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Guerra umanitaria? No, grazie!

Sono le donne di Tahrir, di cui vi parla ancora Marginalia, determinate a restare in piazza fino a che Mubarak non fosse andato via. Donne di qualunque età, religione, classe sociale, senza distinzioni di sorta, unite per la rivoluzione, una rivoluzione vera. Una rivoluzione che continua. In Egitto come nello Yemen.

E sono le donne del mediterraneo che danno voce alla rivoluzione che ha inizio in Croazia, ancora alle porte dell’Italia, con i nostri politici preoccupati soltanto di sollecitare un provvedimento che autorizzi l’esercito a tenere a freno la rivoluzione fuori dai nostri confini.

Questo continuo martellamento sull’invasione degli immigrati che altro non sono che persone in fuga da paesi in guerra. Persone che non possiamo non accogliere, perchè per i richiedenti asilo non c’è distinzione di religione, lingua parlata, e se i nordafricani, gli arabi, non stanno simpatici al nostro ministro dell’interno e al governo che lui rappresenta, non può certo fare una distinzione.

Nessuno si è accorto che ci sono tanti paesi in guerra alle porte dell’italia, con i dittatori che sopprimono le popolazioni e i ministri, ma anche i politici italiani, di centro, di destra, persino di sinistra, non fanno altro che martellare sulla necessità di una specie di legge speciale che metta in mare truppe speciali per fermare l’esodo delle persone in fuga?

Maroni dice che tra i fuggitivi da quei paesi possono esserci terroristi di Al Qaeda, esattamente come in parlamento giureremmo sia nascosto qualcuno che ha giurato fedeltà a mussolini invece che alla costituzione. Ma questo non significa che noi siamo abilitati ad abbattere il parlamento intero e Maroni non è autorizzato a mandare l’esercito a sparare in mare in modo indiscriminato a presunti seguaci di al qaeda.

Noi una guerra “umanitaria” fatta allo scopo di controllare il flusso migratorio e le risorse energetiche, non la vogliamo. Piuttosto ci piacerebbe che gli stati occidentali non fossero così ben disposti a stipulare trattati di pace in cui si regalano al dittatore miliardi di euro o non fossero così solleciti ad armare l’esercito del dittatore che permette a qualche azienda di prendere petrolio purchè lui possa violare ogni tipo di diritto umano contro l’intera popolazione civile.

—>>>Seguiteci su Twitter. Passato l’otto marzo abbiamo un po’ più di tempo per seguire queste vicende e per tradurre le news che arrivano dalle donne della rivoluzione.

[Beirut, otto marzo 2011]

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Posted in Fem/Activism, R-esistenze.