L’Internazionale segnala un articolo del Corriere di qualche mese fa dove Monti, il futuro presidente del consiglio italiano, esprimeva stima nei confronti di gelmini e marchionne e poi si schierava contro “l’arcaico stile di rivendicazione” della classe operaia. L’uomo giusto al posto giusto, senza dubbio, se si voleva chiamare un boia che desse il colpo di grazia a tutti noi.
Giusto per darvi altri motivi per festeggiare vi sintetizzo e decodifico alcuni passaggi dell’articolo intitolato “meno illusioni per dare speranza” (la personale ricetta di monti per destinarci tutti alle fosse comuni, per puro senso di realismo s’intende!):
– mette a confronto Karl Marx e Berlusconi. Indubbiamente simili. E non ridete. Qui seriamente si mettono i due sullo stesso piano! Deve aver influito molto la questione del letto di Putin e l’amicizia dell’ex premier con i russi.
– dopo una descrizione direi abbastanza fantasiosa del Capitale di Marx (che è un tomone e ridurlo a poche righe per dargli contro è un azzardo anche a partire da uno che si chiama Monti), lo scrivente decide che l’Italia è stato il luogo in cui la cultura marxista si è radicata e addirittura protratta. E qui faccio la faccia un po’ perplessa perché mi chiedo se Monti abbia guardato effettivamente l’Italia o sia stato altrove, giacché di marxista in Italia non si è mai diffuso niente dato che dopo il fascismo si è passati alla democrazia cristiana senza soluzioni di continuità. E dunque vuoi vedere che il Vaticano era portatore di comunismo e non lo sapevamo?
– continua lagnandosi di assenza di liberismo, ovvero svendita dei beni comuni e privatizzazioni, e poi parla di “arcaico stile di rivendicazione” riferito a contesti bhò, operai, luoghi, soggetti vari, ché evidentemente, azzardo, a lui piacciono le cose un po’ pittoresche, tipo l’occupazione delle gru, le arrampicate dimostrative sui monumenti, e invece no, si limita a inserire nel capitolo delle giuste rivendicazioni le riforme di gelmini e marchionne, rispetto al quale esprime grande stima (“grazie alla loro determinazione, verrà un po’ ridotto l’handicap dell’Italia nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili.”) e allora capisco che “arcaiche rivendicazioni” represse con arcaicissime cariche di tanta arcaica polizia in tenuta antisommossa può essere riferito a operai e studenti. Gente arcaica, certo, mica sono loro il futuro. Il futuro per Monti è rappresentato da giovani virgulti e da giovani donzelle come gelmini e marchionne. Oh yeah. Ma andiamo avanti.
– un po’ di commenti negativi su quelle che vengono definite corporazioni, che se si riferisce ai sindacati li ha veramente sopravvalutati a meno che in un gioco delle parti non abbia voluto dar loro credito per far pensare che fossero quella terribile forza oppositiva che non è. E poi ancora definisce le “fiammelle rivendicative fuori tempo” (che bel linguaggio, è così moderno!!) e ancora passa di pala in frasca, da Marx a Berlusconi, dicendo che lui ha alimentato l’illusione che vi fosse un pericolo comunista, e questo può essere vero, ma ancora non capisco, fintanto che non chiarisce che berlusconi sarebbe in qualche modo mancante di un aspetto: “non fa sentire al Paese la necessità delle riforme” e ancora cita gli esempi di gelmini e marchionne come la strada da percorrere. “Se si procederà così, – scrive – le gravi tare dell’Italia elencate da Ernesto Galli della Loggia (Corriere, 30 dicembre) potranno essere rimosse in cinque o dieci anni, senza cedere al «disperato qualunquismo».”
Capito dunque qual è il piano del governo Monti?
Avete ancora voglia di festeggiare? Perché Berlusconi è stato cacciato via perché non è abbastanza “liberista”?
Non so voi ma io mi faccio una cioccolata calda, ché credo di aver bisogno di tanta serotonina!
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grazie massimo di avercelo segnalato. abbiamo corretto 🙂
Scusate, vorrei segnalere quello che a me sembra un errore di battitura nel Titolo dell’articolo: forse volevate scrivere “Monti e…” con la congiunzione e invece avete scritto “Monti è…” con il verbo !???
p.s. comunque, bell’articolo. Complimenti a tutte/i
M.M.
una volta c’erano i rivoluzionari e i riformisti. I rivoluzionari volevano migliorare le condizioni dei lavoratori facendo la rivoluzione (semplifico). I riformisti invece credevano che le condizioni dei lavoratori potessero migliorare senza fare la rivoluzione (e per questo venivano attaccati dai rivoluzionari…). Ora invece i riformisti sono quelli come Monti che con le “riforme” (nuovo nome per le “controriforme”) vogliono azzerare i pochi diritti rimasti. E attaccano Berlusconi perché è timido a fare le “riforme”…
Il pezzo più delirante è quando Monti dice “nel formare studenti, nel fare ricerca, nel fabbricare automobili”. Sembrano quasi i CCCP di produci-consuma-crepa cantati da Padoa-Schioppa quello dei bamboccioni. Qualcuno pensava che sarebbe stato impossibile uscire da destra dal governo Berlusconi? E invece, no, è possibile, grazie anche al Partito Democratico e a Napolitano…Ne vedremo delle “belle”…