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Identikit di un cyberstalker: certi uomini ritengono che le donne nel web siano tutte puttane!

http://t2.gstatic.com/images?q=tbn:Z0xCvICcyDlsVM:http://semplicementestalking.files.wordpress.com/2010/05/cyberstalking.jpg&t=1Fanno male quelli che dicono di non trovare nulla di reale nel mondo virtuale. Il web è lo specchio, il riflesso più fedele, della società in cui viviamo.

Le persone che popolano il web sono le stesse che vedi ogni giorno per le strade, solo che spesso in strada non le vedresti fare o dire mai quello che fanno e dicono nel web.

Internet diventa il mondo del sommerso, quello in cui molti pensano di poter liberare tentazioni nascoste. Non è necessario sorridere al proprio datore di lavoro o ai propri dipendenti. Non è necessario manifestare “gentilezza”. Non è necessario vedere le persone in quanto persone. Non lo è per alcuni. Lo è invece certamente per noi.

Immaginate una società come quella italiana in cui le donne vengono considerate un oggetto anche quando le vedono in carne, sangue, ossa, cervello, cuore, attitudini, sogni, speranze, fatiche quotidiane. Immaginate quello che possono rappresentare le donne sul web per chi già nella vita non riesce a considerare
le donne se non in funzione di se stesso. Se sono oggetti ogni momento della giornata reale di un uomo lo saranno ancora di più nel mondo virtuale.

Ed ecco che le donne che vivono nella rete vengono sovente disprezzate perché non si comportano abbastanza da donne-oggetto, perché non mostrano foto in cui appare la loro avvenenza, perché mostrano foto in cui non sono particolarmente adatte ad affascinare il lettore.

Tanti uomini che stanno sul web non vivono la rete come un luogo in cui tutti abbiano diritto di esprimersi. Lo vivono esattamente come lo vivevano ai tempi delle prime chat room in cui potevano liberarsi di ogni pudore e dire a qualcuno dall’altra parte “brutta troia, succhiamelo”.

Tanti uomini vivono la rete come una fonte di costante, eterna, pornografia. Se intravedono la presenza di una donna in rete si aspettano da lei che sia lì per loro, li affascini, non li deluda, li ecciti, li seduca, li conquisti, li turbi, li faccia sentire come loro non si sentono nella vita reale, dunque li accetti, li tratti come farebbe una qualunque puttana di passaggio. Sei lì e dunque devi sorridere e accettare. Sorridere e accettare. Compiacere ed accettare.

In italia la rete non è vissuta, come già altrove da molto tempo, come un luogo in cui ciascuno può esprimere idee e socialità. La rete per troppi uomini è solo una eterna continuazione di canali e siti porno attraverso i quali costoro possono trarre eccitazione per farsi pugnette.

Dunque il rapporto che costoro hanno con le donne presenti in rete non per compiacere ma per se stesse, per fare mille altre cose, è un rapporto egocentrico, a partire da se’, che non tiene in considerazione le necessità dell’altro.

Saranno così martoriate e distrutte le donne che non svolgono i ruoli descritti, quelli assegnati da certi utenti uomini. Sono uomini che non si limitano semplicemente a cambiare canale e andare altrove, accettando il fatto che la rete sia un luogo ampio, esattamente come il mondo, in cui ciascuno può esistere e fare quello che gli pare purchè non danneggi in nessun modo un altro individu@. Sono uomini che se tu non gli piaci devono farti sapere, sfogano tutta la loro intolleranza e infine fanno di tutto per eliminarti, mobbizzarti, fare stalking su di te allo scopo di ucciderti virtualmente.

Non sei lì per loro, non provochi il loro piacere, li fai sentire a disagio, non li fai stare bene con se stessi, non svolgi il ruolo che ti hanno destinato di droga, psicofarmaco sociale che loro si aspettano da te. Ti puniranno se li hai fatti eccitare con le tue parole ma non somigli all’immagine fisica che hanno di te. Ti puniranno se non incarni l’immagine della donna dalla quale desiderano essere intrattenuti.

