Al convegno di Firenze sulla Pas, a parte la comunità medica che si è riunita, si sono dichiarati contrari anche l’assessore al welfare della Regione Toscana Allocca di Rifondazione Comunista (ma sappiamo che Rifondazione si esprime in modo contrario anche per voce di molti altri rappresentati) e dall’Idv l’Onorevole Rinaldi capodelegazione al parlamento europeo dell’Idv, la Senatrice Giuliana Carlino Idv e Clotilde Giurleo coordinatrice regionale Donne dell’Italia dei valori per la Toscana, mandano a dire che due senatori, Stefano Pedica e Giuliana Carlino hanno ritirato la firma dal disegno di legge 2800 presentato dall’Idv al senato sull’affido condiviso e che dentro quel partito c’è un dibattito serrato su questa materia. Infine concludono che “Solo ed esclusivamente la comunità scientifica, infatti, può avallare o meno una patologia, e ad oggi risulta che la P.A.S non sia mai stata riconosciuta, né tantomeno introdotta nel D.S.M , ovvero il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.”
Ma come si diceva QUI queste sono solo anticipazioni dovute su un report completo che arriverà a brevissimo. L’anticipazione è dovuta giacché gli “osservatori” dei padri separati, che abbiamo visto borbottare, volantinare e prendere appunti, lanciando sguardi “d’osservazione” a chiunque osasse dissentire, devono essere state fraintese o devono aver riferito male alle persone che solo poche ore dopo dalla fine del riuscitissimo convegno hanno divulgato notizie false, decontestualizzate, senza tenere conto delle precisazioni e continuando ovviamente a fare disinformazione e denigrazione.
Ciò che preme ai divulgatori delle menzogne è ovviamente inibire, denigrare e criminalizzare il dissenso. Di un convegno interessantissimo pieno di cose importanti da comunicare, popolato da mille realtà e rappresentanze, mille personalità e figure istituzionali, tutte critiche nei confronti della Pas, loro hanno afferrato l’unica svista che potevano strumentalizzare per dare addosso per l’ennesima volta alle donne e per banalizzare un importantissimo appuntamento riducendolo ad una cosa in cui in realtà le donne dell’Idv erano solo alcune delle moltissime presenze in sala. In più hanno inventato una cosa dal nulla così già che c’erano avrebbero potuto insultare anche gli uomini che non concordano con le loro tesi.
Il presidente della sezione famiglia del tribunale di Firenze, in un intervento completamente avulso dal contesto, come se le quattro ore precedenti si fosse detto il nulla (e così non è), decide che le donne dell’Idv avrebbero presentato un disegno di legge per fare in modo che i figli siano affidati esclusivamente alle madri. Si alza dal pubblico una delle donne dell’Idv Toscana e specifica di non avere assolutamente nulla contro l’affido condiviso e che in realtà le donne dell’Idv non avevano mai presentato alcuna proposta di legge ma avevano fatto circolare una petizione in cui si chiariva un No all’affido del bambino al genitore violento. E alla luce di questa precisazione, preso atto della verità, dubitiamo che il presidente della sezione famiglia del tribunale di Firenze non trovasse questa affermazione assolutamente di buon senso. Immaginiamo dunque che la sua infelicissima battuta derivasse dal fatto che fosse stato informato molto male.
Oltretutto: non ci sorprende per niente il fatto che la falsa pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE divulghi il link di un post in cui si ingigantisca l’equivoco, che i maschilisti riportino notizie false, e che il chiacchiericcio antifemminista speculi su l’unica cosa alla quale potevano attaccarsi giacché speravano in qualcosa di eclatante per urlare allo scandalo (Non era il surreale compito degli osservatori? Raccogliere prove per inchiodare i presunti calunniatori alle loro responsabilità?) e invece si sono dovuti sorbire appunti di persone che hanno seguito un dibattito interessantissimo e partecipato perfino dai pochi sostenitori della Pas presenti all’iniziativa.
