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Facebook: non è un social network per donne

Vi racconto quello
che è successo negli ultimi giorni. Nulla di fondamentale, le solite
cose. Qualche femminicidio, qualche provvedimento fascista, razzismi
sparsi e poi ci sono le donne che si ostinano ad essere protagoniste
delle cronache per decine e decine di episodi di violenza maschile. Che
palle!

Nel frattempo ci
imbattiamo in alcuni maschi, uno in particolare, particolarmente
molesto, che dovrebbe farsi aiutare, che non hanno altro da fare se non
stare attaccati tutto il giorno al computer per molestare chi parla di
violenza maschile contro le donne e abbiamo il sospetto che siano alcuni tra
quelli che quella violenza la praticano sovente a cominciare dallo
stalking digitale che realizzano clonando gruppi su facebook per
dirottare gli utenti verso le loro deliranti ragioni.

Questo ed
altri motivi ci inducono a pensare che facebook sia uno strumento di
comunicazione abbastanza inutile. Un luogo in cui si sprecano energie
per regalare proventi all’azienda che nel frattempo accumula denari con
le pubblicità.

Facebook non
solo traccia le tue comunicazioni, viola la tua privacy e ti
sovraespone alla molestia e alla persecuzione di individui e individue
discutibili, non solo ha una policy che fa acqua da tutte le parti
perchè se consente la clonazione, il furto di identità e una serie di
altre intrusioni ha sicuramente qualcosa che non va. Facebook è anche
un luogo dove si incontrano tante belle persone ed è il luogo in cui
circolano notizie interessanti ma tutto questo non è accessibile a meno
che non ti iscrivi e non realizzi un introito per la ditta in
questione. Vengono meno così i più elementari principi della condivisione. 

Ed è una ditta in
cui stanno fascisti, maschilisti, razzisti e ci stanno dentro non come
si sta dentro internet tutta intera, ciascuno con il proprio spazio.
Ci si sta dentro tutti assieme in un collasso comunicativo che agevola
le intrusioni e gli scontri tra chi pensa tutto e il contrario di
tutto. Una corsa per accaparrarsi il consenso dentro il piccolo mondo
di un socialnetwork per perdere di vista che il mondo è altrove,
esattamente come era altrove il mondo che fuori dalle 100.000 firme di
donne che si ribellavano virtualmente al sessismo poi andavano in
piazza appena in diecimila.

E il punto
non è che ci vogliono regole e ordine, lungi da noi pensarlo, perchè
non è così. Le regole esistono tant’è che se gli stai sulle ovaie ti
segano l’account. Il punto è che l’utente non ha alcun potere, nessuna
possibilità di autodeterminazione e di autogestione dello spazio al
quale pure contribuisce con risorse, energie che se spese altrove
potrebbero rappresentare qualcosa di diverso. Non hai il potere di
bannare chi ti disturba ma solo di segnalare ad una entità superiore
quello che non ti sta bene. Non ho mai accettato Dio nella mia vita
quotidiana figuriamoci se l’accetto su facebook (perciò non abbiamo mai segnalato niente e nessuno!). 

Non hai il
potere di rappresentare una unicità dentro quello spazio perchè non
puoi combattere ad armi pari ma devi sempre affidarti a quel dio che
decide che devi coesistere con un branco di fascisti, nazisti, pezzi di
merda, maschilisti, razzisti che da bravi squadristi mirano alla
colonizzazione di ogni luogo.

Non hai
il potere di autogestire un cazzo e stai semplicemente lavorando gratis
per loro. Non ne ero convinta e ho atteso osservando per meglio dirvi
le conclusioni alle quali sono arrivata, ma alla lunga devo dare
ragione a chi lo ha sostenuto prima di me. Pensavo (e lo penso ancora!)
fosse una ottima cosa presidiare il web ma non è una ottima cosa
presidiare un social network in cui tutto è confuso e tutto istiga allo
scontro politico.

Vi invitiamo
a riflettere che tanta fatica spesa a cliccare sul tasto "segnala
gruppo" in una idea illusoria di partecipazione democratica alla
costruzione di uno spazio a vostra misura è pressocchè inutile. Quella
gente che attiva i gruppi spesso è sempre la stessa, attiva mille
gruppi al secondo e lo fa in un meccanismo provocatorio che vi
impedisce di creare e costruire per indurvi soltanto a perdere tempo.
Ma davvero pensate che esista una commissione superiore che analizzi le
vostre richieste e cancelli i razzisti, i violenti, i figli di puttana
dalla faccia della terra? E anche se decidessero di oscurare un gruppo
immaginate forse che si possa oscurare il razzismo, il nazismo, il
fascismo, il maschilismo, il sessismo nella realtà? 