Essenzialmente troppi uomini ritengono che le donne che vivono il web debbano vivere per intrattenere loro, per divertirli, per soddisfare le loro fantasie, per eccitarli e farli stare bene. Altrimenti ritengono che tu non abbia il diritto di vivere in questo mondo attraverso il quale loro immaginano di poter essere qualcosa che non sono. Tu devi essere pura illusione perché loro si connettono e vogliono trovare nel web qualcosa che non interrompa mai la loro illusione.

Tu devi essere quanto di più lontano dalla realtà. Non puoi somigliare alla loro ex fidanzata, alla loro ex moglie, non puoi assolutamente somigliare alle donne in carne ed ossa che loro hanno conosciuto. Tu hai il dovere di non essere reale. Tu devi essere pura illusione, immagine, sogno, desiderio, apnea dal mondo reale per riemergere in un mondo dei sogni in cui ci si aspetta da te che tu sia quello che mai si aspetterebbero che tu fossi nella realtà.

In questo senso il rapporto tra tanti uomini e le donne della rete non è il normale rapporto che intercorre tra persone che possono più o meno volere avere un confronto, discutere insieme, non frequentarsi affatto se si hanno idee totalmente opposte, ciascuno nella propria sfera, ciascuna nel proprio mondo e nella propria rete di socialità. D’altro canto nella realtà chi pretenderebbe da una donna che sia socievole con tutti, nessuno escluso?

Nella rete il rapporto tra certi uomini e tante donne diventa l’esplicitazione del rapporto tra cliente e prostituta, dove la prostituta non sa di essere tale e pretende di essere semplicemente una persona come un’altra avente diritto a frequentare il web.

La rete per certi uomini diventa una specie di surrogato della televisione. Una televisione interattiva dove alle donne non è concesso parlare, pensare, agire in modo diverso da come loro si aspettano. Come se loro pagassero il canone abbonamento adsl e si aspettassero di trovarci dentro, incluse nelle offerte, tante Belen sorridenti che vivono e aspettano soltanto di soddisfarli, uno per uno, senza stancarsi mai, senza mai dare una risposta diversa da quella che loro si aspettano.

Ecco perché tante donne vere, reali, che nel web, così come altrove, scelgono di pensare con la propria testa, di ritagliarsi un ruolo che nessuno ha scelto per loro, di non essere compiacenti, di essere semplicemente persone, con pregi e difetti, che si aspettano di essere trattate da persone, si scontrano con uomini che le aggrediscono come farebbe un cliente deluso dalla prestazione.

Se nella rete non puoi essere altro che una puttana ecco che la ragazzina che osa postare i propri video su youtube, sfidando questo meccanismo e anzi provocando reazioni controverse in chi la guarda, viene mobbizzata, diffamata con accanimento, perseguitata continuamente perché i “clienti”, gli utenti puttanieri, vogliono di più, la vogliono più simile all’immagine che loro hanno di una donna che può o non può mostrarsi.

Se scrivi in un blog parole per te, per la tua crescita, per la crescita delle tue simili, di quelle e quelli che come te hanno interesse ad approfondire alcuni temi, diventi oggetto di richieste assurde.

Certi uomini ti trattano come tratterebbero un jukebox: tu devi scrivere quello che loro vogliono che tu scriva. Tu devi dire quello che loro vogliono che tu dica. Tu non puoi, e per loro questo “non puoi” è categorico, giustifica le loro aggressioni, le loro molestie, le loro continue, estenuanti, ossessive, compulsive, narcisistiche aggressioni, quasi come si trattasse della normale reazione in rapporto ad un cattivo rapporto tra venditrice e consumatore. Tu non puoi, dicevamo, non tenere conto di loro, non rivolgerti a loro, non scrivere questo piuttosto che quell’altro. Tu non puoi pensare, anche sbagliando, con la tua testa. Questo vale per le donne che si rivolgono ad altre donne, per le lesbiche, per le donne che si rivolgono agli uomini con le quali vogliono entrare in relazione, per affinità intellettuale, per affinità politica, per affinità umana. Così come nella realtà certi uomini non possono accettare che le donne possano fare a meno di loro a tal punto da definirle sbagliate, eretiche, indecorose, nel web non possono accettare che le donne possano scegliere le persone con cui avere a che fare e quelle con le quali non voler discutere affatto.

