[La vignetta è di Val ed è solo uno dei gesti bellissimi di solidarietà che abbiamo ricevuto in questi giorni. Segnaliamo, perché più recente, il post di Cristiana Longhi. Grazie a tutt* per il supporto. Grazie davvero!]
Infine eccoli, per ultimi, dopo aver commentato singolarmente sui vari facebook e twitter e sui blog di Lipperini e Terragni. Dopo che pezzi di quella redazione ci hanno dato delle fasciste, staliniste, proscrittrici, ché dimostravano le reazioni “indignate” a partire da certi salotti radical chic, quelli che sono soliti frequentare i firmatari e le firmatarie delle petizioni aventi ad oggetto il diritto di manifestazione di Casapound, colleghi, colleghe del bel mondo del giornalismo italiano. Soggetti ai quali in epoca di revisionismo riesce semplice far passare come buona l’idea che la sinistra debba dialogare coi fascisti. Ambiti culturali che se gli parli di antifascismo ti dicono che sei prossima alle Br, ché se non credi alla favola dei fascisti del terzo millennio ti dicono che sei estremista e se contesti la faciloneria e la superficialità d’approccio con i neofascisti ovviamente fanno fronte comune. Sicché una critica politica viene ridotta a mera questione corporativa e personale. Cosa non farebbe certa gente per sfuggire alle critiche politiche e per criminalizzare il dissenso.
A noi di fatto viene impedita la libertà di esprimerci senza essere insultate, senza queste innumerevoli prove di discredito, una dopo l’altra, uno stillicidio che continua da una settimana, che attiva in ogni angolo del web ancora altri pruriti di linciaggio, per isolarci, scomodando firme note e meno note del giornalismo italiota. Una caccia alle streghe. Noi, al rogo virtuale, per aver pubblicato un post dal titolo “Chi ha sdoganato Casapound“, il cui link, ovviamente, questi giornalisti professionisti iscritti all’ordine, dimenticano sempre di fornire nei loro acidi articoli. Ci viene impedita dunque la libertà di dire che chi ha scritto in modo superficiale di Casapound ha contribuito allo sdoganamento della cultura neofascista facendola apparire come un mero fatto di costume. Sdoganare sta per sdoganare. Ovvero: “in senso figurato quando a seguito dell’affermazione di una persona autorevole, l’opinione di un intellettuale, un giornalista importante o una qualunque figura di prestigio, si viene a percepire in modo diverso qualcosa che prima veniva considerato in modo negativo, tabù, o anche illegale“.
Leggi bene, Metilparaben, ché di “fiancheggiamento” hanno parlato quelli che ci calunniano e che ci vogliono omertos* perché nel nostro post non lo trovi scritto da nessuna parte. E siamo comunque liet* di apprendere che ti unisci al coro di chi parla di metodi da regime non democratico mentre ti dici contrario alla chiusura delle sedi di Casapound che perfino la figlia di Ezra Pound non vuole sia associata al nome di suo padre. (Che vista: saremmo noi il pericolo per la democrazia e non Casapound, capito gente?)
Ci viene insomma impedita la libertà di ricordare, documentare, chi ha detto e scritto cosa a proposito dei neofascisti in Italia. Ci viene impedita la libertà di critica a chi si immagina libertari@ e confonde l’antifascismo con una chiacchiera salottiera, a chi rivendica di aver firmato appelli per il diritto di manifestare di Casapound ma poi spende e spande parole bieche, perfide, insultanti, lievemente islamofobe, anche sessiste, nei confronti di quelle che etichettano come “esagitate femministe a sud” pur di non vedere quelle firme pubblicate sul nostro blog.
L’articolo, l’ulteriore attacco a noi, arriva ovviamente dalle pagine de Gli Altri, quel brutto esempio di Foglio che dai tempi di Sansonetti ha sciorinato pezzi di cose dialoganti coi fascisti e che si dà una ripassata di libertarismo chiamando a raccolta articoliste che parlano di argomenti trendy (postporno, sexworker, old-maternalist-feminism).
Ancora calunnie, perfidi, attribuendoci perfino la responsabilità di commenti facebook, uno in realtà, subito cancellato, di probabili detrattori che pur di screditarci farebbero qualunque cosa (noi, infatti, non abbiamo mai parlato di foto!). Dimenticando che in questa settimana trascorsa a r-esistere, dopo che ci è stato attribuito perfino di essere mandanti morali di percosse e uso di pallottole, il nostro lavoro ha rischiato di essere vanificato, giacché la bella famiglia di giornalist* in giro per il web ha ospitato e dato fiato a commenti di tanta feccia antifemminista che ci odia in virtù del nostro lavoro contro la violenza sulle donne; dimenticando che noi facciamo mille cose importanti 365 giorni all’anno e che Femminismo a Sud è un patrimonio gratuito che appartiene a tantissime persone che vivono questi spazi, li attraversano, vi contribuiscono, li usano come punto di riferimento, come risorsa, come fonte di informazioni fondamentali per questioni delle quali il bel mondo del giornalismo italiano NON si vuole occupare. Ovvero, quando colpite Femminismo a Sud colpite uno spazio critico militante e colpite tutte le persone, e sono veramente tante, che anche attraverso Femminismo a Sud conducono battaglie, serie, contro mille motivi di oppressione che in questo brutto tempo massacra donne, uomini, lesbiche, trans, precarie/i, migranti, antirazzist*, antifascist*, femminist*, antispecist* etc etc etc. Vale a dire che rendete solo un gran servizio a fascisti e repressione, ad autoritarismi e contesti egemonici e corporativi. Ma tant’è…
Certo non ci sorprende come prioritario per la redazione de Gli Altri possa essere urlare alla lesa maestà da parte di quest* sconosciut* bloggers targat* Femminismo a Sud invece che occuparsi, per esempio, delle vittime delle aggressioni fasciste in Italia o delle oltre cento e passa vittime della violenza maschile durante il 2011. L’ultima cosa della quale tutt* si ricorderanno per la fine del 2011, infatti, è che il nemico da abbattere per molti giornalisti e giornaliste italian* è certamente Femminismo a Sud.
