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Psicopatologia quotidiana dei quotidiani

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/c/c0/35-caccia_gru%2CTaccuino_Sanitatis%2C_Casanatense_4182..jpg/300px-35-caccia_gru%2CTaccuino_Sanitatis%2C_Casanatense_4182..jpgUna analisi che vale assolutamente la pena di condividere. Tutta da leggere. Dalle Dumbles:

Sembra che sia stata veramente una liberazione per i giornali locali
poter parlare finalmente di un delitto di donne senza reticenze, senza
freni, senza inibizioni; tanto è vero che uno dei nostri quotidiani
locali come il Messaggero Veneto ne parla a piene pagine già da giorni
con un’esplosione nel giorno di mercoledì in cui ben otto giornalisti,
sulla bellezza di quattro facciate, compongono i loro pezzi tutti
intenti a sviscerare i lati luminosi e oscuri della vicenda.

La vicenda è quella che abbiamo riportato con i vari articoli qui:
un uomo di Gorizia uccide a bastonate, in tempi diversi,  due “escort
di lusso”. Così identifica le vittime la cronista del TG regionale, che
non ama la parola donne. Il nostro corregionale poi, le finisce con i
dardi di una balestra, le spoglia e nasconde i corpi sotto venti cm di
terra ai piedi di un viadotto. Viene catturato. Prima dice di averle
uccise per rapina, poi perché voleva essere il loro protettore ma loro
lo hanno rifiutato.

Molte donne vengono picchiate, maltrattate e uccise perché rifiutano le
imposizioni degli uomini, ma di questo, sappiamo, la stampa se ne cura
poco, male o niente affatto.

Qui invece! Una grafomania, una logorrea, quasi una goduria mediatica. Perché?
Perché lui, se pur anonimo uomo della porta accanto è un tremendo serial
killer, è il mostro contro il quale nella messa di domenica al paese
dove era andato a vivere, si farà l’esorcismo. Non è il marito che
uccide la moglie, (come, uno fra i tanti, quello di un anno fa nelle ridenti montagne carniche)
del quale si può solo bisbigliare a bassa voce con il prete che chiama
al silenzio e la comunità che sposa subito le teorie degli esperti di
raptus e depressione, per poi chiuderla in breve con un articolo in
cronaca.

E loro, le vittime, sono escort, prostitute, sono “di quelle”; come 
dice o pensa la gente; prima di essere donne sono il mestiere che fanno e
allora via con interviste a colleghe che praticano un mestiere così
pericoloso: “… dopo questa vicenda si sente meno sicura? ….lascerà
questo lavoro? …non ha paura?”.

Avete mai visto un giornalista incaponirsi a fare queste domande ad una
donna minacciata o picchiata dal marito che fa il semplice “mestiere” di
moglie, fidanzata o ex;  status,  che, stando alle statistiche,  oggi è
molto più a rischio di quello di  accettare incontri da sconosciuti?
Nooo, non è cosa.

Qui invece! Qui siamo su un pianeta altro, dove vivono creature come i
killer seriali e le escort, possiamo guardarli con la lente del giudizio
sociale per vedere quanto sono diversi e lontano da noi, in sostanza,
per rassicurare noi stessi di quanto siamo meglio di loro.

Per carità, il paese è rimasto agghiacciato dall’aver dato domicilio al
mostro, infatti il sindaco ha subito invocato più lampioni, più
telecamere e vigilanza nei casolari abbandonati;  i curiosi passano in
visita davanti alla sua casa, e i gitanti si spingono fino al pilone del
viadotto a vedere la tomba delle sue vittime… Ne avrà uccise altre, con
quella dannata balestra che un giornalista si è premurato di indagare e
scrivere che costa 100 euro? Sarà l’avvincente giallo dell’estate. Che
culo! E che colpo per le forze dell’ordine che lo hanno catturato! Nei
telegiornali il volto sorridente del capitano (ma guarda!
quello dello sgombero del CSA di Udine, il nostro punto materiale di
autogestione e autodifesa!) ad illustrare la concertazione dei militari
in campo; i giornali non mancano di ricostruire l’epica caccia all’uomo
con i disegnini, le freccette e tutto quanto… peccato che il merito in
realtà vada al fratello disperato di Diana Alexiu, una delle due donne
uccise; l’unico ad insistere fino allo sfinimento perché qualcuno
iniziasse a cercare la sorella scomparsa. Gli interstizi della cronaca
tanto gloriosa dicono che senza quell’ostinato fratello Diana e Ilenia
sarebbero rimaste semplicemente due prostitute scomparse per le quali si
erano già scritte due righe, così,  en passant tempo addietro. Ecco,
chi se ne cura di loro, nuda vita?

E’ andata diversamente, l’assassino è stato preso e altre donne si sono
salvate; se ne può parlare e se ne parlerà in lungo e in largo, per
tutte le altre volte che non se ne è parlato e non se ne parlerà.
Un’operazione generale di purificazione sociale, un lavaggio della
coscienza  a marcare, con fiumi di inchiostro,  il confine tra il mostro
e l’uomo normale, la prostituta e la donna; a sancire che chi uccide è
un killer seriale e chi viene uccisa è “una di quelle“. Un esorcismo
eccellente; parlare tanto di quello per non parlare di altro,  a
preservazione e perpetuazione dei nostri femminicidi quasi quotidiani ad
opera di uomini tanto normali, solo un po’ depressi che uccidono con
mezzi più moderni o più antichi di una balestra, donne che, come Diana e
Ilenia pretendono di esercitare il diritto alla loro
autodeterminazione.

Ne avessimo visto uno di uno di questi giornalisti ai numerosi présidi
che abbiamo fatto per denunciare le violenze contro le donne. No, cosa
contano le donne che denunciano le violenze contro le donne
nell’in-formazione che per suo mestiere deve mettere in forma il sentire
comune della realtà? Nulla finchè si vuole che la realtà sia fatta di
uomini che uccidono le donne, salvo, al momento opportuno, accusarne uno
per, psicopatologicamente,  giustificarne cento.

—>>>Bollettino di guerra, per seguire la cronaca quotidiana delle violenze maschili contro donne e bambini

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


3 Responses

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  1. gabriel says

    Piu di un articolo di giornale. Grazie !

  2. gabriel says

    Ciao,prima di tutti voglio ringraziare di cuore a tutta squadra di ”CHI LA VISTO” . Questa storia ha avuto un tragico fine per me, ma senza voi (squadra di ”CHI LA VISTO”) questo pezzo di merda nn si fermava cosi presto. Come e posibile che una machina che e stata denunciata rubata di piu di quatro mese (l’auto di Ilenia Vecchiato) ha caminato su le strade senza nessun’ problema e nessuno non ha riuscito trovarla? Secondo me dopo che e stata mesa in onda la transmisione di ”CHI LA VISTO” in 28.06.2010,il assassino ha abandonato la machina di Diana in 29.06.20101,dopo solo una giornata, e cosi ha riuscito,finalmente,la polizia di trovarla. Force che e stata la prima volta quando questa bestia ha avuto paura. Questo sono le cose che io non riesco a capire…credo che si poteva fare di piu per catturarlo. Spero che almeno la giustitia Italiana non farà un altra errore,come ha fatto in 1993 con questo assassino e cosi queste due ragazze troveranno la pace della mente. Ho lasciato questo commento qui per che secondo me voi avetti fatto tutto. GRAZIE DI CUORE CHI LA VISTO !!!

  3. Martina says

    Bellissimo questo articolo, fa veramente riflettere.
    Vi ringrazio.