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Gli Anti – #PussyRiot

Rispetto al post di Militant, con tutto l’affetto, davvero, ma non si può condividere quello che dite a questo proposito. Alcune osservazioni dalla nostra mailinglist:

Lafra:

“io ho letto le dichiarazioni finali delle tre pussy riot e vorrei capire che ci vedono di capitalista normalizzatore. sul serio. http://www.minimaetmoralia.it/?p=9022  confondere così i loro messaggi e le loro pratiche politiche con la speculazione o lo sciacallaggio che può farne l’occidente “imperialista” (mi sono persa qualcosa per cui la russia ne era esente?) mi sembra una gaffe più che una analisi politica scorretta.

in molte situazioni quella che è stata una lotta per i diritti delle donne in altri paesi portata avanti dall’occidente ha assunto la forma di una lotta tra patriarcati che si scontrano, ma questo scontro non rende meno autentica la lotta delle donne che vogliono cambiare il sistema in cui vivono.

non tutto quello che viene strumentalizzato nasce come un complotto. come se in italia non fossimo esperti di strumentalizzazioni delle lotte, da quelle degli studenti ai notav, passando ovviamente per quelle femministe. e vabbè dai e dai le fettine di seitan cadranno dagli occhi!”

Laura:

“una bellissima analisi cazzocentrica che non prende in considerazione neanche lontanamente l’idea della lotta autorganizzata delle donne (se non per deriderla) e che ci spiega come e quando ci si puo’ considerare ‘collettivo’ e quali pratiche utilizzare. tralascio il commento sulla veterotristitudine dell’analisi geopolitica di stampo campista\paleonto-stalinista.”

Mara:

“Sono rimasta perplessa dalla sicurezza in cui riuscivano a ridurre tutto ad un complotto che ancora ancora era colpa dei sionisti. Non lo so, forse la cosa che mi ha lasciata più a bocca aperta è che l’articolo fosse stato divulgato da un gruppo fb chiamato “antifascismi”, mentre trovavo nell’articolo un’anda che ben poco assocerei all’ideale dell’antifascismo, come dichiararsi fiero dell’autore di non dare alcun appoggio alle Pussy Riot (ho trovato fastidiosa all’estremo la traduzione “fighe riottose”), ridotte a un “si definiscono collettivo, sehvabbe’ “, senza dare alcun peso alle loro dichiarazioni e alla spiegazione del gesto che le ha portate in galera, gesto che, invece, questo sì era da definirsi contro il fascismo dello stato e dalla chiesa in Russia…”

Da Infondoasinistra:

In questi giorni ho seguito molto attentamente la vicenda delle Pussy Riot. Ho letto un po’ tutto ciò che c’era in rete, ma mi sono bastate le dichiarazioni finali delle tre ragazze dopo la condanna per fugare ogni dubbio su che parte stare. Dalla loro.

Credo che se tutti avessero avuto l’accortezza di fare la stessa cosa, piuttosto che fantasticare su quale delle tre fosse più carina (che è stata più o meno la linea editoriale di Repubblica), mi sarei risparmiato letture tanto esilaranti quanto inutili.

La cosa che mi ha più colpito è stata però l’accidia e la veemenza che hanno contraddistinto alcuni interventi sull’argomento, provenienti da una certa “sinistra” antagonista, o sedicente radicale.

Ho provato a tracciare i  diversi identikit politico-sociali dei soggetti in questione (quelli cioè che hanno sbraitato di più contro le Pussy Riot, senza un’analisi o un confronto reale). Li ho chiamati nel complesso per comodità gli “anti-pussy”.

