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Emilia Romagna, interrogazione alla Regione: quante diagnosi di Pas?

Quello che succede in Veneto, dove, secondo il Corriere, il 60% di affidi conflittuali viene risolto con una diagnosi di Pas, potrebbe succedere anche altrove e per questo il consigliere regionale capogruppo della federazione della sinistra Sconciaforni presenta una interrogazione. Registriamo per continuare a documentare la materia e vorremmo anche noi, in effetti, sapere quante sono le diagnosi di Pas in Italia e come e perché si sia arrivati a questo. Perché al di là del fatto che la Pas non sia una malattia ci piacerebbe sapere se nelle regioni e ovunque ci si ponga il problema di come prevenire. Prima di lasciare che intervenga la psichiatria c’è molto altro da fare. In tutto ciò però vorremmo si smettesse di pensare che Pas corrisponde a genitore violento perché è lesivo della reputazione di tutti i genitori che vi hanno fatto ricorso. (Oltretutto presto o tardi la faccenda potrebbe cambiare e potrebbero essere le madri a usarla in modo spregiudicato.)

E’ una inutile semplificazione e rimuove un grosso problema che resta irrisolto quando il conflitto tra due genitori non permette ad uno di questi di esercitare la genitorialità. Ci sono tanti casi in cui gli adulti non riescono minimamente a gestire la propria separazione mettendo al primo posto l’interesse del bambino. I bambini diventano scudi umani e il loro affetto viene orientato a seconda delle circostanze. Ci sono genitori che usano i figli per vendicarsi dell’altro genitore ma questa cosa, contrariamente a ciò che si pensa, non avviene a senso unico. Avviene anzi di più nella misura in cui è il genitore affidatario a possedere più occasioni e più opportunità per gestire le relazioni del proprio figlio.

Fino a che in Italia si continuerà a perpetuare il modello della madre santissima e del padre orco, con buona pace della divisione dei ruoli di cura, non faremo che schiacciare ogni persona, genitore, nell’interpretazione di modelli comportamentali ambigui e negativi anche quando sono lontani dalla propria indole. Quello che si crea è un cortocircuito sociale o un ripristino di ruoli anacronistici che tutti quanti sembrano appoggiare. La mamma deve fare la mamma e il padre deve fare il padre. Già. Ma cosa deve fare la mamma? Cosa deve fare il padre? Adesso, nel 2012. Buona lettura.

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Quest’oggi il capogruppo della Federazione della Sinistra, Roberto Sconciaforni ha presentato una interrogazione alla giunta regionale dell’Emilia – Romagna, per appurare se e in quali casi sia stata diagnosticata la presunta sindrome da alienazione genitoriale (PAS), non riconosciuta dalla comunità scientifica, all’interno delle ASL della regione.

Sconciaforni, inoltre, interpella la giunta in merito alle azioni che questa intenda intraprendere per evitare che la PAS venga inserita all’interno del nostro ordinamento.

Di seguito il testo dell’interrogazione:

Al Presidente dell’Assemblea Legislativa

della Regione Emilia-Romagna

                                                                  SEDE

Interrogazione a risposta scritta

PREMESSO CHE

  • La Sindrome da alienazione Genitoriale o PAS (dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome) è una controversa sindrome  e ipotetica dinamica psicologica disfunzionale che, secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard Gardner, si attiverebbe in alcune situazioni di separazione e divorzio conflittuali non adeguatamente mediate. 
  • E’ attualmente in discussione un ddl (957) nazionale che sancirebbe l’introduzione della PAS nel nostro codice civile

VALUTATO CHE

  • Detta presunta sindrome non è ufficialmente riconosciuta ne in campo nazionale ne in campo internazionale, tanto che la Associazione Psichiatrica Americana ha rifiutato di inserirla all’interno della stesura del prossimo manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DMS 5 o DMS V) 
  • La PAS non è inserita nella classificazione internazionale delle malattie (ICD) promulgata dall’OMS

