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Anche un popolare padre separato riconosce che: “Il condiviso va concesso solo se non c’è conflittualità!”

Saremo brevi perchè di queste vicende vi abbiamo raccontato già molto. Anche un cieco si renderebbe conto del fatto che la attuale presenza mediatica dei padri separati è enorme (infatti continuiamo a non capire che bisogno ci sia da parte dei sostenitori di tale causa il clonare blog femministi, pagine facebook, disorientare lettori e lettrici con messaggi ingannevoli e censurare ogni opinione contraria che ha pur diritto di essere espressa come si conviene in ogni democrazia). Sono costanti i richiami agli argomenti tipici della loro propaganda. Qualche sera fa a matrix, non soddisfatti dell’intera puntata dedicata alla questione, hanno voluto rincarare la dose con una puntata farsa in cui si inizia dicendo che in italia ci sono il più alto numero di donne uccise in famiglia rispetto a tutta l’europa ma si titola il programma “mogli assassine” riferendolo a quei rari casi avvenuti in italia, lasciando intendere che esista una emergenza che certamente nega la incessante e progressiva crescita degli episodi di violenza maschile contro le donne e che alimenta una misoginia come mai era accaduto negli ultimi trent’anni.

Il giornalista Tiberio Timperi continua a promuovere, non nuovo a questa causa, il disegno di legge fermo in senato in cui si aggravano le condizioni dell’affido condiviso perfino con l’introduzione di una malattia, non riconosciuta dalla comunità scientifica internazionale e osteggiata da procuratori e tribunali di tantissime nazioni, stati uniti in testa, che a detta di tutte le voci competenti documentate attraverso libri e web viene utilizzata per difendere i genitori violenti e mettere in dubbio le denunce di violenza su donne e minori avvenute in ambito familiare.

La ricetta propagandata da Timperi si riassume in tante sue interviste e consta di:

– carcere per la ex moglie nel caso in cui si dice sia ostacolato il rapporto con il padre;

– pregiudizio contro le donne quando si arriva al momento della separazione;

– patti prematrimoniali;

– rendiconto di ogni scelta, ogni minuto, ogni azione, ogni soldo speso per i figli.

Su una delle cose che abbiamo letto – che secondo noi sta all’origine di tutte le questioni successive – siamo completamente d’accordo:

Il condiviso va concesso solo se non c’è conflittualità. Se c’è, il giudice deve valutare chi è aggredito e chi aggredisce

Come abbiamo sempre detto noi: Mai affido ai genitori violenti!.

Dopo questa meravigliosa intenzione si perde per un attimo nell’affidarsi alle perizie psichiatriche e dato che abbiamo ascoltato lui e altri soggetti impegnati e interessati affinchè sia riconosciuta la malattia fasulla della Pas ci coglie il sospetto che quando parla di conflittualità e di ragioni reali però generalizzi e conservi sempre il pregiudizio che quando una donna denuncia prima che dal giudice deve passare da un Tso con perizia obbligatoria.

Come la sua ex moglie spiega nella sua lettera di replica inviata a Panorama che riportiamo sotto però sembra diventato d’uso comune il fatto di usare le denunce contro le ex mogli, così come le perizie psichiatriche (aggiungiamo noi) per affrontare in modo non esattamente “mediato” (sarebbe questo il modo in cui viene usata la mediazione familiare?) la separazione e il procedimento sull’affido.

Vi lasciamo alla lettera della sua ex moglie. Buona lettura!

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da Panorama

L’ex moglie di Timperi gli risponde. Caro Tiberio, da madre ti dico: sbagli

Tiberio Timperi, 46 anni, giornalista e conduttore televisivo, sul numero 38 di Panorama ha pubblicato una lettera per protestare, da padre separato, nei confronti della ex moglie che a suo dire gli impedisce di vedere il figlio Daniele, di appena 6 anni. La lettera di Timperi, insieme accorata e indignata, ha risollevato con forza il tema dei rapporti fra ex coniugi, e soprattutto quello del trattamento riservato ai figli minorenni delle coppie separate. Nella risposta pubblicata qui di seguito, Orsola Gazzaniga, 38 anni e dal giugno al settembre 2005 moglie di Timperi (con lui nella foto in alto), replica alle parole dell’ex marito.

Roma, 14 settembre 2010
Egregio Direttore,

sull’ultimo numero del settimanale da Lei diretto in edicola dal 16 settembre 2010 e tutt’oggi on line, è stata pubblicata una lettera del Sig. Tiberio Timperi, preceduta da un breve articolo a firma del Sig. Guido Castellano, il cui titolo è «Nel nome del figlio. Ma anche del padre».

Sembrerebbe che l’iniziativa intrapresa dal mio ex marito, noto conduttore televisivo, scaturisca dall’esigenza di raccontare “la sua storia ed il suo dolore” e di mettere, perciò, la sua “visibilità” «…al servizio di quell’esercito di padri senza volto che mangiano alla Caritas, che dormono in auto o che sono in lista per entrare nelle case accoglienza per padri separati».

Al fine della corretta ricostruzione delle vicende unilateralmente evocate da Tiberio ed a tutela della mia reputazione, ritengo necessario fornire alcune precisazioni.

Il Tribunale civile di Roma ha previsto che Tiberio trascorra mensilmente con nostro figlio un periodo di tempo quasi identico a quello previsto per la sottoscritta e, cioè, 13 o 14 giorni ogni mese.

Ho sempre osservato scrupolosamente il provvedimento giudiziale dando la possibilità al padre di vedere nostro figlio anche nei giorni non previsti, compatibilmente con gli impegni di ciascuno. Lo scambio di corrispondenza intercorso tra i nostri legali attesta inequivocabilmente siffatte circostanze.

Tiberio dichiara che le denunce sporte nei suoi confronti sono frutto di strategia processuale ma omette anche solo di menzionare le numerose denunce (almeno sei) da lui presentate, in passato, nei confronti della sottoscritta, che sono state tutte archiviate ad eccezione di una che egli ha avuto il pudore di ritirare.

Evidenzio che tutte le denunce da lui sottoscritte risultano depositate sempre in occasione dell’approssimarsi di scadenze processuali e , poi, puntualmente richiamate negli atti difensivi destinati al Tribunale civile, per richiedere finanche l’affido del bambino.

Anche una delle ultime denunce di recente sporte da Tiberio, concernente un episodio analogo a quello richiamato nella citata missiva, ove si assume il mancato rispetto da parte della sottoscritta del provvedimento giudiziale, risulta già oggetto di richiesta di archiviazione. In quest’ultima, si dichiara testualmente che la sottoscritta ha «ottemperato ai provvedimenti del Tribunale civile in materia di affidamento del minore».

Spero che le poche circostanze sopra richiamate, tutte documentabili, siano sufficienti a far comprendere il significato effettivo e l’intento che ha animato l’iniziativa mediatica del Timperi. Iniziativa, peraltro, da lui già preannunciatami (unitamente ad altre di analogo tenore tra cui l’intervista prevista in data odierna su Sky TG24) ed intrapresa pochi mesi prima della data d’udienza fissata dal Tribunale civile.

Tanto dovevo ad onor del vero, di nostro figlio, «di quell’esercito di padri senza volto», della mia dignità di madre e di tutte le madri.

Distinti saluti.

Orsola Gazzaniga

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