  1. Gli“antimperialisti da benzodiazepine”: volgarmente definiti rosso-bruni o nazi-maoisti, sono convinti che le Pussy Riot siano pagate dalla Cia (nel caso spero bene, dato che le aspettano due anni di lavoro forzato). Credono che l’imperialismo sia solo Americano (anzi, Amerikano, con la K, per rendersi più trasgressivi), e che la Russia, perno della futura Eurasia, sia l’ultimo baluardo contro di esso. Che dire? Sono i miei preferiti, perché adoro i pazzi.
  2. I“Vetero-Ma(o)schi”: fanno parte di questo grosso sottoinsieme, pezzi provenienti da alcuni ambienti della vecchia autonomia o della disobbedienza (va detto: alcuni, non tutti). Essi non hanno ancora superato lo smacco del suffragio universale, e imputano alle Pussy Riot un’imprescindibile colpa: la vagina. Tutte le battaglie per i diritti civili sono perdite di tempo che distraggono dalla lotta, quella vera. I Gay-Pride buffonate e parate carnevalesche (evidentemente hanno volutamente cancellato dalla memoria Casarini, tute bianche e scudi di cartone). Va ammesso che ci sono frange più aperte al dialogo, che sostengono che il Gay-Pride si possa anche fare, purchè in ordinate file da sei con divisa d’ordinanza nera. Ma nei confronti di quegli esseri viventi chiamate donne, c’è sempre un’originaria diffidenza, anche perché “è colpa delle donne se si sciolse Lotta Continua” (frase che vi giuro, ho sentito più volte di “mi passi il pane, per favore?”).
  3. Gli“internazionalisti da risposta multipla, una su quattro”: sono quelli che pagano uno scotto umano enorme a Gerry Scotti e a “Chi vuol essere milionario?”. Sono convinti che la vita e la politica sia un infinito quiz, che prevede una sola risposta esatta su quattro. Quindi non puoi preoccuparti o manifestare per le Pussy Riot, perché lo devi fare per i minatori sudafricani uccisi dalla polizia, o Assange. Che rapporto causa-effetto c’è tra Pussy Riot, minatori sudafricani uccisi dalla polizia e Assange? Nessuno. Si può manifestare per tutte e tre le ragioni? Certo, anzi si deve. Ma loro non la pensano così. La vita è breve, baby.
  4. I“Comunist-indie”: Sono quelli che sbraitano contro le Pussy Riot perché troppo main-stream. Bisogna invece optare per cause più di nicchia, più trendy. Sono arrivati a questa ponderata conclusione generalmente dopo un’accesa discussione ad un aperitivo sulla spiaggia, o fumando spinelli dopo un concerto di Dente.

[un esempio delle suddette tipologie le trovate nel post cazzocentrico: http://www.militant-blog.org/?p=7514 ]

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Posted in Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze.


12 Responses

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  1. aleksandra says

    io continuo a non trovarci niente di femminista nelle pussy riot. ho letto le loro dichiarazioni apparse su minimaetmoralia. non si parla assolutamente della situazione delle donne in Russia e nel mondo.si arriva addirittura a dire che il femminismo non oltraggia la religione. Si cita il vangelo secondo Matteo, la Bibbia, Dostojevsky e Pitagora. Clara Zetskin, Aleksandra Kollontai, Emma Goldman si stanno rivoltando nella tomba. Pussy Riot è una grande presa in giro al femminismo. Negli Stati Uniti per anni le femministe e il movimento nero hanno smascherato il sessismo e il razzismo di termini quali nigger e pussy . ok, sarà una provocazione, ma non chiamiamolo femminismo o anarchia

  2. Sandro says

    “La guerriglia urbana non è cazzocentrica e machista? Solo loro possono indossare un passamontagna per essere rivoluzionari?”
    No, la guerriglia urbana non e’ cazzocentrica, e questo e’ l’errore grosso. E’ una strategia, che puo’ essere utile o meno. Benissimo vengano i passamontagna colorati delle Pussy Riot, e hanno il mio pieno supporto. E’ una strategia. Punto. E la questione non e’ smerdiare gli altri, e mettersi su un gradino (di solito) morale piu’ elevato degli altri. Attenti a delegittimare come arma di difesa alla delegittimazione.
    http://www.crimethinc.com/texts/recentfeatures/violence.php

