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Destre e maschilisti complici del capitalismo

http://www.youtube.com/watch?v=g4gteRuhJgw

E poi dicono che noi ne facciamo una questione di differenza di genere. La differenza c’è eccome. Proviamo a fare una analisi decente prima che ci riducano a parlare di gossip rosa, come giustamente ha preventivato Riccardo (anche se noi auspicheremmo che tutti gli amanti dei blog dissidenti ci adottassero come hanno fatto con il blog della donna cubana).

Proviamo a mettere assieme alcuni elementi astraendoli dal contesto e cercando di trovare un filo conduttore. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle le puttane, dunque le uccide, una ad una, per il piacere di ucciderle. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle le donne e allora istiga alla violenza contro di loro, le perseguita, le flagella, le stupra, le uccide. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle i rom e allora va a incendiare i campi nomadi per il piacere di farlo. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle gli stranieri e allora si inventa le ronde per poter scendere in strada e cacciare lo straniero dal suo territorio. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle i gay e le lesbiche e allora si inventa cose strane, malattie, perversioni, paragona l’orientamento sessuale a crimini come la pedofilia e via così. C’è l’uomo a cui stanno sulle balle le persone con cui vive, per questioni di differenza di orari, abitudini, rumori e via di seguito, e allora le uccide. C’è l’uomo a cui stanno sulle palle le macchine parcheggiate sotto casa sua e allora costruisce un ordigno esplosivo per farle saltare in aria. C’è un uomo a cui stanno sulle balle i dirigenti del suo ex lavoro e li ammazza, uno ad uno, e poi si suicida. C’è l’uomo a cui sta sulle palle il datore di lavoro che lui pensa stia per licenziarlo e lo ammazza.

Si potrebbero fare mille altri esempi ma ci fermiamo a questi. Volutamente non facciamo una distinzione perchè tentiamo di astrarre i singoli episodi dal contesto per trovare un minimo denominatore comune. In generale potremmo dire, partendo da noi, che non avremmo mai fatto cose del genere. Se ci stanno sulle ovaie delle persone semplicemente cerchiamo di non frequentarle. Se abbiamo un problema con una persona affrontiamo e tentiamo di risolvere il conflitto con quella invece che spostare la frustrazione e la rabbia su un intero genere. Più nello specifico diciamo che tenderemmo a vivere e andare avanti invece che restare ancorate all’odio. Se ci sono macchine che occupano l’ingresso della nostra porta chiamiamo il carroattrezzi. Dubito ci verrebbe mai in mente di fabbricare un ordigno per farle esplodere. Se ci infastidiscono le abitudini di chi vive con noi proviamo a conciliare, con una suddivisione degli spazi, con il dialogo, con l’intelligenza. Se un datore di lavoro ci licenzia la prima cosa che ci viene in mente di fare è una vertenza, poi la ricerca di un altro lavoro e se non si trova ci inventeremo qualcos’altro. Di sicuro non ci verrebbe in mente di ammazzare delle persone che hanno figli, famiglie e a prescindere dal fatto che siano state più o meno corrette non ci piacciono i rambo securitari e neppure i vendicatori delle ingiustizie sociali.  

Qual è il filo conduttore che tiene assieme tutte queste storie? A noi sembra abbastanza semplice: da un lato c’è lo scollamento tra messaggi contraddittori di rinascita del maschio autonomo, che ce la fa, che può tutto, che è un soldato, un difensore della patria, un valoroso artefice della sua vita, un membro valido della società, che costruisce, sorregge, ricostruisce le zone terremotate, rimette a posto dopo ogni guerra, tiene a freno la famiglia, impartisce lezioni morali alle donne sul pudore, l’uso del corpo, la sessualità. Dall’altro c’è un uomo che non ha riferimenti culturali per trasformarsi, riciclarsi, per trasformare la rabbia in qualcosa di diverso che non sia l’odio, per costruire invece che distruggere, per creare invece che ammazzare, per trasformare il proprio disagio in rivendicazione e la propria rivendicazione in lotta sociale. Una lotta sociale collettiva che certamente non può essere basata sull’odio.

In questi anni mille certezze si sono sgretolate. Il lavoro, la pensione, il futuro, le prospettive, la possibilità di vedere i figli sistemati altrove invece che ancora precari sotto lo stesso tetto. L’autorità maschile, quella che si basa su valori prefabbricati, che illude gli uomini di essere dei rambo che tutto possono dominare, che li intontisce di messaggi dopanti che li spronano a produrre e produrre per arricchire altri e a combattere guerre delle quali non sanno niente, non trova elementi sociali di riferimento.

