Ecco il report di oggi dal campo di Manduria. La foto fa parte della splendida serie di ritratti, ciascuno dei quali racconta una storia, un volto e un sogno, un bisogno, c’è Mouez, Thoulfakar, Ghassen, Mohamed, Hassen, Houssem, Saif, Mohamed Alì, Abidi. Tutte le foto, con le didascalie, stanno QUI.
di Giulio F.
“Mercoledì 6 aprile
Giornata felice. Passo il pomeriggio a Oria, che ormai è “invasa” dai tunisini. Chi prende il caffé, chi il sole, chi gioca a pallone, chi passeggia, chi fa la spesa. Il mio amico Mouez mi fa da guida nel centro storico, ormai lo conosce come le sue tasche. La cittadina s’è dimostrata accogliente ed aperta, a differenza di Manduria (ci dicono i ragazzi) dove ci sono stati alcuni episodi poco piacevoli di intolleranza e bullismo (anche se i “rondisti” da sabato si sono volatilizzati).
Ormai aspettano tutti con pazienza il permesso, qualcuno scappato nei giorni scorsi è addirittura tornato indietro. Al campo, nel frattempo, arriva un gruppo che suona pizzica. Bastano pochi minuti e qualche oggetto percosso per una festa e contaminazione musicale totale.
Alcuni amici di Manduria portano un portatile con una pennetta per connettersi ad internet: tutti su facebook, ovviamente, per farci vedere i video delle rivolte, soprattutto. La sera fa freddo e quasi tutti rientrano al campo, tranne una decina, gli irriducibili, che con l’aiuto di alcun* compagn* (che hanno portato un fornello a gas) si sono costruiti un rifugio sotto un olivo. Cucinano, stanchi dei “macaruni” scotti del campo. Con le pentole continuano a suonare, partono i canti, parte la festa.
Abidi mi dice che cantano canzoni tunisine tipiche di feste e matrimoni, condite da qualche parola italiana come “Tarantò!” e “Orià” (spero aggettivate positivamente). Dopo un’inedita versione pentolata de “l’italiano” di Toto Cutugno (giuro) mi tocca andar via. A domani, per festeggiare finalmente i permessi, spero!”
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