Le donne in italia contano poco. Non contano quasi nulla. La politica che si rivolge alle donne è sempre di abuso.
Prendi il veneto, per
esempio, già tristemente noto per la questione dei presidi, degli
insegnanti, delle prove di dialetto, dell’integralismo cattolico, del
razzismo di gentilini e tosi, delle ordinanze autoritarie di verona,
del neonazismo che ammazza nicola tommasoli perchè aveva i capelli
lunghi.
Prendi il veneto e osserva
come in questi anni hanno tentato di boicottare la legge 194 in tutti i
modi, hanno preteso di ficcare i volontari del movimento per la vita
anche nei letti dei coniugi alla prima notte di nozze (facendo
attenzione a che non usassero un contraccettivo), hanno sponsorizzato
la sanatoria badanti, hanno orgogliosamente stimolato la tratta delle
schiave, le negre e le rumene al servizio del vecchio padrone bianco.
Ora che la sanatoria si farà loro già si organizzano e annunciano corsi di formazione.
Le schiave vengono
ripassate a nuovo, con il grembiulino bianco e i guantini puliti,
pettinature stirate con il ferro a vapore e completa eliminazione di
ogni accessorio "etnico" che possa ricordare l’origine della serva.
Così facevano gli inglesi dopo aver comprato una negra e averla
costretta al loro servizio, mantenendo comunque intatto l’apartheid che
separava i cessi per neri da quelli per bianchi, i posti a sedere per
neri e quelli per bianchi sugli autobus. Stesse identiche proposte
della lega.
Così vogliono fare in veneto,
precisamente nella Treviso di gentilini. Il corso potrebbe insegnare
primi elementi di soccorso, si ha a che fare con gente malandata, alle
negre e alle rumene, così vituperate all’esterno, poi in realtà i
padroni bianchi affidano le vite dei loro genitori.
Nel corso però – viene
annunciato – si inseriscono anche quelle materie che a questo punto
sembrano venire dalla proposta di una persona fortemente disturbata,
che ha l’ossessione per le tradizioni perdute, che ha nostalgia di un
passato che non c’e’ più. Forse rimpiange la mamma, il papa’, i nonni.
Insomma aiutatelo o aiutatela chiunque egli o ella sia.
Ci provano con i
test di ingresso per gli insegnanti da inserire in un albo che sarà
regionale. Ci provano anche con le straniere. La loro diversità deve
sparire del tutto e per questo si insegnerà loro – udite udite – il
dialetto e gli usi locali.
Sarà davvero uno spasso
quando una donna straniera, alla morte del vecchio che ha avuto in cura
cercherà un altro lavoro, possibilmente nel molise. Farà il colloquio
in dialetto veneto e il molise la scambierà per una profuga del kosovo dalla
pelle scura. Sempre che dopo l’uso la schiava non venga rimpatriata
attraverso il passaggio dai Cie che qualcuno proprio in questo periodo
ha chiamato "hotel di lusso per i migranti" (facendo il paio con il confino di mussolini nel quale si diceva egli mandasse in vacanza i dissenzienti).
Sarà splendido quando la
donna andrà in questura a rinnovare il permesso di soggiorno e si
troverà a parlare con un piantone di foggia, a meno che non abbiano
fatto un corso obbligatorio di dialetto veneto anche a lui.
La domanda è: ma cos’ha di tanto speciale il veneto per stabilire che debba essere diffuso in questo modo?
Uno dei primi metodi
intrusivi, violenti di colonizzazione è rappresentato dalla lingua, dai
modi di dire (potete leggere la "Critica della ragione post coloniale" delle Spivak se volete). E non vale il detto: "sono loro che vengono da noi e
quindi si devono adattare alle nostre tradizioni". Non vale perchè
parliamo di persone che hanno memoria, una loro storia che non può
essere seppellita assieme alla loro identità.
Tutto ciò è veramente disumano. Cancellare una parsona per assimilarla silenziosamente all’arredo locale è da nazisti.