Contrastare il flusso
di notizie sui media non significa concentrare la propria attenzione su
un solo media altrimenti saremmo tutti a fare la fila per partecipare
ai programmi di canale 5. E’ necessaria una alternativa, qualcosa che
vinca sul monopolio, altri spazi, altri socialnetwork, se si vuole,
perchè in rete non fai proselitismo ma incontri al limite solo chi la
pensa già come te, perchè spammare la gente con le tue idee non serve a
convincerla ma solo ad infastidirla. Serve una proposta culturale
convincente che viaggi dappertutto.

Guardate quello che
fate e ditemi: davvero pensate che qualcuno legga le decine di inviti
agli eventi che voi postate tramite i messaggi via facebook? Davvero
pensate che quello sia l’unico posto in cui fare circolare le
comunicazioni? Lo dico alle femministe, alle militanti, alle nostre
amiche: davvero pensate che sia quello il modo che vi consentirà di
fare rete? Tramite uno spazio che non permette di selezionare messaggi
accettabili e quelli che proprio non vogliamo? Una mole immensa di cose
che possono riguardarvi o meno ma voi, e dico proprio voi, leggete mai
gli inviti che ricevete? Clikkate si, parteciperò, a caso o perchè
davvero lo farete? Troppe informazioni, nessuna informazione. Potreste
spendere la stessa energia altrove. Potreste arricchire i vostri blog,
farli diventare luoghi vivi in cui pubblicate gli inviti, gli appelli,
i report delle vostre iniziative, le lettere aperte, le proposte
politiche, i vostri contenuti, qualunque cosa vi passi per la mente per fare in modo che
tutto quello che scrivete e comunicate sia indicizzato, sia
rintracciabile tramite i canali di ricerca, diventi vera alternativa
non confinata dentro le mura virtuali di un solo social network.

Non è quello lo spazio in
cui spendere energia. Non è quello lo spazio in cui fare attivismo
politico e sebbene vi sia una gran massa, non sempre critica, che lo
alimenta bisogna che quella massa si renda conto che l’agire politico
si sostanzia anche di scelte a proposito degli strumenti che usi per
comunicare. Non a caso noi stiamo su noblogs di autistici/inventati e
non su altre piattaforme. Se combatti contro la proprietà, contro i
monopoli e stai in un luogo come facebook c’è un grosso problema di
percezione di ciò che stai facendo. 

Noi manterremo alcuni
account solo per evitare che siano rubati dal solito maniaco dei furti
di identità politica e personale e per fare pratica di monitoraggio sul
materiale sessista che gira in rete, ma per chi avrà voglia di seguirci
noi saremo qui e ovunque segnaleremo la nostra presenza.

In alto a destra
trovate in nostro indirizzo mail e la nostra mailing list. Quelli sono
i luoghi nei quali potrete trovarci quando vorrete. Per voi ci siamo sempre e vi aspettiamo!   

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio.


18 Responses

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  1. Violet says

    quoto tata

  2. tata says

    molto vero quello che dite, ma finchè ce lo diciamo fra 4 gatti servirà davvero a poco…
    FB non è nient’altro che un contenutore, non capisco tutta questa acrimonia: il risotto giallo, se lo so fare bene, è buono sia in una pentola di coccio che in una di alluminio (scusate la metafora ma sono una vecchia hacker che di solito digita e cucina)
    in questa logica qualsiasi social network è spazzatura, ma allora lo era anche Bitnet negli anni 80 e ICQ nei 90, insomma mica sono bellini e intelligentini solo blog e sitini d’elite
    senza offesa per nessuno
    personalmente ho fatto e faccio ancora delle belle battaglie su FB e da FB le ho anche portate fuori
    ciao!!!

  3. semplice ... says

    http://www.youtube.com/watch?v=3KLLV01EXbk

  4. Giada says

    dicevo…
    spostiamoci su zoes!!
    http://www.zoes.it

  5. Francesca. says

    sono molto dispiaciuta di vedere chiudere una delle poche pagine intelligenti di facebook.

    ma insomma, è possibile che voi chiudiate una cosa importante come questa (per me e per tutte le altre/i che vi seguivano credo lo fosse) perchè qualche stupido vi da del filo da torcere? diciamocelo, non ne vale la pensa. dovreste continuare a testa alta a fare quello che più vi piace.

    se questa è la vostra decisione bene, ma sappiate che mi dispiace non poco.

  6. Giada says

    e allora spostiamoci su ZOES!!
    http://www.zoes.it
    ma nn abbandoniamo i social network!

    Giada

  7. enza says

    Spero che tu lo faccia cara cristina, che tu ne scriva e scriva i tuoi perchè.

