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Ancora due documenti dell’Aiaf contro il ddl 957

L’AIAF, assieme ad altri, numerosi, organismi composti da avvocati e magistrati, si sono opposti in vari modi al ddl 957, ne hanno criticato la sostanza, i contenuti, le prospettive e continuano a manifestare preoccupazione circa la “qualità” del dibattito mediaticamente orientata a legittimare i pochi gruppi che questo ddl lo hanno fortemente voluto e lo sostengono.

Scrivono due note delle quali riportiamo alcuni stralci che possono essere interessanti per capire i toni del dibattito. Risposte a queste note sono state date da padri separati e le riassumiamo in un riferimento preciso che vorrebbe le critiche poste da questi contesti come spinte da motivazioni “femminili” o di interessi di parte. Vale la pena ricordare che gli stessi appunti contrari al ddl 957 vengono fatti dall’intera organizzazione dell’avvocatura italiana (OUA), dai magistrati per famiglie e minori (UNMC), dall’unione delle camere minorili (AIMMF) e via di questo passo.

Abbiamo notato che alcune note (i cui contenuti assolutamente non condividiamo) rivolte all’Aiaf sono state pubblicate in un blog, nostro clone, su blogspot, che già è oggetto di denuncia da parte nostra perchè genera volutamente confusione ed è parte di un’opera di censura e altro tipo di vessazioni nei nostri confronti. Da quei testi e da quel blog noi prendiamo assolutamente le distanze poichè chi insiste nell’utilizzo del nostro nome per divulgare contenuti opposti a quelli che sono più affini a noi, spesso offensivi nei confronti delle donne, evidentemente compie un furto di identità politica che completa il quadro di azioni censorie e persecutorie messe in atto nei nostri confronti sin dal momento in cui abbiamo iniziato ad occuparci di affido condiviso e di Pas.

Detto ciò e rimarcando la nostra assoluta attenzione e stima per il lavoro di buon senso dell’AIAF, riportiamo parte della prima nota [leggi per intero] nella quale per esempio ci si chiede come mai

le loro posizioni (dei padri separati) abbiano una così forte risonanza sui mass media, che indubbiamente ne amplificano la voce, sollecitando, in questioni così delicate e complesse, conseguenti reazioni emotive del pubblico. Questo tipo di comunicazione non consente un serio approfondimento dei temi connessi alla separazzione e alla crisi di coppia, e certo non può nè deve essere presa a fondamento di modifiche legislative.“.

Parlano poi di un “attacco frontale alla magistratura, che va ben al di là della denuncia di provvedimenti ingiusti emessi in singoli procedimenti familiari, e rischia invece di essere inteso come tentativo di destabilizzazione istituzionale e di messa in discussione dei principi basilari della Costituzione sui quali si fonda la democrazia nel nostro Paese.

Il documento conclude dicendo che: “E’ evidente il tentativo di strumentalizzazione di giuste richieste di modifica sostanziale e processuale del diritto di famiglia, che da anni vengono richieste dalle associazioni dell’avvocatura, al solo fine di captare, da parte delle associazioni dei padri separati, l’attenzione dei media e il consenso dei cittadini su proposte di modifica dell’affidamento condiviso che invece negano i diritti e le esigenze dei figli.

La seconda nota invece la riportiamo per intero. Buona lettura!

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Affidamento condiviso e proposte di modifica della legge 54/2006

Il Convegno tenutosi a Milano il 9 maggio ha visto la  partecipazione di 650 avvocati e 50 tra psicologi, mediatori familiari e assistenti sociali. Tutti hanno sottolineato con preoccupazione l’aggravarsi della crisi della famiglia e ribadito che non servono misure sanzionatorie o radicali modifiche della legge 54/2006, bensì interventi finalizzati a migliorare le relazioni genitoriali.  La legge 54/2006, che secondo quanto affermano le stesse associazioni di padri separati, è ormai applicata nel 90% dei casi, va migliorata lavorando per la responsabilizzazione dei genitori sui doveri che hanno verso i figli, tenendo in primaria considerazione i diritti dei minori, la loro età e le loro diverse esigenze, i loro desideri e le loro aspirazioni.

Con le proposte di modifica contenute nel DDL 957 si vuole ritornare indietro, al progetto originario della legge 54/2006, azzerando il positivo lavoro interpretativo svolto in questi anni dalla Corte di Cassazione e dalla Corte Costituzionale.

Significativa a tale proposito è la campagna denigratoria contro la magistratura portata avanti dalle associazioni dei padri separati, con toni sempre più accesi ed esasperati, fondati su singoli casi, sicuramente dolorosi e che forse hanno trovato una ingiusta soluzione in sede giudiziaria, ma che tuttavia non può condizionare la legislazione del nostro Paese.

Padri e madri hanno entrambi e insieme un ruolo da svolgere verso i loro figli, e sarebbe veramente pericoloso, anche sul piano sociale, se la politica desse oggi spazio a “guerre di parte” dei padri contro le madri, fondate su motivazioni che riguardano chiaramente gli aspetti economici della separazione, e non le esigenze dei figli.

Gli avvocati dell’AIAF, che assistono sia le madri che i padri, continueranno a svolgere il loro ruolo privilegiando il più possibile gli strumenti della negoziazione e mediazione dei reciproci diritti delle parti, avendo come principale riferimento i diritti dei minori come sanciti nelle Convenzioni internazionali ed europee e affermati nella nostra Carta costituzionale.

Considerata la consensualizzazione della maggioranza delle separazioni e dei divorzi nel nostro Paese, che in alcune Regioni supera il 90%,  e stante l’importante ruolo svolto dagli avvocati in tali procedimenti, l’AIAF in primo luogo ribadisce l’esigenza di dare ai cittadini le migliori garanzie di assistenza legale, che si realizza anche con il riconoscimento della specializzazione degli avvocati, e dall’altro si impegna ad intensificare un intervento culturale verso i cittadini e di formazione continua verso gli avvocati, per contribuire ad una piena e sostanziale applicazione del concetto di bigenitorialità.

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Posted in Misoginie, Pas.