Skip to content


L’affido condiviso è un danno anche per gli uomini (2°)

Prendiamo spunto dalla bella sollecitazione che ci ha voluto regalare Massimo. Per chi non volesse leggere la sua storia ve la riassumiamo brevemente. Ci dice che se la vita peggiora per le donne, e in questo caso si riferisce alla cattiva legge sull’affido condiviso [1] [2], è più che sicuro che peggiora anche per gli uomini.

La vita delle donne che vengono picchiate, perseguitate, violentate, coinvolge direttamente innanzitutto le loro famiglie, fatte di madri, padri, fratelli, sorelle, poi coinvolge gli amici e le persone che hanno con loro un legame affettivo e sentimentale.

Quello che Massimo ci dice è che la solitudine delle donne, quando si trovano ad affrontare fatti terribili senza sostegni istituzionali o senza comprensione del contesto in cui vivono, riguarda anche gli uomini.

Lui è uno di loro. Vive una storia con una donna separata e sta provando ad aiutarsi a vivere con tranquillità la storia con lei e ad aiutarla a non subire le violenze e le prevaricazioni che il suo ex le infligge.

Massimo non è l’unico uomo che può dire una cosa del genere. Solo rovistando le storie che vi abbiamo raccontato nel corso degli ultimi mesi la presenza di uomini toccati in prima persona dalla violenza dell’ex sulla propria figlia o sulla nuova compagna è abbastanza frequente.

Capita infatti che tra le notizie incessanti, perenni, che parlano di violenza contro le donne ce ne siano alcune nelle quali a morire, a restare coinvolto sia il nuovo fidanzato, il nuovo compagno, il padre della donna, tutte persone che vengono liquidate dall’ex violento per gelosia o semplicemente perchè fanno parte della vita di quella donna. 

Per esempio, a parte la storia di Massimo della quale vi abbiamo già parlato, c’è la storia di Giada che ci racconta del suo dolore e della disperazione di suo padre che pur tentando in tutti i modi di aiutarla a non perdere suo figlio si sente impotente, schiacciato da questa nuova legge e dall’arroganza del suo ex genero. Giada e suo padre sono stati denunciati e lei nel suo racconto parlava del rischio di una condanna "per troppo amore". Coincidenza vuole che da un’altra parte una madre sia stata davvero condannata per questo e che amare il proprio figlio, non volerlo abbandonare, se prima era considerato un fatto meritevole di elogi, oggi invece diventa oggetto di condanna. Ovviamente c’è sempre di mezzo una separazione e un padre separato.

C’è poi la storia di quel padre separato che fa una irruzione in casa della sua ex e tenta di uccidere lei con due coltellate e il nuovo compagno con altre coltellate. Anche il nuovo compagno resta gravemente ferito. 

C’è ancora un’altra storia che riguarda un bambino tolto alla madre (da ben 14 agenti di polizia, neanche fosse un boss) e schiaffato in una casa famiglia sempre per le stesse ragioni. Questa donna avrà certamente famiglia, una madre e un padre.

C’è la storia gravissima di quell’uomo che ha ucciso suo genero perchè coinvolto nella separazione e nella causa di affido della figlia. Anche i suoi tre nipoti stavano per essere portati in una casa famiglia. Ed è questo un caso che dimostra come la legge non abbia risolto o attenuato i conflitti. Una legge dovrebbe intervenire per creare coesione sociale e non per mettere gli uni contro gli altri. Se le persone sono lasciate sole ad affrontare casi così gravi diventa facile prevedere che accadano cose orribili, da condannare sempre, e che sarebbe però il caso di prevenire.

D’altro canto la legge, unita alle sentenze che l’hanno via via sempre più caratterizzata, legittima i padri ad usare la violenza. La donna e i bambini che quella violenza la subiscono, assieme a tutte le persone a loro coinvolte, sono davvero privi di difesa.

Talmente tanto da dover intervenire in modi "creativi" per cercare una via d’uscita, così come è accaduto ad una donna che si è vista occupare la sua casa, sua di lei e della sua famiglia, dal suo ex marito e dopo averlo invitato più volte a cercare un’altra soluzione ha deciso di demolirla.

Tornando all’argomento centrale di questo post c’è da ricordare il caso di quella ragazzina offesa più volte perchè aveva osato denunciare il suo professore per molestie. Anche questa ragazzina ha una famiglia, una madre e un padre, che l’hanno sostenuta e che si sono visti offendere e mortificare la figlia come se fosse lei sotto accusa.

Ci sono sicuramente i nonni di quei bambini rapiti e minacciati da un padre completamente fuori di testa, poi per fortuna liberati, perchè la questione non riguarda solo la madre ma tutta la rete familiare che ne è coinvolta.

Quindi è vero. Ha ragione Massimo. Tutto ciò non riguarda solo le donne. Riguarda tutti e tutte.

Posted in Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali.


2 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. fikasicula says

    cara tiziana,
    aggiornaci. a noi interessa!

    un abbraccio

  2. Tiziana says

    Nonostante il parere contrario del mio avvocato (donna e mia carissima amica) ho deciso di portare avanti la mia crociata contro l’affido condiviso ed ho pertanto dato mandato al mio avvocato di procedere con il divorzio giudiziale. Io non cedo ai ricatti di un deficiente. Mi ha chiesto per quale motivo vorrei portare avanti una battaglia persa in partenza. Perchè sono contro una legge fatta dagli uomini x gli uomini, le ho detto. Ma è la legge, ha risposto. E’ una legge ingiusta e va cambiata! L’unico problema è che non sono pronta ad accettare la decisione contraria del giudice. Mi conosco e non riesco a rimanere impassibile di fronte alle ingiustizie. E’ mio compito di madre garantire un futuro migliore a mia figlia. Può averlo con un padre che le dice, per farmi dispetto, che le donne sono inferiori? no pasaran!