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Roma: stupri utili e corpi di Stato!

[Il modo in cui lo Stato vuole che ci si mostri. Vittime, passive, patinate, decorative, incapaci di reagire.]

Credo che non vi rendiate conto della gravità di quello che sta accadendo. Ché se la ragazza non denuncia il tizio finisce che rinchiudono e denunciano lei. Provo comunque a ridirvelo con calma, e vorrei metteste da parte pregiudizi, antipatie, vostre esperienze personali, ché io metto da parte le mie quindi non vedo perché voi non possiate fare altrettanto.

Dato che vi piacciono i dettagli truculenti. Un po’ di trash remembering.

C’era lo stupro di capodanno. Ve lo ricordate? Lui/lei alla fine della festa. Lei ubriaca, si appartano, lei lo denuncia per stupro. Lui è italiano. Di lei la stampa dice di tutto. Viola la sua privacy, mettono in giro dettagli morbosi e irrispettosi sulla sua vita, la difesa del ragazzo fa di tutto per screditarla. La ragazza è determinata e disperata. Lui è reo confesso sebbene si faccia di tutto per attribuire tramite i media la responsabilità a lei. Il ragazzo viene condannato con rito abbreviato a due anni e otto mesi e credo gli abbiano dato i domiciliari.

Si può essere d’accordo o meno sull’entità della pena, sulla pena stessa, sull’efficacia del carcere, e il carcere per esempio a me non piace in generale, sul ruolo che entrambi hanno rivestito nella questione, sulla maniera in cui è stata trattata dai media la ragazza, come è stata messa in dubbio la sua parola, come è stato scritto più e più volte che lei in realtà ci stava ma non sapeva di starci e cose del genere. Si può pensarla come si vuole ma di fatto c’è una ragazza che denuncia di aver subito uno stupro, lui conferma che di abuso si sia trattato, in preda a sostanze o alcool o comunque diceva che non era in sè, e la parola di questa ragazza è stata volgarmente messa in discussione.

C’è lo stupro di Pizzoli: ragazza in discoteca incontra militari, bevono, uno di questi la porta a fare un giro, le procura una lacerazione di 40 cm, scrivono, interna alla vagina fino all’intestino e pare abbia usato uno strumento metallico appuntito. Viene lasciata sanguinante  tra la neve e viene soccorsa da uno dei dipendenti del locale. I medici che l’hanno operata confermeranno che la ragazza ha subito un abuso. Lei denuncia. Riceve in ospedale perfino visite minacciose ma anche lei è determinata. L’avvocato della difesa di colui che poi si rivela essere un militare, pure lui italiano, passa da un media all’altro, viola la privacy della vittima, dice di lei un po’ di tutto, parla di rapporto sessuale estremo e consensuale ma la ragazza dissente. Fin dall’inizio dice che si sia trattato di una violenza. E anche lì è probabile che in quell’angolo, ci fosse stata una telecamera a filmare, potevano essere arrivati mano nella mano, o limonando, o chi lo sa. Ma è certo che quanto è accaduto dopo, così afferma la ragazza, lei non l’ha voluto e che ha rischiato di morire dissanguata perché abbandonata e priva di soccorso. Per il ragazzo è intanto decaduta l’accusa di tentato omicidio e credo il procedimento stia proseguendo per le altre accuse.

E’ nota a tutti la difficoltà a incriminare questo ragazzo perché italiano, militare, perché resta sulla ragazza che beve e che si apparta con qualcuno lo stigma della colpa, del se l’è voluta, ché se cominci con un bacio poi devi concludere e comunque denunciare ed essere credute è molto difficile. Ma la ragazza ha denunciato e la sua parola è stata, anche in questo caso, messa volgarmente in dubbio.

[Il modo in cui noi dovremmo voler essere/apparire. Senza necessità di aspettarci che arrivi a salvarci il principe azzurro.]

Arriviamo a Roma, luglio 2012: c’è un gruppo di ragazze che incontrano un tipo tunisino, una australiana familiarizza, si appartano mano nella mano, così dicono si vede nel video che di per se’ non vuol dire nulla. Dopodiché pomiciano e finisce con un rapporto sessuale. Lei dice che è stato consensuale. Poi però sanguina, lui dice di aver tentato di aiutarla, getta vestiti insanguinati in un cassonetto della spazzatura, lei si trascina perdendo sangue, pare abbia una lacerazione di 15 cm. La trovano così, che ci capisce poco, vuoi per l’alcol, vuoi per la ferita, e la portano in ospedale. Lui viene individuato subito e conferma che sia stato un rapporto consensuale. Non si capisce come l’abbia ferita, di che materia grezza fosse fatto il suo pene, ma racconta di paura, abiti gettati per confusione, saremmo per cultura tendenti a non garantirgli fiducia, d’altronde è “solo un uomo”, criminale per attribuzione di colpa fin dalla nascita, e perdipiù, essendo presente in noi una traccia vaga di razzismo, qualcun@ pensa che un tunisino abbia un’idea un po’ vaga di cosa sia la consensualità. Ma lei, ricoverata e ricucita, assistita in ospedale, non denuncia.

