http://www.youtube.com/watch?v=_DyM9s9J14Y
Già vi ho parlato dei balletti della maggioranza a proposito di correntoni siculi. A tutta la faccenda berlusconi risponde dicendo che ha un grande piano.
Detto in sintesi: la sicilia ha infrastrutture per trasporti – zero, fabbriche – quasi zero, cattedrali nel deserto, ovvero opere realizzate grazie ai contributi per il mezzogiorno da ricchi imprenditori del nord che sono venuti hanno elevato pilastri e superfici di cemento armato, hanno incassato i contributi e se ne sono andati lasciando le opere incompiute, cattedrali nel deserto – dicevamo – parecchie, speculazioni transitanti nell’isola sempre per arricchire il nord – abbastanza, monnezza delle fabbriche del nord seppellita un po’ qua e un po’ la’ con la collaborazione della mafia – un bel po’, lavoro – una cippalippa, disoccupazione – a iosa, manodopera a basso costo sfruttata e disponibile per gli imprenditori del nord – assai.
Alla sicilia, che ha questi e molti altri problemi, il governo attuale impone le seguenti soluzioni: il ponte sullo stretto (al quale noi arriveremo con il carretto trainato dai muli passando per le mulattiere assai più sicure delle strade e dei ponti crollati perchè costruiti con cemento depotenziato), appalto assegnato alla impregilo (sede legale Sesto San Giovanni – Milano) – la stessa che è sotto inchiesta per la gestione della monnezza napoletana e per l’ospedale dell’aquila (non dimenticate la manifestazione a messina no ponte l’8 agosto); il MUOS a Niscemi, una enorme stazione di telecomunicazione satellitare della Nato che ha un altissimo impatto ambientale e che è l’ennesima riprova che la sicilia per il governo altro non è se non una grande piattaforma sul mar mediterraneo per l’esercito USA; la centrale nucleare, forse in provincia di agrigento, mentre le istituzioni locali della provincia di ragusa già si muovono per dire di no, in ogni caso sarebbe in territorio altamente sismico, con una ricaduta di rischio altissimo, con una dequalificazione del territorio che avrebbe voluto rilanciare una economia basata sull’agricoltura e il turismo, che rende la sicilia – come dice più giù agostino spataro – un serbatoio d’energia al servizio del nord industriale (I siti destinati alla costruzione delle centrali
saranno decisi dall’alto ed è già stato detto che saranno
militarmente presidiati in caso di opposizione degli abitanti locali).
Il grande piano di berlusconi sta tutto qui. Siamo monnezza, liquidati come i "meridionali piagnoni" dal leghista castelli, quando esigiamo quello che ci è dovuto e che il governo nord-centrico ha speso per se’, noi che ci spacchiamo la schiena per campare e fare arricchire gli altri, e gli industriali del nord sarebbero invece quelli civilizzati che in realtà vengono a colonizzarci per massacrarci la vita, l’ambiente, le prospettive future. Ogni soggetto del nord arrivato in sicilia a fare l’imperialista non è stato diverso da quell’uomo delle stelle del film di Tornatore che della sicilia prese i doni più generosi, i racconti, le narrazioni private e una splendida ragazza, usata e poi lasciata a crepare in un manicomio.
Alla sicilia viene detto di tutto, sarebbero siciliani quelli che fanno un danno ovunque, senza considerare che quei siciliani sono ampiamente foraggiati, che quelli onesti che mostrano capacità di ribellarsi in forma autonoma vengono uccisi, esiliati, lasciati a crepare da ben altro centro di affari economici che ha interesse ad avere un sud controllato dalle mafie affinchè non cresca, non si sviluppi e resti il posto di merda che è. Un posto in costante emergenza dove la strategia della shock economy, della economia allegra di intervento nella zona sottosviluppata, dove la strategia della paura (la mafia! fatta sempre e solo di buzzurri e contadini e mai di colletti bianchi che siedono in parlamento o che controllano l’economia del nostro paese), della militarizzazione per difenderci "da noi stessi" (come dice oggi il quotidiano Libero), fa dell’isola un centro di interesse presidiato con una popolazione che mai viene fatta sentire autonoma (abbiamo sempre bisogno di pull, maxi pull, generali, super magistrati, rambo e superman che vengono a salvarci). Non un gesto di reazione indipendente è stato incoraggiato. Il movimento antimafia dei primi anni novanta, per esempio, fu ridotto in cenere e la sicilia fu militarizzata perchè i siciliani si sentissero dipendenti, succubi, fragili, insicuri, mai liberi, con una eterna spinta alla delega.
