Skip to content


Sei “fragile” e violento? Io NON voglio prendermi cura di te!

 

Il Corriere online in data di oggi. Un articolo che parla di violenza sulle donne e un articolo che parla di donne dominanti. Schizofrenia mediatica o schema bipartisan perché su ogni cosa decente pubblicata bisogna risarcire un certo pubblico (lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo!!!) con una dose di misoginia gratuita.

Il primo articolo si basa sostanzialmente sull’assunto “noi donne siamo brave, intelligenti, materne e ti comprendiamo – oh uomo violento – e ti vogliamo aiutare”. Il secondo è la perenne ricerca sul perché delle disfunzioni erettili che conclude con “la colpa è tua, oh donna, che pretendi troppo…”.

Spunti critici: sulla via del “sono analfabeti sentimentali: aiutiamoli!” si erano già inerpicate alcune rivolgendosi agli uomini e considerando che mostrare empatia agli assassini fosse una cosa saggia.

Ciò che diventa intollerabile di questa condotta è il fatto che ricalca l’elemento colpevolizzante che sempre ci viene attribuito, ovvero quello che dice che le donne vengono uccise perché non capiscono, sono cattive, osano lasciare la propria postazione, il proprio ruolo di cura.

E il punto è che non è che non capiamo quello che passa per la testa di uomini così irrisolti ma è che proprio, in quanto eguali, non “superiori” (non accettiamo la lusinga), ma proprio “eguali”, non ce ne vogliamo occupare, non vogliamo essere investite di questa responsabilità sociale, non tocca a noi, non vogliamo prendercene cura, vogliamo esistere, semplicemente, con tutti i nostri pregi e difetti.

Di mediazioni ne facciamo già in famiglia, sul posto di lavoro, a pugni stretti, a tentare di “prendere con le buone” l’uomo che c’ha il piglio troppo livoroso, il parente che se lo contraddici ti lancia una padella in testa, l’altro parente che se dici “voglio vivere” ti disegna un quadrato e ti dice “purché sia lì dentro”, il datore di lavoro che solo perché hai un culo pensa di potertelo toccare o quell’altro che se ritiene tu sia bona, nonché brava, ti taglia lo stipendio giusto per il tuo bene.

Di che parliamo? Di relazioni e le relazioni bisogna cercarsele lontano, altrove, tra persone differenti, più solide e mature, più intere, che respirano del proprio ossigeno o che se anche hanno bisogno di un supporto non finiscono per toglierti l’aria lasciandoti morire.

Bisognerebbe insegnare alle donne a non pensare che la dipendenza possa essere un sentimento sano. Ché quel bisogno infantile di uomini emotivamente immaturi non deve lusingarci. Non ci serve, ne possiamo fare a meno. E siamo così piccole, fragili e irrisolte pure noi che dobbiamo imparare a crescere sulle nostre gambe, senza vederci riconsegnata ogni volta la responsabilità della cura di uomini, bambini, tutti, salvo che noi stesse, perché non siamo in grado, abbiamo bisogno di aiuto, non siamo forti a sufficienza, non ce la facciamo.

Siamo precarie, storte, dritte, sfinite, infinite, brutte, belle, buone e cattive, siamo uguali, né migliori né peggiori, e non tocca a noi prenderci cura degli uomini irrisolti. E’ questo delirio di onnipotenza, questa presunzione, quella di chi ritiene di poter controllare anche la violenza altrui, di poter determinare cambiamenti, di poter “salvare” finanche i mostri, di poter coesistere, eterno mito de La bella e la bestia, con chi “in fondo”, così si dice, ha del buono dentro di se’, è proprio questo che ha portato tante donne alla tomba.

Se c’è un uomo violento nei dintorni bisogna solo fuggire via veloci come il vento. Bisogna pensare a se stesse, come fosse un terremoto, un cataclisma, uno tsunami. Raccogliere lo stretto necessario e andare via. Non c’è altra strada, per noi. Non ne vogliamo un’altra. E l’esercizio della comprensione delle complessità, che certamente sappiamo svolgere, ci mette innanzitutto a conoscenza dei nostri limiti.

