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Terrorismo e stupro digitale

Non abbiamo neppure finito di dire che sulla morte delle donne per mano di mariti ed ex mariti si sarebbero certamente fatte delle rivendicazioni che sono subito arrivate. C’è un sito di persone appassionate al tema dei "padri separati" che presenta la sua analisi del fenomeno.


Voi direte
: è un progresso. Sono passati dal negazionismo all’evidenza dei fatti. Invece no. Come anticipato nel post su quello che abbiamo chiamato "Terrorismo a domicilio" costoro sostengono che quegli uomini potrebbero non uccidere se gli si da quello che vogliono. 

Stanno dunque dicendo implicitamente che chiunque ammazzi lo fa per una ragione giustificabile e che il compito del legislatore dovrebbe essere quello di pagare tangenti agli assassini invece che tutelare la libertà e l’incolumità delle vittime.

E’ un totale e delirante rovesciamento di senso che la dice lunga sul barbaro livello culturale che alcune persone stanno diffondendo.

Stanno dicendo implicitamente che agli assassini basta dare quello che vogliono, come se si dicesse che chiunque deve cedere ai ricatti degli assassini.

Se c’è un rapinatore che ti ferma per strada o uno stupratore che problema c’è? Basta dargli quello che vogliono e poi siamo tutti contenti.

Se un tizio ti punta una pistola e ti ricatta dicendoti che se non resti con lui allora ti ammazza, che problema c’è, che ti costa restare con quel tenero uomo per tutta la vita? In fondo così resti viva e siamo tutti felici e contenti.

Se un terrorista ti dice che ammazza le donne finchè non ottiene quello che vuole, ma che problema c’è, bisogna darglielo e tanti saluti!

E dato che la lega assieme al pdl presentano progetti di legge sostenuti da un impianto che prende spunto da questi argomenti immaginiamo che la loro "linea dura" contro i terrorismi sia dedicata solo alla persecuzione di altre etnie, religioni e opposizioni politiche e si esaurisca quando arrivano le richieste dei titolari di pene. Buono a sapersi.

L’altra cosa che si sostiene in questo sito di persone appassionate di temi sui "padri separati" è la tecnica dello stupro digitale.

Funziona così:

tu hai un gruppo, pagina socialnetwork, blog, sito. Ci scrivi quello che ti pare perchè è il tuo spazio e dato che in questo paese dovrebbe esserci libertà di opinione si presume sia tuo diritto farlo.

gli squadristi di persone appassionate al tema dei "padri separati" insistono iniziando con piccole tecniche di sfondamento. Poi si lamentano che non li lasci entrare. Poi se ne fregano del fatto che tutto ciò dovrebbe essere consensuale e vanno in giro a dire che pur avendoli provocati (solo perchè esisti e non te ne resti invisibile a fare da spettatrice) non gliel’hai data.

Anche in questo caso c’è un totale rovesciamento di senso.

Per loro non conta il fatto che tu dica NO e che NO significa sicuramente NO. Per loro non conta il fatto che quello è il TUO spazio di esposizione delle tue opinioni e che loro hanno tante pagine in cui dire la propria. Per loro tutto si misura come in una molestia.

Arrivano e cagano il primo commento che ovviamente dice che tu sei una gran zozza e che tutto quello che dici è sbagliato. Dato che tu non gli pubblichi il commento allora – con nickname diverso ma con lo stesso ip – arrivano in modo più subdolo per penetrarti qualche centimetro in più e arrivare alla meta. Parole pietose, vittimiste, cattivelle il giusto ma senza parolacce. Non gli fai passare neppure quelle perchè tra una strizzata di culo sull’autobus e una mano morta non c’è differenza. Noi questo lo sappiamo bene.

Insistono con il teorema dell’amico. Firma finto-femminile: "ho un amico che poverino sta vivendo questo brutto dramma… figuriamoci se è per voi, ma quella gran troia di sua moglie…". Abbiamo sintetizzato ma di commenti così ne arrivano a iosa. Non lasciamo passare neppure quelli perchè:

a) non crediamo tu sia una donna;

b) se dai alle donne della troia per interposta persona il concetto non cambia;

c) il tono complice da "tra noi queste cose possiamo dircele" è insultante perchè rivela la convinzione che le donne siano un clan occulto – le streghe, per l’appunto – che copre omertosamente tutte le sue colpe. La teoria finisce dritta con un rogo inquisitorio che per alcuni resta un UTILE metodo di minaccia e intimidazione contro le donne.

Siamo dunque alla fase dell’amico che mentre chiacchiera del più e del meno ti mette la mano sulla coscia immaginando che solo perchè si è presentato e ti ha offerto da bere tu gli debba qualcosa.

Poi c’è la fase anale, ti becco da dietro, quelli che arrivano fischiettando e cagano un "ciao care volevo lasciare questo" e ti mollano un link in cui descrivono le donne come fossero bestie feroci.

Infine c’è lo stesso soggetto che si presenta con giacca e cravatta per dire quali sono le sue ragioni, provando ad argomentare e concludendo con una serie di insulti all’intelligenza che solo i mentecatti potrebbero immaginare apprezzabili. E’ il metodo persuasivo flautato. Quello dei soggetti con la panza, sudaticci, che sibilano frasi finto-romantiche mentre ti guardano con la bava alla bocca come se tu fossi la loro cena.

Ammettiamo che se fossimo state ragazze fragili sarebbe stato semplice cedere alla pressante pretesa di penetrazione che in questo schifo di paese qualcuno osa perfino chiamare seduzione. Ma noi fragili non siamo proprio per niente e non ci prendete per il culo neanche un pò.