Si sorprendono in quella sede, ovvero nella redazione de Gli Altri, che dalle nostre parti l’arrabbiatura fu ed è tanta dopo la strage di Firenze (dovevamo agitarci di meno? dalle vostre parti siete forse così abituati a vedere ammazzare degli uomini da un neofascista per il colore della loro pelle?) e poi ovviamente giocano a disinformare pur di non dire che quei nomi che abbiamo copiato dal sito di Casapound erano e restano firmatari di un appello che per noi NON E’ condivisibile, nomi che come si può vedere in questa occasione non firmerebbero mai a favore di gente come noi. A Casapound diritto di manifestazione e a Femminismo a Sud un articolo di denigrazioni dopo giorni e giorni in cui ci si dice che quel post non s’aveva da fare. A loro la piazza reale e a noi neppure quella virtuale.
Ovvio che tutta la faccenda continua ad essere ridotta al testo del nostro post, ai punti e virgola, alle parentesi, al troppo breve o troppo lungo, al troppi link e pochi link al troppo o troppo poco, al formato elenco o rassegna stampa. C’è perfino chi tra i commenti all’articolo della Terragni, che tra una battuta e l’altra zittisce un intervento di un antifascista intimandogli che ora c’è da preparare il pranzo di natale e dunque basta, decide che il formato elenco va vietato (qualcun@ scrive: “e chi glielo dice ora a Saviano?”). Insomma si tratta di pretesti. Femminismo a Sud è sotto processo. Le estremiste, quelle che non si riesce a fare stare zitte e che insistono con l’essere così schiette e dirette, indipendenti e mai disposte a farsi assimilare da nessun branco, che non scendono a compromessi, non si lasciano lusingare, non si lasciano intimidire dal mobbing virtuale, non svendono le proprie idee, non vanno agli aperitivi delle compagnie di “roma caput mundi”, noi, dunque, saremmo gente “fanatica” e “pericolosa”, ed è quanto dicono questi tipi de Gli Altri sulla nostra “pubblicazione”.
E di volgare, lasciateci dire, c’è solo il fatto che ci chiamate “compagne” ché vostre compagne noi non siamo state mai né mai lo saremo. Perché noi non abbiamo compagn* che firmano appelli favorevoli a Casapound.
In fondo siete solo un bel gruppo di giornalist* iscritti all’ordine che per gentilezza corporativa decide di usare termini quali “esagitate” e “pericolose” riferite a cose che ci riguardano.
Noi antifascist* sempre. Voi, cara redazione de Gli Altri, quell* di sempre.
Uno spreco di carta e bit.
NB: Ovviamente non mettono un link al nostro post e altrettanto ovvio che non lascino passare commenti in cui si specifichi questa cosa:
Leggi anche:
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Contro il fascismo, con ogni mezzo necessario
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Strage razzista a Firenze. Fuori i fascisti da tutte le città!
Grazie a voi.
#Gino, invece come vedi, usare Femminismo a Sud come punchball per gli annoiati da tastiera evidentemente è diventato lo sport di codesti fasciinprovavendoli. quando ho letto di tassinari etc ho detto amen. da quelle parti credono davvero a tutte le sciocchezze che sparano. non c’è niente da fare. 🙂
Io avevo capito che Andrea Colombo non avrebbe risposto, ma forse è stato più forte di lui evidentemente. Ne è uscito un articolo che è veramente di un ridicolo incredibile, vittimista al pari di quello dello stile degli *amici* loro. Hanno sprecato una buonissima occasione per tacere e forse hanno guadagnato il loro momento di celebrità al link del loro blog (in effetti mi chiedevo se scrivessero ancora dopo che Vendola gli aveva tolto l’imprimatur…mi pareva anche che Sansonetti si fosse rifugiato in quel di Cosenza). Ah, un’altra perla è quella di definire Ugo Tassinari, quello che si affascina di fronte ai fasci, “il miglior studioso di neofascismo italiano”, veramente incredibile.
si può inserire la vignetta di val ne proprio blog (citando l’autrice)?
Per ultimi perchè sul blog della Lipperini hanno trovato gente preparata che li ha abbastanza ridicolizzati.
Sul resto che dire, sansonetti&co dimostrano ancora una volta la loro natura e chi e cosa sostengono realmente. Gli è roduto, oh se gli è roduto venire tirati in ballo, fossero stati con la coscienza a posto sarebbero stati fieri di venire additati tra i sostenitori di cp…invece anche qui noto quella strana acidità, come di stomaco…
Del resto, ho sempre pensato che se siamo giunti a questo punto, con militanti di sinistra aspettati sotto casa, agguati, accoltellamenti, e ora anche tentate stragi in piazza, lo dobbiamo al dialogo e alla tolleranza garantitaci da questi signori, troppo presi dall’urlare che ‘Berlusconi va a puttane’ per tentare di prendere il suo posto, piuttosto che preoccuparsi dei diritti, del lavoro e della democrazia reale. Se la sinistra italiana non rinasce (certo bisogna anche capire quale sinistra intenda certa gente) magari un motivo c’è.
Perchè precariato e violenza sulle donne non è trendy al giorno d’oggi (basta pensare al fenomeno dei ‘fasci separati’), l’importante è che i neofascisti abbiano libertà di parola, fondi pubblici, e giustificazionisti a comando. Questo diritto non vale per gli altri, ormai l’abbiamo capito.