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#Precarietà: la rabbia è amore!

La precarietà ha delle conseguenze. Perché tutto costa, anche l’aria, e se non ce la fai e per disgrazia contrai qualche debito con la speranza di migliorare la tua situazione allora vedi arrivare gli esattori che ti pignorano macchina, casa, mobili, di tutto. Avete mai visto in faccia un esecutore di uno sfratto? Bisogna guardarlo bene perché a prima vista è fatto come voi, ma nel cuore ha una pietra di merda calcificata nel tempo.

Tante persone soffrono e non riescono neppure a parlare di ciò che vivono perché tutti fanno a gara a farti sentire in colpa. Tutti ti dicono che sei tu che non ce la fai ed è tutta colpa tua. Come se fosse una colpa quella di tentare di campare e di costruire un futuro.

Nel frattempo ti ammorbano di pubblicità che ti fanno credere che le banche sono tue amiche e che le finanziarie ti faranno prestiti a costo zero per continuare a farti spendere e per lucrare sulla tua esistenza. Poi non riesci a pagare una rata e tu dici che hai un lavoro precario, perciò ti prendono l’automobile, che è il mezzo che ti serve per andare a lavorare, così tu non puoi più neppure fare quello e dunque si prendono i tuoi occhi, la tua vita, si prendono tutto.

Ci sono persone che saltano un mese d’affitto e vengono buttate in mezzo alla strada. Persone che si indebitano per comprare da mangiare e poi pagano con gli interessi fino alla fine dei loro giorni.

E’ una situazione generalizzata, che c’entra anche con la questione dei consumi, perché bisogna anche ripensare a quali sono le nostre priorità ché non riesco ad essere solidale con chi fa debiti per comprare un televisore al plasma. E non credo neppure che questo oramai avvenga perchè è quello che vogliono farci credere mentre ci dipingono come persone vuote votate al superfluo. Le persone disperate risparmiano anche sulla carta igienica e consumano le scarpe che hanno ai piedi fino a che non sono inutilizzabili. Riciclano abiti e alimenti, arredano da se’ le proprie stanze, sempre che abbiano le stanze, e se non sanno dove andare stanno accampati qui e là facendo attenzione ai nazisti che vanno ad incendiare le baracche ché tanto i poveracci sono tutti criminali, questo è chiaro, no?

Tutta la disperazione e l’aspetto umano della faccenda viene sempre e volutamente rimosso, perché è più comodo dire che i movimenti di lotta per il diritto alla casa, quelli che occupano o che concretamente si oppongono agli sfratti, sono cattivissimi, o che la latitanza sul pagamento delle rate alle banche usuraie sia un reato o che la gente che si incazza in piazza sia “violenta”.

A fare da scudo ad uno Stato che arricchisce industrie e privilegiati e che se la prende con precari e pensionati, a fare da barriera di difesa alle banche e alle finanziarie che massacrano le nostre vite c’è la polizia, i gendarmi, le forse del dis-ordine, dove l’ordine sociale sta per cieca obbedienza e violazione di diritti umani primari, il diritto alla casa, al reddito, al cibo, ad un tetto, all’istruzione, alla sanità. Polizia e Tso per sedare la ribellione, com’è successo a Malika, a Firenze, psichiatrizzata perché non voleva lasciare la casa dalla quale era stata sfrattata, lei, bombardata di farmaci mentre era incinta di cinque mesi.

Così alla gente disperata non resta che suicidarsi. Lo dico perché quando si suicida qualcun@ e si dice che lo ha fatto per disoccupazione o per debiti sembra che siano fatti isolati ma in realtà sono troppe le persone che si suicidano e troppe quelle che sono morte prima ancora di farlo per davvero.

Tante persone alle quali è inibita la rabbia, che non hanno neppure il diritto di lottare, che non sanno che cazzo fare per esistere perchè la loro r-esistenza è già di per se’ un fatto criminale.

Accanto a noi ci sono tante persone che vivono piene di problemi e non si può restare indifferenti a meno che non hai il culo caldo e non te ne frega niente. In generale però il presente è fatto di anime in pena che non sanno a quale santo votarsi e non lo vogliono neppure quel santo perché vogliono autodeterminarsi.

La precarietà si prende tutto: il tempo, i diritti, i bisogni. La precarietà ti ruba anche l’amore. Perciò bisogna stare insieme, amandoci, amandovi, con legami di struggente passione e solidarietà, perché la disumanità non merita udienza. La rabbia è amore, amica mia, amico mio, non ti devi suicidare. Piuttosto vai a spaccare il mondo e vaffanculo.

—>>>Storie di vita e lotta precaria: scrivi a femminismoasud[chiocciola]inventati.org

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