VALUTATO INOLTRE CHE

  • Nel rapporto dell’ONU contro la violenza di genere a cura di Rachida Manjoo e in specifico nella parte riguardante l’Italia  si sottolinea che: “al momento la letteratura scientifica ed i professionisti legali internazionali sono unanimi nell’affermare l’inesistenza della PAS e la sua inammissibilità nelle sede legali, e altresì sulla necessità di ulteriori approfondimenti su ricerche e studi prima che nuove teorie possano essere utilizzate in complesse e delicate questioni collegate alla cura dei figli nei casi di sperazione”
  • Nel rapporto ombra elaborato dalla piattaforma italiana “Lavori in Corsa: 30 anni CEDAW” in merito allo stato di attuazione da parte dell’Italia della Convenzione ONU per l’Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione nei Confronti della Donna (CEDAW),  si sottolinea l’infondatezza delle basi scientifiche della PAS e i rischi di un utilizzo strumentale della stessa nei casi di separazione, anche in presenza di gravi violenze.
  • Sono già diversi i casi in Italia in cui questa presunta sindrome, nonostante non sia inserita nel nostro ordinamento, viene utilizzata nelle controversie per l’affidamento dei figli minori

SI RICHIEDE

  • Se e in quanti casi sia stata diagnosticata la PAS all’interno delle ASL dell’Emilia – Romagna
  • Quali iniziative intenda intraprendere la giunta affinché, considerati i pareri sfavorevoli della comunità scientifica internazionale, detta sindrome non sia inserita all’interno del nostro ordinamento,
  • In caso ci siano già state diagnosi di PAS sul territorio regionale, in che modo e con quali azioni, la giunta, intenda intervenire.

Bologna, 16/10/2012

Il Consigliere

Roberto Sconciaforni

 

—>>>Linee guida per parlare di Pas

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Posted in Pas, Pensatoio.


5 Responses

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  1. Dadtux says

    Secondo me l’interrogazione è inutile. La PAS viene stabilita dai CTU, non dalle asl.

  2. maralibera says

    @veromummio

    no, non c’è un fraintendimento. so chi sei. fikasicula ce lo ha detto e non ho nulla – anzi – contro di te. però forse è vero, la mia risposta era un minimo prevenuta. scusami tanto.

    rispetto a ciò che dici: “Quando parlo di antagonismo alla PaS in malafede, teso solo a tenere invariati i rapporti di forza e di genere nella nostra cultura, non mi riferisco a questo post nè al collettivo FaS, ma a tutto ciò che è intorno e che anche voi combattete.

    sono perfettamente d’accordo. è una sintesi precisa che io non sono stata in grado di fare e ti ringrazio per questi commenti che comunque ci danno uno spunto in più per tentare di spiegare anche cosa stiamo facendo. 🙂

  3. vero mummio says

    mara:
    “lo posso dire che è una conclusione un po’ azzardata dire che la Pas sia una risposta necessaria perché le donne sono cattive? (sintetizzo)”

    Certo che puoi dirlo, ma io non ho mai detto che la Pas sia una risposta necessaria alle donne cattive (???), innanzi tutto perchè non credo sia necessaria, in quanto rischia di diventare solo una guerra tra autoritarismi, e poi perchè non credo che le donne siano cattive (poi forse ha pure ragione Hobbes e gli umani son tutti cattivi e le donne essendo umane sono anch’esse cattive eh, però di sicuro io non credo che la cattiveria sia una caratteristica tipica di un genere piuttosto che di un altro)

    “e infatti noi nel trattare questo problema abbiamo decostruito eccome la cultura sessista di cui parli e siamo all’oggi che è il tempo in cui diciamo che la pas non va bene e la domanda è “ma perchè, tutto il resto va bene?” e la risposta è no.”
    E infatti io non critico affatto nè il post, nè tantomento Femminismo a Sud, anzi sono piacevolmente colpito dalla vostra coerenza e correttezza logica che si evince anche da post come questo.

    “la pas non è una soluzione perché la cultuta che ispira la pas è il problema. detto questo andiamo avanti, almeno noi, mentre vediamo che in questi giorni sulla stampa aleggia un’aria da caccia all’untore…”
    Sono assolutamente d’accordo e vi leggo volentieri infatti e vi sostengo pure.

    La mia ripeto non era una critica, ma un tentativo di spiegare come secondo me si sia arrivati a cose come la PaS partendo dall’esigenza di diritti genitoriali paterni.
    Quando parlo di antagonismo alla PaS in malafede, teso solo a tenere invariati i rapporti di forza e di genere nella nostra cultura, non mi riferisco a questo post nè al collettivo FaS, ma a tutto ciò che è intorno e che anche voi combattete.