La sicilia è un posto in cui le speranze vengono alimentate con bugie di ogni genere. E’ il sud di Salvatores, quello in cui ogni stronzo calato dall’altro, candidato a rappresentarci nelle istituzioni, viene a promettere specchietti e collanine di bijotteria. Basta che brillino, a noi piaceranno uguale.
Non è questo – più o meno – che verrà a dirci per l’ennesima volta berlusconi? Grandi opere, edificabilità di quello che ancora non è stato occupato dalle disastrose costruzioni abusive, e la "possibilità" di diventare l’hub energetico del mediterraneo. Che culo! Prometteranno posti di lavoro e tanto benessere, come sempre, come hanno fatto tutti mentre ci fottevano da sotto i piedi la nostra terra e i nostri sogni senza restituirci niente. Ci aspetta un futuro di merda, in una isola spazzatura del nord, che al meglio diverrà un bersaglio di un altro missile impazzito di gheddafi. Al peggio resterà quello che è, più sporca, più radioattiva, più cementificata, senza un solo angolo nel quale non ci sentiremo scippati delle nostre vite e del nostro futuro.
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Agostino Spataro, a proposito della politica berlusconiana nei confronti del meridione, dice:
"[…] una crisi acuta che evidenzia i limiti e gli errori di un’impostazione politica subalterna al gran capo e agli interessi personali e sociali che rappresenta.
Un coacervo d’interessi, largamente concentrati al nord, dove non c’è spazio per questo generoso Sud che si è svenato per mantenere al potere la più ingorda coalizione nordista che si ricordi nella storia repubblicana.
Alla quale- non bisogna dimenticare- il centro-destra ha consegnato di recente un’arma micidiale, il federalismo fiscale, puntata contro il sud e la Sicilia."
Poi a proposito delle centrali nucleari, quelle per il cui controllo la prestigiacomo sta facendo il diavolo a quattro (è stata estromessa dall’affare dai suoi colleghi), dice:
"Mentre in Sicilia nessuno governa e ci s’accapiglia per creare maggioranze anomale e improbabili “partiti del sud”, il governo Berlusconi vuole piazzare nell’Isola una centrale nucleare, forse, dalle parti di Palma Montechiaro, in provincia di Agrigento.
[…]
Entro sei mesi si dovranno avviare gli adempimenti conseguenti, compresa la scelta del sito, sulla base di una procedura molto sbrigativa, perfino sostitutiva dei poteri locali, che certo non lascia tempo e possibilità d’intraprendere eventuali azioni di verifica e/o di contrasto.
Sei mesi sono pochi per una questione così complessa e preoccupante. Troppo pochi.
E dire che su questa materia la Regione siciliana ha competenza primaria.
La faccenda, perciò, è un anche un banco di prova per lo sbandierato autonomismo di Lombardo e soci. Non è la prima volta che si vuole portare in Sicilia, zona ad alta sismicità, una centrale nucleare.
[…]
Comunque andranno le cose, un dato è certo: con la centrale nucleare, che andrebbe ad aggiungersi ad altri impianti preesistenti o programmati, la Sicilia diverrà una sorta di HUB energetico ossia una piattaforma strategica di approdo, stoccaggio, lavorazione e distribuzione di enormi quantitativi di prodotti energetici. Con un volume molto al di sopra dei suoi consumi attuali o ragionevolmente preventivati.
