Continua la discussione in mailing list a proposito del dibattito in rete degli Anti #PussyRiot. Vi segnaliamo alcuni approfondimenti dai blog [Retroguard1a; Uninomade; Layher; Arte; ThisisHooverville; OnebigOnion; MaggieJeans] e poi a seguire gli interventi della community di FaS.
Lalla dice:
“leggere tutto il corollario dei commenti poi è devastante. hanno provato a fare una ‘Giappata’ ma
non ne hanno la preparazione nè la classe (in ogni senso), e hanno dato vita a una cloaca a cielo aperto in cui si sta fomentando il peggio dei residui di movimento. se militantblog fosse esistito ai tempi di Stonewall chissà che avrebbe detto de quella manica di frocirottinculo sui tacchi a spillo.
spero solo che ciò non apra una legittimità futura a mettere il becco nelle azioni e nelle campagne delle femministe e delle lgbtiq. già me li immagino a ‘sentirsela calda’ nel dire la propria ed attaccare la prossima azione di solidarietà con le sex workers (ad esempio). Autorepressione in Movimento. Bah.”
Feminoska:
“Continuo a seguire sempre più allucinata i commenti su militant.
Si passa dal ridicolo (pagina 2, nick trojan, che dice di essere antifemminista e antimaschilista…cioè a suo dire…antisessista!)
a dileggi continui, ad accuse inesistenti, a sostegni militanti ciechi e bendati. Affermano di non essere femministi ma antisessisti, e questo mi colpisce molto perchè io a suo tempo avevo pubblicato un post proprio su questo tema. Ma il mio abbandono di allora del termine ‘femminista’ derivava prima di tutto da una esperienza del femminismo – ancorché non sempre piacevole, perlomeno con alcune compagne – e dalla mia idea che ‘antisessismo’ fosse una parola potenzialmente migliore, più inclusiva anche degli uomini – che si affacciano sempre più numerosi al problema e non più da spettatori ma da attivisti – e di tutte le varie identità che gravitano intorno alle questioni di genere… non pensavo che potesse invece essere una parola usata, a mio avviso palesemente nel caso di militant, per delegittimare la definizione di ‘femminista’.Per quanto mi riguarda questo significa usare l’antisessismo in malafede, dileggiando il femminismo come connotato negativamente, e cioè retrivo, superato, quando non estremista. Dal modo in cui è stato presentato il tutto mi pare che i compagni non abbiano davvero alcun rispetto delle lotte femministe/antisessiste in generale, ma pratichino solo quella patina di politically correct che fa tanto aperto mentalmente ma che in realtà non significa nulla. Cioè, sia chiaro: chi cavolo sono quelle tre sgallettate di fronte ai minatori? E anche se a voi sorelle ve ne fregasse dei minatori, non interessa repubblica, e in qualche modo è colpa vostra, del fatto che le vostre tette sono più mediaticamente attraenti dei corpi senza vita dei minatori, lo capite o no?
Io sono molto offesa dal tenore di questi commenti, come persona che in ogni caso cerca di essere sempre attenta alla realtà che la circonda, e soprattutto ancor di più come antisessista e antispecista che dà estrema importanza all’intersezionalità delle lotte.
E su FaS ad esempio, per chi conosce e segue il blog da tempo, abbiamo pubblicato di tutto, dall’antispecismo, all’antifascismo, alle lotte di Rosarno, ai racconti personali, alle lotte delle donne, alla mafia, notav…. e sì, forse non lo abbiamo fatto a 50/50, perchè come esseri umani non ci vantiamo di essere tuttolog* e abbiamo ognun* interessi peculiari vuoi per carattere, vuoi per formazione. Ma come abbiamo gridato e gridiamo ogni giorno del silenzio che ricopre ad esempio i femminicidi, non abbiamo però mai infangato le altre lotte solo perchè avevano più appeal nella colonna destra di repubblica, anzi.Che senso ha questo atteggiamento? Che valore ha per un attivista stilare delle priorità di lotta monolitiche?