    Da qualche commento che ho fatto in questo blog mi pare che comunque tra vero mummio, e il blog regni un certo fraintendimento di fondo.
    Io non vengo qui a commentare in rappresentanza di alcun gruppo, nè di alcun movimento, nè di alcun forum (dal quale per altro son stato bandito per eresia ai dogmi recentemente radicati e improvvisamente definiti come dottrina unica).

  4. maralibera says

    @veromummio

    lo posso dire che è una conclusione un po’ azzardata dire che la Pas sia una risposta necessaria perché le donne sono cattive? (sintetizzo) Perché quei ruoli di cui parli non li ho imposti mica io e neppure mia madre o mia nonna. Di mezzo ci sta una cultura patriarcale che ha deciso che la madre è la madre e il padre è il padre e il padre o è autoritario, un po’ una merda, o semplicemente non è. la divisione tra vittime e carnefici arriva da una cultura che non è la mia. e chiarendo che le donne sono veicolo di cultura patriarcale tanto quanto e ultimamente pure di più comunque sono quasi d’accordo con te.
    dici: “Quindi in sostanza la PAS è un metodo sbagliato, autoritario e pretestuoso a cui io sono contrario, però è la risposta ad una cultura sbagliata, autoritaria e pretestuosa che io combatto.
    Andare contro la PAS senza decostruire la cultura sessista che l’ha resa un cavallo di battaglia equivale ad avallare la cultura sessista stessa in maniera nemmeno del tutto inconsapevole.

    e infatti noi nel trattare questo problema abbiamo decostruito eccome la cultura sessista di cui parli e siamo all’oggi che è il tempo in cui diciamo che la pas non va bene e la domanda è “ma perchè, tutto il resto va bene?” e la risposta è no.
    la pas non è una soluzione perché la cultuta che ispira la pas è il problema. detto questo andiamo avanti, almeno noi, mentre vediamo che in questi giorni sulla stampa aleggia un’aria da caccia all’untore…

  5. vero mummio says

    Allora, io credo che il problema PAS stia a monte.
    Credo che tutto parta dalle fondamenta della cultura occidentale che è fatta di stereotipi di genere, la quale vede nella donna e nel bambino in quanto tali le vittime da tutelare a prescindere, e nega all’uomo lo stesso ruolo senza sè e senza ma.
    Le leggi in materia di divorzio, partendo da questo presupposto hanno creato schemi che di fatto rendono l’uomo il soggetto più debole legalmente.
    In un contesto culturale normale e privo di stereotipi di genere, alle associazioni di padri separati sarebbe bastato evidenziare la discriminazione della figura paterna per vedersi riconoscere dei diritti di base.
    Invece questo non è bastato, perchè le risposte che la società civile occidentale ha dato a questi padri son state le seguenti “si devono tutelare donne e bambini e voi siete uomini, non è nel vostro ruolo chiedere diritti”, “il rapporto madre prole è fondamentale per natura, quello tra padre e prole no, v’attaccate al tram perchè è nell’interesse del minore tutelare il diritto genitoriale della madre estromettendovi completamente da qualsiasi diritto genitoriale”.
    Non potendo quindi chiedere esplicitamente un diritto genitoriale i padri hanno potuto solo aggrapparsi alla PAS, una sindrome inesistente (come la maggior parte delle sindromi psichiatriche riconosciute ufficialmente), che non è stata riconosciuta, non per motivi scientifici ma perchè avrebbe eluso le fondamenta discriminatorie della cultura occidentale.
    Ma in una realtà normale e priva di ruoli di genere, non è che ci voglia un genio per capire che in materia di divorzio bisognerebbe tutelare i diritti di tutte le persone coinvolte, e non ci vuole nemmeno un genio per capire che non serve una finta sindrome certificata per capire che ad un minore faccia bene avere un rapporto con entrambi i genitori a prescindere dal genere dei genitori stessi.
    Quindi in sostanza la PAS è un metodo sbagliato, autoritario e pretestuoso a cui io sono contrario, però è la risposta ad una cultura sbagliata, autoritaria e pretestuosa che io combatto.
    Andare contro la PAS senza decostruire la cultura sessista che l’ha resa un cavallo di battaglia equivale ad avallare la cultura sessista stessa in maniera nemmeno del tutto inconsapevole.