  3. m says

    ma state a rispondere a quelli di Militant ??
    Dai !!!
    Quelli ancora sostengono che Berneri e i militanti del POUM erano agenti infiltrati del 3° Reich.
    Comunque secondo me in primis è sbagliato fare l’equazione “scelta della violenza politica = machismo”.
    Inoltre sarebbe un po’ interessante decostruire un pò anche i Pro Pussy Riot, infatti per esempio al presidio per le PR a milano mi sono beccato pure un bel pezzo di quella giunta gentile che in via Neerea ha fatto sgomberare donne incinte e bambini a colpi di manganello vedi https://www.facebook.com/media/set/?set=a.474671022545305.113579.300780326601043&type=1
    In particolare c’erano in piazza Cristina Tajani, braccio destro di Pisapippa, e Francesco Maran, delfino di Filippo “MagnaMagna” Penati. Gli stessi che avevano dato dei fascisti ai NoTav colpevoli di aver fatto un sit-in pacifico contro una conferenza di Caselli in consiglio comunale.
    Semmai una cosa da sapere e ovviamente da verificare cercando anche altri riscontri sono le pesanti accuse con cui Nadezhda è stata allontanata dal collettivo Voina
    http://en.free-voina.org/post/11432689542

  4. Lorenzo says

    Giusto, onore al compagno Putin che lotta contro l’imperialismo yankee.
    Non dimentichiamo il compagno Ahmadjinejad e i compagni Milosevic e Gheddafi (RIP x2).
    E.. andando un po’ indietro nel tempo, che dire di quel campione di antiimperialismo che era il compagno Mussolini?

  5. fasse says

    da fb. su minatori, cazzocentrismi e varie:

    “franchino a me spiace per te che non ti degni di alzare il culo e proporre un post per questi temi che ti interessano tanto. che pensi che siano? una redazione giornalistica? tutto ciò è sessista. punto. la classificazione delle lotte sulla
    base di misoginie e sessismi la dice lunga su priorità e conflitti dentro il movimento. avete fatto una commissione di compagni duri e puri che decidono quali lotte hanno valore e quali no. quante volte ti sei occupato tu di aborto? e di fascismi/sessisti? e che dire dell’attenzione mediatica verso chi sfascia le vetrine? non era quello un modo per forare i media? o le azioni per avere valore devono essere solo di un certo tipo? virilità/controazionisovversive comunicative e concettuali. cose che tu e chi come te sconoscete evidentemente.”

  6. fasse says

    da fb, FaS:

    “giovanni a me pare dietrologia. pelo nell’uovo per dare adito a tesi complottiste. mi spiace. state sbagliando. e lo state facendo di brutto e diciamo che basta con ‘ste interpretazioni che in un modo o nell’altro offendono le femministe. repubblica nomina la più bona e i compagni le vogliono condurre al rogo per altre ragioni. sempre di sessismo si tratta.”

    e

    “E’ la modalità di approccio al tema, l’assillo, l’accanimento per dimostrare che sono tre deficienti al soldo dell’imperialismo occidentale che è sessista. assange è un caso usatissimo ovunque eppure in quel caso non si è parlato di complotto occidentale imperialista. io ci vedo sessismo. riflettici.”

  7. sabina says

    Sono infastidita dalla presunzione di certi compagni di sapere quale sia , non solo la “lotta” vera ma anche la sua forma. Mi stan sulle ovaia i “rivoluzionari” a cazzo duro e atteggiamenti machisti con tutto il loro corollario di : sassaiola, passamontagna, keffiah e atteggiamenti machisti a muso a muso con il poliziotto di turno pronto a manganellarli. Quelli si’ son veri compagni, vero? la loro lotta è sacrosanta e tutti a fare rete, a sostenerli e difenderli se vengono filmati e fermati dalle forze dell’ordine.
    Quella forma di lotta non è cazzocentrica? La guerriglia urbana non è cazzocentrica e machista? Solo loro possono indossare un passamontagna per essere rivoluzionari?
    Le riot con i loro passamontagna colorati li hanno smerdati tutti quanti: Putin , la chiesa ortodossa e , pure loro, i compagni cazzoduro pronti a sostenere solo gli altri cazzoduro come loro.
    Intanto le Riot solo per aver cantato in una Chiesa si sono beccate due anni nelle patrie galere russe e sputerei in faccia a quelli che dicono che se lo avessero fatto in Vaticano altro che due anni!! Tutti con il codice penale in mano a dire che “be si in fondo …però se la sono cercata la legge russa parla chiaro! ”
    cari compagni che vanno in brodo di giuggiole solo quando si bruciabo blindati.
    Che schifo!