Ognun* di noi è più o meno consapevole del fatto che il sistema in cui viviamo ha mille modi di opprimere i suoi componenti, per specie, razza, genere, credo religioso… ecc. ecc. ognun* di noi, attivisti sul web o nella vita o in tutte e due, cerca la coerenza, cerca di smascherare tutti i fascismi e, lo abbiamo detto mille volte, quelli che vediamo al di fuori come quelli ancora più perniciosi che portiamo all’interno di noi stess*. Per farlo ci vuole umiltà, ma ancor prima ci vorrebbe rispetto.Ora, per quanto mi riguarda, la questione non sta in sé e per sé nella vicenda pussy riot, che solo il tempo a mio avviso potrà forse svelare nelle pieghe più o meno oscure insinuate da militant. Il punto sta nel fatto che, e duole dirlo, anche nell’ambiente dell’attivismo politico le gerarchie resistono eccome. Ci sono lotte reputate (in maniera più o meno esplicita) di serie A e poi quelle figlie di un dio minore. Sentire dire come su militant ad esempio che l’oppressione delle donne deriva dal modo di produzione è per me un’eresia bella e buona che cancella la realtà fatta di un dominio patriarcale che esiste da millenni e che informa tutte le strategie di dominio sull’umano e persino sul non umano.
Questo è piegare la realtà alla propria visione politica, atteggiamento che invece loro prontamente addebitano alle femministe.Insomma le femministe si interessano troppo dei problemi dell’essere donne in una cultura maschilista e patriarcale (scusate eh), a quando diranno ai migranti che si occupano troppo di razzismo? Sono davvero così miopi dal non voler o poter riconoscere che il sessismo è un problema reale vissuto quotidianamente sulla pelle da tutte le donne, borghesi o meno, bianche o nere, belle o brutte? Qua qualcuno stila le priorità non solo della propria agenda, ma anche di quella altrui… e se non segue le direttive, viene redarguito aspramente! Noi ci siamo, cari compagni di militant, scriviamo di ogni cosa che colpisce la nostra immaginazione e sensibilità, e quando non lo scriviamo di nostro pugno, rimbalziamo nella rete tutto ciò che a ns. avviso vale la pena di essere letto dal maggior numero di persone possibile… e se non è proprio tutto tutto tutto, beh scusateci siamo uman*!
Io invece vorrei sapere a questo punto quando e in quali occasioni militant si è occupato di femminismo militante o di antispecismo (in positivo intendo, a sostegno di queste lotte!).
Ma non posso dirlo nè chiederlo, altrimenti mi si risponde “e allora che leggi a fare?” Beh leggo perchè fino a qualche tempo fa pensavo ci fosse un’affinità di fondo tra le ns. lotte, affinità che oggi sempre più fatico a ritrovare.”
Luca:
“Che dire? (Sarebbe meglio scrivere “Che fare?” visto il blog di cui si parla 🙂 )
Ste Pussy Riot stanno riuscendo dove incontri su incontri sul sessismo nei movimento non avevano intaccato la buona fede dei duri e puri.
Non che adesso l’abbiano intaccata, però la discussione sta intaccando la buona fede dei lettori, che per un blog mi insegnate che è fondamentale. La discussione sta dando la possibilità a tutti i maschilisti repressi di dare sfogo alla frustrazione di non poter fare battutacce sessiste su facebook, che lì non si guadagnano stellette militanti, mentre commentare in modo sessista l’articolo sessista di Militant invece fa molto intellettuale contro tendenza. Bisognerebbe fare, dopo il post su chi ha sdoganato il fascismo, farne uno su chi ha sdoganato il sessismo. Mi dispiace per i compagni di Militant, spero che riescano a imparare e cambiare da questa loro tampa colossale, sarebbe bello.
Se proprio non riuscissero a smettere di essere sessisti, almeno che capissero che forse è meglio non scrivere grossolanamente su argomenti che non conoscono.”
Laura:
“commento postato su Militant: segnalo il video di protesta fatto da alcune compagne romane in sostegno delle PR. Mi chiedo: i commenti fatti sulle pussy riot: bamboccette in preda a crisi ormonali, ragazzette scafate, pagliacce, burattine strumentalizzate, pagate dalla CIa, cooptate dagli Usa, nemiche del proletariato, idiote che spostano l’attenzione da cose più serie… valgono anche per noi? Perché l’impressione che sto avendo è che le pussy riot e l’antimperialismo siano solo un pretesto per rivolgersi ad altr* (visto che nel merito degli articoli non avete mai risposto,
né avete dato le precisazioni richieste da CompagnoPerplesso circa i fatti citati. insomma pare che della credibilità delle vostre tesi non
vi importi quanto invece vi importa di portare avanti un discorso femminismo sì\femminismo no).”
