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Terrorismo a domicilio

Ieri scrivevamo a proposito del ruolo dei media quando commentano una strage familiare compiuta da un uomo. Parlavamo di esaltazione del femminicida, di istigazione al femminicidio, e ne parlavamo a ragion veduta perchè tutto quello che la stampa scrive in qualche modo giustifica sempre, cerca spiegazioni "razionali" ai gesti atroci che i maschi compiono.

Sono matti oppure sono esasperati o invece è lei, la donna morta ammazzata, che sarebbe causa della sua stessa morte.

Scrivevamo a proposito dei media:

"Cosa stanno avallando?
L’espropriazione terapeutica di figli e beni alle donne per limitare lo
sterminio? Una ricetta imbonitrice per placare gli animi dei maschi
assassini? Una leggina fatta per togliere diritti alle donne e per
quietare i virili assassini
? Cosa c’è al vaglio di questa stagione
governativa: il furto alle donne come tangente alla mafia maschile? E i
quotidiani che fanno esattamente? Che ruolo hanno in tutto ciò? La
mandano a dire? Stanno facendo arrivare il messaggio? Fanno i galoppini
del clan degli estortori? Ci sanno dire, di grazia, qual è il prezzo
che le donne dovrebbero pagare per restare vive?"  


E’ una strana
coincidenza quella che vede il maggior numero di stragi familiari in quel nord che dal punto di vista culturale, sociale, economico e politico, è retto dalla machista lega [secondo quanto dicono la crisi economica sarebbe colpa degli stranieri e … delle donne].

Se fai la ronda per le strade dicendo "non toccate le nostre donne" di sicuro non puoi permettere che le "nostre" donne smettano di rappresentare un possesso e non puoi accettare il fatto che quelle donne decidano altrimenti per le loro vite.

Se fai la ronda per le strade immaginando di essere rambo, quando invece sei la brutta copia della squadriglia dell’inquisizione con i forconi in mano, non puoi smettere di essere tutto ciò quando arrivi a casa.


Non salviamo
il sud, figuriamoci, e sappiamo bene quanto sia atroce l’omertà che nel sud tiene le donne assoggettate al dominio del padri padroni di ogni specie. 


Ci spieghiamo
la differenza analizzando i numeri e ben sapendo che il terrorismo a domicilio che fanno i maschi nelle case in sicilia, per esempio, ha prodotto una specie di assestamento. Le donne sono intimidite a priori. Spesso tacciono, non si liberano e restano in schiavitù. Questo il ricatto. Schiava o muori. E muoiono lo stesso in un modo o nell’altro. Perchè se resti schiava, piena di lividi, assente e senza una vita sei comunque morta anche se fingi di esistere.


Nel nord
, forse e diciamo forse perchè chiediamo aiuto in questa analisi alle nostre sorelle che il nord lo vivono con consapevolezza, le donne erano un pò più abituate all’autonomia, a reagire, ad essere indipendenti, a lavorare nelle fabbriche, ad andare via di casa presto e non solo quando si sposavano.

Diciamo che forse questa ondata di neo-maschilismo – diverso nella sostanza e uguale negli effetti a quelli di qualunque altra forma di maschilismo esistente – che non a caso viene proprio dal nord, espressa nelle proposte di legge della lega e del pdl, accompagnata da una volgare campagna negazionista e di denigrazione, con una cruenta e costante istigazione all’odio contro le donne, ha trovato le donne del nord un pò più impreparate, spiazzate, sorprese.

Forse è proprio il tentativo di riaddomesticarle che sta producendo vittime su vittime.

Noi purtroppo e per fortuna facciamo caso ai dettagli e certamente continueremo nella nostra ricerca e cercheremo di dare corpo e contenuto a questa intuizione.


Quello di cui
ci rendiamo subito conto è però che tutti i soggetti impegnati massicciamente a distruggere le donne compiono una attività di minaccia e intimidazione costante. Poi c’è il terrorismo, ovvero quella azione violenta che diventa sterminio, femminicidio legittimato, istigato, prevedibile, che non arriva mai a caso e mai senza essere stato preceduto da centinaia di altre azioni violente.

