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In senato si discute l’affido condiviso: la genitorialità dei padri brandita come un’arma contro donne e bambini!

Da oggi secondo quanto riportato nel calendario del senato, si discute il ddl sull’affido condiviso peggiorativo della legge 54 del 2006. Abbiamo già scritto per quali e quanti motivi bisogna opporsi a queste modifiche e semmai proporre una revisione della legge già esistente nel senso proposto dalle donne dell’Idv e dalle componenti dei Giuristi Democratici.

Per chi si fosse perso le puntate precedenti:

La legge sull’affido condiviso è intervenuta pesantemente e in senso regressivo sul diritto di famiglia. Ha prodotto storture, visibili dalle sentenze delle quali spesso abbiamo parlato e che sono ingiustificabili in un paese che dice di voler combattere la violenza contro i minori e le donne in ambito domestico.

Sappiamo che le cifre a proposito di vittime di violenza nei contesti familiari sono moltissime e che donne e minori sono spesso oggetto di brutalità e aggressioni fisiche e psichiche senza che vi sia per loro alcuna difesa.

L’affido condiviso forza situazioni di grave conflitto in cui spesso le donne sono vittime di mariti/padri violenti. L’obbligo alla condivisione dell’affido ha sovraesposto al pericolo le donne e i bambini. In riferimento a questi ultimi li ha sottoposti ad una punizione che parte dallo scetticismo rispetto ai loro desideri relazionali fino ad arrivare alla punizione vera e propria. Già oggi se un bambino si rifiuta di vedere il padre perchè ha subito violenza o perchè lo riconosce come violento nei confronti di altri membri della famiglia il padre insiste presso i tribunali affinchè quel bambino sia sottratto dal contesto sicuro in cui è amato e protetto. Accade sempre più spesso che i bambini vengano tolti alle madri e assegnati in case famiglia in attesa perchè puniti per il fatto di non volere avere a che fare con i padri.

Nei casi di violenza accade sempre più spesso di leggere tra le cronache dei giornali articoli in cui si racconta di uomini violenti che pretendono di controllare la vita delle loro ex mogli, di vendicarsi su di esse, protetti e legittimati dal preteso rapporto genitoriale oramai brandito come un’arma contro donne e bambini

La proposta calendarizzata, sommata ad un’altra proposta (della lega) della quale abbiamo già parlato che è comunque simile nei toni e nelle conclusioni, peggiora quello che già rappresenta una prospettiva d’inferno per le donne e i minori.

Obbliga ad acquisire il principio che l’affido condiviso diventi obbligatorio sempre e comunque. Non considera alcuna eccezione. Decide semmai che l’uomo violento abbia diritto ad accedere alla vita della ex moglie e dei figli nonostante pesino su di lui precedenti, denunce

La calendarizzazione di questo ddl è stata preceduta da una campagna meschina e vergognosa che mette in discussione i dati delle vittime di violenza sulle donne e sui bambini, che proclama la sempiterna innocenza dell’uomo, marito, padre, anche quando l’evidenza dimostra il contrario.

Il ddl parte dunque dal pregiudizio pesante che tutte le donne mentano a proposito di violenze subite dai mariti e che tutti i bambini mentano a proposito di violenze subite dai padri.

Come abbiamo già scritto: in italia per tutelare la vita di chi è costantemente minacciato dalla mafia o dal racket, per quanto le leggi consentano, non si attende che quella persona sia morta. Basta una minaccia, una intimidazione, una aggressione.

Le donne vengono costantemente minacciate e aggredite. Le donne muoiono di morte annunciata eppure devono ancora contrattare la loro credibilità sul tavolo di un obitorio dove le vittime di femminicidio oramai fredde testimoniano quanto noi diciamo e chiunque abbia buon senso e onestà intellettuale sa bene che è così.

Allo stesso modo i bambini subiscono il gravissimo torto di non essere ascoltati nè creduti. Viene insegnato loro dalle istituzioni che quello che dicono non ha mai valore, che i loro desideri non contano niente, che le loro opinioni sono svendute, barattate, sul tavolo degli interessi di padri che li considerano di loro proprietà. A tal punto che spesso li uccidono prima di togliersi la vita.