Ma cosa ci fa Tiberio Timperi in quella pagina facebook? Cosa ci fa un illustre personaggio come Timperi nei bassifondi gestiti da antifemministi e misogini (leggi qui, qui e qui)? Vogliamo sperare che il signor Timperi ignori totalmente le modalità di gestione di quella pagina e ci chiediamo come possa spingersi addirittura a immaginare provvedimenti penali come risposta ad una azione che ogni persona in una democrazia ha pieno diritto di svolgere, ovvero quella di far circolare una petizione in cui si dice a salvaguardia dei bambini di tenerli lontano dai genitori violenti.
Ha letto la petizione il signor Timperi? O si è basato soltanto sul titolo divulgato nella pagina facebook?
Sa il signor Timperi che per violenza ai bimbi l’Onu, per esempio, intende anche la violenza assistita, ovvero la violenza cui il bambino assiste e che avviene tra i coniugi, per la quale l’Onu ha chiesto al governo italiano di provvedere immediatamente a colmare il vuoto legislativo che esiste a tal proposito?
Davvero il signor Timperi ritiene che sia giusto affidare un bambino ad un genitore violento? Ad un genitore che ha abusato di lui, che lo ha picchiato, che ha picchiato, stuprato o quasi ucciso la sua mamma? Noi siamo certe di no, che non può ritenere una cosa del genere e dunque speriamo in futuro segua la pagina alla quale si è iscritto con maggiore attenzione e senso critico.
Ma l’altra bugia che dalle suddette pagine arriva riguarda gli uomini che dissentono sulla modalità a supporto della Pas e sulla Pas stessa. All’iniziativa di Firenze gli uomini erano moltissimi e hanno parlato in tanti e tutti o quasi hanno fatto affermazioni forti, si sono detti veramente basiti, indignati, arrabbiati per questa cosa e per la costruzione di un siffatto mito. Si sono usate parole di vera preoccupazione per lo stato in cui verte la salute sociale del paese, della politica, della giustizia, e si è ampliato il ragionamento in un confronto serio tra medici e operatori del diritto nell’interesse dei bambini che devono essere tutelati da qualunque forma di abuso e tutto si svolgeva ad un livello talmente superiore che deve essere sfuggito all’attenzione di quelli che erano venuti solo a “osservare” che non si dicesse impunemente qualche frase troppo dissenziente, qualche battuta che non somigliasse troppo ad una prova d’eresia.
L’altra bugia, dicevo, riguarda gli uomini. L’ingenuità dei padri separati era palese perché a qualche faccia maschile non familiare subito chiedevano “sei un padre separato” e gli mollavano un volantino, ché davano per scontato che gli uomini stessero tutti dalla stessa parte e se così non fosse stato cosa potevano essere se non “Maschi pentiti”?
Ed ecco allora l’origine di un ulteriore post che afferma la natura di questo pentimento e insulta gli uomini che “negherebbero” il loro stesso genere, perché essere dalla parte del buon senso, affermare che la Pas non è una malattia e dire che si vuole scegliere una modalità d’essere uomini meno arrabbiata e livorosa contro le donne equivarrebbe ad un tradimento. Sono disertori del patriarcato, come li chiamiamo noi, e dunque vanno fortemente stigmatizzati e offesi. Perché sono un danno assai peggiore delle donne stesse. Ché le donne, si sa, sono streghe per natura e per ciò stesso da condannare al rogo, ma agli uomini proprio non si può perdonare di desiderare d’essere altra cosa.
Perciò il post di un padre e separato, che non vuole essere strumentalizzato dai maschilisti contro le donne, diventa per loro un’offesa e giù a tentare con messaggi vari di cooptarlo, anzi reclutarlo, come lui stesso testimonia, e quando saranno certi di non riuscire nell’impresa lo insulteranno così come hanno fatto con altri nostri amici e compagni di percorso.
Perciò ecco un articolo che I maschi infrarossi hanno screenshottato:
A parte lo squallore della cosa in se’ la parte più bugiarda è quella in cui si dice che al convegno sulla Pas qualcun@ avrebbe detto che le organizzazioni di “maschi pentiti sono da loro promosse” e si riferisce alle femministe.
I disertori, gli uomini che hanno cervello, non hanno bisogno di essere promossi da noi. Sono soggetti autonomi e autonomamente ritengono di voler fare un percorso diverso perché che ci crediate o no la mascolinità si evolve e la distanza dalla modalità del padre padrone è oramai netta in moltissimi contesti. Ma la questione oltretutto non ha minimamente riguardato il convegno perché si è parlato di tutt’altro per tutto il tempo.