Guerriera:
E’ tutta colpa delle Pussy Riot: “gira su faccialibro una foto di tre donne palestinesi arrestate e bendate da 3 uomini israeliani..
il commento di un certo qual uomo qui di seguito:
“3 donne palestinesi che non si chiamano Pussy Riot, non dimenano le chiappe e la figa, non fanno orge in mezzo alla strada e non pisciano sui monumenti degli eroi di guerra. I copricapo con cui l’esercito sionista le cinge non sono delle calzamaglie colorate”eh si… ormai è sempre colpa delle pussy riot! la pagina Lo sai, chiaro canale di dis-informazione ha invece linkato la storia di una bambina pakistana down considerata blasfemia vivente e condannata alla forca.. per sottolineare come mentre nel mondo succedono ste cose noi pensiamo alle pussy riot..
mi ricorda tanto Viky della Guzzanti “E allora le foibeee!!!!!””
Lafra:
“secondo me sotto sotto la cosa che più rode, magari inconsciamente, è la ridicolizzazione del sacro passamontagna nero.
io al camp farei un ws all’uncinetto di passamontagna colorati. così tanto per dare fastidio e permettergli di scrivere altre diecimila cagate sulle femministe che invece di abbattere il capitale lavorano a maglia.
un passamontagna fucsia vi seppellirà!
ecco. l’ho detto.”
Alteralias:
“Che rosicano è sicuro, e non solo per il passamontagna. Gli tocca rivedersi un sacco di cosine,nel loro armamentario ideologico e pratico, e sono obbligati a prendere atto della propria inadeguatezza. Tutto sommato, da questo confronto, lavorandoci su a bocce ferme, si potrebbero estrapolare le motivazioni reali del fallimento di certo antagonismo. Sia chiaro, io spero che niente mai seppellisca la ribellione antagonista, che per me ha dato moltissimo e molto può ancora dare. Ma se a farlo sarà un passamontagna fucsia, mi dispiacerà meno, o forse per niente.”
Laura:
“Kompagni commentano il video Rome supports Free Pussy Riot
(http://www.youtube.com/watch?v=f2iuh_N9LcA)“rimane il fatto che le compagne apparte l azione sotto l’ambasciata russa(più o meno folcloristica) e quella dei materassini direttamente
da ostia beach non hanno fatto nulla!!!!!!!!!! scrivere due comunicati sul caso PR e attaccare militant è la vostra militanza??compagne non ci siamo!
**
Mazza il video da Ostia beach è vera militanza…scrivere sul materassino free pussy riot è un grande gesto politico! Sole mare sovversione”
ma ancora ce parlamo co’ questi?”
Alteralias:
“pure la paternale alle compagne…. “Compagne non ci siamo” Poi cosa viene? Un paternoster e tre avemarie?”
Leggi anche:
Deconstructing commentatori di Militant
Gli Anti #PussyRiot: deconstructing Militant
Meglio sotto Putin che con le Pussy Riot
L’incredibile motivazione della sentenza contro le Pussy Riot
#freepussyriot: tutti/e a celebrare il rogo delle streghe
Condannate: #freepussyriot #libere tutte
RePubica: finge di difendere le donne e poi le riduce a oggetti sessuali
Dichiarazione di chiusura al processo delle Pussy Riot
La vera blasfemia (Slavoj Zizek sulle Pussy Riot)
La sfida punk al medioevo russo
Pussy Riot libere: le femministe lottano per la libertà di tutti/e
Siamo tutti/e Pussy Riot (FreePussyRiot.org)
Deconstructing “Pussy Riot, le giovani punk a processo”
Pussy Riot: un processo politico e della disinformazione
Pussy Riot: vergine, diventa femminista!
Ma sapete che a me sono venuti a nausea certi commenti? La cosa più tediosa è il non rendersi conto di cosa ci sia scritto in quei due articoli che hanno dato “fuoco alle polveri” e il continuo “Eh, ma ai Sudafricani nessuno pensa mai” è snervante non perché la questione del Sudafrica (così come tutte quelle citate a vanvera ad intervalli regolari) non sia scandalosa per me (come -immagino e spero- per tutti), ma perché è veramente un tentativo puerile di sviare l’attenzione mentre si sta parlando di ALTRO.