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Firenze: ancora una aggressione razzista!

Il razzismo, come il sessismo e il fascismo, è una costruzione culturale che si serve di negazionismo, omertà, connivenze, banalizzazione, complicità per continuare a proliferare.

Da Staffetta:

«Negro, ora torno in casa, prendo la pistola e ti faccio vedere». Una nuova aggressione a sfondo razzista è stata compiuta ieri, 22 dicembre, a Firenze da un cinquantunenne nei confronti di un senegalese che vendeva dei libri. Una libraia ha preso le difese del senegalese contro l’aggressore. Vedi 1 e 2.

Non è che Firenze sia un caso particolare. Anche a Bologna vi sono neonazisti che, la sera, maltrattano gli ambulanti stranieri, danneggiano la loro merce, spengono le sigarette su di loro, e ovviamente la cosa non fa notizia. Anche a Bologna si sprecano le minacce razziste. A Firenze adesso c’è solo un briciolo di attenzione in più.

Ha ragione Mercedes Frias quando dice che la strage dei senegalesi non può essere derubricata a raptus di follia: «Non capisco come si possa tentare di minimizzare l’accaduto dicendo che è stato opera di un pazzo. C’è in giro un clima di violenza quotidiana tollerata, fatta soprattutto di un linguaggio, che però non è mai neutro. […] È certo però che anche qui si sentono continuamente discorsi che associano gli stranieri alla mancanza di sicurezza, di decoro, al degrado, e via dicendo, e tutto questo purtroppo crea un clima pericoloso, di cui anche le istituzioni sono complici. Non posso dimenticare che in nome del decoro i vigili urbani sono andati a togliere di forza le coperte ai rom che si riparavano sotto un ponte, e questo a nome di una istituzione pubblica».

Intanto, Assane Kebe, portavoce della Comunità senegalese fiorentina, ha ribadito il fermo rifiuto di ogni “dialogo” con i neofascisti: «Quelli di Casa Pound si proclamano “fascisti del terzo millennio”: e noi non vogliamo dialogare con nessun fascista, né di ieri, né di oggi, né del domani. Non può esistere un confronto né un incontro possibile con chi oggi ha la faccia di dichiararsi fascista. Anzi, per noi definirsi così nel 2011 non dovrebbe essere possibile, né immaginabile».

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, R-esistenze.