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Il Patriarcato fascista e la famiglia come ammortizzatore sociale

Il programma del governo sulla famiglia non è affatto nuovo. E’ stato già attuato in epoca fascista. Perciò vi propongo un capitolo tratto dal volume “Il Novecento”  de “La Storia delle donne” di Georges Duby e Michelle Perrot. L’intera fantastica opera – composta da cinque volumi: L’Antichità, Il Medioevo, Dal Rinascimento all’età moderna, L’Ottocento e infine Il Novecento – è nel catalogo della Laterza Edizioni. Ho chiesto alla casa editrice se per motivi militanti, per informare sul passato che tante analogie, tenendo in debito conto le ovvie differenze, ha con il presente, potevo pubblicare interamente il capitolo: “Il Patriarcato fascista: come Mussolini governò le donne italiane (1922-1940)” di Victoria de Grazia tratto dall’ultimo volume. Mi hanno detto di si, che aderivano alla “Pregevole iniziativa” con l’unica raccomandazione di non modificare nulla.

Ringrazio quindi la Laterza e vi propongo il capitolo che può davvero essere utile per capire da dove veniamo ma anche in che pantano siamo rimasti impigliati.

Il Patriarcato fascista (I° paragrafo)

La ridefinizione della politica sessuale (II° paragrafo)

L’eredità del patriarcato liberale (III° paragrafo)

Le origini e le caratteristiche della politica sessuale fascista (IV° paragrafo)

La politica riproduttiva (V° paragrafo)

La politica della famiglia (VI° paragrafo)

La politica del lavoro (VII° paragrafo)

L’organizzazione politica (VIII° paragrafo)

**************

La famiglia non mi piace. A me piacciono le relazioni tra persone che liberamente scelgono di stringere vincoli di amore, amicizia, sesso e solidarietà. La libera scelta in questo caso mi pare essenziale perché non ci possono essere relazioni dove c’e’ costrizione. Parlo di quella costrizione che deriva dalla condizione di dipendenza reciproca che sta nelle intenzioni del progetto di governo. Parlo del fatto che nelle proposte fin qui sentite non si parla di autosufficienza, di investimento sull’individuo perché possa poi realizzare per scelta e con il massimo della libertà un vincolo di qualunque genere senza discriminazioni di sesso, eta’, religione..

Quello di cui si parla è invece un vincolo monetizzabile. La famiglia come ammortizzatore sociale. Come soluzione alla crescente precarietà, alla disoccupazione di uno o più membri della famiglia, certamente i soggetti più deboli, tra questi soprattutto le donne. Come soluzione alla carenza strutturale di servizi per l’infanzia, per gli anziani, per i disabili. Come soluzione ad una economia che spreme molti a vantaggio di pochi. Come soluzione alla mancanza di fondi pensionistici.

Così vivere tutti assieme, pagare un solo affitto o un solo mutuo, dividere la spesa e le bollette e soprattutto riconsegnare totalmente i ruoli di cura alle donne, diventa la geniale trovata per risolvere problemi che nessuno evidentemente vuole affrontare.

Alle donne italiane peraltro è attribuito un ulteriore ruolo: devono partorire. La crescita demografica viene immaginata come l’unica scelta possibile per evitare l’estinzione dell’umanità. Eppure a me non sembra che siamo arrivati a questo punto. Si nasconde invece una semplice verità: i figli di razze diverse dalla nostra non piacciono. Non sarebbero affidabili. I figli “italiani” invece pare siano il modo per affollare il mercato di ulteriore manodopera a basso costo. Così la domanda aumenta di più, l’offerta diminuisce, gli stipendi calano, la precarietà cresce ancora e con i contributi raccattati qua e la’ si vorrebbero pagare le pensioni a chi ha avuto la fortuna di percepirle.

La famiglia “italiana” diventa nella fantasia dei legislatori lo strumento attraverso il quale esseri affidabili promettono di prendersi cura l’uno dell’altro e le donne di tutt*. Così i ruoli saranno prescritti per “legge”. Diventano un obbligo e non solo dal punto di vista morale. Ma non tutti sono affidabili. Vengono riconosciuti tali solo quelli che non hanno fregole di autodeterminazione e libertà. Quelli che sanno rispettare le regole, che alla responsabilità dello Stato sostituiscono volentieri il proprio senso di colpa, l’abnegazione, quel portarsi addosso “la croce” che tanta santità ha portato nella vita di schiave mai liberate. Donne che devono ritornare al loro posto a fare quello che la patria chiede. Alle famiglie spetterebbero “premi”, appoggi. Agli individui nulla. Alle donne che figliano si promette supporto, a quelle che non ne hanno voglia o non possono o vorrebbero farlo in contesti diversi dalla famiglia tradizionale, invece niente. Zero. Tutta qui la politica sociale che propongono…

Perciò vengono esclusi dall’area dei diritti civili tutti quelli o quelle che non sono riconosciut* come potenziali genitori o genitrici. Vengono puniti, persino. Anzi si decide quale deve essere la famiglia “tipo”. Lo dice la chiesa: etero, bianca, cattolica, sposata con rito civile e possibilmente anche in chiesa.

Il programma del governo non è affatto nuovo. Come dicevo: E’ stato già attuato in epoca fascista. Perciò vi propongo di leggere “Il Patriarcato fascista”. Perchè sia uno strumento di comprensione del presente. Buona lettura e se potete raggiungeteci in questi giorni durante le mobilitazioni di Norme Normali.

Posted in Fem/Activism.


5 Responses

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  1. FikaSicula says

    Scusate del ritardo della risposta ma sono stata un poco assente.
    Sono contenta che l’iniziativa sia stata apprezzata.
    Cretox: è vero che è una cosa difficile da sbrogliare e con il governo attuale è molto complicato… Proviamo comunque almeno a capire cosa sta succedendo.
    Stobados: no, non ho aggiornamenti sulla questione. Se c’e’ qualcosa che può essere resa pubblica sicuramente rifaremo un passaparola…

  2. Stobados says

    Sai qualcosa delle ultime vicende di Bologna e della ragazza stuprata? Grazie ciao.

  3. cretox says

    «Così vivere tutti assieme, pagare un solo affitto o un solo mutuo, dividere la spesa e le bollette e soprattutto riconsegnare totalmente i ruoli di cura alle donne, diventa la geniale trovata per risolvere problemi che nessuno evidentemente vuole affrontare.»
    Interessante punto di vista. Non ci avevo mai pensato in questo modo… Uhm, credo sia un nodo difficile da sbrogliare. Sicuramente non con questi governi.

  4. hama kitama says

    grazie aver proposto il capitolo. anche io – che ho tutti e 5 i volumi – trovo l’iniziativa di pubblicarli qui pregevole.

  5. Mitsuko T. says

    Molto interessante, tutto il capitolo…
    Grazie per la segnalazione!

    :*

    Mitsu