Su di lei, prima ancora di sapere se si fosse trattato di stupro oppure no la stampa si scatena, ed è essenziale notare questa cosa, una lapidazione preventiva, stesso sistema delle altre volte. Partono con la notizia di un presunto stupro e già si predispongono all’accanimento contro la ragazza, gioventù bruciata, ‘ste puttanelle d’oggi, e cose così altrettanto tenere nei confronti delle donne (ve lo sto dicendo in femministese che sennò mi accusano di colpevole uso di una differente semantica per dire le stesse cose ma tant’è), perché il filmato e bla bla bla e vis grata puellae, e il diritto di eiaculazione dove lo metti? che se mi fai iniziare hai da farmi finire eccetera eccetera. Ci sta tutto dentro. Contemporaneamente li vedi i media che risentono della schizofrenia dell’indecisione. Se dare addosso come di rito alla ragazza o dargli giù legnate all’immigrato ché di queste occasioni ghiotte non se ne presenteranno più chissà per quanto e tira audience e ritira esigenza di politiche securitarie e il Pd che già soffia sul fuoco perché deve dire ad Alemanno che per la sicurezza non ha fatto un cazzo e Alemanno che si prepara a organizzare una marcetta in difesa delle “nostre” donne volendo imporre la cittadinanza onoraria a quella donna che essendo una turista tutto può considerarsi meno che esattamente “nostra”. Ma a Roma c’è l’orgoglio fascio, pure nel Pd, e dunque non gli pare vero di aver trovato una gentile donzella da salvare dal feroce abissino arrivato sulle nostre coste per stuprare le nostre femmine.

Dunque i media fanno anda e rianda, prima dicono che lei è pulla, poi dicono che lui è una merda, poi dicono che la questura è un po’ confusa, pare non ci sia stato stupro, la ragazza non denuncia, ma d’improvviso tutti decidono che bisogna adoperarsi affinché ella si senta stuprata, e mettono in moto una macchina per cui lui viene indagato per violenza sessuale, omissione di soccorso, credo, e quel che è più inquietante è l’accusa di atti osceni in luogo pubblico, accusa rivolta a lui e lui soltanto. Una roba che turba la morale e il decoro pubblico. Ancora oggi. Nel 2012. Come voler beccare Al Capone per evasione fiscale. Lo dovemo incastrà che lo dovemo incastrà e basta.

Premono e ripremono mentre la ragazza, pare, se ne voglia andare, non vuole saperne di denunciare, tutti e tutte hanno bisogno di una martire che si immoli per farli bestemmiare, distrarre dalla calura estiva, per dare ragioni d’odio contro l’immigrato, qualcosa, perdio, contribuisci donna, eri lì a terra, sanguinante, fosti ferita, e dai e dai e dai, dicci che lui era un mostro, evita di definire la complessità, lascia da parte l’indecisione, la confusione, la memoria che non torna, il fatto che tu c’eri e lui pure e fatti sollecitare da chi dice di volerti tutelare dai media ma poi ti consegna ai notiziari, ché cinque minuti di celebrità non si negano a nessuno, soprattutto a chi sostiene di “credere” che tu sia stata violentata e infine fatti consigliare da chi ti interroga, come fossi tu l’imputata, ché se non confessi, brutta strega, ti immagini che ti affibbiano l’accusa di complicità nel tuo stesso stupro?

Sotto ricatto, forse, o dici che sei vittima o sei colpevole e dunque ti ribecchi l’accusa di atti osceni in luogo pubblico, maybe, o quella di reticenza a protezione di un criminale o che ne so quali reati ti possono elencare per dirti che no, mia cara, così proprio non si fa, ché la psicologa ha deciso che deve essere lei a parlare per te e dunque il dramma, si, ma dai, sostieni quella parte, il ruolo, l’unico possibile che in Italia alle donne è consentito, o sei santa o sei puttana, non hai scelta, e la tua parola non conta più e che se anche tu stai pensando che ti stanno triturando le ovaie e che sbuffando dici macchenesò o cose così alla fine l’autoritarismo impone che se tu non parli ti obbligano a confessare e allora ti fanno una bella perizia psicologica, come scrive Il Messaggero (capolavoro), (un Tso?) che “serve a stabilire cosa sia accaduto quella notte“. Ovvero ciò che dici non conta. La denuncia di stupro arriverà da una relazione scritta da una psicologa che “crede”, dunque, “afferma” pur non essendo stata in quel posto, quella notte, lì con te, o dentro di te (scusate il gioco di parole), che tu avresti subito una violenza.