Le richieste, i rimproveri, perfino gli assalti molesti da parte di squadristi che pensano di essere in diritto di compiere un arrembaggio come dovessero realizzare una class action, sono spesso rivolti in quella direzione.

Così avviene che può esserci lo stalker che si sente in diritto di recriminare, lamentarsi, insultarti, perché oggi non hai indossato l’abito virtuale che gli aggrada. Come se ti vedesse per strada, tu indossassi degli abiti che hai scelto per la tua giornata e lui si sentisse in diritto di dirti a voce alta che fai schifo, avresti dovuto indossare altro, non puoi permetterti di andare in giro vestita così.

Per capire quello che tentiamo di dire dovreste immaginarvi per strada e attribuire agli uomini che incontrate, sottoforma di fumetto, le frasi che vi scrivono a commento del vostro blog, via mail, via messaggio su facebook, sul vostro profilo, via chat, etc etc.

Se anche vogliamo immaginare che avere un blog sia una qualche forma di esibizione, gratuita, personale o collettiva che sia, voi cosa direste di un concerto in cui sotto al palco si trovano persone alle quali non piace quella cantante per il gusto di disturbare il concerto e di farla smettere di cantare?

Pensate ad un botto di gente che si precipita all’esibizione della donna tal dei tali solo per dirle che deve smettere, non può dire le cose che dice, deve assolutamente pensarla in altro modo, e tutto ciò le viene detto non in un momento di confronto consensuale, scelto da tutti, ma in un costante bombardamento di commenti negativi che piovono sul palcoscenico alla donna che è lì presente. Tanti commenti accartocciati e avvolti a pietre che piovono su questa donna, come in una lapidazione che non è critica, non è confronto, non è civiltà.

Si tratta di linciaggio organizzato da parte di uomini che impongono sul web la propria legge talebana, della lapidazione delle donne non conformi, di mille pietre, sotto forma di commento, messaggio, mail, diffamazione, minaccia, persecuzione, che sono lanciate per ucciderti, annientarti, sfinirti, o al meglio farti adeguare alla richiesta dei “clienti”.

Cos’è questo se non la evidentemente e sfacciata azione di limitazione quotidiana alla quale tutte le donne sono soggette ogni giorno nella realtà?

A chi tra voi non è capitato di ricevere commenti del tipo “questa cosa non avresti dovuto scriverla così. Devi dire questo, questo, questo, questo…” e tu ovviamente ti chiedi ma perché diamine non la scrive lui? Perché io devo scrivere quello che pensa lui e che non condivido? Perché lui ha deciso che io lo debba assolutamente rappresentare? In quale mondo fatato lui ha immaginato che io debba in qualche modo rispondere alle sue richieste? Chi è costui? Cosa vuole da me?

E quando queste richieste diventano eccessive, accompagnate a commenti subdoli e molesti nei rari momenti in cui forse inavvertitamente gli hai provocato un orgasmo, la volta successiva in cui non hai soddisfatto il suo ego, egli ti rimprovera, ti minaccerà e alla fine ti darà pure della troia perché non ti sei comportata sufficientemente da puttana.

Personalità di questo tipo sono moleste, violente, continuano a pensare che tu sia lì per loro e che ogni cosa che tu fai sia riferita a loro. Si sentono in diritto di immaginarti a loro disposizione e tu non puoi interrompere questo sogno, buttarli fuori dal tuo mondo, chiarire con determinazione che tu hai una tua vita, sei una persona in carne ed ossa e non hai nessuna voglia di avere a che fare con lui.

Quando lo interrompi per loro finisce una specie di morboso idillio a senso unico. Non c’è nulla di peggio che frantumare l’illusione di qualcuno specie se l’oggetto di quella malata illusione sei tu.

Ed ecco lo stalking violento, la persecuzione, tutto ciò che abbiamo già descritto e che viene realizzato con lo stesso livore, lo stesso astio di chi ritiene di essere stato scaricato da una fidanzata. Peggio: con lo stesso astio destinato a quella che consideravano la propria puttana e che si permette di realizzare perfino una scelta sui suoi clienti.

Perché essendo per lui una puttana è chiaro che non puoi scegliere che lui.