Insomma, il nostro destino verrebbe segnato per un lungo periodo. Non più “il paradiso” che tante generazioni di siciliani hanno sognato (il turismo diffuso, l’agricoltura di qualità, la pesca e l’economia del mare, l’innovazione tecnologica, i grandi servizi di trasporto e di commercializzazione, ecc.), ma un grande serbatoio d’energia, collocato nel cuore del Mediterraneo, al servizio dell’inarrestabile crescita di un nord già saturo, verso il quale, come ha scritto ieri la Svimez, continuano ad emigrare i giovani siciliani e meridionali. Almeno 700.000 negli ultimi anni."
gildo ho appena sentito al tg3 che i fondi per le aree sottoutilizzate in realtà sono stati già spesi in gran parte per coprire l’ici che tremonti aveva garantito alla gente, per coprire il g8, per coprire un minuscolo frammento delle promesse fatte per l’abruzzo.
pare, secondo il tg3, che per molte opere già in programma nel 2010 i soldi non ci saranno ed è per questo che non mollano i soldi a noi.
per il resto sono d’accordo con te quando dici che non si tratta di una presa di coscienza di una sola area. io spero non lo sia. io stessa, noi del blog, siamo veramente stanche. il punto è che bisognerebbe non tornare a votare la gente che dal sud è andata in parlamento e che ha fatto passare i tagli che ci hanno riguardato. se non ci sono arrivati i soldi è anche grazie a loro.
Il movimento che in questi ultimi tempi agita le acque stagnanti della politica italiana non, è riconducibile al solo lombardo ma vede vari e diversi movimenti che sembrano aver preso coscienza (finalmente) della necessità di cambiare qualcosa o almeno di provarci
La fantomatica “ristrutturazione integrale avviata con il crollo dei partiti della prima repubblica” forse avviene al nord ma lascia come al solito il sud a se stesso anzi vediamo Tremonti che sta bloccando ancora una volta i fondi per le aree sotto-utilizzate si chiede che siano spesi bene ma al Nord, dove già sono stati erogati, non si chiede nulla prendiamo il Mose, il cantiere è partito, poi si è bloccato il lavoro fatto finora è stato praticamente inutile e va buttato e di questo nessuno dice niente compresi gli onorevoli e senatori eletti al sud visto che il nord è stato il protagonista della storia politica italiana dalla sua unità ad oggi tutti i grossi partiti e movimenti sono nati al nord e molto spesso a Milano e dal nord stesso buttati giù ( i Savoia, Mussolini, De Gasperi Craxi Berlusconi ) e noi i nostri esiti balcanici li abbiamo gia avuti anche se non lo si vuole ammettere basti pensare a quando,i partigiani borbonici e i contadini meridionali che si opponevano ai Savoia furono chiamati Briganti e i rivoltosi di Palermo che nel 1866 si opposero alle inique Leggi piemontesi furono definiti mafiosi. La politica di repressione adottata nei confronti del sud fu durissima. Per debellare il fenomeno furono impiegati 120.000 soldati (pari alla metà dell’esercito italiano) comandati dal generale Cialdini. Si scatenò una vera e propria guerra che portò ad un numero molto elevato di morti in particolare fra i briganti e i contadini che li appoggiavano. E’ stata creata dunque una leggenda nera sull’arretratezza economica del Regno delle due Sicilie . Restano a chiarire le motivazioni che hanno indotto gli ambienti accademici del Regno d’Italia prima, del periodo fascista e della Repubblica poi, a mantenere fin quasi ai giorni nostri, una versione dei fatti così lontana dalla verità, tacendo, soprattutto, la circostanza che le popolazioni del sud, salvo una minoranza di latifondisti ed intellettuali, non avevano nessuna voglia di essere “liberate” e anzi reagirono violentemente contro coloro i quali, a ragione, erano considerati invasori. D’Azeglio enunciò nel secolo scorso “Abbiamo fatto l’Italia, adesso bisogna fare gli Italiani . La tentazione del separatismo non nasce certo oggi ma è sempre stata messa a tacere per perseguire gli interessi dei politici che attingevano al serbatoio di voti del sud e dei grossi industriali del nord che hanno depredato il sud anche con la cassa del mezzogiorno quanti industriali di varia grandezza hanno sin dagli anni 50 sfruttato il sud facendo finta di investire per fare aziende nel sud ma venivano qui solo per prendere i soldi e scappare abbiamo visto centinai di aziende di piccole, medie e gradi dimensioni aprire stabilimenti, spesso con macchinari vecchi e riverniciati prendere i soldi della cassa del mezzogiorno e poi dalle varie surroghe della stessa e poi puntualmente questi fantomatici imprenditori sparivano insieme ai soldi e alle aziende e ai posti di lavoro – in un sud senza infrastrutture ne servizi ne sviluppo ne salvaguardia dell’agricoltura si aiutano i produttori del latte del nord ma nessuno parla dell’ olivicoltura meridionale e dei regolamenti c.e.e. fatti solo per penalizzare l’unica vera ricchezza del sud L’AGRICOLTURA – ma ci fanno il ponte per arrivarci come e con che ???? e una volta attraversato per andare dove e come ????? criminalità organizzata o certo al sud c’è ma guarda caso si serve del nord per investire e ripulire i suoi capitali e l’ innovazione della classe politica la dovremmo fare come con le liste bloccate e decise a tavolino con tanto di manuale cencelli ad arcore????
