne meno. I criminali in libertà e le donne a difendersi – da sole.

Perciò, sorelle, basta lamentarsi. Ve lo diciamo da un pezzo: denunciate e se non sapete come e cosa fare leggete tutta la rassegna dei post sul cyberstalking.

I criminali non si sottovalutano. Con i criminali non si dialoga. I criminali si denunciano. Pubblicamente. Senza remore. Perchè siete coraggiose, forti, costituite una sorellanza che è inscindibile ed è la sicurezza delle donne, di tutte le donne, che è in gioco.

I criminali non avranno garanzia di silenzio perchè NOI NON SIAMO COMPLICI e NON GARANTIAMO OMERTA’. Di sicuro semmai riuscissero a farne tacere una ce ne sarebbero mille altre pronte a urlare. Ed è tutto.

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Posted in FaceAss, Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali, R-esistenze.