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#occupyano: liberazione e fenomenologia della presa per!

C’è un sacco di movimento sotto i palazzi romani, tonight, e c’è che la trombatrice precaria (la nostra inviata speciale per le situazioni delicate!) non precarizza da un bel po’ e allora decide di andare in missione perché a prescindere da quello che trova se c’è materia umana qualcosa può sempre venirne fuori.

La prima cosa che trova è una signora che dice che “gioire per l’andata di Berlusconi è un diritto” e allora la TP (trombatrice precaria), che di diritti ne sa pur qualcosa, sebbene li ritenesse un poco più spostati oltre l’andata e la venuta di un solo uomo, dice a se stessa che alla gente non gli puoi levare pure quello, o i festeggiamenti del santo patrono, o il “diritto” di gioire per la squadra di calcio che vince. D’altronde lo dice pure Giorgia “è leggittimo protestà, io c’ho protestato tante volte” (Grazie a Luna! :D).

Dopodiché si vede spuntare una giornalista che fa la cronaca TV dell’accaduto, ché manco fosse a 90imo minuto, e parla di un tal premier che (cito da Malafemmina) ora procede, ora inciampa, ora cade, ora gli sputano, dall’altro lato lo vogliono baciare, qualcuno vorrebbe strappargli una molecola miracolata e poi incede, lentamente plana, infine decolla, e gli si aprono le porte del signore, e lui dice “oh, my brother, e mo’ possiamo dirlo che non sei figlio unico!”. In tutto ciò registra una conversazione: un uomo al telefono dice “figlia mia stai attenta che ora succedono le peggio cose”, sente distintamente lei che risponde “papà, ma quello era il tempo di mussolini” e lui “no no, per le rappresaglie c’è sempre tempo, dipende come te le fanno…”.

E sulla previsione temporale quel padre non s’è sbagliato di molto perché appena la TP si gira vede manifesti che festeggiano la liberazione e sente cantare bella ciao e allora pensa “vuoi vedere che è il 25 aprile?” e cazzo no, non è la liberazione dal nazifascismo, invece è il 12 novembre e c’è un signore che si dimette perché l’Italia sarà commissariata dalla Bce. La TP riflette e pensa: “Commissariata significa che l’azienda Italia viene data in mano alla banca, anzi al curatore fallimentare, che svende pezzi, fa un po’ di macelleria sociale, mi svuota le tasche ancora un po’, si mette a contrattare sugli organi di mia nonna e poi si gioca la pensione di mio padre alla roulette e tutta questa cosa qui in piazza la chiamano liberazione.”

Davvero non si vorrebbe infierire sulla gioia della gente del popolo viola che pensa di aver preso il posto delle mondine, ma qualcun@ li deve informare che stanno cantando “Bella Ciao” mentre gli sparano una supposta dritta su per l’ano. Ché certo sulle preferenze sessuali la TP non mette bocca, per carità diddio, non si permetterebbe, se c’è quell@ che si eccita per questo genere di cose ed è consensuale siamo tutti felici e chissà che pure lei con la penuria che si ritrova al momento non si possa fare piacere quella cosa lì. Ma ad occhio direi che proprio no, non le riesce, perché ha sempre avuto problemi con il clistere, ché se pretendono di svuotarla più di quanto lei non sia già svuotata non c’è proprio niente da fare.

E volendo però trovare una analogia alla TP viene in mente che di questo passo allora può cantare bella ciao ogni volta che si siede a liberarsi l’intestino. Sempre di liberazione si tratta, no?

Nel frattempo la TP si deconcentra dal suo obiettivo originario e pensa ancora che hanno approvato una legge sulla stabilità che è una cosa oscena, stanno consegnando l’italia ad uno che svenderà qualunque cosa pur di mantenere privilegi, che è festa per chi ha soldi e non per la gente come lei. Perché per lei è ancora di più morte certa. E’ smantellamento totale di beni pubblici e stato sociale. Diritti zero e proprio non capisce come si possa cantare “Bella Ciao!”.

La TP prova a parlare con qualcuno e insiste sul fatto che continua a tenersi le celebrazioni per momenti in cui lei avrà contribuito a liberare qualcosa senza sprecarle per momenti in cui la BCE cambia faccia del premier perchè l’italia sia più credibile sul mercato della svendita di illusioni.

Insomma il punto chiaro è che la Trombatrice Precaria non trova nessuno che sia compatibile, che sembrano tutti invasati, tra cori terzoposizionisti o più o meno qualunquisti che usano la storia partigiana per cose che non c’entrano niente e tifosi del premier pagati per cantare “SiRviiiooooo… ohhh SiRviiiooooooo”.

La cosa certa è dunque che nei momenti di transizione politica non si tromba. Tutti sono troppo distratti. E la trombata diventa troppo ideologica e la TP di cantare Bella Ciao a muzzo non c’ha voglia.

Allora torna a casa, si mette comoda, un po’ si spoglia, guida le mani in direzione preziosa, inizia una carezza e poi un’altra e allora si, interpreta la Liberazione secondo lei:

“Una mattina, mi son svegliata, oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao, una mattina, mi son svegliata e (là là là) che me ne frega dell’oppressor…” 😀

Leggi anche:

#occupycervello, non c’è nulla da festeggiare!

 

Posted in Pensatoio, Satira.


2 Responses

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  1. cybergrrlz says

    copio da facebook, Malafemmina scrive:

    “Come dicevo altrove: “contaminare con i canti che ci sono cari è una cosa senza dubbio bella ma qui non si tratta di contaminazione ma di subvertising realizzata da chi la pratica quotidianamente appropriandosi dei nostri simboli e delle nostre lotte per svuotarli di senso e riproporli in chiave revisionista. non so se conosci la modalità di certi ambienti terzoposizionisti e qualunquisti che sono quelli che in piazza insegnano che “ne rossi ne neri ma liberi pensieri” e questo modo di pensare, specie a roma, è assai diffuso e non ha alcuna apertura alla contaminazione. anzi. credi quando dico di cosa parlo e in quanto alla possibilità che questo sia un momento di transizione io sono assolutamente disposta a immaginare che la gente possa gioire o comunque immaginare che sia meglio un neoliberista dichiarato, che privatizzerà tutto e smantellerà lo stato sociale, piuttosto che un premier logoro e impresentabile. ma in tutto questo tempo non sono mai riuscita a immaginarmi indignata per le stesse ragioni per cui erano indignate molte altre e ancora di più oggi sento la distanza perché l’aver orientato la opposizione contro un solo uomo, e per motivi marginali, ha prodotto una folla che decisamente era votata al dileggio, anzi al linciaggio. e non posso essere felice se in piazza vedo un popolo di gente armata di forconi pronta a linciare un uomo oppure a “gioire” se quello se ne va. non c’è politica ma il risultato di mesi e mesi di pedagogia e comunicazione terribile che ha educato la gente a stare sugli spalti e a fare il tifo invece che partecipare. io sono abituata a leggere le carte di ciò per cui oriento la mia opinione e le carte oggi mi dicono che devo preoccuparmi moltissimo e quindi non c’è da fare festa, in nessun caso, e vedere tante persone che rivendicano di poter gioire perché qualcuno, che non è il potere in se’ ma era la faccia, una tra le tante, del potere, se ne va, mi mette tristezza. solo questo.”

  2. Luciana says

    🙂 mi fai pensare… grazie!