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Padri separati: violare la privacy del bambino per vendicarsi dell’ex moglie

Chi non ha visto uno di questi padri separati che continuano a molestare (legalmente) la propria ex moglie utilizzando vari media, prima tra tutti la televisione, attraverso la quale la molestia può diventare diffamazione, stalking, una forma di persecuzione come un altra o come l’hanno chiamata gli americani “violenza domestica per procura“.

Si vedono sempre e solo padri. Le madri non ci sono. Le ex mogli non vengono interpellate. Non parlano. Non lo fanno perchè troppo impegnate a scansare le molestie, troppo impegnate tutto il giorno, a differenza di questi padri che sembrano non avere altro da fare, per sopravvivere e mantenere i propri figli, troppo impegnate a smaltire gli anni bui in cui l’ex marito le aveva forse costrette a violenze di ogni tipo, quelle fisiche, quelle psicologiche. Ci piace pensare, e siamo sicure che in molti casi sia così, che le madri non vadano in televisione a diffamare il loro ex marito perchè hanno pudore, sono oneste, hanno dignità e soprattutto hanno a cuore il bene dei loro figli. Perciò la nostra stima nei confronti delle donne non può che crescere.

Lo stalking televisivo, quello in cui ad un uomo viene lasciato spazio per molestare e diffamare la propria ex moglie senza che vi sia alcun contraddittorio, sicure come sono le emittenti che le donne non abbiano la forza economica e forse neanche quella psicologica di poter intraprendere cause legali per difendersi, sicure come sono le emittenti di dare addosso a persone inermi già sfinite da anni di molestie, che non pensano ad altro che a stare un tranquille e a godersi se possibile almeno pochi momenti di libertà, serenità e vita senza violenze. Quello stalking fatto di ricatti psicologici che agiscono sulla società per diffondere odio contro le donne e per chiedere tenacemente una revisione del diritto di famiglia a favore di chi vuole le donne in totale dipendenza dei loro ex, non più in grado di allontanarsi da loro e neppure di decidere se avere una nuova vita, una nuova storia, se accettare un posto di lavoro in un altra città, se portare avanti una gravidanza oppure no. Quello stalking agisce nella vita delle donne tanto quanto nella vita dei bambini.

I padri separati non sono famosi per la loro discrezione. Anzi. Sono dappertutto e in qualunque luogo associano il proprio nome e la propria faccia ad un figlio o una figlia ai quali lanciano messaggi che ne condizionino la crescita. Insegnano odio verso le madri e verso le donne in genere, insegnano alle figlie che se denunceranno un giorno di essere state violentate o picchiate da un uomo non saranno mai credute, così come insegnano ai figli che da grandi potranno compiere qualunque genere di violenza sulle donne perchè tanto troveranno sempre un avvocato falsabusista pronto a difenderli sostenendo che ad accusare è sempre una matta e che l’accusato è sempre innocente. Insegnano ai figli l’odio, il disprezzo, l’astio che loro nutrono per le loro ex mogli. Lo fanno in diretta televisiva, davanti a milioni di telespettatori o a milioni di lettori. Lo fanno senza pudore, senza pensare alle conseguenze, senza curarsi di altri che di se stessi.

Non solo. Registrano ogni intervento fatto affinchè tutti vedano e diffondono quell’esempio di odio di genere su youtube e in tutti i social network non curandosi dell’imbarazzo che può provare un figlio vedendo il padre che si comporta in quel modo.

Non curandosi del fatto che si sta pur sempre parlando della vita di un bambino o di una bambina che prima o poi crescerà, vedrà ovunque tutte quelle prove di totale assenza di discrezione, soffrirà per l’invadenza, per quel tono astioso contro la loro madre che un tempo restava tra le mura di casa e ora invece viene elevato al rango di cultura televisiva e mediatica, testimonianze, gossip, in cui i bambini perdono la possibilità di dire che loro non vogliono entrare in tutto questo, non vogliono saperne, non ne possono più di vedere la faccia del loro padre in televisione, sui giornali, sul web, lo stesso padre che forse non risponde al telefono perchè in realtà non rispetta gli impegni e le scadenze che ogni responsabilità comporta.

Quei bambini domani diventeranno dei ragazzi e delle ragazze, arriveranno su internet e si vergogneranno di dire che quel fanatico che sputa fango sulla sua ex moglie è il loro padre perchè quello al quale assisteranno è lo spettacolo della miseria umana elevata all’ennesima potenza e i figli per fortuna hanno strumenti spesso imprevedibili per difendersi da tutto questo.

Non dovrà sorprendervi poi se quei bambini, da grandi, pur di non vedere associato il proprio cognome a quello di quel padre separato che non perdeva occasione per apparire come un talebano dei diritti umani di donne e bambini, lo cambierà.

Perchè i figli crescono e di sicuro non hanno chiesto di essere messi al mondo, nè che i genitori si separassero ma ancora di più non hanno chiesto di diventare testimonial televisivi inconsapevoli di spot dell’odio contro le loro madri.

Usare i bambini per raggiungere i propri scopi non va bene. Violare la loro privacy è ancora peggio.

Pensate ai compagni di scuola del figlio della tale persona che in televisione ha parlato del bambino in un certo modo. Dove mai vorrà nascondersi quel bambino per non essere coinvolto, per non subire attenzioni non richieste procurate dai comportamenti infantili ed egoisti del padre? Cos’altro potrà fare quel bambino se non chiedere alla propria madre di proteggerlo? E chissà che allora non gli venga perfino imputata una malattia che non esiste

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