Il ddl usa numerosi strumenti di ricatto per riproporre in chiave "moderna" quello che era la sostanza dell’antico "abbandono del tetto coniugale".

Una donna che si separa viene punita. E puniti sono anche i figli di quella separazione.

Si rimette in discussione la questione del mantenimento per i figli che sgrava i padri di una responsabilità che sembrano non voler assolvere.

Anche in questo caso la questione è stata anticipata con una propaganda vergognosa e falsa mirata a screditare l’intero genere femminile a sostegno di padri definiti più in disgrazia in confronto alle loro ex mogli. Donne che vivono in costante precarietà o disoccupazione dovuta alla femminilizzazione della povertà, alle quali restano responsabilità da assumersi, figli da mantenere e carichi da espletare senza che mai ricevano aiuto da nessuno a parte le loro famiglie di origine.

Ancora più grave: i bambini vengono messi sullo stesso piano dell’immobile del quale chi avrà l’affido prevalente (forse la madre) vedrà l’assegnazione. Il legislatore in questo caso diventa una sorta di locatario che pone le modalità di affitto, sorvegliando chi entra e chi esce, giudicando, ponendo un marchio di controllo sul corpo, sulle abitudini e sulla vita privata della donna, decidendo che lei non potrà avere relazioni di nessun tipo, che non potrà portare in quella casa nessun altro, pena la perdita dell’immobile e dell’affido.

Una madre che non vorrà perdere il proprio figlio dovendo rinunciare ad esso per non sottrarlo al luogo nel quale è abituato a crescere sarà così obbligata alla castità per fare felice il suo ex marito.

Una simile intrusione nella vita privata di una donna e madre è anche più grave di quella che vincola la donna a non trasferirsi mai, neanche per motivi di sopravvivenza e di lavoro, per restare sul suolo in cui decide di vivere il suo ex. 

E’ lui che decide e lei dovrà semplicemente adattarsi

Gravissimo il punto in cui si dice che nelle aule dei tribunali si introduce la Pas, detta sindrome di alienazione genitoriale, inventata e brandita in america dai movimenti dei padri separati e adottata in italia come strumento di opposizione a qualunque denuncia di violenza da parte di donne e bambini.

Praticamente accade che una donna che ha denunciato il suo ex marito per violenza rischia di perdere l’affido di suo figlio perchè secondo la norma che vorrebbero introdurre questo costituirebbe un motivo di condizionamento del minore, come se il minore non fosse in grado di farsi una sua opinione ogni volta che vede suo padre picchiare la donna che l’ha partorito.

Accade anche che se la donna sostiene il figlio che denuncia di aver subito una violenza dal padre anche in questo caso rischia di perdere l’affido del bambino perchè tacciata ancora di condizionamento del minore.

In entrambi i casi il figlio potrebbe essere sottratto al suo nucleo di partenza e affidato a case famiglia come fosse orfano.

In entrambi i casi si mette la donna in condizione di non poter denunciare o sostenere il figlio per non perderlo o per non lasciarlo solo a vivere con chi lo molesta.

Accadeva così, tanto tempo fa, che le madri restavano con i mariti violenti per il bene dei figli. Per sostenerli, per salvarli, per tentare, con la loro presenza, di fungere da deterrente a quella violenza che altrimenti i bambini avrebbero certamente subito in modo maggiore. Le donne diventavano schermo, l’unica forma di difesa frapposta tra una bambino da tutelare e un adulto legittimato dalla legge a fare quello che vuole.

Accadrà di nuovo che le donne saranno obbligate a restare con mariti violenti per non perdere i figli, per fare da sentinelle, per non lasciarli in mano loro. Con tutte le conseguenze che ciò comporta.

Quello che questa proposta di legge fa, così come quello che fa la legge già esistente, è esattamente il contrario di tutto ciò che bisognerebbe fare per aiutare donne e bambini a salvarsi dalla violenza inflitta dall’ex marito e dal padre.