Ti stanno dicendo che tu, in quanto che eri ubriaca e in quanto che non confermi la loro versione dei fatti, non eri in grado di intendere e volere, non eri in grado di scegliere e decidere e ciò che in generale per le donne è una aggravante, l’essere ubriaca, nel tuo caso e nel tuo soltanto, ché di mezzo c’è l’immigrato e tutto il resto, il tuo ricordo vago diventa un modo per espropriarti del diritto di scegliere se denunciare o no.

Tu sei, adesso, un corpo di Stato, in mano allo Stato ed è lo Stato che decide per te e che ti obbliga a subire “tutela” anche se non la vuoi.

Dunque al momento apprendiamo che:

– le ragazze che denunciano, dunque quelle che vogliono determinare il proprio percorso di lotta, di autodifesa, che vogliono usare gli strumenti che sono disponibili per risolvere il loro problema, vengono considerate non meritevoli di alcuna attenzione perché non abbassano la cresta, non si mostrano abbastanza vittime, pretendono di gestire la propria rinascita, vorrebbero autogestirsi e dunque non si consegnano alla “tutela” passivamente e queste ragazze qui dunque meritano tutto il male possibile. Dalla stampa, da chiunque.

– le ragazze che vogliono determinarsi in senso differente comunque sono obbligate a fare ciò che lo Stato ordina loro, a legittimarne il ruolo, decisamente inadeguato e inconsistente, autoritario e fascista, al punto che sono lì, sole, senza genitori, adulti conosciuti e altri che le assistano e le aiutino ad affermare le propria volontà e i propri desideri, fuori dalle velleità securitarie e grottescamente salvifiche di certa gente, e che vengono psichicamente periziate, dunque considerate inferiori, da chi dirà al posto loro sostituendo parole e desideri, quello che è accaduto.

Ora: io non so come la pensate voi ma, ripeto, in tutto ciò io vedo qualcosa di spaventoso e orribile e non parlo delle ferite e del sangue ma di quello che stanno facendo a questa ragazza adesso.

Possibile che solo io inorridisca di fronte a questa violazione dei diritti individuali e delle volontà di una persona?

Capite che questo significa che domani, se non già oggi, chiunque potrà stabilire al posto vostro, in positivo o in negativo, secondo i suoi parametri di giudizio e le sue impressioni, quello che vi accade?

Davvero vogliamo consegnare la nostra vita, a discapito del nostro diritto all’autodeterminazione, a questa gente? Davvero ci consoliamo tutti ad essere sorvegliati, obbligatoriamente “tutelati”? Davvero vogliamo legittimare chi ha bisogno di corpi da “tutelare” al punto da rifarsi di marketing istituzionale, narrando della presenza dello Stato dove le donne subiscono violenza e poi compiendo ai loro/nostri danni quella stessa violenza nelle piazze a Genova, a Madrid, in Italia, ovunque, a picchiarci e reprimerci, a farci male con i manganelli se siamo autodeterminate ed esprimiamo autonomamente le nostre rivendicazioni?

E’ come se qualcuno vi imponesse una terapia, lo stesso principio fascista che sorregge le decisioni di uno Stato che vi impone alimentazione o idratazione forzata quando voi scegliete di non accettare in ospedale alcuna cura. Lo stesso principio che vi obbliga a impiantarvi una sfornata di ovuli fecondati nella pancia, dopo un bombardamento di ormoni allucinante, perché la Pma la regolano gli antiabortisti integralisti. Lo stesso principio che dice che le donne non sono capaci e affidabili e che vanno “soccorse” e “assistite” sempre quando viene imposto loro di legittimare l’elettrochoc per quelle che dicono essere affette da sindrome depressiva post parto. E’ lo stesso principio autoritario che vorrebbe legittimare l’uso di una presunta sindrome come la Pas. E’ lo stesso principio moralista che spinge affinché noi si viva la sessualità come piace ad altri e solo in senso riproduttivo. Lo stesso che ci vieta l’uso sereno di contraccettivi e ru486. Perché quando il corpo appartiene allo Stato tu, le tue necessità, i tuoi desideri, e ancora tu, come persona, individu@, di fatto, non esisti più.