    Abbreviare i concetti è purtroppo una modalità di questi tempi: sms, twitter, socialnetwork fanno così. Persino per i blog si dice che bisogna essere brevi ma tu sai che ho sempre detto che la brevità obbligatoria non è capacità di sintesi ma è banalizzazione, semplificazione e di ministro alla semplificazione ci basta calderoli 🙂

    ci sono grandi blogger o chi gestisce i tumblr che scrivono splendidi aforismi e in una sola frase sono in grado di dire molto di più di quello che tanti prolissi interventi dicono in pagine e pagine di file di testo. ma quelli che sanno farlo non sono tanti e la tecnologia non può dunque essere a disposizione solo di chi usa certi parametri e certe “misure”.

    l’estetica del web non può essere dominata esattamente come l’estetica dei nostri corpi. non esiste una “normalità” del web e se noi non esigiamo il diritto alla diversità potremmo essere fagocitat* in un web unico, dalle modalità uniche, che non ha nulla di diverso dal pensiero unico imperante.

    ci sono mille misure per tutti e tutte e mille e più parole per dirlo. io vorrei, come te, usarle tutte.

    un abbraccio

  8. cristina says

    cara enza,
    mi sono iscritta su facebook forse un anno fa. Non sono una di quelle persone fissate con lo “sfuggire al controllo”, se mi va di fare una cosa la faccio e basta, e controlli chi deve controllare. Ma facebook no. Per motivi su cui mi piacerebbe fare un riflessione tutte le persone intelligenti che conosco, anche quelle molto attente alla violazione dei propri diritti, che da anni riflettono sulla rete e sulla comunicazione che essa veicola, sembrano non resistere alla tentazione “innocente” di invitarti a coltivare carotine o coniglietti e ciccia se per farlo autorizzi facebook a fare quel che vuole di tutti i tuoi contatti. Non è che lo fanno di nascosto, te lo dicono, ma le persone sembrano non crederci o non valutarlo un rischio.
    Ricordi la storia dei reggiseni di cui tutte le femmine doveva dire il colore? Perfino ad una “cappuccetta rossa” come me è apparso evidente che non era un gioco innocente, come non lo è chiederti il tuo libro preferito, ecc. Certo puoi rispondere una cosa falsa, ma il punto non è quello.

    La mia esperienza su facebook e’ che o ripubblichi le cose che già si possono trovare su molti siti o scrivi semplificando per poter essere “veloce” nella comunicazione. Dio sa se abbiamo bisogno di semplificazione o invece di complessità.
    Mi ripropongo da tempo di scrivere sulla mia idiosincrasia per facebook, chissà che tu non mi abbia dato lo spunto giusto 😉

    c.

  9. sassicaia molotov says

    Il punto su cui Fikasicula risponde nell’ultimo commento è IL punto.
    Finchè si concepiscono gli spazi virtuali come territori da difendere significa che non si è ancora capito fino in fondo l’essenza del web. Mai sentito parlare di TAZ?

  10. fikasicula says

    luciano non gli si lascia un bel niente. noi non siamo machi virili che contendono territori. non ce ne frega niente di fare la guerra a presidiare il fortino “facebook” perchè non ci appartiene. se lo difendesse l’azienda che si ritroverà un posto di merda pieno di gente di merda.

    Tutto resta lì dentro e il mondo qui fuori è molto più grande. Se io voglio un posto me lo prendo e lo autogestisco. Ma quel posto lì già me lo “concedono” mentre io li faccio guadagnare e poi non posso autogestirlo. E non ci stiamo a procurare audience ad una azienda che evidentemente gode un sacco a stare sempre sulle prime pagine mentre il senatore tizio dice che devono oscurare e centinaia di utenti sono lì instupiditi a clikkare il tasto “segnala gruppo” per salvaguardare la democrazia della rete.

    E’ solo una perdita di tempo e loro fanno soldi. tutto qui.

  11. luciano says

    Il rischio è che poi fb resti in mano a questi personaggi qui: fascisti, razzisti, sessisti ecc.. Vuoi per snobismo, vuoi per i nobili motivi, si rischia di tirarsi fuori dalla disputa lasciandogli sempre l’ultima parola.. per non parlare poi di quelli che fascisti non sono ma che magari usano inconsapevolmente un linguaggio fascista o razzista o sessista: forse non farai proseliti ma magari un@. almeno un@ riuscirà a rendersene conto, e sarà già tanto.. magari proprio grazie ad un post di femminismo a sud condiviso su facebook e letto da persone che mai avevano aperto qualcosa da noblogs di autistici/inventati..

  12. jo says

    Finalmente… brave!! Condivido in pieno, mettiamoci in rete, scegliamo circuiti sui quali possiamo intervenire, impegniamoci a costruire nuovi flussi, nuove reti, smettiamola di aspettare che ci piovano spazi dall’alto per incontrarci e parlare!

