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Perchè l’affido condiviso non va applicato nei casi di violenza familiare

Dal blog delle donne dell’Idv Toscana, che segnala una lista di altri blog in cui trovare informazioni che descrivono i gravi limiti della legge sull’affido condiviso e che divulga la sua petizione per chiedere che l’affido condiviso non venga MAI concesso al genitore violento, ecco questo copia e incolla da una lettera aperta dei giuristi democratici i quali, come abbiamo già scritto, si sono occupati dei limiti di questa legge sin dal momento della sua approvazione come si può leggere dal puntuale intervento di Elena Coccia. Ecco il testo della lettera aperta dei Giuristi Democratici:

Anche i giuristi democratici intervengono sulle dichiarazioni della ministra per le pari opportunità

Il contesto famigliare è il luogo privilegiato di espressione della disparità di potere nella relazione tra coniugi

“…alto è il tasso di violenze da parte degli ex coniugi ai danni di donne e figli in casi di affido condivisonon
perché questa sia occasione di scontro sui figli, ma perché l’affido
condiviso viene sovente concesso anche quando già erano state avanzate
da parte della donna precedenti denunce penali al marito per percosse,
minacce, maltrattamenti.”

di Associazione nazionale giuristi democratici

Lettera aperta dell’Associazione Nazionale Giuristi Democratici,
Gruppo di studio Generi e Famiglie, alla Ministra per le Pari
Opportunità Mara Carfagna, in merito alle dichiarazioni rilasciate
sulla violenza degli uomini contro le donne.

La violenza e le discriminazioni compiute dagli uomini ai danni
delle donne, siano esse di tipo fisico, psicologico o economico, aldilà
del contesto in cui vengono compiute, non rappresentano mai una
“trasformazione” della realtà, un evento eccezionale, una “anomalia”
connessa a qualità personali del singolo uomo che le compie, ma, come
espresso nel Preambolo della Convenzione per l’Eliminazione di ogni
forma di discriminazione contro la donna (CEDAW), sono la
“manifestazione di un potere relazionale storicamente diseguale tra
uomini e donne…uno dei principali meccanismi sociali attraverso i quali
le donne sono costrette ad occupare una posizione subordinata rispetto
agli uomini.”

Il contesto famigliare è il luogo privilegiato di espressione della
disparità di potere nella relazione tra coniugi: perché inevitabilmente
il duplice ruolo che la donna in questo contesto è chiamata a ricoprire
di moglie e madre la rende soggetta ad una serie di “aspettative” da
parte del coniuge e della società stessa, che la vedono ancorata ad un
ruolo primariamente di cura e riproduttivo, di servizio, e non, come
dalla Ministra affermato, di realizzazione.

Infatti, statistiche, indagini criminologiche e studi
psicologici di levatura internazionale sono concordi nell’affermare che
la violenza dell’uomo in seno alla famiglia si scatena proprio nel
momento in cui la donna sceglie di abbandonare il proprio ruolo di
moglie e madre o “interpretarlo liberamente”,
cercando di
esprimere le proprie qualità anche come cittadina e donna, dunque come
soggetto, prima ancora che come oggetto di “funzioni” legate al suo
ruolo.

E’ in questo momento che l’uomo si sente legittimato, imponendo la propria forza fisica, il proprio potere economico, il bene “superiore”
della famiglia, a dissuadere la donna dalla possibilità di scegliere
come costruire la propria vita, a sminuire la scelta di autonomia della
donna come scelta debole, a cercare di tenerla al suo servizio con
tutti i mezzi possibili, dalla minaccia allo stupro, alla violenza sui
figli.

Perché deve sapere, Ministra, che alto è il tasso di violenze da parte degli ex coniugi ai danni di donne e figli in casi di affido condiviso, non
perché questa sia occasione di scontro sui figli, ma perché l’affido
condiviso viene sovente concesso anche quando già erano state avanzate
da parte della donna precedenti denunce penali al marito per percosse,
minacce, maltrattamenti.

L’incapacità di valutare la pervasività della violenza dell’uomo in
famiglia, che non solo si rivolge contro la donna, ma anche è violenza
assistita per i figli che indirettamente la subiscono, porta a
concedere l’affidamento congiunto anche in questi casi, consentendo
all’uomo violento di continuare a trovare spazi per distruggere
fisicamente e psicologicamente le persone, donna e figli, che hanno
deciso di sottrarsi dalla sua potestà
.

A fronte della gravità e della pervasività della discriminazione e
della violenza degli uomini ai danni delle donne italiane, pare una
ulteriore ed inaudita violenza istituzionale non solo la scelta di non
assegnare un Portafoglio al Ministero delle Pari Opportunità per
consentirLe di poter effettivamente intervenire a supporto dei centri
antiviolenza e rendere concrete le politiche di supporto alla
fuoriuscita delle donne da situazioni di criticità, ma anche la scelta
di tagliare quei già pochi fondi stanziati a tal fine, che ancora una
volta, da un Governo preminentemente composto di uomini, viene
distratto alle politiche delle pari opportunità a favore di altri e del
tutto diversi ambiti (abolizione ICI prima casa, quella in cui i
coniugi possidenti e maggiormente remunerati rispetto alle proprie
consorti potranno continuare ad esercitare agevolmente su di loro
violenze e pressioni economiche e psicologiche).

Molte altre sarebbero le osservazioni su cui soffermarsi, ma, per
brevità, pare opportuno in questa sede portare a Sua conoscenza e fare
rimando alle Raccomandazioni che il Comitato per l’applicazione della
Convenzione per l’Eliminazione di ogni forma di discriminazione contro
la donna (CEDAW) ha, in più riprese, rivolto al nostro Stato, e che
sempre sono state ignorate ed occultate, al punto da doversi una
associazione come la nostra addossare l’onere di tradurle e
diffonderle. Le alleghiamo alla presente, nella speranza voglia fare di
tali Raccomandazioni fulcro centrale di indirizzo delle azioni che
porrà in essere, che sempre dovranno essere rivolte alla promozione
della donna in quanto soggetto, per rendere concreto il godimento dei
loro diritti fondamentali.

Associazione Nazionale Giuristi Democratici Gruppo di studio Generi
e Famiglie Le dichiarazioni della ministra Carfagna sono disponibili
sul suo Blog

Posted in Fem/Activism, Misoginie, Pas.