Siamo umane, vogliamo comprensione pure noi, vogliamo prenderci cura di noi stesse, vogliamo smettere di rispondere a questi accorati appelli di uomini fragilissimi che per dirti “ti amo” ti ammazzano i figli e poi accoppano pure te. Vogliamo smettere di sentirci delle incapaci se non siamo in grado di modificare il carattere di queste persone, perché ce lo sentiamo dire fin da piccole “le donne possono, se vogliono ce la fanno” e non è vero affatto perché c’è una quantità insormontabile di ostacoli tra noi e il futuro e per quello che ne so quegli ostacoli aumentano.

Mia nonna mi diceva che se sei abbastanza donna puoi tenere assieme una famiglia limitando al minimo le conseguenze della violenza familiare. E vorrà dire che io di essere così donna non ho voglia e che vorrei solo essere abbastanza essere umano, persona, per poter vivere altrove, perché ritengo che le relazioni non debbano essere una prigione e io devo poter avere una alternativa in più rispetto a quella che aveva la mia nonna: se vivere o morire, se andare o restare perché non hai lavoro, casa e non sai come fare.

Non me la prendo questa responsabilità. Facciano gli uomini, autonomamente, ritrovino stima in se stessi, rimettano in discussione le proprie identità, si adattino all’idea che fuori c’è altro da loro, noi siamo altro e il mondo è fatto di questo, di persone diverse che si incontrano e ciascuna non può sottomettere l’altra al proprio volere al punto da farle ritenere che la propria visione delle cose sia l’unica possibile.

Questo vale sia per me che per un uomo e in entrambi i casi bisogna mettere a confronto due modi d’esistenza, due pensieri, nessuno dominante. E tutto ciò in un costante confronto dove il conflitto è agito costruttivamente lasciando l’altr@ liber@ di essere ciò che vuole essere senza volerl@ controllare e dominare.

E in quanto a dominio, per favore, sull’altro articolo del corriere, non c’è davvero niente da commentare. E’ immondizia e basta, ché qui gli unici a pretendere che gli uomini stiano a cazzo ritto da mattina a sera sono i patriarchi delle case farmaceutiche che ti dicono che se l’hai moscio sei sbagliato. A me, a noi, serve sessualità vissuta con una persona che ha da imparare in fatto di autoironia e d’uso di alternative al pene, giacché davvero non è indispensabile. E questo non significa che lui non conta e che ha da sentirsi offeso ma significa solo che se avesse a cuore la nostra sessualità non starebbe rincitrullito e concentrato sull’orgoglio di farci godere sempre e solo in un’unica maniera. Un po’ di ingegno e la questione è già risolta. In culo al viagra e ai ricercatori che vi istigano odio nei confronti delle donne.

Posted in Critica femminista, Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio.


8 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Paolo84 says

    no, neanche la mia sessualità si riduce al pene ritto e non è il mio totem, ma quando sei un uomo eccitato è normale avere un erezione tutto qua. Nè credo che un rapporto debba iniziare o finire con la penetrazione, ci sono anche i baci le carezze che possono essere date prima durante e dopo l’atto, c’è il sesso orale, la masturbazione reciproca. la penetrazione è una delle tante cose che si possono fare a letto, non va negata e nemmeno va detto che è l’unica cosa che si DEVE fare. Decide la coppia quello che vuol fare tra le lenzuola e ogni decisione è legittima

  2. d-K says

    Paolo, il problema però è proprio questo: non essere capaci di guardare oltre il proprio cazzo.
    Personalmente, il mio pene mi piace molto e lo tengo da conto, ma la mia sessualità non si riduce ad un membro sempre ritto (solo l’idea mi fa tornare indietro verso lidi tristi della mia personalissima memoria).

    Rileggi bene il passaggio e ti renderai conto che si fa riferimento ad altro:
    “E’ immondizia e basta, ché qui gli unici a pretendere che gli uomini stiano a cazzo ritto da mattina a sera sono i patriarchi delle case farmaceutiche che ti dicono che se l’hai moscio sei sbagliato. A me, a noi, serve sessualità vissuta con una persona che ha da imparare in fatto di autoironia e d’uso di alternative al pene, giacché davvero non è indispensabile. E questo non significa che lui non conta e che ha da sentirsi offeso ma significa solo che se avesse a cuore la nostra sessualità non starebbe rincitrullito e concentrato sull’orgoglio di farci godere sempre e solo in un’unica maniera.”

