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Se le vittime di violenza domestica sono sole ad affrontare l’uomo violento

Oggi sul tavolo dell’obitorio avrebbe potuto esserci un’altra donna. L’ennesima di questa settimana, di questi giorni, di queste ore. Invece c’è finito un uomo. Non un uomo qualunque ma un padre/marito violento che, secondo le notizie riportate sui media, durante una lite domestica sarebbe stato ucciso dal figlio il quale tentava di difendere la madre.

Alcune considerazioni che è d’obbligo fare. Durante quest’anno vi sono stati alcuni, rarissimi, delitti di mogli che tentavano di difendersi da mariti violenti. Li hanno uccisi dopo aver subito anni di angherie. I giornali non hanno riportato quasi mai con chiarezza le loro storie. Anzi si è calcata la mano sul fatto che una coppia stava armeggiando con coltelli e lei avrebbe avuto la meglio, come se fosse stata lei a iniziare invece che ad afferrare un’arma per difendersi. La donna che riesce a difendersi e sopravvive ad una aggressione per i media italiani viene considerata una assassina senza se e senza ma.

In questo caso, invece, nei quotidiani potete leggere la sintesi della storia di questa famiglia, la descrizione dei precedenti di questo uomo violento, perfino la descrizione di quello che viene accusato dell’omicidio, bravo ragazzo, aiutava la famiglia, faceva il volontario alla misericordia. Dunque una vittima delle circostanze più che un assassino.

Noi non siamo giudici e sia nel primo che nel secondo caso ci limitiamo a dire che bisognerebbe prevenire tutto ciò. Nessuno ha il diritto di commettere violenza. Nessuno ha il diritto di uccidere qualcuno.

Ci siamo trovate però a conoscere e leggere storie in cui le donne erano sole in casa, sole con il proprio potenziale assassino e non c’era nessuno a difenderle. Nessuno. Non c’erano le istituzioni, così come non ci sono state nel caso di Acerra, nonostante le denunce per maltrattamenti che ricadevano sull’uomo ucciso, non c’erano le fantomatiche ronde, perché la difesa delle donne che subiscono violenze in casa è lasciata alla rimozione, all’omertà, alla complicità sociale e dunque semplicemente a chi la subisce. In casa ci sono solo le vittime che non ci sentiamo di giudicare se hanno reagito ad una aggressione e si sono difese.

Però è una scelta . seppur obbligata – che non va bene. Questo dobbiamo dirlo. E’ indispensabile chiarirlo. Per le conseguenze che provoca su chi è ucciso e sulle stesse vittime.

Per quanto una donna che sia sottoposta a violenze di ogni genere non abbia la forza di allontanarsi e assumersi la responsabilità della propria difesa senza coinvolgere i propri figli, mantenendo così una distanza tra il proprio ruolo genitoriale e il ruolo di un figlio che non può diventare la sua guardia del corpo, quella donna dovrebbe andarsene, cercare aiuto, esigere, pretendere aiuto.

Però devono anche esserci le istituzioni pronte a recepire quella richiesta. Perché gli uomini che sono stati ammazzati dalle donne, vittime, pur se denunciati non sono stati allontanati dalla casa familiare? Perché quest’uomo di Acerra, pur se conosciuto come violento, denunciato, non è stato allontanato dalla casa familiare?

Perché questa non è la dimostrazione della impotenza di una famiglia che si stringe attorno alle persone, tutte egualmente maltrattate. Perché i figli che vedono tutti i giorni la propria madre violentata sono ugualmente violati, abusati, massacrati fisicamente e psicologicamente. E quei figli, in quella dimensione morbosa e malata, non possono che sviluppare una necessità di schierarsi e di difendere le vittime, loro inclusi. Le vittime diventano un gruppo a sé . Un altro nucleo che tenta di sopravvivere esprimendo la solidarietà tra carcerati, la solidarietà tra pari, tra schiavi, tra vittime.

Questa è la dimostrazione dell’impotenza, anzi, dell’assenza delle istituzioni. È la dimostrazione che le campagne in difesa delle donne, ronde incluse, sono solo una vuota speculazione che non affronta il problema ma accentua semmai la diffidenza nei confronti degli stranieri. È la dimostrazione che la violenza in famiglia non viene affrontata e che le persone che fanno parte di quella famiglia sono completamente sole, ad applicare la giustizia fai da te, per sopravvivere.

Uno stato che ha abdicato a proporre supporto e servizi nel caso in cui una donna e i figli al seguito sono vittime di violenza e chiedono aiuto, non è uno stato sul quale donne e bambini possono contare. E c’è di più.

Uno stato che procede inesorabilmente verso la banalizzazione dei delitti in famiglia, con proposte di legge che impedirebbero l’allontanamento del padre/marito violento dal nucleo familiare e che anzi gli darebbero il diritto di vedersi affidato un figlio nonostante le denunce, è uno stato che si schiera dalla parte dei carnefici.

Bisogna chiarirsi su questo e chiarirsi subito:

– un padre/marito violento va allontanato subito dal nucleo familiare;
– una donna vittima di violenze, i suoi figli con lei, devono poter contare su un centro antiviolenza, strutture, risorse, casa e reddito per poter sopravvivere; altrimenti non bisogna sorprendersi se sono costrette a restare sotto lo stesso tetto del proprio carnefice;
– il padre/marito violento non può e non deve pretendere che la sua vittima resti nelle vicinanze, sul suo territorio, alla sua mercè, facendo leva sulla legge dell’affido condiviso;
– il padre/marito violento non può e non deve pretendere l’affido di un figlio.

Il governo attuale invece ha deciso per le ronde, che notoriamente non servono a nessuno, e sta discutendo proposte di legge che danno ai padri/mariti violenti la possibilità di avere in affido i figli, di tenere la ex moglie sotto controllo impedendole di spostarsi e cercare di salvarsi la vita andando altrove, addirittura di punirla con un ricatto atroce che concluderebbe che a lei potrebbero essere tolti i figli se non accetta le condizioni del suo ex violento.

Di tutto questo potete leggere alla categoria Misoginie e Pas. Delle numerosissime violenze subite da donne e bambini potete leggere su Bollettino di Guerra.

Ci spieghino dunque, quelli che ci governano: perché fingono di occuparsi della salute psicofisica di donne e bambini quando hanno in progetto, proprio lega e pdl, di consegnarli ai loro carnefici?

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