A noi piacciono i rapporti CONSENSUALI, nella realtà e nel mondo virtuale, e il "dai fammi entrare" seguito da un "ma perchè non mi fai entrare? cosa faccio io di male?" e seguito ancora da un "brutta troia non vedi che sono qui ansimante e desideroso di te? e tu non me la dai? sei una troia e basta…" e seguito da "cari amici del sito padri separati quella lì non me la vuole dare e io gliel’ho anche chiesta con gentilezza, ma lei niente, proprio non me la da, non apre, non si dilata, non allarga le cosce, non cede, tiene il culo stretto e non permette il dibattito"… lo prendiamo per quello che è: un molesto, lungo e continuato tentativo di stupro.

E tra tutti gli esempi fatti l’ultima parte è quella che preferiamo perchè immaginare che qualcuno pretenda di dibattere in mezzo alle nostre cosce senza il nostro consenso se non fosse una roba da stupratori virtuali e cyberstalker sarebbe davvero esilarante.

Immaginiamo questi personaggi che insistono e quando, chissà come e perchè, riescono a "sfondare" e colonizzare allora con soddisfazione banchettano sui resti delle sconfitte, brindano e festeggiano, incoraggiati dal branco giacchè si tratta di uno stupro di gruppo. Tutto ciò ci fa davvero parecchio ribrezzo e siamo davvero preoccupate che in italia si possano fare leggi basate su queste ragioni e queste modalità.

Noi davvero non vogliamo entrare nel merito delle vicende personali di nessuno perchè trattiamo tutti con rispetto. Ma se dobbiamo giudicarli, e abbiamo diritto di farlo, per quello che fanno con noi allora non abbiamo dubbi: hanno dei seri problemi di relazione!

Ragionano da stupratori, assimilano la mentalità degli stupratori. Sono dalla parte di chi pretende di entrare e uscire dalle vite delle donne e dei bambini quando gli pare.

Se ne vanno in giro a dire falsità sulle donne per poi pubblicizzare leggi che partono dal presupposto che le donne siano poco "misericordiose" (e usiamo un termine rubato su un forum maschilista!) perchè non gliela danno.

Se ne vanno in giro a dire che bisogna avere pietà per pedofili e stupratori. Che in fondo non sarebbe vero niente, tutto un complotto delle donne che si ammazzano tra di loro per fare ricadere la colpa sugli uomini, che bisognerebbe perfino ristabilire lo "status di violenza" decidendo che violente sarebbero le donne che si prendono il diritto di non farsi stuprare invece che quelli che vogliono stuprarle. Che le leggi dovrebbero dunque essere fatte a tutela dello stupratore invece che della vittima.

Vanno in giro esigendo che si abolisca il reato di stupro, di maltrattamenti, di violenza domestica perchè secondo loro tutte le donne dicono bugie.

E ne abbiamo letti di concetti davvero offensivi per il livello di civiltà in cui la nostra società dovrebbe essere.


Il ragionamento
dello stupratore si spinge fino a ritenere che non fare eiaculare colui che hai fatto eccitare con la tua sola presenza sarebbe negazione dell’orgasmo (sintetizziamo commenti del tipo: "dato che avete un blog dovete permetterci di lasciarci commentare, non potete pretendere di passare inosservate…") e poi c’è l’immancabile coglione che ti dice che se ti tratta male è perchè te la sei voluta. In fondo esisti, osi parlare, scrivere e pensare e dunque ti becchi le molestie. Chiaro come il sole. Limpido come il cervello molesto di questi individui.

Perchè le donne non piacciono per niente non solo quando camminano e respirano ma neppure quando e se scrivono. E’ la loro, la nostra presenza che risulta uno scandalo. Ed ecco i commenti più diretti: "dovrebbero farvi chiudere" oppure "dovreste finire sottoterra".


Tutto ciò
non è certamente sociologia dei costumi maschili nè fenomenologia dei comportamenti alla cazzo di cane, con tutto il rispetto per il cane. Nel nostro piccolo però vorremmo dire che il web non è per niente dissimile alla realtà.

Se sei donna e non fai quello che dicono loro, e osi andare in giro con fierezza, indipendente, autonoma, a dire quello che pensi, allora puoi anche aspettarti che qualcuno tenti di stuprarti e se ti difendi l’unico augurio che alcuni ti fanno è quello della morte (virtuale).

Bisogna che andiate fiere dei vostri spazi e dei vostri blog e siti. Bisogna che non cediate alla tentazione di rendervi invisibili, di chiudere, di non parlare e che siate orgogliose di dire NO alle molestie. Non lasciatevi intimidire. Siamo tante, siamo insieme e possiamo farcela.

Il web è un posto in cui "potete difendervi ad armi pari". Basta avere qualche conoscenza tecnica e potete sapere come tutelare la vostra privacy, i vostri spazi e come disinnescare le molestie. Potete difendervi. Il modo c’è e passa innanzitutto attraverso la consapevolezza che voi avete nell’uso del mezzo in cui scrivete i vostri pensieri e le vostre opinioni.

Siate sicure e non lasciatevi convincere che lo stupro è ok.

Lo stupro non è ok e se voi non volete che gli stupratori affollino i vostri spazi dovete chiamarli con i loro nomi: stupratori, cyberstalker, squadristi.

No Pasaran!

Posted in Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali, Scritti critici.


2 Responses

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  1. Federica says

    Grazie per questo utilissimo articolo, ultimamente di esseri come questi se ne vedono fin troppi…

  2. Rossella says

    “…con tutto il rispetto per il cane…”, GRANDE!! Sei la numero 1 😉