Leggiamo sul sito di Roberta Lerici una pagina a proposito di un commento fatto da una associazione di padri separati in occasione del femminicidio compiuto a torino da un uomo che si è "teneramente" liberato della moglie con ben 50 coltellate. Di questa cosa avevamo parlato qui definendo la questione come "terrorismo a domicilio" e avevamo infatti detto non solo che questo genere di delitti vengono istigati da una cultura che sta offrendo argomenti a persone violente, ma che c’è una costante istigazione al femminicido, una gara di odio contro le donne che fa ampiamente ritenere che le organizzazioni per i padri in realtà siano organizzazioni contro le donne (e i bambini).
Questa la frase del commento presa dal sito di cui parla Roberta:
"occorre capire il dramma di questo uomo e comprendere perchè sia stato
costretto ad agire in questo modo estremo, capire perchè abbia perso la
pazienza, e comprendere l’habitat in cui il dramma stava crescendo,
definire questa situazione prima di gridare banalmente all’assassinio,
perchè sappiamo bene che queste forme di pazzia lucida, raramente hanno
retroscena patologici, spesso sono indotte da situazioni di estremo
stress o da comportamenti vessatori"
Non c’è molto da capire. Stanno dicendo che l’uomo va capito, che non può essere definito un assassino e che le sue 50 coltellate siano frutto di una semplice "perdita di pazienza". Che dunque un uomo ammazza una donna perchè "costretto" e "indotto". Dicono dunque che la donna morta per via di 50 coltellate sarebbe stata protagonista di "comportamenti vessatori". Sarebbe dunque sua la colpa di quanto le è successo.
Di tutta questa sequela di scempiaggini siamo d’accordo solo sulla parte che riguarda l’induzione. E’ vero che un uomo viene "indotto" a commettere gesti di questo tipo. Viene indotto da una legge, da una cultura costruita ad arte per istigare odio contro le donne e costruire sulla pelle delle donne e dei bambini una "rete" economica-sociale a vantaggio di alcune categorie di uomini. Viene indotto da una legittimazione sociale e culturale, da argomenti come quello appena descritto e da altri argomenti affini che a fronte di un delitto di tale e tanta gravità dicono che in fondo se una donna si "comporta bene" ovvero se fa quello che le viene imposto dagli uomini allora ha una vaga speranza di sopravvivere. Ecco perchè quando abbiamo saputo della morte di questa donna abbiamo così commentato:
Ammazzata con trenta coltellate (qualcuno riferisce di 50) davanti all’assistente sociale. Erano separati. Quando si dice che la "mediazione familiare" funziona.
Repubblica riporta – neanche fosse una attenuante – che si tratterebbe di un’altro folle convinto che la ex moglie influenzasse le sue figlie a non vederlo. Ecco una dimostrazione pratica di quello che fa la legge sull’affido condiviso, la pretesa del padre di rivendicare diritti sulle figlie che non avevano voglia di vederlo (e data la conclusione possiamo capire il perchè) presso i nonni (quelli paterni, usati ora come grimaldello con un altra proposta di legge targata destra parlamentare) e la Pas, la falsa sindrome che nel mondo di certi "padri separati" è diventata la molla che giustifica ogni forma di violenza commessa dagli ex mariti e dai padri.
Un’altra morte che si poteva evitare.
Grazie a tutti gli istigatori di odio contro le donne e grazie a pdl e lega che appoggiano questi progetti che causano la morte di tante donne.
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sembra la frase di kill bill “ho reagito male” per spiegare perchè l’ha accoltellata e sepolta viva. solo che quentin tarantino faceva parodia, questi fanno sul serio.