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FAS: cosa c’è dietro un acronimo. Al nord più soldi che al sud

http://www.civisonline.it/UserFiles/Image/Economia/divario%20nord%20sud.jpgTutta la discussione nord-sud, finanziamenti, partiti del sud e bilanci economici siciliani da mettere a posto è stata ulteriormente chiarita da Maria Marchese che innanzitutto ci ha spiegato per filo e per segno qual è la situazione economica della regione siciliana, poi ci ha detto cosa ne pensa del partito del sud e infine, a gentile richiesta, ci spiega cosa è il Fas e come sono ripartiti i soldi su scala nazionale. Giacchè Maria ha tanto da dirci su questi temi e su molto altro abbiamo deciso di trarre spunto da questi stimoli per inaugurare una nuova categoria. "Chiedi a Maria" è lo spazio che raccoglierà i post con le opinioni e le risposte alle mail che le invierete. Buona corrispondenza e buona lettura.

FAS: cosa c’e’ dietro un acronimo

di Maria Marchese 

I 4 miliardi di cui parla Berlusconi non sono un regalo improvviso che generosamente lui elargirà alla Sicilia. Sono da tempo inseriti nel FAS (Fondo per le aree sottoutilizzate) e fino a questo momento sono stati bloccati per semplice abuso di potere. Finora il CIPE non ne he deliberato l’erogazione perchè al Ministro Fitto non piaceva che una parte di questi soldi andasse alla Puglia e dunque alla gestione Vendola, mentre per la Sicilia c’era chi voleva fare la guerra a Lombardo che nell’isola sta disturbando molti centri di potere targati UDC e PDL.

Il Fas (fondo per le aree sottoutilizzate) è stato istituito con legge nazionale. E’ un fondo aggiuntivo, nel senso che deve sommarsi, e non sostituire, a tutti gli altri stanziamenti ordinari, nazionali e comunitari per finalità di sviluppo complessivamente inteso. Non è un fondo di esclusiva pertinenza del Mezzogiorno. Le aree sottoutilizzate del Paese non sono solo in Sicilia. Pertanto fruiscono di queste somme anche tutte le altre regioni.

La procedura per lo stanziamento e l’effettiva erogazione è molto complessa e prevede la partecipazione delle Regioni, alle quali compete elaborare un piano per l’utilizzo di questi soldi, dopo la ripartizione fra le varie aree fatta con decreto del CIPE. Per il periodo 2007 – 2013 la dotazione finanziaria del FAS è pari ad oltre 64 miliardi di euro, ma a seguito di vari prelievi operati dal governo, la dotazione attuale è di 54 miliardi. Si tratta di somme a destinazione vincolata, che devono essere programmate in una strategia unitaria con i fondi comunitari. Non è possibile prenderli per altre finalità, ma ciò è stato fatto più volte. Il mezzogiorno protesta giustamente perchè l’80% delle risorse è destinato, per legge, alle politiche regionali.

Se quest’ultimo dato può dare fiato alle polemiche "nordiste", consiglio a tutti di dare un’occhiata al "Rapporto annuale del Dipartimento per lo sviluppo economico – 2008" documento redatto pertanto dal Ministero, dove a pag. 133 leggiamo, a proposito del livello della spesa pubblica per investimenti: "Il 71,5 % di spesa del settore publico allargato nel periodo 1996 -2007 è concentrato nelle regioni del centro-nord, solo il 28,5 nel Mezzogiorno.

Ogni abitante-cittadino del centro nord si è dunque avvalso mediamente, in termini costanti, di circa 14.349 euro pro capite rispetto ai 10.195 euro del cittadino del Mezzogiorno" ed ancora "nelle due aree l’andamento della spesa totale pro capite appare asimmetrico in tutto l’arco temporale considerato, con un tasso di crescita omogeneo e un divario medio di euro 4.154 pro capite tra centro-nord e mezzogiorno".

Ciò vale per gli investimenti, la cosiddetta spesa in conto capitale. Non va meglio riguardo alla spesa corrente. Apprendiamo infatti che "La spesa corrente determina la quota maggiore di differenziazione territoriale tra nord e sud: a fronte di una spesa corrente media italiana di 11.061, la media del Mezzogiorno è di 7.763 euro".

Questi dati si commentano da soli.

Volendo ancora approfondire e per essere ancora più precisi:

a) i 4 miliardi di euro vanno tutti in Sicilia
b) sono solo fondi FAS
c) non c’è nessuno spostamento di FAS già ripartiti.

