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Bambini Coraggiosi Usa: storia di Jennifer Collins

Ancora da Velle est Posse un’altra storia di una dei bambini vittime di sentenze di tribunali Usa che li hanno affidati ai padri abusanti invece che alle madri che volevano proteggerli. Questa è la storia di Jennifer Collins che concretamente ci spiega cos’è la Terapia della Minaccia. Buona lettura!

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Il mio nome è Jennifer Collins. Quando ero una bambina ho subìto abusi da parte di mio padre. Quando mia madre ha cercato di proteggere me e mio fratello, mio padre la citò in giudizio con l’accusa di “Alienazione Parentale”. La corte stabilì che entrambi i miei genitori erano adeguati. Mia madre aveva ragione sul fatto che mio padre fosse un abusante e mio padre aveva ragione sul fatto che mia madre volesse tenerci lontano da lui. Il giudice che stabilì che l’attuale assetto di custodia non funzionava ed invertì la custodia in favore dell’uomo che era violento con noi. Come faccio a spiegare razionalmente che cosa perversa mi è accaduta? Come posso dare un senso a qualcosa che non può essere razionalizzato? Anche adesso sembra irreale, eccetto il fatto che io so cosa è successo a me e gli atti giudiziari dimostrano che questo “dramma” è un vero documentario

“Infanzia felice” – Nel corso della mia vita mi sono fatta molte domande circa questo concetto. Ha lo stesso significato per tutti? È un ‘”infanzia felice” un periodo fatto di pestaggi o il non essere mai picchiati? Mio padre picchiava me e mio fratello. Questo fu traumatizzante proprio come ( forse anche di più) lo era guardare mio padre picchiare mia madre. Non era solo un rapido schiaffo o semplicemnte un colpo troppo forte.

Sarebbe stato capace di andare avanti per quella che sembrava un’eternità: la tormentava, le urlava contro, le dava pugni, calci, le tirava i capelli, ecc. Di solito con mio fratello ci nascondevamo nell’armadio e non lo facevamo per giocare a “Nascondino”. Lasciavamo aperta l’anta almeno un po’ perché avevo paura del buio. Attraverso la fessura, assistevamo all’orrore di quell’abuso selvaggio della nostra povera, dolce, amorevole mamma.
Quel ricordo da solo mi ha terrorizzata per una vita.
Quando mio padre sbattè ripetutamente il mio fratellino di quattro anni contro un muro e si è fratturato il cranio, è in quel momento che sarebbe dovuto finire tutto, ma invece è stato solo l’inizio.

I servizi sociali vennero chiamati dal nostro sacerdote o dai medici. (Non riesco ancora sapere chi è stato il primo a chiamare perchè è rimasto anonimo ) .

A mia madre venne detto che se lei non avesse lasciato mio padre, noi le saremmo stati portati via e lei sarebbe stata accusata di “mancata protezione”. Lei fece quello che le era stato detto di fare, fuggì con noi e presentò un’istanza per un ordine temporaneo di protezione che le venne prorogato per un anno.

Come bambina pensavo che quello era accaduto fino a quel momento fosse responsabilità di entrambi miei genitori.

Questo è un errore comune, fatto anche da molti professionisti e le persone non riescono a capire che è il violento il solo responsabile delle sue azioni. Poichè il sistema giudiziario “si prende la responsabilità” della la sicurezza e il benessere di mio fratello e me, devono assumersi la colpa di non essere riusciti a proteggerci dal momento che erano perfettamente a conoscenza degli abusi da parte di mio padre.

Nonostante fosse mio padre quello che ci dava pugni ed utilizzava continuamente la violenza contro di noi, gli fu permesso di farci del male sotto il loro “orologio”. Da quel momento in poi, ritengo il tribunale responsabile al 100% per il terrore, i traumi e le lesioni che abbiamo subìto per mano di nostro padre! Anche se mia madre aveva ottenuto la custodia e nonostante il ben noto e ben documentato uso delle violenza contro di noi da parte di mio padre, egli venne premiato con un diritto di visita senza controllo con me e mio fratello! Questo è stato il nostro ingresso nella “ingiustizia del sistema” (come l’ho vissuto.) Come è potuto succedere? La ricerca di una risposta a questa domanda divenne l’inizio della mia indagine e dell’esame sul nostro sistema dei tribunali di famigli, che ha portato successivamente alla creazione della mia organizzazione CA3.