Ma questo i babbi separati lì presenti lo sanno bene, dunque chi ha scritto questa cosa non c’era o se c’era – diciamolo – borbottava o dormiva.
Piena solidarietà agli uomini che devono sopportare questo pestaggio mediatico da parte di machisti che se non resti fedele al branco ti chiamano “maschiopentito” (che poi è l’equivalente di finocchio, frocio, femminuccia).
E dopo esserci dovute fermare ancora una volta ad esplorare la mediocrità culturale e intellettuale di questi individui aspettatevi un post di livello totalmente differente in cui si parlerà per davvero di come la comunità medica considera la Pas.
Leggi anche:
Sono padre e separato e non voglio essere usato contro le donne
Ma che noia ‘sti antifemministi (del piano di rinascita neomaschilista)
Firenze 11 febbraio, la Pas e gli osservatori
Pas: creazione del consenso e inibizione del dissenso.
Quanto ci costano e chi sostiene i padri separati
L’Aimmf contro il ddl. 957 [1]
L’Oua contro il ddl. 957 [1]
L’Aiaf contro il ddl. 957 [1] [2]
L’Onu si esprime su affido condiviso, pas, violenza assistita [1] [2] [3] [4]
Tutta la documentazione sulla Pas
Altri materiali già pubblicati sul nostro blog:
– opinioni di psichiatri e scienziati sulla pas
Associazione spagnola di neuropsichiatria contro la Pas
Neuropsichiatri spagnoli contro la Pas
Nel mondo scientifico internazionale la Pas è un’invenzione
Pas: il no della comunità scientifica
Un orco si aggira per i tribunali dei minorenni
La logica della presunta sindrome dell’alienazione parentale
Documento dell’associazione spagnola di neuropsichiatria
– opinioni di giuristi, procuratori e avvocati
Affido condiviso usato come una clava contro le donne
Perché l’affido condiviso con va applicato nei casi di violenza familiare
La Pas rigettata dall’istituto di ricerca dei Procuratori americani
Violenza domestica per procura (violence by proxy)
Togliere la custodia dei figli ai genitori maltrattanti non va contro gli uomini in generale
Violenza assistita: almeno 400.000 bambini vittime silenziose di violenza
@Giuseppe
Sig. Giuseppe,
I giudici oggi emettono ordinanze basate su CTU che citano diagnosi della PAS di Gardner e su queste si basano. I CTU scrivono nero su bianco le parole PAS e Gardner. I giudici riprendono quelle parole e le scrivono nero su bianco sull’ordinanza.
Quindi mi spiace contraddirla vista la sua disponibilità a dialogare, ma il punto è che è proprio essenziale chiarire se le diagnosi di PAS di Gardner siano lecite o no. Se non lo sono ci sono delle ordinanze che andrebbero annullate. Ci sono dei CTU a cui andrebbero quanto meno tirate le orecchie perché se i Tribunali sono una cosa seria allora si devono utilizzare dei procedimenti codificati e normalizzati, quando si chiamano in causa degli esperti. Altrimenti possiamo cominciare a chiedere aiuto agli spiriti della casa attraverso i medium perché testimonino cosa è veramente successo dietro alle mura domestiche.
Il giudice può sempre valutare che ci sia stato il condizionamento, ma il fatto di farlo in base a una diagnosi di PAS di Gardner potrebbe invalidare la valutazione. Mancano perciò gli strumenti. Se quindi nessuno, persino di coloro che alcuni io dico ideologi della PAS definiscono negazionisti della PAS, nega che nei conflitti coniugali si possa tentare di manipolare i figli, come valutare la consistenza di tale manipolazione è tutto da vedere. E rimane una domanda aperta. In quanti casi in cui si è fatta una diagnosi di PAS di Gardner non si sono in realtà mascherati dei casi di abuso o non si è andati fino in fondo nel valutare se l’avversione dei figli nei confronti del genitore alienato non avesse delle motivazioni oggettive nel comportamento di quest’ultimo.