Chi è dunque ora che sta usando e strumentalizzando il corpo delle donne?

—>>>Se ne parla anche nel post di Flavia che giustamente ricorda di quando le donne maltrattate e piene di lividi nei pronto soccorsi vanno a dire che sono cadute dalle scale e nessuno le sottopone ad un interrogatorio ché si bevono la scusa. In questo caso invece…

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Posted in Comunicazione, Corpi, Critica femminista, Omicidi sociali, R-esistenze, Scritti critici.


23 Responses

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  1. guglielmo says

    Così come è stato già notato da Flavia, l’articolo non entra nel merito di cosa effettivamente sia successo, perchè non c’è la possibilità di leggere le carte e le dichiarazioni testuali degli interessati rese agli inquirenti. Fikasicula, se ho ben capito, solleva il problema delle pressioni che la ragazza starebbe subendo per ammettere il suo stupro. Confesso di essere molto confuso e disorientato, perchè il timore di fikasicula è davvero difficile da digerire. In ogni caso, c’è un dato di fatto che emerge dalle cronache dei giornali: la persona offesa dal reato nega il reato stesso. Ora, da un punto di vista probatorio, le dichiarazioni raccolte dalla polizia nell’immediatezza dell’accertamento sono più attendibili di quelle contrarie rese successivamente. E’ un brutto pasticcio, ma davvero molto brutto.

  2. Mary says

    Infatti all’inizio quando nn si sapeva chi era il presunto stupratore si parlava d gioco erotico, quando hanno scoperto che era un tunisino apriti cielo! Io credo che sia cmq uno stupro xke era ubriaca ma sn contro i due pesi e due misure alle italiana..e’ una vergogna!
    Ps: scusate le kappa ma sn al cellulare..

  3. Mary says

    Mettiamo che dia stata stuprata sul serio ma non voglia denunciare..pensiamo se lui fosse stato italiano: i media avrebbero dedicato tutta questa attenzione o avrebbero fatto di tutto x “aiutarla” a denunciare?
    Qui sta la gravita’ perche’ se italiano si fa di tutto x non credere la vittima nonostante tutti i segni fisici, se straniero si fa di tutto x mandarlo in galera anche se lei non vuole o se non c’e’ stato stupro…Io credo che lo stupro c’e’ stato ma mi chiedo se fosse italiano avrebbero fatto tutto questocasino? Secondo me avrebbero liquidato tutto con “era solo un gioco erotico, lei mente” lo so perche ho un deja vu cn la storia della ragazza d pizzoli.

  4. fikasicula says

    cara Serbilla, c’è anche il problema che da qualche parte c’è chi rosica e ce l’ha con FaS a prescindere perché avvelenat@ per cose sue e dunque non vede l’ora di sputare su questo blog e chi lo gestisce.

    ps: abbiamo letto cose, su feisbuk, che noi umani non avremmo mai potuto immaginare! 🙂

  5. Serbilla Serpente says

    A parte l’essere d’accordo con l’interpretazione del modo in cui la vicenda è stata trattata, da parte sia della stampa sia dalle istituzioni. Mi sento anche molto vicina ai dubbi di Barbara.
    Mi fa sentire terribilmente insicura questa storia, perché mi rendo conto che questo Stato mi può usare in qualsiasi modo e momento per i propri fini senza curarsi assolutamente di me, esattamente come fa quando ho bisogno di un contraccettivo di emergenza o di un aborto e non li posso avere, esattamente come quando ho bisogno della fecondazione assistita e mi tortura, esattamente come quando sono in un letto, incosciente, attaccata a un respiratore e per me sono morta, ma devo continuare a esistere! E’ allucinante.
    Sono anche allibita del fraintendimento profondissimo che c’è stato attorno a questi post, addirittura arrivando a dire che qui si difendono gli stupratori. Quando una cosa del genere la dicono le pagine fake, i clonatori, giungiamo alla conclusione che, va be’ son cervelli di pietra, la finalità loro è strumentalizzare. Ma non riesco capacitarmi di come sia possibile che altr* possano leggere una tale assurdità.
    L’unica e sola persona difesa in questi post è la ragazza, in ogni singola parola. Una ragazza che si trova da sola, in un paese straniero, alla quale è successo qualcosa (che nessuno di noi sa esattamente cosa sia, ma qualcosa è accaduto). Una ragazza che sta subendo da più parti pressioni enormi per fare una denuncia che lei non vuole fare (anche se di stupro si tratta, ma davvero qualcuno pensa che sia lecito costringere a denunciare? fare pressione su una vittima con perizie psichiatriche?). Laddove ci sono donne che, invece, vogliono denunciare, lo fanno con grande difficoltà, subiscono processi mediatici e sociali, e si ritrovano a vivere accanto ai loro stupratori condannati a pene ridicole. Perché? La domanda dei post è questa, perchè? Non è possibile che si leggano questi scritti e si pensi: ‘femminismo a sud sta difendendo lo stupratore tunisino, se fosse stato italiano invece…’. C’è un grossissimo problema di analisi se si legge questo.