Mia madre aveva solo 22 anni quando fuggì dalla violenza di mio padre, ma lei era anche disposta a tornare da mio padre quando comprese in che modo era stata tradita dal sistema che era stato chiamato a proteggere lei e i suoi figli.

Potete immaginare cosa significa fuggire alla violenza, e alla fine realizzare che era più sicuro per i tuoi figli ritornare dal tuo aggressore perché avresti potuto evitare alcuni atti violenti a loro danno? Questa giovane donna maltrattata fu portata a sentirsi in colpo perché eravamo costretti ad incontrare da soli nostro padre.

Mio padre ha continuato ad essere violento con noi e ha minacciano nostra madre che avrebbe ucciso noi e se stesso in modo che lei soffrisse per il resto della sua vita.

Ogni volta mio padre teneva la sua mano o un cuscino sopra la mia faccia e mi soffocava finchè “tutto non diventava diventato nero”. Ogni singola volta che mi toglieva l’aria mi sembrava di morire. Ora che sono più gande mi rendo conto di quanto è andato vicino all’ucciderci per davvero.

Le violenze di mio padre continuarono fino quando mio fratello ed io non abbiamo avuto rispettivamente 9 e 7 anni. Chiedevamo a nostra madre di non mandarci da lui. Ha cercato di proteggerci e di farci rimanere a casa, ma poi nostro padre si presentò a casa nostra con la polizia. Sono entrati nella nostra casa, ci hanno cercato e ci hanno letteramente trascinato da sotto i nostri letti sotto i quali stavamo cercando di nasconderce e trovare sicurezza – di fatto ci hanno consegnato all’uomo che era violento con noi! A volte la nostra mamma cedeva e ci consegnava a lui con le lacrime che le segnavano il viso, scusandosi e cercando di spiegare che non aveva altra scelta. Eravamo due bambini terrorizzati che non riuscivano a capire perché la loro mamma, che ci amava così tanto, non li proteggesse. Indipendentemente da tutte le prove e dai testimoni delle violenze subite da noi, nostro padre presentò istanza di inversione di custodia cautelare, sostenendo che la nostra paura e la riluttanza ad andare con lui erano in realtà causate dalla “alienazione genitoriale” messa in atto da mia madre. Un passo sempre più affondo nel sistema di ingiustizia, siamo stati strappati alla madre e siamo stati costretti a vivere da soli con nostro Padre!

Considerate le circostanze, si potrebbe pensare che mio padre alla fine mettesse in atto un bel teatrino durante il monitoraggio della tribunale, ed invece lui continuò ad essere violento con noi. Il “saggio” GAL fece ben poco per aiutarci: “Le visite con la madre devono rimanere sotto la supervisione fintanto che i bambini continuano a segnalare abusi.” Riuscite a crederci? Tutto quello che mio padre doveva fare per mantere il controllo era quello di continuare a picchiarci e documentarlo! Questa è al 100% colpa del giudice. Ottenni che la corte venisse alla visita controllata con mia madre e sollevare la maglietta per mostrare i lividi e contusioni sulla schiena e al sedere che mio padre aveva lasciato dicendo: “Lui ci picchia ancora”. Tutti rimasero a bocca aperta, ma non hanno fatto nulla.

Mi dissero :”Non ti è più permesso di parlare di questo genere di cose”.

Questo è ciò che io chiamo “Child Abuse Tribunal Appointmet” – quando le autorità legali sanno che un bambino è stato abusato e non fanno nulla per proteggerli. Pensavo quello che era successo a me e mio fratello era un caso unico, ma invece attraverso la ricerca, ho appreso che migliaia di bambini ogni anno vengono obbligati a subire violenza dal tribunale.
Essendo sopravvissuta a questo incubo, sono sicura che voi possiate capire che non vorrei mai che un simile destino toccasse qualsiasi bambino. Potete immaginare come mi sono sentita quando ho scoperto che tutto questo ancora accade nei tribunali di famiglia in tutto il paese?

Ricordatevi esistono sono casi di VIOLENZA DOMESTICA in cui la violenza gli abusi e traumi sono stati i motivi di divorzio e di disgregazione della famiglia.

Si deve fare qualcosa! Sta a noi figli adulti che sono stati vittime di abuso presentare le nostre storie di come il sistema ha fallito. Bisogna chiedere un cambiamento! Questa è la storia di come è nato “Children Against Court Appointed Child Abuse “. Molte persone, anche alcuni politici, stanno cominciando a prendere nota.. Uniamoci per fermare il CA-CA-CA.

cordialmente,

JenniferCollins
scritto a 23 anni

Originale in Inglese

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