    Quanto meno io interpreto tutto il discorso diversamente: non si sostiene che il pene sia inutile, solo che non è il “centro di gravità permanente” di ogni rapporto sessuale.

    Per te è “un po’ difficile” avere rapporti sessuali senza pene, ma questo non rispecchia una realtà fattuale ma solo la tua incapacità di vedere altre possibilità.

    Ribadisco: io vivo benissimo con il mio cazzo, ma solo perché lo vivo come una parte di me, una delle tante, una delle possibili vie al piacere, ma non l’unica. Non è il mio totem, non è il simbolo astratto del mio essere maschio. La mia vita sessuale è fatta di pelle, umori, recettori, fantasie, emozioni, mucose ed anche erezioni.

  3. coniglio radioattivo says

    “avere un rapporto sessuale con un uomo senza un erezione mi pare un po’ difficile..eccezion fatta per il cunnilingus o a meno che non si usino dildi o vibratori”

    ci sono alcun* convint* del fatto che un rapporto sessuale non inizia (e non finisce) con la penetrazione, però il messaggio imperante è quello per cui la penetrazione non è una delle tante cose che si possono fare durante un rapporto, bensì la pratica che sta al di sopra di tutte le altre, senza la quale si stenta a definire il rapporto ‘sessuale’.

  4. Mary says

    A cosa si riferiscono quando dicono che pretendiamo troppo?
    Ma stiamo scherzando che adesso non abbiamo nemmeno diritto ad un aiuto in casa che quei pochi 30% di uomini che ci aiutano ci danno anche della pretenziosa?
    ragazze, qui è proprio un problema di cultura italiana, la colpa è sempre nostra pertutto, ma mai è dell’educazione talebana che ricevono i maschi italiani…
    Ma noi non andiamo mai in crisi? il problema è che a chi fa sondaggi e ai media non interessa, perchè noi donne siamo obbligate a comportarci come ammortizzatori sociali e ci dicono che siamo multitasking per natura. Infatti in tv sento donne che si vantano come se fosse un pregio che sanno fare tutto contemporaneamente. Questi messaggi sono pericolosissimi.

  5. Claudia says

    Mi piace molto quello che hai scritto e come lo hai espresso! grazie.

  6. Paolo84 says

    “A me, a noi, serve sessualità vissuta con una persona che ha da imparare in fatto di autoironia e d’uso di alternative al pene”

    avere un rapporto sessuale con un uomo senza un erezione mi pare un po’ difficile..eccezion fatta per il cunnilingus o a meno che non si usino dildi o vibratori

  7. wildsidez says

    “Gli uomini emotivamente immaturi non ci servono”.
    Verissimo, stra-ultra-iper-vero. Ma guardando la realtà di maschilismo onnipervasivo che abbiamo intorno, quanti ce n’è di emotivamente maturi ed equilibrati per poterci avere uno straccio di relazione minimamente soddisfacente? ……………………………. ehm, ometto la risposta, credo sia ovvia.
    L’inevitabile rifiuto di immaturi e violenti non si traduce purtroppo nell’aumento di numero dei maturi ed equilibrati… il che significa che tantissime donne che non vogliono “adattarsi” a ciò, pagano il prezzo della loro intelligenza e della loro libertà con la solitudine di fatto.

    “Vogliamo smettere di sentirci delle incapaci se non siamo in grado di modificare il carattere di queste persone, [..]c’è una quantità insormontabile di ostacoli ”
    Verissimo anche questo, l’educazione a fare le crocerossine non paga.
    E’ assolutamente impossibile cambiare uno psicopatico, o comunque un uomo con gravi tare psicologiche (lo dico da più esperienze personali), perchè di default non sarà mai lui a mettere in discussione sè stesso, al contrario, lui e la società metteranno in discussione la donna che non vi si adatta…!

  8. Giulia Morris says

    FANTASTICO ARTICOLO!!!

    Personalmente non sono intervenuta sulla 27ora perché – è il caso di dirlo – sono CAZZI LORO. I maschi che hanno scritto sono penosi. Non hanno nemmeno argomenti validi. L’impostazione di tutta la faccenda è davvero bigottissima.