Il sistema di valutazione delle cause della fenomenologia a cui si riferisce Gardner, secondo alcuni esperti, si ritrova nei casi di violenze subite o assistite dal minore. Quindi il sistema di valutazione usato per valutare se si tratti di abusi e violenze o di condizionamento e falsa testimonianza è assolutamente il nodo centrale di tutta la discussione.
Infine mi spiace se non do valore alla citazione di illustri medici che credono in vario modo nella teoria della PAS, ma quello in cui questa teoria è deficitaria è proprio il supporto del dato scientifico e statistico. Le citazioni sono uno dei caratteri distintivi con cui il movimento pro-PAS vuole sostenere la teoria. Altri sono l’associazionismo e la pressione lobbystica per l’inclusione nei manuali diagnostici, la propaganda, i paragoni improbabili fino alla denigrazione e tentativo di discredito di chi critica l’affidabilità teoria fino alla manipolazione delle informazioni e all’introduzione del concetto di un presunto negazionismo della PAS.
Quanta gente si vuole rovinare (madri e figli) per salvare la faccia ai bravi ragazzi, facendo false diagnosi di PAS, intanto che qualcuno decide quali sono gli strumenti per valutare se in un determinato caso una madre sta denunciando abusi veri o sta denigrando il marito? La PAS di Gardner serve a questo, non a stabilire i fatti.
La ringrazio molto della sua disponibilità – e mi rivolgo al Signor Giuseppe – e la contatterò al più presto per sottoporle le mie domande.
Rispondo al suo ultimo commento. Io credo che non si possa paragonare l’opera di un artista a quella di Gardner per la ricaduta sociale totalmente differente che le due eredità hanno avuto e ancora hanno. Certo non vorrà dirmi che l’opera di Van Gogh possa in qualche modo incidere nella vita di uomini, donne e bambini. Immagino sia d’accordo con me sul fatto che invece le circostanze in cui viene per così dire elaborata la Pas siano assolutamente in relazione agli effetti sociali che Gardner immaginava di ottenere dalla sua applicazione sul piano giuridico.
E non sono certo io a dirle questo ma illustri personalità del mondo giuridico e scientifico che ne hanno analizzato l’applicazione presso altri Stati in cui la Pas ha trovato sede molto prima che in Italia. Avvocati, procuratori, gran parte della comunità scientifica internazionale denunciano la pericolosità sociale dell’applicazione della Pas in sede di processo per la custodia dei bambini perché essa, più voci affermano, comunque, lede a priori la credibilità di donne e bambini quando essi denunciano di aver subito una violenza.
Una teoria che parte da un supposto pregiudizio di genere attribuendo ogni sorta di malvagità alle donne (la madre malevola) e mettendo in discussione ogni denuncia per violenze subite da parte delle donne o dei bambini determina di fatto una giustificazione, un alibi, un pretesto affinché non si tenga conto degli effettivi SoS lanciati da donne e bambini in condizione di pericolo.
E rispetto alla valutazione che dovrebbe dare un giudice il punto chiave della vicenda è che il riconoscimento in un aula di tribunale di una presunta malattia non contenuta nel Dsm IV crea una stravagante situazione per cui è il giudice a fare una diagnosi invece che un medico ed è sempre un giudice a dettare una terapia (della minaccia) e ancora non un medico.
Se non si tratta di una malattia, come dicevano i medici, pediatri, psichiatri, psicologi, presenti al convegno di Firenze, per stabilire una soluzione ai casi in cui uno dei due genitori possa aver avuto un’influenza negativa sul figlio non si dovrebbe evocare una malattia che non è tale. Piuttosto, ritengo, si dovrebbe trovare un altro dispositivo che non medicalizzi la distanza, i comportamenti, comunque la complessità delle relazioni.
E in ogni caso sono assolutamente d’accordo con lei. Non c’entra nulla l’ideologia. Perciò vorrei sinceramente capire da lei qualcosa di più e vorrei capirlo senza quel filtro ideologico e senza la riproposizione di uno schema comunicativo che traccia l’esistenza di un mito e categorizza chi non lo reputa tale all’insegna dell’eresia. Chiaramente mi aspetto che anche lei mi faccia notare se da parte mia ricorre un’intenzione viziata dall’ideologia perché le assicuro quel che mi preme è capire in modo laico e discuterne senza dover inibire i miei dubbi e senza dover censurare il mio senso critico.
