Quanti sono i barconi pieni di eritrei, somali, migranti che non arriveranno mai in Italia perchè vengono inghiottiti dal mare? Quante volte abbiamo letto di speronamenti, poi dei “respingimenti” praticati dei libici ai tempi di Gheddafi, dei quali si sa poco o nulla a proposito dei metodi con i quali venivano praticati. Ne muoiono a centinaia, negli anni sono morti a migliaia. I loro corpi galleggiano, riescono ad approdare nelle coste siciliane. Arrivano in italia, si, ma da morti. E se non vi è capitato di vedere quei corpi non siete in grado di capire di cosa parliamo perchè è una macelleria legittimata dagli stati, una carneficina giustificata con ragioni disumane.
Così come è necessario che vi troviate ad assistere agli sbarchi delle persone sopravvissute ad un naufragio, come quelle ripescate e salvate in questi giorni. Solo alcuni tra tanti che sono scomparsi in fondo al mare e riemergeranno chissà dove. Bisogna guardare quei volti sfiniti, i corpi lacerati, per riuscire a comprendere i rischi che quegli uomini, quelle donne, talvolta bambini, hanno corso per sfuggire alla miseria e trovare un pezzo di futuro.
Li chiamano invasori. Arrivano avvolti da coperte termiche in dotazione alla guardia costiera, li vedi sparire dentro le autoambulanze e sai già che comunque saranno destinati ad una agonia fatta di burocrazie lente, permessi che non arrivano e totale assenza di comprensione, razzismo, criminalizzazione, e immaginate la loro reazione se troveranno qualcuno che li chiamerà “invasori” o “delinquenti” o “clandestini”.
Alcune centinaia di persone sono scomparse in fondo al mare. Non saranno più un problema per il governo italiano, per l’europa, per la francia, per tutta questa banda di cosiddetti umani che pratica la danza della pioggia sperando che il tempo si incrini, il mare si increspi e le barche vengano inghiottite nel nulla.
Nel frattempo dal blog “under the surface” leggiamo che si è aperto un nuovo fronte, un altro campo a Cagliari, fatto ancora una volta di recinti, zone militari, divieti e nulla di umanamente somigliante al concetto di “accoglienza”.
Il presidio della rete antirazzista palermitana e di Welcome intanto continua a condividere report su quello che accade a Lampedusa, luogo di frontiera dove tutto inizia per poi dipanarsi in una rete fatta di opposizione, burocrazia, attese, campi recintati e – quando accade- di solidarietà umana da parte di persone che hanno un’altra idea di civiltà, diversa da quella dei leghisti.
Ecco l’ultimo report scritto su Meltinpot.org:
Lampedusa. Mercoledì 6 aprile – Report dal Presidio Welcome. Arrivano i superstiti del naufragio. I minori denunciano violenze
Dopo aver saputo la notizia del naufragio ci rechiamo al porto, in attesa della barca con i superstiti.
Arrivano due imbarcazioni della guardia costiera.
Si riempiono un pullman e 5/6 autoambulanze, per trasportare una cinquantina di persone.
Forte presenza militare, che non permette di avvicinarsi al luogo dello sbarco. Sicuramente viene sbarcato anche un cadavere.
I morti avvistati non riescono ad essere recuperati per il forte vento.
Al molo un rappresentante di Save the Children ci dice che i minori (tunisini), per un numero di 174-178, saranno trasferiti prima a Palermo e poi a Porto Empedocle; vari comuni e regioni hanno già dato disponibilità per l’ accoglienza.
Ci rechiamo quindi al poliambulatorio.
Ci sono 5 somali fra cui una donna incinta di 21 anni all’ottavo mese. Altre persone sono già state dimesse.
Li stanno reidratando. Nessuno è in condizioni preoccupanti.
Cominciano ad arrivare telefonate dalla Francia di parenti degli ultimi arrivati; una funzionaria di Lampedusa accoglienza interpellata da un sanitario per metterli in contatto risponde che “non sono autorizzati a passare le telefonate”. Nella barca c’erano sicuramente dei minori come testimoniato dalla presenza del funzionario di Save the Children dentro il pullman.
Sicuramente il barcone rovesciatosi durante la notte proveniva dalla Libia.
Bisognerà capire da quale luogo della Libia sono partiti e se provengono da carceri libiche. Sappiamo con certezza che si tratta di persone che si trovavano già in Libia e che non avevano attraversato il deserto da poco.
Ci rechiamo al Centro Askavusa. Ci sono due tunisini che dicono di essere arrivati (uno dalla Francia ed uno dall’Italia) per prendere con loro alcuni parenti qua a Lampedusa. Ma i loro documenti non sono chiari. Il tunisino proveniente dalla Francia ha solo la richiesta di permesso di soggiorno, quello proveniente dall’Italia dice di avere dimenticato lo zaino a Palermo. Uno spera di incontrare suo suo cugino.
Arriva un ragazzo di 16 anni, è ferito. È molto spaventato. è scappato dal CPT di Contrada Imbriacola. Racconta di essere stato picchiato dalla polizia; e che un ragazzo più piccolo di lui è stato pure picchiato ed è nascosto.
È arrivato con una barca con 180 persone da Tunisi. Vorrebbe tornare in Tunisia. Dentro il CPT i grandi vendono ai piccoli hashish. Al CPT poi è in corso un mercato dei “posti letto”; chi è arrivato prima detta legge.
Qualcuno pensa di rivolgersi a Save the Children. Ma altri ragazzi sono sicuri che non è una soluzione: sanno con certezza che Save the Children non può agire e denunciare. Fra l’altroci sono molti problemi con i mediatori che non traducono quello che effettivamente dicono i minori.
Stiamo provando a contattare dei legali per aiutarlo. Ha il passaporto al CPT e uno zio in Francia.
Forum antirazzista Palermo
Campagna Welcome in presidio a Lampedusa
Leggi anche:
Manduria: migranti nel campo e fascisti nel campo
Venite a Manduria a farvi aiutare
L’accoglienza diffusa e il modello Toscano
Livorno: presidio di solidarietà ai migranti
Manduria: i migranti cominciano lo sciopero della fame
Manduria: i migranti vogliono la libertà
Dal nord al sud: movimenti e migranti in lotta per la “libertè”!
Ronde cittadine: è caccia al tunisino!
L’immigrato, dove lo metto, dove lo metto, non lo so.
Report dal presidio di Coltano, Pisa
Lettera aperta a Concita De Gregorio
A Coltano, Pisa, si attende l’arrivo dei migranti. No alla strategia della paura!
Lampedusa: sono Wolf e risolvo problemi!
Migranti e mitra: vogliamo parlare dei latitanti di mafia nascosti nei villini abusivi?
Sciacalli fascisti vogliono spezzare la catena della solidarietà