Le donne nel web non vengono dunque intese come normali consumatrici, persone che pagano per attivare una connessione, per comprare un computer, per installare
software. Non vengono considerate aventi diritto all’uso della tecnologia per scopi altri che non siano la soddisfazione dell’ego di alcuni maschi.

Come dire: tu, sorella, donna, ragazza, paghi per soddisfare l’utente maschio che paga per trovare fonti di soddisfazione. Non nei siti in cui tale fonte sicuramente c’è ma in altri luoghi che gli danno l’illusione della normalità, che non li facciano sentire squallidi, che gli danno l’illusione di potersi ritagliare una specie di relazione, per quanto virtuale, una intesa con qualcuno che vada al di là della sua esigenza di farsi una sega, reale o metaforica, davanti al monitor.

Contraddire questa modalità, essere altro a parte questo, non omologarsi, non uniformarsi alla tirannia maschile, non volere costituire una illusione, un divertimento,
un intrattenimento, una distrazione per il maschio che nel web cerca questo genere di distrazioni, non adempiere al ruolo che ti hanno affidato, non seguire la norma che hanno scritto senza consultarti, fa di te una eretica del web da gettare al rogo.

La caccia alle streghe esiste, nella realtà, così come nel web. Nel web la vedi forse più chiaramente e senza ipocrisia.

D’altro canto, anche nella realtà, se le donne non possono essere sfruttate per fare figli a che altro servono per la maggior parte degli uomini? Che altro vogliono da noi a parte considerarci elementi decorativi e senza cervello buone per soddisfare le loro voglie?

Ed è notorio che le donne, nel web, non possono biologicamente figliare, nel senso che ogni parto, ogni creazione, è frutto di tutto quello che molti uomini non vogliono
vedere nella realtà: il cervello. E qual è il crimine più grande che nei secoli dei secoli è stato imputato alle donne se non l’uso di quell’organo?

Leggi perciò con attenzione tutto il materiale che può esserti utile ad individuare il cybestalking e leggi anche come difenderti da esso:

Cyberstalking: come individuarlo e difendersi!

Identikit di un cyberstalker

Identikit dei cyberstalkers: lo squadrismo!

Identikit dei cyberstalkers: tifoserie e fun-club!

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


5 Responses

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  1. cybergrrlz says

    mario: non sono troll. sono cyberstalkers.
    i cyberstalkers si denunciano e basta.

  2. mario says

    L’anonimato e l’impossibilità , almeno nel breve periodo, di essere preso a calci per le proprie parole e/o azioni che offre internet fa montare la testa a molti idioti ,che in un contesto reale eviterebbero di comportarsi così . Poi ci so…no gli sfigati assoluti che gironzolano su internet per scocciare le altre persone ( trollare ) giusto per avere un qualche contatto umano .
    Come difendersi da questa gente ?
    La cosa peggiore che potete fare a queste persone è togliergli la possibilità di infastidire gli altri , CANCELLATE i loro messaggi senza rispondere , cestinate le loro mail , in siti e blog moderati da qualcuno rivolgetevi al mod per essere lasciate in pace , e se i mod lasciano quei messaggi , ABBANDONATE quel sito , per tutto il resto c’è la polizia postale .

  3. Andato says

    Purtroppo è una vera piaga, oltretutto in amento a livelli esponenziali, come lo è nella rrealtà di tutti i giorni. Un vero peccato, visto che tali comportamenti eliminano la libertà degli utenti sani, portandoli a distaccarsi dal web o ad avere un approccio negativo, di questo passo, la vera novità che ha portato internet, la comunicazione con chi vuoi equando vuoi, andrà a perdersi, purtroppo il ritorno al medio evo è vicino………

  4. cybergrrlz says

    no, in realtà no. dalla costanza di certi comportamenti capisci invece che quello è proprio il modo in cui trattano le donne nella realtà solo che nel web pensano di poter osare di più e quindi di fare violenza su una donna perchè si sentono protetti. ma non lo sono. non lo sono per niente. e la violenza sulle donne sul web è violenza tanto quanto quella fisica.

  5. Martina says

    Quello che trovo enormemente triste è che questi uomini trattano le donne sul web come vorrebbero – ma non possono – trattarle nella realtà quotidiana.
    E’ una vera e propria catarsi, per loro.