Concludo. A proposito della sua ultima affermazione le dico che purtroppo ho appena letto una ordinanza in cui viene citata la sindrome di alienazione genitoriale con relativo affido di una bambina ai servizi sociali senza che la bambina sia stata sottoposta a nessuna perizia. nessun colloquio, nessun equilibrio. solo una decisione che realizza conclusioni sulla base di un pregiudizio. Tutto ciò perché quella bambina aveva manifestato ostilità nei confronti del padre.
Io credo che non si possa mai obbligare un figlio a fare qualcosa che non vuole. Di una impostazione pedagogica così autoritaria da parte delle istituzioni mi sfuggono i presupposti e gli obiettivi. Bisognerebbe capire a fondo le ragioni di quel figlio senza interpretarle sulla base di una teoria che schiaccia ogni possibile occasione di autonarrazione da parte del minore e la riduce all’espressione di una malattia.
Ovvero: se mio figlio non ha voglia di vedermi, come posso io evitare di rimettermi – da genitore – in discussione e dargli semplicemente del malato?
Non entro nel merito delle vicende personali di nessuno perché ho profondo rispetto per il dolore di tutti ma non posso fare a meno di chiedermi queste cose.
In ogni caso avremo modo, spero, di parlarne in modo approfondito. E la ringrazio ancora per l’opportunità che mi offre, finalmente, di discuterne in toni così sereni. A presto.
Cordiali saluti
vedo che il mio indirizzo era errato.
termina con …..@virgilio.it
Giuseppe
Volentieri le risponderò dall’ indirizzo che ho comunicato inviando i miei messaggi. O comunque mi dica come.
Non contesto la ricostruzione della biografia di Gardner; sono circostanze ben note, data l’ampia reclamizzazione che ne ha dato il NOW, riecheggiata da analoghi circoli italiani.
Tuttavia ritengo scorretto nel metodo far discendere, solo dal fatto che Gardner abbia aspetti certamente criticabili, la dimostrazione automatica che la fenomenologia sintetizzata dal termine “PAS” (nulla rileva che sia definibile o no come sindrome) non esista, ovvero non sia preoccupante e non vada affrontata a tutti i livelli, a partire da quello giuridico.. Concorderà che il valore di un’opera nulla ha a che vedere con la personalità dell’autore; altrimenti dovremmo gettare via i quadri di Van Gogh perché si è suicidato e prima si era addirittura tagliato un orecchio.
A parte ciò, mi sembra che la questione sia tuttora aperta date le affermazione del prof. Francesco Montecchi – primario di neuropsichiatria infantile all’ospedale del Bambin Gesù di Roma, della dott.ssa Isabella Buzzi psicologa e mediatrice nei casi di separazione e divorzio, che collabora con il Dipartimento di Psicologia e con il Centro Psicologia Giuridica dell’ Università Cattolica di Milano, del prof. Massimo Papini Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze che ha fondato e diretto il Reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Firenze ( in una sua perizia riconosce un caso di PAS ) del Prof. Luca Pappalardo che in qualità di CTU in sostanza concorda con lui pur non citando Gardner ma “lo scisma” come è stato definito da Cigoli (1997) : una configurazione relazionale relativa alla separazione e al divorzio in cui uno dei coniugi si adopera, anche con la prole, perché l’ altro e la sua famiglia di origine vengano cancellati dalla realtà presente … e potrei continuare.
Tuttavia, come già accennato, questo non è essenziale sotto il profilo giuridico. Il giudice deve valutare se ci sono forme di condizionamento della volontà di un minore, non se queste siano o meno malattie accolte nel DSM 4.
E’ evidente, dunque, che bisogna verificare con cura il singolo caso non scartando a priori alcuna ipotesi, senza cadere nel pregiudizio né colpevolista né innocentista. Lasciamo fuori l’ideologia!
” Per questo motivo e’ spesso cruciale una indagine attenta per fare una diagnosi esatta. Colloqui congiunti con tutte le parti in causa in tutte le combinazioni possibili di solito aiutano a scoprire la verità in situazioni del genere.”