Che il veneto si aprisse
piuttosto ad accogliere i cambiamenti invece di restare arroccato nelle
proprie "tradizioni", che per inciso sono quelle inventate dalla lega
giacchè la padania non esiste.
Che il veneto si adeguasse
al futuro. Il futuro che è semplicemente futuro. Si lascino toccare, si
lascino contaminare e la contaminazione sarà reciproca. E’ un processo
naturale che non può essere controllato ne’ tantomeno dominato.
Quando le diverse parti di
una società entrano in relazione e ce n’e’ una in particolare che vuole
controllare tutto e tutti non c’e’ scambio e arricchimento. Solo
autoritarismo, regime, dittatura, dispotismo, monarchia. Chiamatela
come vi pare ma si tratta di quello.
Ecco: al mondo c’e’ tanta
gente gravemente affetta da delirio di onnipotenza. Evidentemente un
alto numero di questi individui risiede nel nord-est padano. Aiutateli.
Aiutiamoli.
—>>>nella foto rosa parks, arrestata nel 1955 perchè aveva occupato un posto in autobus che l’apartheid destinava ai bianchi.
—>>>Menomale che c’e’ Lombroso (il suo ultimo numero parla di ordinanze pro-decoro contro le infradito).
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Sicilia: l’eterna colonia per gli affari del nord
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Siamo meridionali [Terza parte] – le persone senza storia e i corpi delle donne
Siamo meridionali [Seconda parte] – i pirocchi arrinisciuti (i pidocchi arricchiti)
Siamo meridionali
esattamente mario. proprio così. sono d’accordo.
Tanto più che il dialetto, almeno al punto di capirlo, lo si impara comunque, se è la lingua con la quale bisogna confrontarsi. I corsi volti a omologare le persone, invece, sono avvilenti della dignità umana. Anche le parlate locali hanno un valore. I corsi di dialetto sono una ricchezza. Facoltativi, però: subordinarvi la possibilità di lavorare significa subordinarvi la possibilità di avere i mezzi per vivere, quindi legare la sopravvivenza di una persona a un cambiamento culturale imposto dall’alt(R)o!
si micce certo. gli anziani si esprimono a loro modo ma non c’e’ bisogno di un corso di dialetto e usi locali per cambiare la pala ad un signore che sta male. parliamo di donne che spesso hanno anche titoli di studio, lauree, che in italia non possono essere mortificate a tal punto da insegnare loro gli usi locali e il dialetto. come mandarle a morte. è uno sfregio, una offesa alla loro intelligenza. sono donne intelligenti e io nel lavoro ne ho conosciute tante e credimi sono perfettamente in grado di comunicare senza che noi le costringiamo ad un mutamento genetico.
tutto questo, come dici tu stessa, veramente non è normale e se non rappresenta il nord sano, quello che lavora e da lavoro, quello che costruisce e non distrugge, sarebbe bene che quel nord si desse una mossa.
non li ho letti i tuoi post su gentilini. mi indichi i link per favore così li segnalo al prossimo post che dedico all’argomento.
e se hai tu dettagli sulla questione ti prego di darceli. sarebbero notizie di prima mano. delibere, ordinanze.
io in cambio ti segnalo la pubblicazione satirica “lombroso” che fanno a verona 🙂
sta qui:
http://lombroso.noblogs.org/
l’ultimo numero parla di una possibile ordinanza per il decoro contro le infradito 😛
abbraccio
ciao
Non sapevo questa notizia.
Ha proprio lo stampo di un’idea Gentiliniana per cui se stai a Treviso devi subire un mutamento genetico e diventare Trevigiano altrimenti non sei degno. (Non è la sua prima idea malata comunque)
Però mentre leggevo pensavo anche che gli anziani dell’entroterra veneto parlano effettivamente solo dialetto veneto…
Mi sono resa conto che tanti voti della lega vengono proprio dagli anziani, che non hanno avuto l’istruzione necessaria per capire tante cose, non seguono la cronaca ed hanno paura dei cambiamenti.
Questo non vuole giustificare nessuno, sia ben chiaro. Era solo una riflessione.