  6. Barbara says

    Volevo mantenere il silenzio sulla vicenda, perchè non è mia abitudine pronunciarmi con affermazioni su vicende poco chiare e manipolate dai giornali come questa, però volevo condividere alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni appunto perchè, ripeto, questa faccenda è ambigua e ambivalente.

    Premetto che odio lo stupro e tale reato deve essere punito severamente, non apprezzo il clima di caccia alle streghe che sembra strumentalizzare la vicenda. Vi posto quanto avevo scritto su fb (ottenendo come risultato un’accusa di fascismo e difesa degli stupratori ovviamente), in cui spiego perchè i fatti e le opinioni (altrui) riportati dai giornalisti mi sembrano ambivalenti.

    “Facciamo attenzione a non lasciarci trasportare e consiglio di continuare a prendere con le molle la vicenda perchè continua a non essere chiara, nè somiglia allo stupro di Pizzoli, sangue a parte.
    Dando per buona la ricostruzione dei giornali e le parole della ragazza, è possibile sia stato iniziato un rapporto, ed è anche possibile avessero deciso di farlo strano, brutale o come vi pare. I punti da analizzare sono i seguenti:
    1. appurare che il consenso fosse bilaterale
    2. appurare che quando la ragazza ha sentito male abbia chiesto la fine del rapporto e se l’uomo abbia o meno acconsentito.

    Diciamolo chiaramente, se il ragazzo non ha fatto pressioni e si è curato della volontà della ragazza, non è stato stupro.
    Me lo sarei risparmiato, ma vi dico alcune cose in base alla mia esperienza:
    – le ragazze giovani risentono dell’immaginario erotico e sessuale vigente in una società, quindi se magari si convincono che una certa pratica sessuale potrebbe essere eccitante prima o poi cercheranno di metterla in pratica;
    – non sempre hanno la fortuna di avere un partner esperto e conscio dei limiti della donna che possa rifiutarsi di fare x o y perchè capisce che potrebbero essere dolorosi come è successo a me. Se, per quel che ho capito, entrambi i ragazzi erano ubriachi non avevano verosimilmente la lucidità necessaria per pensare fino in fondo alle conseguenze di qualcosa (anche se non è detto ce l’abbia anche una persona lucida -in buonafede dico eh- perchè, come dicevo, l’immaginario sessuale delle persone giovani è deviato dall’industria dei porno, che sappiamo come funziona);
    – se diamo per buona consensualità e buonafede del ragazzo, è possibilissim oche la ragazza sia rimasta shockata dai danni fisici, e sì, probabilmente si è vergognata per le conseguenze di qualcosa che ha voluto. E’ normale, è comprensibile. Se a me fosse successa una cosa simile sarei sotto shock eccome, e vorrei dimenticare il prima possibile.

    E armarsi e partire sbandierando in partenza la ‘deficienza’ e manipolazione della ragazza è una violenza bella e buona. Magari questa poveraccia ha genitori ipercattolici che non sanno che fa sesso, e le lesioni l’hanno mandata nel panico. Figuriamoci venire sbattuta in prima pagina da giornalisti in cerca dello ‘scoop pruriginoso’ e venire incalzata da persone che cercano di convincenrti che ‘tu non lo ricordi ma sei stata stuprata dal negro’.

    Se – e dico se, visto che le informazioni sono frammentarie e contraddittorie – le mie ipotesi sono esatte, una cosa del genere sarebbe potuta accadere anche a me, senza stupri. Un anno fa mi avevano diagnosticato una cisti ovarica molto grossa e avrei dovuto evitare sforzi e rapporti perchè forti colpi avrebbero potuto rmperla e procurarmi un’emorragia interna. Ho avuto lo stesso rapporto e per fortuna non è successo niente…non posso fare a meno di domandarmi se, in caso contrario, avrebbero cercato uno stupratore anche lì.

