Questa è la storia del giovane Nathan Grieco, morto suicida a 16 anni, vittima dell’obbligo di frequentare il padre, sotto la terapia della minaccia, consigliata al giudice da R. Gardner, perito nella causa di separazione dei genitori Grieco Vs Scott. Ovviamente questa causa è stata omessa da Gardner tra quelle citate nella sua pagina web come esempi di intervento e utilizzo della PAS nella giustizia degli stati uniti.
Le fonti utilizzate per raccontare questa vicenda sono il libro di sonia Vaccaro e Consuelo Barea “El pretendido Síndrome de Alienación Parental” (pp. 31-45) del 2009 e la pagina web http://www.post-gazette.com/custody/partone.asp consultata il 15/10/2010.
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“Chi sono io? Questa è la domanda che mi sono posto per un po di tempo. Molte cose, (soprattutto brutte), sono successe nella mia vita. Sono state tante che mi ci vorrebbero due vite intere per scriverle… un’ altra tortura nella mia vita… Otto anni fa i miei genitori divorziarono e mio padre ci cacciò di casa. Quell’evento ci obbligò a trasferirci qui, visto che non avevamo nessun altro posto dove andare. Ancora adesso, 8 anni dopo, lui ci assilla in tribunale, di causa in causa. ci sono più storie come queste due che ho raccontato, ma non ho il tempo o la lucidità per continuare. Così finirà questo capitolo della mia vita di tormento infinito …”
Questo è un estratto di un messaggio che fu ritrovato accanto al corpo senza vita di Nathan Grieco. Lo aveva scritto due settimane prima di suicidarsi il 27 febbraio del 1997, nella sua casa di North Huntingdon in Pennsylvania negli stati uniti.
Nathan era un ragazzo di 16 anni, quella mattina sua madre, Karen Scott, entrò nella sua stanza per assicurarsi che fosse pronto per la scuola e lo trovò inginocchiato a terra, vicino al letto, con una cintura di pelle intorno al collo e con il sangue alla bocca. Non c’era nulla da fare: Nathan era morto, si era suicidato.
Due settimane dopo la morte del figlio, Karen decise di rendere pubblica la storia, testimoniando nel tribunale di Harrisburg. In poco tempo questa storia iniziò a circolare tra i giudici e le associazioni per i diritti dei bambini del paese.
Questo è l’epilogo tragico di una delle prime storie che fecero riflettere gli “addetti ai lavori” nelle cause di separazione e affido dei figli negli stati uniti sugli orrori dell’applicazione della PAS. I fratelli Grieco furono infatti tra i primi a rimanere vittime della follia e della stupidità della teoria-spazzatura di Gardner.
I genitori di Nathan, Karen Scott (infermiera dell’esercito) e Louis Grieco (marines), si sposarono nel 1978. La coppia alloggiava nella base militare della California, in una abitazione della marina. Nathan nacque nel 1981, suo fratello Justin nel 1983 e Patrick nel 1985. Con la nascita dei figli aumentarono le liti e gli screzi tra la coppia che, nel 1989, optò per il divorzio. Il signor Grieco, non rispettando il periodo di 60 giorni successivo alla decisione che poteva utilizzare secondo il regolamento militare, avvertì immediatamente i suoi superiori per far rilasciare immediatamente un ordine di sfratto nei confronti di Karen e dei 3 bambini (questo è l’evento a cui fa riferimento Nathan nel suo ultimo scritto). Di conseguenza madre e figli si trasferirono nel giro di pochi giorni a vivere in Pennsylvania, a Monroeville, vicino ai nonni materni.
Per i primi due anni le visite dei bambini con il padre si susseguirono senza grandi problemi. Quando non era in mare il padre li andava a trovare. Karen lavorava come infermiera e quando il padre era in città per stare con i figli, lei si trasferiva a casa dei genitori e gli prestava la macchina per facilitare gli incontri e il tempo che trascorrevano insieme.
Nel 1991 Karen conobbe Alvin Scott, un medico dell’ospedale, e iniziarono a frequentarsi. Quando comunicarono a Grieco la decisione di sposarsi, lui si complimentò e, tra le altre cose, consegnò l’assegno per gli alimenti come da accordo. Tuttavia appena tornato a casa diede ordine alla banca di bloccare l’assegno. Dopo il matrimonio di Karen e il suo nuovo compagno, Grieco continuò a tormentare la ex moglie con richieste al tribunale tutte riguardanti presunti impedimenti a vedere i figli.
