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Quando le ministre portavano le donne italiane da Gheddafi

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Non so come dire. A Napoli si dice “c’ho piacere”. A Palermo, senza offesa per i/le vegetarian*, si dice “Mi manciavu ‘na feddazza ri carni!”. In entrambi i casi si vuole sottintendere la soddisfazione profonda che si prova quando c’è stat@ qualcun@ al quale hai detto che quel Gheddafi che veniva a dare lezioni di civiltà all’harem di femmine portate in loco da agenzie, casting e ministra carfagna annessa, era un insulto per le donne solo a guardarlo e quel qualcun@ ti ha guardato come se tu cercassi il pelo nell’uovo.

Di quello che sta accadendo nel mondo arabo e in Libia potete leggere anche nel piccolo post che abbiamo messo assieme per fare un riassunto delle puntate precedenti. Centinaia di morti, quel Gheddafi pare sia stato costretto alla fuga e si spera non sia stato accolto in Italia con tutto il seguito di tende, cammelli, harem e volgarità varie.

Resta appena appena lo spazio per infierire e ricordare quei teneri momenti, uno organizzato con la collaborazione di ministre dell’attuale governo, con la presenza di donne italiane e l’altra con la collezione di femmine da indottrinare con il corano, quelle che sono andate perfino in Libia in hotel a cinque stelle, tutto spesato dal dittatore, perchè i soldi che puzzano di sangue evidentemente in certi casi non fanno schifo.

Volevo sapere da queste donne che hanno preso lezioni di democrazia e di civiltà dal dittatore: e ora, come la mettiamo? Potrete davvero mettere questa bella esperienza a curriculum? Perchè la complicità è un gioco semplice. Basta fare finta che tutto sia come in un film.

Per leggere di quel delizioso periodo potete andare qui, qui e qui. Perchè noi abbiamo memoria. Perchè noi non rimuoviamo niente.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.