    Quindi, per me, la vicenda resta ambivalente e per nulla scontata, e si dovrebbe cercare di sentire la ragazza senza pressioni, sensazionalismi, tutoraggi non richiesti, strumentalizzazioni ben conosciute, cosa che finora non mi sembra ci sia stata.

    Cosa dice lei? Non si sa! A nessuno interessa perchè ‘non va bene’. Io aspetto altre notizie e spero che la vicenda si chiarisca, se c’è stato stupro o un altro reato andrà assolutamente punito ma finora non ho ancora un’opinione, mancando informazioni.

  7. cinzia says

    Beh, mi pare ovvio, ché vuoi davvero fare sesso consenziente con uno straniero? già questo di per sé è degno di sospetto. Non si sa cosa sia successo, ma se non l’ha vissuto come stupro? sulla base di cosa si stabilisce che lo è stato?

  8. feminoska says

    Ma se si stesse tutt* zitt* e si ascoltasse soltanto lei?
    Una persona DEVE essere libera di prendere qualsiasi decisione riguardi sè stessa, con tutte le conseguenze positive e negative del caso. A me non frega niente di sapere se è stata o meno stuprata, a me interessa quella che è la sua volontà. Lei se ne vuole andare, si è espressa in tal senso, ed è ciò che dovrebbe poter fare. Anche se stesse commettendo un errore, sono cavoli suoi. Gli errori li commettiamo tutt*, dagli errori si impara. Questa gogna imposta invece è insopportabile e autoritaria!

  9. fikasicula says

    bon, vista la tua insistenza, alessandra, anche quello che hai scritto tu scambiando ragionamenti lucidi per “ambiguità” è una cosa abbastanza gratuita. io non ho scritto nulla per meritarmi le tue osservazioni che non riassumo. e non è il tuo silenzio che auspico. ma se mi dici che la devo chiudere qui allora direi che si tratta di ristabilire le reciproche libertà. 🙂

  10. Alessandra says

    Ok la chiudo qui, riconosco di aver espresso la mia opinione fin troppe volte. Ma scrivere che per me e’ una questione di immigrati brutti e cattivi e ‘ proprio un’ assurdità completamente gratuita.Va be’. Continuero’ a seguirvi con immutata stima e maggior silenzio

  11. Paolo84 says

    Correggetemi se sbaglio ma se uno non vuole sottoporsi alla perizia psicologica (che comunque è fatta da esperti non da sprovveduti, poi certo pure gli esperti sono esseri umani e come tali possono sbagliare) disposta da un giudice ha un modo molto semplice per sottrarsi: non dire nulla, lo psicologo non può costringerti a parlare, e certo non può fare alcuna perizia se non parli.
    Comunque, per quanto mi riguarda qua la nazionalità di lui è irrilevante tanto che non l’ho mai nominata nei miei post sul tema, è rilevante il fatto che nessun adulto capace di intendere può essere “salvato” contro la sua volontà, è rilevante che lei ha il diritto di non denunciare (o denunciare quando vuole, ma più aspetta peggio sarà perchè gli avvocati della difesa diranno “ma se è stata stuprata perchè non ha denunciato subito?”) ma gli inquirenti hanno il dovere di indagare per capire se è stato commesso un reato (per quanto, senza denuncia potranno fare poco), capire come si è ferita, capire se in giro c’è un tizio che si diverte a procurare ferite gravi ai genitali femminili (e quel tipo di ferita è incompatibile con qualunque ipotesi di rapporto sessuale “estremo” o meno,e di sicuro lei non l’ha chiesta) e chissenefrega se è italiano, straniero, militare o civile, la legge è uguale per tutti e se non lo è bisogna fare in modo che lo sia, se la gente (alcuni di loro) che sta dentro le istituzioni si comporta in maniera indegna, in una maniera che non tutela anzi conculca i diritti fondamentali delle persone bisogna fare in modo che non sia più così.
    Comunque forse partiamo da presupposti diversi: io nonostante tutto credo nel valore delle istituzioni dello Stato, non sempre credo nelle persone che occupano quelle istituzioni (perchè le persone possono essere corrotte, stronze, prepotenti, incompetenti come anche no). Preciso che non volevo mettere in dubbio la complessità delle situazioni nè il fatto che i confini tra buoni e cattivi non sono sempre netti