Quest’ ultima è una semplice affermazione di buon senso anche se figuratevi è una citazione dell’ “orrido Gardner”
Saluti Giuseppe
Giuseppe,
Se sei un ingegnere non dovresti accontentarti di dire “pur ammettendo che la PAS non è inserita nel DSM IV ( che risale al 1994 ) abbiano con sicurezza affermato che il fenomeno esiste”.
Purtroppo lo spazio per essere approssimativi non c’è. Non si può dire che ci si sta occupando di un certo fenomeno, ammettere di non saperlo inquadrare, e poi tollerare (questo è il termine) che ci siano CTU che fanno perizie basate su diagnosi di PAS di Gardner (così è!). Allora ci prendiamo in giro. Hanno senso quelle diagnosi che mettono nero su bianco le parole PAS e Gardner? Non c’è conflitto di interessi da parte di chi le fa ed è coinvolto nella divulgazione della PAS che, ricordiamolo, non è scienza. Perchè non si comincia a chiedere spiegazioni a questi cosiddetti professionisti?
A maggior ragione è intollerabile fare diagnosi inesistenti in un Paese dove la corruzione è dilagante, arrivando a costare agli italiani tra i 60 e i 70 miliardi di Euro, oltre a disoccupazione e mancati investimenti dal’estero.
Qui da noi ogni trucchetto è possibile.
La faziosità infine, è quella di chi sostiene la PAS senza produrre argomentazioni scientifiche ma solo propaganda, atti di fede, affermazioni, paragoni infelici, paradossi, confusione tra PAS di Gardner e il fenomeno di cui parli. Faziosità è quella di parlare di negazionismo della PAS, una pura farneticazione basata sulla viltà di prendere a prestito le parole di uno scenario tragico che tutti conoscono.
Faziosità è dare spazio a discorsi di pura violenza contro le donne a fianco di bei discorsi sulla tutela dell’infanzia contro la PAS. Tutela dell’infanzia ma con il riflettore puntato sui falsi abusi e il fucile spianato contro le madri di quei bambini che vogliono proteggere? Ma chi se la beve?
Non ha senso logico parlare di negazionismo di qualcosa che si tenta di spacciare per scienza e che invece dalla scienza non è riconosciuto. È una contraddizione in termini. Solo che serve a creare l’illusione comunicativa che serve mettere in cattiva luce chi vuole denunciare l’abuso della teoria di Gardner. Server di nuovo a fare confusione nuovamente tra la teoria di Gardner e situazioni in cui genitori cercano di condizionare i rapporti tra i loro figli e l’altro genitore, con esito e incidenza tutti da dimostrare. Questa confusione serve nuovamente a fomentare e usare un malessere che esiste al fine di forzare la PAS di Gardner nel sistema giuridico e usarla per quello per cui Gardner l’ha creata. Inventare casi di alienazione genitoriale e falsa testimonianza per coprire abusi veri, di un tipo o di un altro, anche solo assistiti dal minore. Perché può succedere questo succede? Perché si evitano scandali, perché è una scorciatoia, perché si salva la faccia alla gente e perché si fanno girare parecchi soldi.
Gentile Signor Giuseppe,
innanzitutto la ringrazio molto per il tono cordiale del suo messaggio che come vede è stato pubblicato. Solitamente a sostegno della vostra causa riceviamo messaggi offensivi e che recitano un copione di termini e culture antifemministeggianti.
la ringrazio anche per averci dato la possibilità di scaricare la registrazione mp3 e di averla segnalata alle persone che ci leggono e se il file rimarrà disponibile allo stesso link avremo cura di usarlo quando pubblicheremo il nostro report su quella giornata.