  8. kute says

    a me quelli di Militant non mi sono mai piaciuti. Il logo fa pure cagare…

  9. giovanna says

    “Che rapporto causa-effetto c’è tra Pussy Riot, minatori sudafricani uccisi dalla polizia e Assange? Nessuno. Si può manifestare per tutte e tre le ragioni? Certo, anzi si deve. ”
    peccato che tra voi che li citate e l’home page del tumblr non c’è UNA sola riga (non dico una proposta di manifestazione, mi basterebbero 2 righe di post) su Assange e i minatori. “si deve” = armiamoci e partite…
    Dell’Ilva avete parlato delle centinaia di morti di tumore, dei 15.000 prossimi licenziati? Manco morte, l’unico problema è la misoginia di un giornale fascista contro la Gip, le centinaia di tarantine morte, e le migliaia che stanno per perdere il lavoro non sono mica signore borghesi che possono smaltire gli insulti fascisti andando in Polinesia per un mese col loro lauto stipendio, chissenefrega!

  10. giovanni says

    io credo sia completamente possibile e coerente dire chiaramente come la cosa piu’ importante nel “caso Pussy Riot” sia ormai la manovra antirussa della stampa occidentale, nella lotta di cane mangia cane tra potenze. Le motivazioni, storie, idee e intenzioni delle PR non sono importanti, e in effetti non risultano neanche, ne’ si conoscono o vengono fatte conoscere.

    Le PR si prestano con evidente coscienza a questa manovra (nelle dichiarazioni finali non solo non rifiutano l’appoggio peloso che arriva loro dai bombardatori umanitari, ma anzi si dicon contente).

    In sintesi: mi pare che le PR saran probabilmente anche partite da posizioni e intenzioni positive e condivisibili, ma ora sono (loro malgrado, forse) una pedina nello scontro internazionale.

    Se, ad es, Putin o Ahmadinejad (o la Merkel in funzione anti-Monti) od organizzazioni umanitarie loro vicine facessero una dichiarazione a favore dei No Tav, o una campagna stampa di sostegno a Femminismo a Sud, sarebbero probabilmente accolti da un “siamo contro anche voi e il vostro regime, non vogliamo il vostro aiuto peloso”.

    Una dichiarazione tipo: “Ne’ Putin, ne’ Obama, non siamo le Pussy di nessuno” sarebbe stata molto chiara.
    E le PR proprio sulla comunicazione studiano e si esercitano.

    In mancanza di una presa di posizione di rifiuto di essere pedine, ci tocca di prendere atto che lo accettino.

    Bene quindi schierarsi per principio con ogni dissidente, ribelle, etc. E ribadire chiaramente questo appoggio che alle PR diamo (vogliamo siano immediatamente rilasciate e con le scuse).

    Sapendo e dicendochiaro pero’ che ci troviamo davanti a una situazione e a delle posizioni ambigue e che contengono probabilmente una forte connivenza con forze (stampa occidentale, ONG pelose, bombardatori umanitri) che invece non appoggiamo.

  11. Lalla says

    un ottimo commento di un altro mio amico sui commenti che in questi giorni si leggono in giro:
    “Su questa vicenda delle pussy riot sta venendo fuori il peggio della sinistra radicale italiana.
    Una sinistra rigidamente declinata al maschile, sprezzante per tutto ciò che non rientri nei propri rigidi schemi mentali, capace solo di utilizzare categorie tanto antiche quanto inefficaci.
    [..]
    Al posto di sfidare l’egemonia imperialista su un terreno rivoluzionario, si punta il dito su un intero movimento di liberazione, accusandolo di eterodirezione e regalandolo di fatto… agli imperialisti.”