Le donne sono vittime di terrorismo ogni giorno in moltissime case:

se non stai con me io ti ammazzo; (fisicamente, economicamente, socialmente, affettivamente)

se fai scelte che non condivido io ti ammazzo;
(fisicamente, economicamente, socialmente, affettivamente)

se la pensi diversamente da me io ti ammazzo (fisicamente, economicamente, socialmente, affettivamente).

Il terrorismo che si struttura e si organizza stabilisce piattaforme, firma documenti e lancia le sue rivendicazioni.

Dopo ogni morte, ogni strage, ogni atto violento rivendica e chiede.

La stampa si fa tramite: sottolinea senza pudore il fatto che i maschi assassini PRETENDONO di non separarsi, di non perdere un’unghia, di poter prendere i beni della ex moglie, di poter usare i bambini come mezzo di scambio.

Ti lascio viva se tu fai così e cosà. Stanno contrattando sul sangue delle donne per andare vittoriosi verso la sconfitta del genere femminile. Perchè sul fatto che le donne (italiane o badanti straniere deportate al servizio dell’italica famiglia) debbano fungere da ammortizzatrici sociali assolvendo quasi gratis a tutte le mancanze che lo stato NON VUOLE risolvere, sono tutti d’accordo.

Lo fanno con tante armi. Quello che non riescono a dimostrare lo inventano. Nel frattempo la propaganda di guerra nega il numero enorme delle vittime. Se in una sola giornata muoiono quattro donne, solo in italia, per mano dei loro ex mariti loro immediatamente chiamano tutte le questure per andare a scovare l’unico atto violento compiuto da una donna. 

E se quell’atto violento non c’è allora bisogna inventarlo, come per le stragi nere che i fascisti all’epoca volevano attribuire alla sinistra. Guerra diversa, stessi metodi.

Avete seguito ieri le televisioni?

Noi abbiamo visto qualcosa, non tutto, solo un paio di dibattiti. Praticamente si partiva dal dato numerico, quello delle vittime di violenza domestica/familiare/maschile per arrivare a immaginare:

a) soluzioni securitarie (certezza della pena e bla bla bla, che poi si traduce in galera per il rom e in impunità, processo con rito abbreviato, sconto della pena, infermità mentale, analisi del ris, prove scientifiche a discolpa se sei italiano ricco di famiglia o hai familiarità con gli ambienti di "legge");

b) soluzioni autoritarie (la riapertura dei manicomi – nei quali sappiamo bene finiremmo noi – vedi Pas, sindrome inventata da uno psichiatra americano filo-pedofilo per impedire alle donne di denunciare violenze che loro stesse e i bambini hanno subito dai mariti/padri, che "padri separati", lega e pdl vogliono portare nelle aule dei tribunali attraverso apposite proposte di legge sull’affido condiviso)

c) soluzioni ecclesiastiche e moralismi a go’ go’ (il valore della famigghia, più comprensione – per gli uomini violenti – rimettere in riga le ragazzine troppo esuberanti, castigare le donne che osano pensare che nessuno è proprietario del loro corpo, farle soffrire, fare abbassare la "cresta" a queste femmine scorbutiche con una feroce campagna sull’alto valore dell’amore, del sacrificio, della sottomissione);

d) soluzioni riformatrici (rimettere mano al diritto di famiglia – come hanno già fatto e stanno ancora facendo – pagando adeguante tangenti ai maschi violenti nella speranza che si accontentino e vadano altrove, magari in altri stati – come per l’accusato dello stupro e omicidio di elisa claps – a fare aumentare le loro statistiche sulla violenza maschile contro le donne);

Non è roba inventata. E’ tutto documentato. Alcuni dicono davvero che quando si stava peggio si stava meglio. E ci terrorizza la coincidenza di questo con il fatto che l’italia è un paese retto da vecchi papponi che volge inesorabilmente verso la restaurazione di modelli culturali e politici che pensavamo di esserci lasciate alle spalle.

