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#66 – Gli assassini, sostanzialmente, mentono!

[Statua all’interno di Castel Dell’Ovo, Napoli]

Due delitti, uno commesso da un uomo che ha fatto fuori la moglie a martellate. Uno dei soliti, un po’ anziani, che sono stufi anche solo di sentir parlare la moglie, con buona pace della retorica che celebra nozze d’oro o d’argento e che celebra le lunghe unioni fatte d’amore e compassione che invece, per lo più, a tenere il conto dei delitti compiuti a tarda età, sembrerebbero fatte da convenzioni, costrizioni, dipendenze, spesso economiche, unioni forzate fatte di una incapacità di sopportazione dove lei porta avanti con devozione il ruolo di cura fino alla morte mentre lui, sovente, fa ricorso alla “pietà” per liberarsi di lei se non è più efficiente e in grado di provvedere ai “bisogni” del marito.

Il secondo delitto invece riguarda una giovane donna, di 33 anni, Vincenza Zullo, che è stata uccisa dal marito, guardia giurata, munito di porto d’armi, con un colpo di pistola in faccia. Madre di due bambini, di 12 e 7 anni, separata in casa, senza lavoro, con una vita fatta di sacrifici, così si scrive in un articolo, termina la sua vita per mano di un uomo che prima la uccide, poi simula un suicidio, poi confessa e dice che non voleva, gli è partito un colpo. Gli elementi a descrizione del caso vengono forniti in realtà in modo abbastanza schietto, la cronaca, tranne in un articolo romanzato recensito in rassegna, e a parte le solite immagini di marketing istituzionale con auto poliziesche, sembra priva di vizi di fondo. Vedremo nei prossimi giorni, se se ne parlerà ancora, che genere di motivazioni giustificative dovremo leggere.

Di sicuro si diranno cose diverse rispetto al delitto maturato in contesti stigmatizzati per ragioni etniche e non per il femminicidio in se’, nessun politico farà dichiarazioni di attenzione al fenomeno e nessuna Mara Carfagna esordirà con il suo solito impegno a favore della liberazione di donne schiave di patriarcati altrui (il nostro, invece, ce lo teniamo).

Ma d’altro canto, in Italia, c’è poco da aspettarsi se la notizia di una bruttissima violenza sessuale agita da un militare Usa nei confronti di una bambina di sette anni, sparisce dalle cronache dei media mainstream nel giro di niente. Perché gli unici stranieri che dobbiamo temere sono quelli di culture non occidentali. Invece di un americano pedofilo, senza voler minimamente sollecitare il ricorso, inaccettabile sempre, alla lapidazione pubblica, con il mostro in prima pagina, da parte di nessuno, non bisogna parlare.

In tutto ciò quello che emerge dal femminicidio di Vincenza è, come se ce ne fosse ancora bisogno, che gli assassini mentono, cercano vie di fuga, e la menzogna di chi non vuole affrontare le proprie responsabilità, siano essi stupratori, assassini, maltrattanti a vario titolo, è diventata, anzi, lo è da sempre, cultura ed è quella cultura che continua a fungere da legittimazione per ogni delitto, giusto quando i media, che sono realizzati da persone e non da generatori automatici di notizie, si fanno veicolo di quella stessa cultura, roccaforte resistente in difesa del sacro valore dell’innocenza dell’uomo violento, banalizzando, sminuendo, distorcendo, mistificando, sempre.

Perché non c’è aggravante o autoritarismo che tenga per prevenire questi delitti se poi non si finanziano i centri antiviolenza, se viene massacrata la libertà di scelta delle donne tutti i giorni, se la nostra sessualità viene offesa e se le donne come Vincenza, senza lavoro, NON possono andarsene via e sono costrette a restare in casa, da separate, con quello che poi diventerà il loro assassino.

Cultura e lavoro. Prevenzione e lavoro. Il lavoro è la prima cosa, la prima soluzione. Una donna senza lavoro NON potrà mai salvarsi la vita.

Il lavoro, non quello di cura, ma quello retribuito, che realizza autonomia. Chi condivide con noi che la prima cosa da fare è quella di scardinare il welfare così come è concepito per restituire alle donne il diritto ad una esistenza autonoma, autodeterminata, autogestita e senza compromessi?

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Posted in Comunicazione, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.