Daniela Gardoni è stata ammazzata dall’ex marito. Una morte annunciata. Già denunciato per stalking, lo aveva detto più di una volta che l’avrebbe ammazzata. Lo sapeva un "suo amico". Lo sapeva il vicino di casa. Lo sapevano tutti in paese. Ma nessuno ha ritenuto di prendere sul serio la minaccia fatta contro una donna. Se una tale minaccia fosse stata fatta ad un "uomo", un professionista, un commerciante, un politico, sappiamo che le cose sarebbero andate diversamente.
Chiunque abbia sottovalutato, sia rimasto fermo a guardare, si rifugi in un "non pensavamo", sia lì a fare comunicati stampa imbarazzati e a dire frasi formali di circostanza, è moralmente responsabile di quanto avvenuto.
Chiunque sottovaluti la enorme dimensione del problema. Chiunque neghi che le donne vengono uccise in quanto donne. Chiunque fornisca a questi assassini deliranti ragioni che armano le loro pistole o i loro coltelli.
Chiunque neghi l’enorme proporzione dei delitti compiuti da maschi di "famiglia". Chiunque si serva di dati truccati per fare revisionismo e per favorire il dominio degli uomini sulle donne.
Chiunque istighi la guerra tra uomini e donne dipingendo queste ultime come "cattive", in una vergognosa campagna che arma la mano di ciascun "padre e uomo separato" che spesso va a recitare un copione fin troppo noto nelle televisioni.
Chiunque indichi a fanatici assassini il nome di donne considerate "nemiche", diventando un mandante, consegnando loro l’arma che produrrà sicuramente altri delitti.
Chiunque faccia questo e molto di più E’ responsabile sul piano culturale, morale, sociale, di ogni femminicidio, di ogni stupro, di ogni atto d’odio contro le donne.
La banalità del "male" e l’indifferenza del "bene" sono cose che abbiamo studiato a proposito di sterminio di popoli e culture. Lo sterminio contro le donne non è mai finito e si svolge ogni giorno, ogni momento, in ogni casa ad opera di un marito, padre, convivente, conoscente, fidanzato, ex.