  12. Flavia says

    🙂 scusa… è l’esasperazione…

  13. fikasicula says

    @Flavia, hai colto perfettamente. se qualcuno avesse fatto a me o a mi@ figli@ quello che stanno facendo a quella ragazza io avrei fatto il finimondo. Non è possibile che qualcun@ si metta a parlare di ciò che crede sia valido della vita di altri sulla stampa e che rinforzi tesi securitarie e razziste, a vantaggio non si capisce di chi, e che poi si preveda addirittura una perizia psicologica che parli al posto della ragazza. vogliono indurre una confessione? sostituire un ricordo? che cosa stanno facendo esattamente?
    quella ragazza è sola, straniera, con altre ragazzine attorno, e mi chiedo dove sia un adulto responsabile che vada lì e le dica se preferisce fuggire da quella gabbia di matti e continuare il suo viaggio o no.

    oltretutto il punto vero è che certe persone, alcune tra quelle che hanno commentato in questi giorni, qui dicono di non cogliere quello che io scrivo perché la loro prospettiva mi pare proprio altra. è securitaria per impostazione. autoritaria come metodo. riconoscono l’intrusività dello stato, la auspicano, vogliono “sicurezza”, vogliono che ti sorveglino, sono le stesse che ti dicono che se non hai nulla da nascondere devi presentarti con nome e cognome, quelle che invocano sicurezza e telecamere, quelle che comunicano l’un l’altr@ semplici “castriamolo” in due tre commenti su facebook per poi rimettere a nanna la bestia sazia alla sera. è proprio tutta un’altra filosofia di vita e per questo, temo e spero sia solo così (e che non ci sia un minimino di fanatismo gender oriented come quello di chi ha insultato un nostro compagno di collettivo perchè uomo), che mi pare non capiscano.

    perché il punto è che comunque io posso pure essere stata ubriaca e non sapere più o meno cosa mi è successo o magari si, lo so perfettamente, ché di ubriachezze con ricordi interi ne avete di certo vissute in tante, ma in ogni caso quando sono sveglia e vigile e scelgo di non denunciare in quel momento ce l’ho o no il diritto di autodeterminarmi? e se non ce l’ho, perchè no? perché qualcun altr@ deve scegliere per me? chi glielo dà questo diritto? dove sta scritto che qualcun@ possa sostituirti a te, alla tua volontà, per “tutelarti”?

  14. Flavia says

    Alessandra, mi sembra che l’articolo non volesse entrare nel merito di cosa effettivamente sia successo (che al momento appunto non è chiaro) bensì entrare nel merito delle pressioni che la ragazza sta subendo affinchè “confessi” di aver subito uno stupro. Vuoi mettere il valore editoriale di uno stupratore tunisino! Il ruolo della psicologa in questo caso è allucinante, così come le libertà che si stanno prendendo con questa ragazza che è qua da sola e non ha nessuno che la possa tutelare. Insomma: in un modo o nell’altro se una donna entra nella sfera di influenza delle istituzioni è a rischio di altra violenza. Appena ho letto le dichiarazioni strombazzate dalla psicologa ho pensato che se avesse fatto un trattamento del genere a mia figlia avrei reagito con estrema vivacità (edit. :P) (ma io non faccio testo perchè al momento sono particolarmente reattiva, ma insomma, il concetto è quello!)

  15. fikasicula says

    @flavia, cara, lo so, lo capisco. e fai bene a staccare un po’. lo facciamo anche noi a volte perché non si può sempre stare sulle barricate con quella sensazione di impotenza che ti affligge, come per me ora, quando cogli le cose eppure accadono lo stesso e non cambiano anche se ti sforzi in tutti i modi. Però siamo tenaci. un cucchiaino alla volta, così si fa la storia, e forse riusciremo a produrre cambiamenti. minimi, ma pure sempre cambiamenti. spero. 🙂
    un abbraccio forte

  16. fikasicula says

    @alessandra: ‘capolavoro di ambiguità’ era l’ultima frecciata dedicata che mi mancava eppure mi sembra di essere estremamente chiara ma a te piacciono i buoni tutti di qua e i cattivi tutti di là, ti piace siano raccontati (fallo tu se credi) i fatti con certezza anche se non c’eri e quando si fa comunicazione (impara!) si verbalizza comunque al condizionale fino a sentenza avvenuta altrimenti ti becchi pure una querela, a meno che tu non prendi per oro colato tutto ciò che la stampa ti propone. ma in tutto ciò nel frattempo ti perdi un pezzo di mondo che ti imprime un marchio sulla testa e tu neppure te ne accorgi perché non te ne vuoi accorgere. sei troppo impegnata a difenderti dall’immigrato brutto e cattivo il cui destino tra l’altro pende dalle decisioni di una perizia psicologica di chissà quale rilevanza e validità scientifica.
    ma siccome non è da considerarsi un essere umano allora ce ne fottiamo. tanto a farsi la galera italica per questioni xy mica ci vai tu. anzi condanniamolo a morte e risolviamo il problema così poi festeggiamo con tutto il mondo forcaiolo che tifa per la sua incriminazione e per le fottute mistificazioni securitarie.
    non rispondo più, alessandra, hai già scritto in tantissimi commenti quello che dovevi dire e la tua opinione è chiarissima.
    e io non sono d’accordo. mi pare di una miopia devastante.
    e nel frattempo preoccupati di capire se quella ragazza sta lì e se le faranno la perizia psicologica per sua volontà oppure no perché se non vedi le violazioni di diritto in questa sottospecie di fetente cosa che chiamiamo democrazia non posso essere certo io a spiegartelo.

