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Il Patriarcato fascista: come Mussolini governò le donne italiane (1922 – 1940)

 Di Victoria de Grazia [da “La Storia delle Donne” di Georges Duby e Michelle Perrot – volume: “Il Novecento” – Laterza Edizioni]

Per comprendere la condizione delle donne italiane durante la dittatura di Mussolini bisogna tener presenti due interrogativi fondamentali. Primo, cosa ci fu di specificamente fascista nell’oppressione delle donne in Italia tra le due guerre? Secondo, può lo studio della condizione delle donne rivelarci una prospettiva nuova sul tipo di regime instaurato dai fascisti? La risposta è, in sintesi, che la dittatura mussoliniana costituì un episodio particolare e distinto del dominio patriarcale.  Il patriarcato fascista teneva per fermo che uomini e donne fossero per natura diversi. Esso politicizzò pertanto tale differenza a vantaggio dei maschi e la sviluppò in un sistema particolarmente repressivo, completo e nuovo, inteso a definire i diritti delle donne come cittadine e a controllarne la sessualità, il lavoro salariato e la partecipazione sociale. Alla fine, questo sistema si rivelò parte integrante delle strategie dittatoriali di rafforzamento quanto la regolamentazione corporativa del lavoro, le politiche economiche di tipo autarchico e il bellicismo. Le concezioni antifemministe furono parte del credo fascista al pari del suo violento antiliberalismo, razzismo e militarismo.

Dobbiamo quindi considerare il dominio fascista qualcosa di sostanzialmente differente da quello esercitato durante il “patriarcato liberale”, come è stato talvolta definito l’oppressivo sistema dei rapporti tra i sessi prevalente nelle società occidentali del XIX secolo. Si dovrebbe parimenti distinguerlo dal “patriarcato sociale”, termine coniato recentemente per sottolineare lo status di “cittadini di seconda classe” rivestito dopo la II guerra mondiale dalle donne negli Stati assistenziali capitalistici, il prototipo dei quali era stato la socialdemocrazia svedese degli anni ’30. Allo stesso modo la prassi fascista nei confronti delle donne presenta sufficienti analogie con quella nazista da giustificare il fatto di essere vista in una prospettiva comune. La politica sessuale fascista costituisce di solito materia per quello che potremmo definire approccio “interno”, capace cioè di considerarla separatamente dai processi a più lungo termine dello sviluppo nazionale. Esso rischia però di attribuire al regime mussoliniano trasformazioni come i progressi dell’istruzione femminile negli anni ’30, la diminuizione del tasso di mortalità infantile e persino spinte molteplici della cultura di massa senza peraltro spiegare quel modello di incuria e protezionismo, di premuroso maternalismo e boria maschilista, di modernità e illibertà che fu tipico del dominio fascista. Queste caratteristiche apparentemente contraddittorie della dittatura mussoliniana, al pari delle contrastanti reazioni che suscitarono nelle donne, si spiegano meglio considerando il fascismo come un nuovo sistema di sfruttamento a base sessuale, rispondente a strategie di consolidamento del potere nazionale.

Posted in Fem/Activism.


4 Responses

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  1. FikaSicula says

    Grazie Lea.
    ma ci farebbe piacere dare un’occhiata anche alla tua tesi 🙂
    o a pezzi della tua tesi se ce l’hai già in versione digitale. secondo me sul novecento e le donne più informazioni ci sono meglio è.
    facci sapere.
    ciao

  2. Lea says

    Proprio contenta di avervi trovate! Ho letto il libro di Victoria de Grazia anni fa, facendo la tesina per la fine delle superiori (trattava la condizione delle donne nel novecento). Ero intenzionata a mettere la tesina in internet… ma il lavoro è noioso e complesso, metterò direttamente un link al vostro sito, che tratta bene l’argomento! Grazie e un bacio!

  3. maddalena says

    Salve a tutte!
    Sono molto felice di aver scoperto questo BLOG!
    Mi piacerebbe molto essere contattata dalle autrici.
    Da anni mi occupo degli stessi-identici argomenti e sarei molto più serene e soddisfatta se avessi l’ occasione/opportunità di “condividere” e “scambiare” opinioni, umori, passioni.
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  4. anna says

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