Scarsa qualità del capitale umano!!!!! Sono secoli che il capitale umano meridionale serve al nord per potersi sviluppare e che arricchisce le altre nazioni – gli istituti bancari sono solo ed esclusivamente del centro nord operano al sud facendo raccolta e investendo al nord il costo del danaro per aiutare gli imprenditori è superiore di quello del nord – Ma questo sono anni o forse secoli che viene detto il SUD ha bisogno di un partito che rappresenti finalmente i suoi veri interessi nessuno mette in discussione l’unità dello stato, in un periodo dove il progresso passa attraverso enti politico-economici sopranazionali come la Comunità Europea, è certamente un valore da salvaguardare, ma al meridione è dovuta una politica ed una attenzione particolari, una politica legata ai suoi effettivi interessi, che valorizzi le sue enormi risorse e assecondi le sue vocazioni, a parziale indennizzo dei disastri e delle ingiustizie che l’unità vi ha apportato. Il Sud non ha certo bisogno di essere rappresentato dalla nuova politica rappresentata dall’ex socialista Cicchetto, l’ex comunista Bondi, l’ex democristiano Mastella l’ex missino Gasparri o dall’ex cantante “donato” Bossi
Ho pubblicato il tuo articolo con una breve introduzione.
Ciao 🙂
mario come sempre prendi ciò che vuoi 🙂
io spero che non arrivi bertolazo anche quaggiù. ma se arriva, e probabilmente si, lo aspettiamo.
è la nostra terra e posso solo dirti che mio padre, che ha la bellezza di 82 anni, ha detto che dovranno passare sul suo cadavere. lui poi è uno che si sente doppiamente gabbato perchè ha fatto campagna elettorale per il referendum contro il nucleare e l’ha vinto…
figurati!
Come al solito hai detto esaurientemente e subito ciò che avrei voluto dire io, quindi piglio il tuo articolo e lo incollo pari pari sul mio blog.
Sapevo del Muos, ho sempre inorridito per il Ponte, una centrale nucleare è una sciagura in qualunque luogo, sismico o meno… Sai che in campagna elettorale alle politiche il caro Berlusconi aveva scritto “Ritorno al nucleare” nel programma? Per una volta era stato onesto! Chissà quant* di quell* che lo hanno votato lo avevano letto, il programma, o quant* si sono post* veramente il problema di che cosa ciò comporti…
Quanto alla militarizzazione, c’è già stata in Campania per i rifiuti, c’è già stata all’Aquila… Ci sarà in tutti i siti che il governo (mai uno competente! daranno l’incarico a Bertolaso?) sceglierà per le centrali nucleari. E ci saranno le botte e pure gli arresti. Del resto, hanno cambiato apposta le leggi…
GM si
hanno già detto che i siti saranno scelti senza consultazioni con le comunità locali e saranno presidiati dai militari. se c’e’ una manifestazione ci massacrano.
e ci faremo massacrare!
Una centrale nucleare è già di per sé un errore dato che ormai sono superate e troppo dispendiose, fatta in territorio ad alto rischio sismico (zona 2 se no ricordo male) è un crimine.
Arresteranno tutti i manifestanti? O magari useranno i soldatini per sparare direttamente sui “pericolosi terroristi”?
Spero che ci si riesca a svegliare prima che sia troppo tardi.
Auguri a tutti noi.