    ps: prima di dire ad altre persone che la chiudano qui, fai tu uno sforzo, chiudila qui, ché non è poi così necessario che tu commenti colpo su colpo per bollare in modo più o meno ostile i miei post. ok? grazie!

  17. Flavia says

    Successo qualcosa? ne succedono talmente tante ogni giorno… dalla macelleria messicana alla macelleria sociale in 10 facili anni, l’escalation dei femminicidi e dei gruppi di orrendi misogini, pratiche autoritarie e politiche ricattatorie… sono in quella fase in cui ti sembra di svuotare il mare con un cucchiaio… dovrei staccare un po’, prima che questo paese mi porti al burn out definitivo! Una consolazione: i gruppi di donne come voi. Grazie.

  18. Alessandra says

    Come descrivete il fatto e’ un capolavoro di ambiguità. Pare che lui, sembra che lei. Io spero che che gli inquirenti e gli psicologi la chiudano qui, ma spero lo facciate anche voi prima che arriviate a dichiarare il ragazzo eroe della settimana e lei campionessa dell’autodeterminazione contro lo stato fascista, mi state facendo venire il magone.

  19. F says

    non posso che condividere tutto ciò che è scritto nell’articolo

  20. fikasicula says

    Flavia fai pure. certo, anzi, grazie! 🙂

    ps: ma perché sei scoraggiata? successo qualcosa?

  21. Flavia says

    Analisi terribilmente centrata! Se permetti faccio un link sul mio blog (anche se è tanto che non ci scrivo perchè sono un troppo scoraggiata… ma questa cosa va denunciata, che paese orrendo!)

  22. fikasicula says

    avviso che ho usato volutamente un linguaggio coinvolgente, un simil codice di comunicazione da trasmissioni pomeridiane della tele nazional-popolare con dettagli trash perché quel linguaggio lo sappiamo usare tutt* per procurare commozione senza astrarre un ragionamento lucido dalle cose che vengono celate dalla stampa nazionale. è troppo comodo e offende la mia intelligenza il fatto che ad una analisi lucida e irriverente qualcun@ venga continuamente a sottopormi i cm di ferita e gli schizzi di sangue delle donne per farsene scudo per le proprie teorie. davvero non va bene. e sono talmente infuriata per questa violazione dei diritti di questa ragazza che giusto alcune persone colgono che potrei dirvene di più. ma taccio. per ora.

    ps: scusate il tono, io vi voglio bene tutti/e indistintamente sempre, e ovviamente c’è spazio per il confronto anche aspro e non ce l’ho di sicuro con chi ha proposto ragionamenti articolati e comunque interessanti e critici che sono assolutamente graditi e che mi fanno notare cose che io non noto. 🙂

  23. fasse says

    da fb:
    valerio:
    “La psicologa “credo-non-credo” alla fine l’ha spuntata… un bel TSO è quel che ci vuole per dimostrare che chi si ubriaca con le amiche è affetto da qualche patologia da brevettare nel nuovo “DSM V”… E poi pure questa donna che si ostina a non denunciare!… nemmeno sotto tortura!
    Ma quanti dispositivi securitari ha messo in azione questa vicenda? Vogliamo aggiungere anche un po’ di “schiaffoni futuristi” ai due giovani, già che ci siamo?”

    giovanni:
    “che non abbia denunciato, neanche sotto tortura, è palesemente la cosa che li fa impazzire di rabbia e di determinazione a distruggerla.
    C’è modo di aiutarla, di farle sentire solidarietà?
    Raccolta soldi per lla difesa legale, etc?”

    @athamantide
    “‎”Per la procura, non era nelle condizioni di scegliere, perché la sua capacità di intendere e di volere era ridotta dal troppo alcol assunto.”
    Eh beh.”

    @casabase:
    “analisi lucida anche se coinvolgente”