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Stupratori, pedofili, violenti con le donne: si aggirano per facebook!

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/files/2010/08/cyberstalking.jpgUna recente sentenza di cassazione vieta alle persone agli arresti domiciliari di usare internet per socializzare, perciò non possono usare neppure facebook.

Nulla si dice delle persone sotto processo per vari reati e di quelli addirittura condannati. In ogni caso è essenziale sapere che, per esempio, facebook è tutto un brulicare di uomini ai domiciliari, sotto processo, condannati per pedofilia, maltrattamenti domestici a mogli e figli, stupro, stalking a vari livelli, incluso la persecuzione sfociata in minacce di omicidio, intimidazioni violente, aggressioni, percosse, minaccia di sequestro di minori, tentato omicidio. Vogliamo sperare che almeno quelli che hanno ammazzato una donna non siano su facebook ma non ci giureremmo.

Il web 2.0, e facebook in particolare quale mezzo di socializzazione popolare tra tanti italiani, è popolatissimo di soggetti violenti che adoperano internet non solo per diffondere le loro opinioni criminali in fatto di pedofilia, stupro, violenza su donne e bambini, stalking, etc, ma addirittura per dirigere l’opinione sui fatti di cronaca che tutti certamente più o meno seguite grazie alla tivu’ che oramai si è sostituita ai tribunali veri e propri.

Per esempio:

– se un uomo viene accusato di pedofilia vedrete tanti soggetti attuare una campagna ossessiva contro la vittima o meglio contro la madre della vittima.

– se un uomo viene accusato di stupro vedrete tanti uomini, spesso celati dietro account falsi con foto di fanciulle ammiccanti, fare una campagna ossessiva contro la vittima che ha denunciato lo stupro.

Lo stesso si può dire per le vittime di stalking, di maltrattamenti in famiglia, di violenza domestica, di percosse.

Nel caso in cui la vittima muore, e questo accade piuttosto spesso, al ritmo di quasi una donna al giorno per mano di un uomo violento, questi individui faranno di tutto per giustificare il femminicida, diffameranno la vittima post mortem,  o tenteranno di dirigere la opinione di chi li ascolta verso altri soggetti preferibilmente femminili.

Questi uomini sono autentici delinquenti, che non smettono certamente di esserlo quando arrivano su internet, resta forse l’unico luogo in cui possono dire delle cose che se le dicessero davanti a persone reali verrebbero immediatamente accusati di apologia di reato e non solo.

Il loro principale obiettivo è fare capire al mondo che loro avevano una ragione per picchiare, perseguitare, stuprare una donna. Perciò si propongono di dimostrare a tutti i costi che le donne sono cattive.

Lo vedete dalla feroce campagna che stanno facendo contro la cugina di Sarah Scazzi, accusata di concorso in omicidio e sequestro che secondo le dichiarazioni della procura sarebbero inerenti la violenza sessuale compiuta da Michele Misseri. Questo dice la procura e a questo ci atteniamo.

La martellante e ossessiva campagna dei criminali sparsi per facebook, intenti a istigare un feroce odio contro le donne, feroce tanto quanto quello che loro provano nella misura in cui le loro vite sono acide, frustrate e bisognose di un serio aiuto, è tutta concentrata contro Sabrina, che nell’immaginario misogino diventa depositaria di tutti i pregiudizi contro le donne.

Lei sarebbe quella che ha fatto, detto, mentre lui sarebbe un povero diavolo che avrebbe ammazzato e sepolto una bambina sull’influsso malefico delle streghe di casa.

C’è anche da dire che il rogo non parte da facebook perchè al di là di tutto e a prescindere da quanti avvocati della difesa degli assassini forniscano ragioni di odio ai misogini criminali, la televisione ha condotto una campagna atroce nella quale si immagina un Michele Misseri pronto a fruire di una serie di attenuanti, compresa l’incapacità di intendere e volere, e una Sabrina, invece, alla quale non bisogna concedere niente perchè accusata, perchè bugiarda, perchè cattiva, ma soprattutto perchè donna.