Senza casa, lavoro, ancora costretti a dipendere dai genitori, senza capacità di iniziativa, senza avere la capacità di rimettersi in discussione nelle relazioni con le donne, troppi uomini sono diventati dei palloncini sgonfiati ai quali partiti politici come la lega e gentaglia come i maschilisti fanno la respirazione bocca a bocca per alimentare il gonfiore con l’odio per gli altri.

Non hai lavoro? Allora odia gli stranieri. Non hai più nessuna autorità nel mondo esterno? Allora torna a fare il padre padrone in casa, fatti obbedire dalla moglie e se lei ti lascia ammazzala pure perchè se lo è meritato. Semmai le donne si lamentassero tirate giù la storiella che le donne sono forti e i maschi delle povere vittime ed è fatta.

Questo genere di cultura è criminale. E’ una cultura che genera mostri. Una cultura che sollecita la pazienza di tutte le categorie sociali discriminate, donne, bambini, gay, lesbiche, trans, stranieri, affinchè facciano da cavia al maschio mandato al macero dall’economia mondiale che ha bisogno di odiare qualcuno per tenersi in vita.

Dividi et impera, questo è quello che fa l’economia capitalista e questo è quello che fanno i partiti che rappresentano gli imprenditori con un ragionamento fatto a tavolino che mette in scena un circo massimo, un colosseo, per gli schiavi, dove le puttane diventano cavie per lo stronzo che le ammazza con la balestra, le donne diventano cavie per i vigliacchi che cercano il plauso di vigliacchi come loro, i gay, le lesbiche, le trans diventano cavie per omofobi che tengono impegnata la mente distogliendola da problemi più gravi, gli stranieri diventano il capro espiatorio di un impero al collasso. La persecuzione di intere categorie umane e sociali diventano l’intrattenimento per uomini che invece che rivolgere rivendicazioni sociali verso i padroni se la prendono fisicamente con altri schiavi che stanno ad un gradino più in basso di loro.

Bisognerebbe stare a sentire le ecofemministe o le donne che si occupano di economia per riconoscere quanto sia lucida e precisa l’analisi delle donne sul presente. Quanto sia radicale la loro visione delle cose e quanto sia corretta la collocazione che fanno di ogni singolo evento e di ogni singola modalità sociale di comportamento.

Bisogna essere sociologi o economisti per capire tutto questo? No, bisogna solo essere meno stronzi e meno propensi a sfruttare le debolezze delle persone per i propri sporchi scopi. 

Ce ne sono troppi di personaggi che si fanno proteggere a barriera da uomini arrabbiati la cui rabbia dovrebbe essere indirizzata altrove, verso la costruzione di nuove vite e nuove possibilità, invece che verso la distruzione di quello che non si capisce o non si può avere. Sono personaggi privi di scrupoli che monopolizzano la vita della gente e che in fondo dovrebbero cominciare a risolvere innanzitutto i propri problemi.

La fragilità non è una attenuante e non è una giustificazione per uccidere. Il valore sociale di un uomo non viene restituito con la vendetta su altre persone. Nessuna persona, nessuna donna ha il dovere di restituire a certi uomini un valore sociale che la società gli ha tolto o al quale loro stessi hanno rinunciato. 

Pretendere che esistano categorie sociali dopanti, psicofarmaci sociali, donne, gay, lesbiche, trans, stranieri, a compensare quello che gli uomini, rinconglioniti dal capitalismo, dalle religioni, dalle culture patriarcali in generale, pensano di aver perso non dimostra solo una incapacità di queste persone di rinnovare la propria vita ma dimostra l’incapacità di tutta una società di muoversi sulla base di riferimenti diversi.

Bloccati all’impero romano. Se un uomo è incazzato dagli in pasto uno schiavo o una schiava di grado inferiore. La sua fame sarà compensata e il funzionamento dell’economia liberista, condita di deregulation, privatizzazioni, smantellamento delle strutture pubbliche e delle reti di solidarietà sociale, sarà così garantita.

Ecco perchè sappiamo, e lo sappiamo bene, che partiti politici come la lega, fascisti di vario genere, maschilisti, sono complici dello scempio compiuto dai poteri economici che regnano sovrani sulle nostre teste decidendo chi vive e chi muore.

Sono belle le dittature, eh?

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Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


One Response

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  1. ladytux says

    “Bisogna essere sociologi o economisti per capire tutto questo? No, bisogna solo essere meno stronzi e meno propensi a sfruttare le debolezze delle persone per i propri sporchi scopi. “

    mai chiusa fu più esaustiva.