Noi abbiamo tentato di spiegarvi chiaramente e in tutti i modi le implicazioni e le atroci conseguenze che la legge già esistente e le modifiche suggerite porteranno sul piano culturale e pratico nella vita di donne e bambini di questa nazione. Per non parlare di quello che accadrà e che già accade quando le donne sono ancora più ricattabili, straniere, completamente sole, senza paracaduti sociali e familiari a proteggerla e a proteggere i suoi figli.

Tali conseguenze toccheranno le vostre figlie, i vostri figli, le vostre sorelle, le vostre amiche. Vi riguardano in quanto donne, madri, figlie, figli, uomini. Persone che non potranno più essere ciò che vogliono perchè soggette ai "desideri" di questa nuova forma di padre padrone. Le conseguenze toccheranno tutti e tutte, nessuno escluso. Perchè riguardano profondamente ciascuno di noi e ciascuna delle nostre reti familiari, affettive e amicali. Perchè si inseriscono nell’insieme di provvedimenti regressivi e autoritari che riorganizzano la società e lo Stato come luoghi controllati da un unico individuo e ovviamente una tale riorganizzazione non poteva risparmiare l’assetto del primo nucleo sociale riconosciuto, ovvero la "famiglia".

Non ci resta che indicarvi quali sono i senatori e le senatrici che saranno chiamati a discutere della proposta. Vi suggeriamo di scrivere loro una mail, chiarendo perchè, da cittadine italiane, vorreste cose diverse da quelle elencate sopra. Probabilmente non servirà ma ogni volta che deciderete di scrivere per fare valere le vostre ragioni mandate copia della mail anche a noi (all’indirizzo che leggete in alto a destra alla voce contatti) e noi la condivideremo con tutte le donne che fino ad ora ci hanno sollecitato, preoccupatissime, ad occuparci di questo. Ringraziamo molto chiunque abbia divulgato e continuerà a divulgare questi nostri contributi.   

I membri della commissione giustizia del senato che – salvo modifiche dell’ultima ora si trovano calendarizzata la discussione del ddl sull’affido condiviso – sono: 

Berselli Filippo (Pdl) berselli_f@posta.senato.it

Centaro Roberta (Pdl) centaro_r@posta.senato.it

Maritati Alberto (Pd) maritati_a@posta.senato.it

Carofiglio Gianrico (Pd) carofiglio_g@posta.senato.it

Longo Piero (Pdl) longo_p@posta.senato.it

Allegrini Laura (Pdl) allegrini_l@posta.senato.it

Balboni Alberto (Pdl) balboni_a@posta.senato.it

Benedetti Valentini Domenico (Pdl) benedettivalentini_d@posta.senato.it

Brgaretta Aparo Sebastiano (Misto, Mpa) burgarettaaparo_s@posta.senato.it

Casson Felice (Pd) casson_f@posta.senato.it

Chiurazzi Carlo (Pd) chiurazzi_c@posta.senato.it

D’Alia Giampiero (Udc) dalia_g@posta.senato.it

D’Ambrosio Gerardo (Pd) dambrosio_g@posta.senato.it

Della Monica Silvia (Pd) dellamonica_s@posta.senato.it

Delogu Mariano (Pdl) delogu_m@posta.senato.it

Divina Servio (Lnp) divina_s@posta.senato.it

Finocchiaro Anna (Pd) finocchiaro_a@posta.senato.it

Gallone Maria Alessandra (Pdl) gallone_m@posta.senato.it

Galperti Guido (Pd) galperti_g@posta.senato.it

La Torre Nicola (Pd) latorre_n@posta.senato.it

Li Gotti Luigi (Idv) ligotti_l@posta.senato.it

Mazzatorta Sandro (Lnp) mazzatorta_s@posta.senato.it

Mugnai Franco (Pdl) mugnai_f@posta.senato.it

Quagliarello Gaetano (Pdl) quagliariello_g@posta.senato.it

Valentino Giuseppe (Pdl) valentino_g@posta.senato.it

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