    Grazie Davide per i link, io segnalo questo http://blogs.teknusi.org/
    che credo già conosciate, ma che a me piace moltissimo!

    PS anche io cerco di “presidiare” con un account, ma mi rendo conto che più si va avanti e più i messaggi e i link dei/lle singole/i perdono di importanza, vengono sopraffatti da nuove notizie, cazzate varie, nelle home duri un secondo… l’unica cosa fissa sono le pubblicità ai lati… penso non valga la pena, il tempo che tutto ciò richiede è troppo e la partita persa in partenza….

  13. paola says

    mi spiace, per la vostra decisione, per le molestie.. vi seguirò in altro modo. E’ vero che su Facebook i temi femministi non hanno apparentemente grosso rilievo, ma forseè perché non ne hanno neanche nella società civile se vogliamo.. e la vostra presenza su FB era comunnque come una “pulce” nell’orecchio degl iindifferenti, dei distratti (e distratte..).
    A presto

  14. fikasicula says

    Ps: per i maschilisti che insistono nel lasciare insulti tra i commenti, non li vedrete MAI pubblicati. Per inciso: immaginare che la democrazia sia un luogo dove VOI clonate i gruppi altrui o li molestate virtualmente in modo continuato per non consentirne l’esistenza e per violentare la altrui libertà di opinione è veramente singolare. Siete squadristi, fanatici, fascisti e agite con spranghe virtuali per mettere a tacere tutto ciò che non potete soffocare con i vostri deliranti argomenti. Noi ci saremo sempre. Saremo ovunque. Voi esisterete solo virtualmente con decine di account fasulli, gruppi fasulli gestiti dalle stesse persone. Contento/i voi!

  15. eva.t says

    Domanda per chi ne sa…

    Ogni tanto guardando il tg, ci si imbatte in notizie di cronaca nera. e vabbeh, cose dalla vita.
    Ma, specialmente quando il morto è giovane, nel servizio fanno sempre vedere la pagina che il defunto aveva su facebook.
    Ora, la maggior parte delle persone che conosco e che usa il facebook ha le pagine chiuse per i visitatori, possono accedervi solo gli “amici”. E penso che siano la maggior parte quelli che si premuniscono un minimo per la privacy.

    Ma allora come fanno i tg ad avere accesso alle pagine? ci sarà mica qualcuno che vende le pagine dei morti?

    Scusate l’offtopic ma mi chiedo se qualcun altro ha fatto caso a questa cosa o se se ne sa qualcosa.

  16. davide says

    Segnalo un importante sito di informazione sul cloud computing http://aclab.indivia.net/

  17. sassicaia molotov says

    Ho dovuto spiegazioni ad un sacco di gente sul perché mi sono sempre rifiutato di attivare un account su facebook. Eppure non mi sembrava così difficile da capire. Che sarebbe diventata una palestra irrinunciabile per frustrati, falliti e altri poveretti dalla vita sociale imperniata sul più tetro squallore era palese fin dai suoi primi passi. E in tutte le comunità è questa razzumaglia umana quella che fa più rumore.

  18. davide says

    Mi fa piacere, anche se sono totalmente contrario anche a tenere “attivo” un account su Facebook per il semplice motivo che se usi Facebook spingi la gente ad utilizzarlo, è come una “epidemia!.

    Le forme di comunicazione da usare devono essere innanzitutto decentralizzate, io devo avere la libertà di poter mettere su un server far registrare degli utenti in questo server e dargli la libertà di poter comunicare con utenti presenti in altri server (lo stesso principio delle email).
    In questo modo si ha controllo, in questo modo si combatte la pubblicità (i server autogestiti si mantengono tramite le donazioni di un collettivo), in questo modo si combatte il cloud computing… il sistema di controllo digitale per eccellenza, tanti server in mano ad una persona con i dati anagrafici di milioni di persone (Facebook).

    Inoltre i server decentralizzati per loro “natura” sono anti-fascisti, anti-razzisti e anti-sessisti quindi sarà facile segnalare eventuali molestatori ai gestori del server (come A/I per esempio) e chiuderli fuori dal circuito.

    Per fare questo il software deve essere libero.

    C’è in progetto un social network libero, scritto in PHP e rilasciato sotto AGPLv3 http://daisycha.in/ questa sarà la carta per abbattere Facebook.

    Riguardo Twitter (che ovviamente sconsiglio di usarlo) è già stata scritta una sua alternativa libera (sempre sotto AGPLv3), si chiama StatusNet http://status.net/ e qui c’è un server che lo usa http://identi.ca/

    Siamo coerenti con noi stessi/e, se diciamo che il software proprietario è un male non possiamo pretendere che gli altri ci prendano sul serio se poi lo usiamo.