La tensione aumentò e dopo quasi un anno esplose in casa Scott: Karen riportò lesioni al labbro e in volto, mentre Louis Grieco in un dito della mano. I vicini chiamarono la polizia e Grieco fu arrestato per violenza fisica e condannato ad un risarcimento e ricevette l’ordine di non avvicinarsi al domicilio degli Scott. Grieco si appellò e alla fine fu assolto perché la testimonianza dei vicini che assistettero alla vicenda non riuscì a chiarire chi aveva effettivamente iniziato la aggressione.
Poco dopo l’assoluzione, Louis Grieco, sollecitò la possibilità di tornare a vedere i figli. Il giudice del tribunale che intervenne sul caso, John Blahovec, prese una scelta prudente. Optò per regolare visite supervisionate che dovevano avvenire all’interno di luoghi terapeutici, designando come luogo di incontro il Comprehensive Counseling Center, dove venivano ricevuti casi inviati dai tribunali per le terapie che indicava la giustizia.
Tuttavia queste visite non ebbero un buon esito. In 6 casi, tra il novembre del 1994 e il febbraio del 1995, Grieco si spostò dall’Illinois per vedere i suoi figli che però si negarono, come conseguenza della paura che nutrivano nei soui confronti dopo aver assistito alla scena di violenza sulla porta di casa. Secondo la testimonianza degli operatori sociali presenti la signora Scott aveva cercato comunque di convincerli a vedere il padre.
Nel dicembre del 1995 un nuovo giudice assunse el caso: John J. Driscoll. Questi seguì una linea più dura di fronte al rifiuto dei bambini di vedere il padre. Nel gennaio del 1996 ordinò che la polizia portasse i bambini al centro per l’incontro, in caso contrario Karen Scott sarebbe stata condannata a scontare una pena di sei mesi di carcere. Il 16 gennaio, i bambini furono obbligati, tra resistenze e grida, ad entrare nella camionetta della polizia e furono portati all’incontro con il padre.
Come racconta la madre, che nel frattempo aveva sollecitato che fosse designato dal tribunale un avvocato per proteggere gli interessi dei bambini, il figlio maggiore, Nathan, nel giro di poco, soffrì per un collasso nervoso e dovette essere ospedalizzato nell’unità di psichiatria infantile. La sua diagnosi fu di:”ansia, depressione e disturbo oppositivo, che include ostilità, disobbedienza e difficoltà per il controllo degli impulsi…”.
Nonostante tutto il padre andò avanti con la battaglia legale e fu poco dopo l’episodio della ospedalizzazione di Nathan che comparve il dottor Richard Gardner, presentato come perito per il divorzio conflittuale tra Karen Smith e Louis Grieco.
Grieco richiese l’affido esclusivo dei figli basandosi sul fatto che i figli soffrissero di quello che definì Sindrome di Alienazione Genitoriale o PAS.
Gardner presentò un dossier di 61 pagine, nel quale affermò che il signor Grieco dichiarava di “aver cominciato ad avere problemi con le visite dei figli nel 1992, dopo che smise di pagare l’assegno per gli alimenti alla ex-moglie”.
In un altro dossier sul caso Grieco, Gardner dichiarò: ” Le madri della PAS hanno un sistema per incontrare terapeuti, quasi sempre donne, che si associano a loro nella campagna di denigrazione del padre… in alcuni casi si associano addirittura al sistema illusorio paranoico della madre”. “Quando i bambini denunciano il maltrattamento in una battaglia per la custodia, disse Gardner, è in generale perché soffrono gli effetti della PAS, un disturbo mentale che soprattutto colpisce madri rancorose che hanno lavato il cervello ai propri bambini per fabbricare le accuse contro i padri”.
Altri periti che collaborarono al caso suggerirono interpretazioni differenti a quella di Gardner. Ad esempio Carole Patterson, psicologa, disse che non credeva che la signora Scott avesse influito negativamente sui figli, mentre il dottor Dale Fruman, psichiatra, facendo riferimento alle difficoltà nel far incontrare Grieco con i bambini nel centro dove dovevano svolgersi gli incontri padre-figli, disse che la signora Scott non aveva fatto tutto il possibile per favorire il rapporto tuttavia entrambi erano d’accordo sul fatto che le visite e gli incontri non dovevano essere forzati.