I 4 miliardi di euro in questione rappresentano la quota di fondi FAS che toccano alla Sicilia. La quantificazione non è stata fatta ora da Berlusconi ma dalla delibera CIPE n. 166 del 21.12.07, la quale ha stabilito che:

Il Fondo ha una dotazione di 63,3 miliardi di euro

1.] 9,4 miliardi di euro vanno al centro nord, di cui 608 milioni al Veneto, 889 al Piemonte, Lombardia 846..ecc, (anche qui si trovano le voci amministrazioni centrali ed accantonamento, ma ometto le cifre che specifico parlando del Mezzogiorno)

2.]  53 miliardi al Mezzogiorno di cui

a) 18 miliardi di euro alle regioni del mezzogiorno per programmi di interesse strategico regionale, a loro volta suddivisi: 4,3 miliardi alla Sicilia, 4,1 alla Campania, 3,2 alla Puglia, 2,2 alla Sardegna, il resto diviso tra Abruzzo, Molise e Basilicata.
b) 17,8 miliardi alle amministrazioni centrali;
c) 16 miliardi per accantonamento e riserva di progettazione (per vedere in corso d’opera che succede, insomma, visto che i fondi sono per il settennio 2007-2013)
d) 1,7 miliardi per programmi interregionali.

Quello che succede oggi è che finalmente tali somme sembrano essere state sbloccate, mancava un passaggio tecnico da parte del Cipe, che da tecnico è diventato politico. Il temporeggiare nel dare questi soldi ha causato il pandemonio del partito del sud, perché le casse disastrate della regione siciliana non consentono il finanziamento di progetti per le infrastrutture e quant’altro.

Sono quindi determinanti, non so se per la Sicilia e i siciliani, ma sicuramente per Lombardo che dovrà gestirli. Come dire: questi soldi non compaiono dal cappello magico ma sono dovuti.

Il FAS in realtà più che un fondo è l’unione di due fondi preesistenti, la cui gestione viene unificata
Non vi allarmate quando si parla di fondi per le “amministrazioni centrali”. Significa solo che una quota dei Fondi Fas sono gestiti dall’amministrazione centrale ma sempre per progetti regionali, perché la politica rivolta al superamento degli squilibri territoriali è una politica unitaria, che si articola su diversi livelli di competenza, dallo Stato fino alle amministrazioni locali. Ciò serve a realizzare politiche integrate e soprattutto concordate. Non è lo stato che da soldi, ma lo stato che insieme a regioni ed altri soggetti concepisce una strategia, ed insieme, coordinati dallo stato, la portano a termine.
Fin qui quello che è stabilito.

Di fatto però, da circa un anno e mezzo, i Fondi Fas sono stati utilizzati anche per altre finalità, il PD ha parlato di “bancomat improprio”, per cui la dotazione iniziale di 63 miliardi di euro è stata decurtata.

La delibera CIPE del 18 dicembre 2008 ha stabilito che la nuova dotazione è pari a 54 miliardi. Il CIPE ha destinato 27 miliardi ai programmi regionali ed interregionali, (5,2 miliardi al Centro-Nord e 21,8 al Mezzogiorno) e 25,4 miliardi alla quota nazionale del FAS.
Dove sono andati i 10 miliardi mancanti?

Sono serviti a rimpinguare altri fondi pubblici (Fondo ammortizzatori sociali, Fondo infrastrutture, Fondo strategico a sostegno dell’economia reale), che con le politiche di riequilibrio territoriale non c’entrano nulla. Quei fondi erano già stati saccheggiati per altre finalità, quali l’abolizione dell’ICI ecc..e pertanto occorreva rimpinguarli. Come? Con I Fas…
Il gioco delle tre carte è servito.

Morale della favola, la quota nazionale del FAS (perché alle singole regioni non può essere tolto nulla) ma che è sempre in realtà destinata alle regioni e a politiche regionali è servita per finanziare: emergenza rifiuti, disavanzo di Roma e Catania, contratti di servizio Trenitalia, privatizzazione Tirrenia, rottamazione frigoriferi ecc.

Tale uso dei FAS squilibra la proporzione di legge 85% – 15% rispettivamente al Mezzogiorno e al Centro-nord e squilibra fortemente le scelte operate in raccordo con l’UE per il ciclo comunitario 2007 – 2013, perché le politiche regionali dello stato operano in stretto raccordo con quelle comunitarie.

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di Mario Badino:

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Gelmini: sulle tradizioni locali si può ragionare

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poi (se ne avete voglia):

La Padania? Qualunque cosa sia è piena di razzisti

Dopo gli stranieri via anche i meridionali. Il nord razzista in azione.
Sicilia: l’eterna colonia per gli affari del nord
Il grande piano
Il partito del sud
Veneto: a scuola no ai presidi meridionali
I padani scorreggiano, ruttano in pubblico e hanno l’alito cattivo

Noi non siamo razzisti

Siamo meridionali [Terza parte] – le persone senza storia e i corpi delle donne
Siamo meridionali [Seconda parte] – i pirocchi arrinisciuti (i pidocchi arricchiti)
Siamo meridionali

 

Posted in Omicidi sociali, Precarietà.


One Response

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  1. anna says

    Ho trovato utilissimi i pezzi, anche perchè non si scrive di aria fritta ma di dati
    approfondire, divulgare, fornire dati, solo dando questo le cittadine e i cittadini potranno farsi una chiara idea delle cose