Per il resto sono d’accordo con lei. Questa prima anticipazione riporta quanto era necessario rilevare alla luce di quello che abbiamo letto in giro. Il link che lei propone d’altronde non ci pare sia esattamente l’esempio dell’obiettività perché infarcito credo di una ideologia precisa e perché riporta appunto micro interventi decontestualizzati a fronte di ore e ore di iniziativa che si è conclusa con l’affermazione ultima da parte dei medici presenti che la Pas non è una malattia. Si è detto che ci possono essere comportamenti viziati nel corso di una separazione e una avvocatessa lì presente ha chiarito che è più una necessità di chi opera nei tribunali avere un dispositivo medicalizzante a risoluzione di conflitti relazionali irrisolti. Alle richieste pressanti della avvocatessa i medici presenti hanno risposto – più d’uno – che è un problema loro. Che la medicina non può avallare una malattia inesistente così come non si può medicalizzare ogni altra forma di conflitto. I tribunali dovranno trovare altri modi per risolvere quei conflitti senza psichiatrizzare i soggetti. e questo è quanto.
Inoltre so da chi era all’iniziativa che il gruppo di padri separati presenti esprimevano loro si dell’animosità attraverso commenti di dissenso espresso a chiare lettere e che le persone vicine hanno potuto cogliere perfettamente. Ma ciò non è un problema, giacché il convegno ha potuto tranquillamente proseguire nei lavori e tutti sono stati in grado di esprimersi senza interruzioni. E a proposito delle modalità dei babbi di cui lei parla (lei usa dei termini che non sono scritti nel post) mi pare fossero state anticipate da un comunicato in cui si diceva espressamente che sarebbero stati presenti ad osservare affinché non si dicessero cose lesive di alcune soggettività precise. Ma bene hanno fatto, secondo me, ad esserci perché così hanno potuto cogliere il senso di discussioni laiche di chi è interessato/a a capire al di là delle risposte preconfezionate ad uso e consumo di determinate ideologie.
In generale comunque, giacché seriamente ritengo che questi argomenti vadano affrontati in pubblico, in modo laico, con pacatezza e con il massimo dell’obiettività, sempre che il terreno del confronto sia sgombro di ogni elemento inquinante – e mi riferisco a ciò al quale purtroppo noi siamo abituate, ovvero insulti contro le femministe, azioni di disturbo vere e proprie, finanche la clonazione del nostro blog ad opera di persone che hanno preso a pretesto la causa dei padri separati per diffondere odio contro le donne e quindi anche contro di noi – le anticipo che il nostro report su quella giornata sarà condiviso su questo blog a breve e se vorrà partecipare in qualche modo, offrire un suo punto di vista, avremo cura di raccogliere la sua esperienza e sarei molto lieta di farle delle domande alle quali spero lei potrebbe dare una risposta. le propongo un’intervista, per conoscervi meglio senza il filtro di quei commenti orrendi che leggo nei forum maschilisti. Se lei è disponibile mi dica pure e avrò piacere di scriverle in privato. Cordiali saluti.
Ero presente al convegno la cui registrazione in MP3 si trova su :
http://www.wetransfer.com/dl/IGlHzjKW/0b83348bab6bdd4bcb59d666e663b63b67a3c67957b83c43d42971ff5d488d67e6a563d025b2bd2
e il resoconto qui sopra mi sembra estremamente fazioso.
Vedi anche una sintesi su
http://www.dirittoeminori.com/pages/convegno-negazionisti-pas/
Chi ha desiderio di valutare oggettivamente può ascoltare direttamente scaricando dal link sopra.
Si potrà verificare come molti autorevoli professionisti invitati alla tavola rotonda del convegno pur ammettendo che la PAS non è inserita nel DSM IV ( che risale al 1994 ) abbiano con sicurezza affermato che il fenomeno esiste non meno del mobbing o dello stalking. E la discussione scientifica è ancora in corso.
Ho preso parte a molti convegni, soprattutto tecnici come ingegnere. I commenti sono segno di interesse e sono normali, soprattutto quando l’ oratore non sta parlando e per la verità mi pareva che ce ne fossero diversi in tutto il pubblico. Perché tanta insofferenza mirata?
Sostenere che quattro o cinque babbi separati presenti ( e anche un paio di donne con loro ) intendessero intimidire un consesso così numeroso e autorevole mi sembra cosa che si commenta da sola.
Un atteggiamento scientifico e razionale lascia sempre un po’ di spazio anche a qualcosa di imprevisto; si viene a un convegno soprattutto per imparare. Tanta assoluta sicurezza e animosità mi lascia perplesso.
Buon ascolto e saluti Giuseppe