Gardner aveva una visione molto differente. Nel suo dossier di 61 pagine, egli dichiarò che il caso Grieco era un classico caso di PAS. Nonostante la avvocata di K. Scott rifiutò la sua proposta di intervistare la madre e i bambini, Gardner concluse che Karen Scott era “sadica” per aver impedito al padre di vedere i figli in due occasioni (secondo la madre c’erano stati fraintendimenti sulle date e gli orari degli incontri per questi due unici casi), e che i bambini erano “sadici” per come trattavano il padre e che erano di fatto “pregiudicati psicologicamente e mentalmente da parte della madre che li aveva programmati per odiarlo”. Gardner raccomandò “la terapia della minaccia”, dicendo: “Questi bambini necessitano forzatura per vedere il padre. Se essi sono obbligati a visitarlo, allora con maggior probabilità si rilasseranno stando con lui. La pena per inadempienza, disse, dovrà essere sanzioni del tribunale sulla madre.”
Di fronte alle opinioni discordanti degli esperti, il giudice Driscoll prese una decisione: nel febbraio del 1996, ordinò che i bambini e la madre comparissero davanti al tribunale. Qui lesse la sua decisione di applicare la proposta della “terapia della minaccia” di Gardner. La madre manteneva la custodia, però i figli erano obbligati a vedere il padre. La madre, oltre ad essere responsabile che i figli incontrassero il padre, era responsabile anche che lo facessero “con uno stato d’animo positivo, bendisposto e indulgente per stare con lui” e che fossero “sempre rispettosi del padre e degli ordini giudiziari”. Ogni volta che veniva meno una di queste condizioni era obbligata a pagare una multa o, in alternativa, un periodo in carcere.
Dopo la morte di Nathan, il giudice Driscoll, si scusò dicendo che non aveva emesso questo ordine basandosi esclusivamente sulle raccomandazioni di Gardner. Dopo un anno in cui i bambini Grieco furono obbligati a vedere il padre e trascorsero con lui due settimane di vacanza estiva non si può dire che il rapporto fosse migliorato, e la carta di Nathan ne è una conferma.
Karen Scott dichiarò che le più di dodici visite che si successero erano orribili per i bambini, soprattutto per Nathan, il cui responsabile scolastico la chiamò per telefono dopo che cominciarono le visite e le disse che Nathan appariva molto depresso.
In principio, a causa di questa situazione di malessere e per i mancati miglioramenti nel rapporto padre-figli, Dennis Donahue, direttore del programma della terapia ordinata dal tribunale, incolpò la madre. Tuttavia due mesi più tardi, Donahue inviò un altro rapporto al tribunale dove questa volta, senza dubbio, incolpò Grieco anche riguardo un incidente di violenza fisica che era accaduto durante la vacanza di due settimane nell’estate del ’97. Per questo motivo suggerì che Grieco fosse inserito in un programma per l’educazione e la crescita dei figli per apprendere quali erano le metodologie appropriate di disciplina. Grieco si iscrisse al programma ma non lo concluse. Nonostante ciò, l’ordine della “terapia della minaccia” continuò vigente. All’inizio del 1997, un nuovo giudice sostituì Driscoll, che negò la richiesta di annullare questo ordine. Un mese dopo Nathan si suicidava.
Secondo la signora Scott Nathan, la notte prima della morte, aveva cercato tra i documenti una copia di questo ordine giudiziario, copia che lei trovò in cucina la mattina seguente.
Agli inizi di marzo la avvocata della signora Scott, rispondendo alla richiesta dei due figli che sopravvivevano, sollecitò la sospensione delle visite con il padre. Presentò come prova la carta lasciata da Nathan. La giudice Hathaway rifiutò la richiesta: una settimana dopo il funerale di Nathan, fu ordinato a Patrick e Justin di incontrarsi un’altra volta con il padre. Fu per questo motivo che Karen Decise di parlare e il 16 marzo del 1997 fu resa pubblica la storia.
Tuttavia la morte di Nathan non era stata sufficiente per far capire i danni delle azioni del signor Grieco per i propri interessi. Alla fine del mese di aprile, dopo una visita con i figli Justin e Patrick e una discussione con Justin, Grieco sollecitò al tribunale l’incarcerazione della sua ex-moglie perché il figlio si era negato al telefono.
Eccola qui la “terapia della minaccia”…
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