Al lungo capitolo su chi sostiene e quanto ci costano i padri separati, che potete leggere QUI, bisogna aggiungere l’amministrazione di Prato, di centro destra, e l’assessore alle politiche sociali Dante Mondanelli che durante un convegno che parlava di crisi economica della famiglia ha ritenuto di dover annunciare che l’amministrazione ha stanziato 450.000 euro per realizzare edilizia in favore dei padri separati.
Non si capisce dunque se per questa amministrazione la parola famiglia si riferisce solo al pater familias prima e dopo il divorzio.
Delle difficoltà economiche della madre separata, sulla quale più spesso pesa il mantenimento e la sussistenza dei figli, ovviamente non si parla mai. Alle madri, le case piovono dal cielo? Le donne hanno reddito e lavoro a tal punto da non avere nessun bisogno di interventi amministrativi? A noi non risulta anzi dai dati si vede che una donna su due è disoccupata, che la crisi si sta abbattendo soprattutto sulle categorie piùdebili e tra queste in primo luogo sulle donne e che un milione e mezzo di madri vivono in condizione di estrema povertà.
La domanda comunque è: la donna che non ricopre più lo status di “moglie” non viene considerata da questa amministrazione come parte di una famiglia, monogenitoriale, tutto quello che si vuole, ma pur sempre famiglia?
Come si spiega questo enorme contributo all’entità “padre separato” a fronte del fatto che a Prato ci sembra che la crisi abbia colto molte donne e molti uomini, non necessariamente separati o sposati e non necessariamente italiani, tutti egualmente degni di attenzione?
Come si spiega che i soldi pubblici, prodotti grazie al lavoro e alle tasse di donne e uomini, vengano diretti solo a sostegno di persone di sesso maschile aventi un preciso status e una precisa appartenenza ad un’area di rivendicazione svolta apertamente contro le donne?
Quello che noi sappiamo è che: l’edilizia pubblica serve per tutti, con regolari graduatorie che NON possono e NON devono essere fatte sulla base di uno status acquisito in virtù della razza, religione, appartenenza politica e del sesso. Perciò questo genere di soluzioni ci sembrano assolutamente discriminatorie e incostituzionali.
L’Art. 3 della Costituzione Italiana, infatti, dice:
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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non è questa la cosa fondamentale.
per quello che ne sappiamo qui si parla di persone stipendiate che se sono nelle giornate buone danno 300 euro di mantenimento per il figlio. di mutui non se ne parla. e in ogni caso ci attestiamo al commento dell’avvocato annamaria bernardini de pace che giudica queste persone come soggetti che semmai si sono organizzati male e la cui vita è conseguenza delle loro scelte sbagliate.
chiedono privilegi alimentando odio contro le donne. essendo pure supportati dalla destra, spesso leghista, quei privilegi vanno su una scala gerarchica che dice:
prima gli italiani e poi, semmai ci sarà tempo e voglia, gli stranieri.
prima gli uomini, italiani e tesserati alla lobby, e poi, semmai ci sarà tempo e voglia le donne in grandissima difficoltà.
decine di migliaia di individui e individue di qualunque categoria sociale, non stipendiata, disoccupata, in grandissima difficoltà, ha necessità di uno stato sociale che fa acqua da tutte le parti.
l’edilizia pubblica serve per tutti, con regolari graduatorie che non possono essere fatte sulla base di uno status acquisito in virtù della razza, religione e del sesso.
quello che qui si sta facendo è chiaramente discriminatorio, come molte altre cose in italia.
In Italia manca del tutto una politica sulla casa e sul sostegno economico a chi è in difficoltà (tipo sussidio di disoccupazione). Detto questo, ci sono uomini non violenti, che non tormentano le ex moglie, che si occupano dei figli e che .- in accordo con l’ex – pagano il mutuo di una casa in cui non abitano più e pagano anche gli alimenti. Non si lamentano: il figlio è anche loro. Ma se su uno stipendio medio ci togli la tua quota parte di mutuo, la tua quota per il figlio, un affitto non ce la fai a pagarlo.
Ma perchè solo padri separati e non anche madri? Non possono dare assistenza a genitori separati in difficoltà e non solo quelli con il pene? Anzi, “persone” in difficoltà. Eccheccavolo, non ci vuole molto per capirlo, solo un po’ di umanità…
E perchè per i senzatetto: Immigrati, disoccupati ecc non costruiscono edilizia?
O per le donne povere, le ragazze madri?
La madre separata ha la casa, ma non ha però sostegno economico: tipo il lavoro…e nessuno però l’assiste. Ho letto di padri separati che vivono come barboni, è vero..però ci sono anke madri che vivono come barbone e quelle che subiscono violenza in famiglia che nn sono tutelate x nulla…stanno chiudendo anche i centri antiviolenza….
Quanto contano le donne in italia. Poco purtroppo
Ok le case x padri separati ok xke i padri separati in italia stanno male..ma xke nn si fa altrettanto nemmeno x le donne che vivono in condizioni disumane?