Nulla viene detto a proposito dei clan familiari a protezione dei pedofili che in italia massacrano quotidianamente ragazzine come Sarah Scazzi, con la complicità omertosa di uomini e donne della famiglia. Ed è proprio questo il punto. Perchè se Sarah Scazzi fosse stata viva, e noi avremmo sperato quello piuttosto che banchettare sul suo cadavere per trovare giustificazioni di odio contro le donne, questi criminali misogini sparpagliati per facebook l’avrebbero, come in effetti hanno fatto mentre la stavano ancora cercando, crocifissa. Avrebbero detto di lei di tutto.

Avrebbero detto che era bugiarda, che aveva motivi di odio contro lo zio, e anzi se avesse chiesto l’aiuto della madre si sarebbe detto che la madre aveva motivi di risentimento e gelosia contro la famiglia Misseri e dunque perciò avrebbero celebrato il nome di Michele Misseri garantedogli impunità, come spesso fanno con altri accusati del suo stampo, e legittimandolo a compiere altra violenza.

Perchè è questo che fanno i violenti: si comportano da branco e come un branco si giustificano reciprocamente e si consolano se la loro violenza non è andata a buon fine, ovvero se dopo aver stuprato o maltrattato una donna quella donna li ha denunciati.

Che ingrate, vero?

La campagna forsennata contro Sabrina, una campagna medioevale a prescindere dalle sue gravissime responsabilità, in cui si armano i forconi per bruciare la strega e si parte per linciaggi organizzati con la benedizione dei benpensanti che non sono minimamente indignati dai toni che in italia si assumono in questi casi, ha uno scopo preciso: ovvero quello di alimentare odio contro le donne, diffondere l’idea che le donne siano pericolose, che gli uomini sono vittime e che dalle donne bisogna difendersi anche se solo respirano.

Vale a dire che tutto ciò serve per costruire ulteriori attenuanti, qualora ve ne fosse bisogno, per tutti coloro che domani quando prenderanno un coltello per massacrare la propria ex moglie potranno dire di aver agito per legittima difesa perchè altrimenti la megera avrebbe potuto fargli una fattura.

Sul vittimismo di certi uomini bisogna perciò quotidianamente sottolineare che il loro negazionismo è funzionale ai violenti, ovvero a loro stessi, i quali sanno perfettamente, invece, che le donne muoiono per mano degli uomini a ritmi da Bollettino di Guerra e che troppe bambine e bambini vengono abusati da adulti, troppe donne vengono stuprate da uomini, troppe donne e bambini sono vittime di violenza maschile.

Quello che è cambiato negli ultimi anni è che la narrazione, se così possiamo chiamarla, giornalistica e televisiva dei fatti di cronaca è diventata più spregiudicata. Un quotidiano ed incessante stupro mediatico teso a demonizzare le donne, in primo luogo le vittime. Prima quanto meno c’erano le omissioni o si faceva attenzione a scrivere che le donne meritavano di essere uccise. Oggi invece lo senti in televisione, lo leggi sui giornali e lo leggi ancora di più su facebook dove i criminali si sentono forti di tanta legittimazione sociale mentre costruiscono altra cultura dello stupro, della pedofilia e del femminicidio.

Quello che c’è di nuovo rispetto al passato è che con internet il vicino di casa condannato, accusato di maltrattamenti alla moglie o di stalking alla ex moglie, può varcare la soglia della sua connessione, arrivare su internet, creare uno o più profili facebook, e trovare una bella compagnia di criminali come lui che faranno squadrismo aggressivo contro tutte le donne che descriveranno come nemiche.

Di tutto quello che possono farvi e dei modi per difendervi abbiamo già scritto nei vari capitoli sul cyberstalking che vi invitiamo sempre a ripassare, perchè esattamente come nel mondo reale voi abbiate la capacità di utilizzare lo strumento tecnologico diffidando delle apparenze, preservando la vostra salute psico/fisica e utilizzando strumenti di autodifesa per affermare con estrema forza che non accetterete mai di essere stuprate, abusate, molestate, maltrattate, perseguitate, minacciate, intimidite, manipolate, uccise virtualmente esattamente come non lo permettereste sul piano reale.

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Posted in FaceAss, Fem/Activism, Omicidi sociali.