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Rivoluzioni e ricchezza intellettuale del mondo arabo

Mezzo mondo arabo in rivolta tra (dopo la Tunisia, l’Egitto) Libia, Algeria, Bahrein, Yemen, Kuwait e pure l’Oman. La protesta anche in Marocco. Per sapere qualcosa su quello che sta avvenendo in Libia potete usare Twitter, e talvolta troverete qualche giornalista di Al Jazeera che segue la vicenda.

Noi ci stiamo documentando per tentare di tradurre e condividere con voi le news di queste rivoluzioni censurate.

In generale per parlare della Libia – dove è in atto uno sterminio della popolazione – dobbiamo dire che il governo italiano:

– è corresponsabile della morte dei manifestanti, perchè ha foraggiato ed armato, grazie agli accordi italo-libici, il dittatore.
– ha sempre sostenuto Gheddafi e continua a sostenerlo per far sì che le imprese italiane e in particolar modo l’Eni possano sottrarre le materie prime a gente poverissima.

L’accordo di cui parliamo fu inizialmente sostenuto anche dal  Pd. Bisogna ricordare D’Alema che invitò Gheddafi a parlare tranquillamente in Senato. Possiamo anche solo dire che nonostante Gheddafi in questo momento stia sparando razzi sulla folla, il premier italiano è preoccupato per lui.

Parliamo dunque di personaggi che hanno le mani sporche di sangue dei quali nessun giornale parla in modo corretto.

Per poter spiegare solo quali diritti umani essenziali il nostro governo viola (da anni) con i soldi italiani investiti in Libia possiamo consigliare la visione di questo doc: “Come un uomo sulla terra
Schiavismo, stupri, omicidi, lager. Tutto legale, basta non guardare.

Proviamo a sintetizzare, grazie al post di Marginalia:

“Bisogna tenere conto del “trattato di amicizia” Italia/Libia (firmato nell’agosto del 2008 da Berlusconi e Gheddafi e ratificato un anno fa) e il consolidarsi dei rapporti e investimenti economici reciproci tra i due paesi. Solo recentemente (mentre sulla stampa imperversava il “caso Ruby”) Gheddafi ha acquistato tra le altre cose il 2,01% di Finmeccanica, una quota dell’Eni, altre della Unicredit (diventandone con il 7% il primo azionista) e varie compartecipazioni (Lia, Ansaldo Sts, Agusta Westland, Banca di Roma e Juventus.) D’altro canto Berlusconi (e altre grosse aziende italiane) sono in trattativa per investimenti nei settori delle telecomunicazioni, del gas e del petrolio. Ma oltre il business c’è anche altro: dietro il “trattato d’amicizia”, le scuse e il risarcimento per l’occupazione coloniale italiana della Libia c’è, come sappiamo, il patto sciagurato per il “contenimento dell’immigrazione clandestina” verso le nostre coste. Tra respingimenti, torture e stupri nelle carceri libiche non sappiamo quantificare quanto è costata a donne e uomini migranti l’amicizia tra i due leader, amicizia che la stampa mainstream ha sempre tentato di ridurre agli aspetti meramente “folkloristici” (cammelli, tende, donne e bunga-bunga). “

Il ricatto perenne, quello che Gheddafi pone all’europa, parla di uno stop ai respingimenti ed è su quello, oltrechè su tutti gli inciuci economici di altro genere, che il dittatore pressa affinchè lo lascino a massacrare impunemente le folle.

E conoscendo la gentaglia razzista che siede nel nostro parlamento non abbiamo dubbi che questo argomento sarà più che convincente affinchè il dittatore ottenga aiuti o quantomeno neutralità dai leader europei.

In ogni caso, mentre vi tenete aggiornat* su quello che ancora sta accadendo, giusto per sapere cosa è già accaduto in altri stati, potete leggere la storia di alcune rivoluzionarie in egitto, inoltre c’è uno splendido documento (tradotto in italiano) sulla Tunisia che esiste dopo la rivoluzione. E per concludere vi copio e incollo un articolo della mirabile zia Jo’ che racconta ancora la Tunisia del dopo rivoluzione e credetemi è un racconto che vi interesserà. Perchè queste rivoluzioni sono reali. Sono rivoluzioni in cui la proposta culturale è alternativa. In cui la prima reazione è contro ogni forma di integralismo, nella piena consapevolezza da parte dei rivoluzionari e delle rivoluzionarie che tutto è da ricostruire.

E buona lettura!

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Seppure i principali media italiani non ne abbiano dato notizia in quanto troppo impegnati nella cronaca del bunga bunga SOLAMENTE da un mese e mezzo, sabato19 febbraio si è svolta a Tunisi la marcia per la laicità. Erano presenti diverse migliaia di persone, in maggioranza donne e il corteo ha avuto un ottimo successo nonostante sia stato preparato in un solo giorno: infatti è nato come reazione spontanea all’omicidio di un sacerdote e al tentativo di incendio in una via frequentata da prostitute.

L’ INDIGNAZIONE, invece di attendere che qualche guru mediatico ne facesse uno strumento per spostare masse di voti e prima che venisse montata ad arte, è sorta INCREDIBILMENTE in maniera del tutto spontanea e sfociata ad un solo giorno di distanza dagli avvenimenti in una manifestazione colorata e gioiosa contro il fanatismo, per ricordare al governo di transizione che il popolo ha lottato anche per la laicità, affinchè gli estremisti religiosi violenti siano isolati e circoscritti.

Le donne in particolar modo, dopo gli attacchi subiti da questi folli nella “marcia delle gelsomine” di fine gennaio, chiedono che non venga dato alcun tipo di spazio tra le forze politiche agli integralisti: non solo essi vengono accusati di non rispettare le donne in alcun modo ma anche di essere tra i principali fruitori della prostituzione femminile (paese che vai, ipocrita che trovi..) salvo poi voler compiere azioni punitive “pubbliche” per rimarcare la loro purezza e la loro misoginia spacciata come virtù.

Mi fa un enorme piacere poter constatare che le notizie giunte dal mainstream dei nostri media con il corollario dei timori di Maroni sui tunisini siano tutte delle ABNORMI CAZZATE e che il fervore intellettuale di un paese che si sta costituendo è vivo, partecipe e vigile: del resto non potevo aspettarmi niente di diverso da chi ha appena cambiato la propria storia con un atto di volontà popolare.

Certamente la loro soglia d’attenzione e la loro capacità d’intervento è superiore alla nostra che rasenta lo zero come sappiamo tutti, poiché in Italia il massimo della rivoluzione è parlare male di Berlusconi su facebook. Non sono neppure tanto certa che se una manica di folli crociati avesse tentato di appiccare un incendio contro delle prostitute indifese saremmo scesi tutti in piazza a protestare. Anzi, probabilmente sarebbe successo il contrario, avremmo difeso gli integralisti, ma si sa che io sono una donna molto cattiva e malpensante.

Il prossimo appuntamento per le donne tunisine è ovviamente per l’8 marzo.

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Omicidi sociali, R-esistenze.


2 Responses

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  1. sirius says

    Il link del documento “Come un uomo sulla terra” è errato!

Continuing the Discussion

  1. nuova resistenza » Rivoluzioni e ricchezza intellettuale del mondo arabo – DonGiorgio.it linked to this post on Febbraio 22, 2011

    […] da Femminismo a Sud […]