Parlano di restaurazione del regime dei pater familias, di affidare la proprietà dei beni solo ai maschi e ai primogeniti (le femmine andranno in convento…), di buttare al macero le donne dopo che hanno figliato.

Bisogna che facciate caso anche a questo: le donne che fanno figli e sono prossime alla menopausa muoiono di più che quelle giovani. Da quello che possiamo vedere (ma è un dato che va ancora analizzato più approfonditamente) tantissime donne che muoiono ammazzate hanno una età che va dai 38 ai 50 anni. 

In genere si stanno separando o sono già separate. Da loro i mariti o gli ex che le ammazzano pretendono che non mettano in discussione quello che considerano una proprietà e a pari merito tale proprietà è rappresentata dalla donna, beni economici guadagnati dalla coppia nel corso della vita in comune o ottenuti per "dote" – come si usa da noi – regalata dal padre della "sposa", i figli.

Quello che non può essere incrinato è il potere maschile sul genere femminile.


La stessa cosa
fa la mafia. Non può certo permettere che si sappia in giro che un "affiliato" che ha sgarrato e si è volontariamente "allontanato" possa allegramente continuare ad esistere. Deve essere tolto di mezzo.

Ma la mafia oramai è storia dato che non hanno più da tanto il primato degli omicidi di questo paese che spetta invece ai maschi di famiglia.

Se una simile attività terroristica fosse stata compiuta contro un qualunque potere di sesso maschile l’italia sarebbe già in mano all’onu, in piena guerra civile, con leggi speciali e task force antiterrorismo a seguire la visione di bin laden identificandolo in qualunque uomo barbuto di religione islamica.

Invece siamo in italia e questa cosa riguarda le donne e tutto quello che succede alle vittime è considerata "colpa" delle vittime. Tutto quello che ci succede è considerata colpa nostra. E quando non ci è sufficientemente chiaro che la pensano così allora i media ce lo spiegano fino in fondo, senza mezzi termini. Ecco perchè è fondamentale lottare perchè vi sia innanzitutto una cultura antisessista, una cultura CONTRO gli stupratori, i pedofili, contro chi realizza questo sterminio, il femminicidio. Una cultura che sia preventiva e che non giustifichi MAI chi compie azioni di questo genere e che realizzi le basi culturali per una società che vuole definirsi civile.

Altrimenti è guerra e basta solo che ce lo diciate. L’autodifesa a quel punto diventa davvero una necessità.

Noi continuiamo a opporci a questo scempio attraverso la cultura, la conoscenza, arma potentissima da usare contro chi non vuole che voi sappiate. Fatelo anche voi. Le donne devono sapere. Gli uomini devono sapere.

Posted in Fem/Activism, Misoginie, Omicidi sociali.


3 Responses

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  1. fikasicula says

    @walai

    😀
    e noi amiamo te!

  2. walai says

    Io vi amo!

  3. Nadia says

    Ottimo articolo.
    Lottare contro una cultura che da soli vantaggi agli uomini, d’accordo, lo sto facendo con mia figlia, sto cercando di insegnarle che una donna non vale solo perchè “un domani” si sposerà e avrà dei figli, e magari in contemporanea lavorerà come una bestia fuori e dentro casa e farà da serva al marito, come invece è stato insegnato a me (di mariti alle spalle ne ho due, e devo dire che sono stata molto, ma molto fortunata).
    Lottare contro una cultura che purtroppo è anche femminile, perlomeno per una parte di donne che non vedono altri modi di essere che quello che ho descritto sopra.
    Noi possiamo, e dobbiamo, seminare, insegnare sempre, ogni giorno, ma credo che la nostra generazione (ho 45 anni) non ne vedrà i frutti. Spero di sbagliarmi, ma temo che un cammino di vera, reale e concreta parità sociale, economica, culturale, affettiva e del diritto sia ancora molto, molto lungo.