Skip to content


Il fascismo è un brand

http://www.youtube.com/watch?v=LfLHFNEzPso

Il fascismo è fatto di persuasione, è immagine "positiva" che nasconde repressione, censura del dissenso, abuso dei corpi che vuole perfetti, normati in senso estetico e pratico, piegati alla perfida logica del profitto, eterosessuati, pronti a procreare altri corpi il cui destino è segnato, da brevetti, copyright, su beni comuni, privatizzazione di tutto, compresa l’aria che respiriamo, la terra nella quale camminiamo e le modificazioni che del nostro corpo fa la biotecnologia. I corpi che produrremo diventeranno operai e consumatori. Corpi spremuti fino alla fine e schiacciati se non sono utili al mercato. Tutti i corpi che vendono qualcosa sono utili, compresi quelli dei disabili attorno ai quali si esplicita uno dei pezzi di economia più miserabili tra tutti: presìdi sanitari per tutti i gusti. Esiste perfino una estetica e una economia dello stupro (e della razza, lo sapete bene). Ecco perchè è necessario sottrarre i corpi dall’uso che ne viene fatto, dai governi, nelle televisioni, in pubblicità sessiste (eventualmente da affrontare con le pratiche della postpornografia) così come nelle nostre scelte affettive e sessuali.

Il fascismo si muove come qualunque corporation. Vende una immagine di se’, usa la persuasione in chiave autarchica. Un simbolo, un logo, la svastica (che non a caso viene marchiata sui corpi nelle aggressioni fasciste) come mcdonald’s, una divisa, una camicia, nera, verde, azzurra, purchè ricompatti il gruppo, un saluto, quello romano come la mano sul petto del dipendente di fast food, un inno, quello di mameli come la canzoncina motivazionale delle ditte call center. Non per niente i gruppi autarchici come forza nuova e gli altri di casapound insistono nella promozione di un modello – con il culto dell’immagine in simboli, gesti reiterati, atteggiamenti, modelli di comportamento, espressioni "artistiche" (il futurismo), cameratismi da stadio e bande nazirock – che diventa Nazi-Fashion [ne abbiamo parlato qui, qui, qui e ne ha parlato Fastidio qui].

http://images-srv.leonardo.it/progettiweb/blimunda/blog/SVASTICA_550x446.jpg

Il terreno sul quale combattere si sposta. Quello reale ma anche quello dell’immagine. Se non riusciamo a sovvertire, spogliare, ridicolizzare l’immagine attraverso la quale il fascismo si propone non riusciremo a svelare nulla (il razzismo, la cattiveria, la sete di dominio, l’egoismo) e a modificare di una virgola la politica del nostro paese. Sovvertire l’immagine per svelare la miseria del fascismo.

Subvertising e guerrilla marketing (oltre alla comunicazione in senso più ampio e all’informazione), guerrilla semantica (delle parole) e semiotica (dei segni) possono essere armi di resistenza. Intanto alcuni strumenti per capire:

The Corporation [i video potete trovarli online anche su youtube divisi per parti, godetevi tutto e concentratevi soprattutto sulla parte che parla delle mani delle corporation sui bambini (la cui erotizzazione è affidata alle pubblicità) – la seconda parte di questo video e la prima di quest’altro]: [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [11] [12] [13] [14] [15] [16]. QUI il libro online.

Freedom of fascism (ancora video): [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8]

Shock Economy di Naomi Klein. Il libro e QUI trovate un anticipazione video.

Il sesso del terrore, libro di Susan Faludi che spiega bene il ruolo della comunicazione post crollo delle due torri a New York per imporre machismi e fascismi sfruttando la paura.

No Logo, di Naomi Klein (il libro). Il video (ho trovato solo una versione inglese sottotitolata in spagnolo): [1] [2] [3] [4]

L’Onda (guarda il trailer video), il film.

Le origini del totalitarismo di Hannah Arendt. Da leggere per avere memoria di quanto accaduto. Soprattutto per le parti che analizzano il rapporto tra economia, capitale, imperialismo e indottrinamento della massa.

Sorvegliare e punire, di Foucault.

La società dello spettacolo, di Guy Debord.

Teorie delle comunicazioni di massa, di DeFleur e Ball-Rokeach. Un libro che male sicuramente non fa.

Il Bon Ton dell’antifascista di Tiresi@.

Qualche testo (ne trovate in giro) di psicologia sociale, comportamentale e cognitiva. Serve sapere che le strategie di comunicazione usano la persuasione e si servono della psicologia per indurre comportamenti, produrre "pensieri" distorti che determinano l’azione di acquisto di un determinato prodotto o di voto di un determinato uomo politico. Parliamo della stessa psicologia che poi si propone la patologizzazione e la cura dei disagi (come per esempio i disturbi dell’alimentazione) che sono alimentati da esigenze di mercato (comprare dai fast food, mangiare, mangiare, mangiare merendine e roba surgelata per aderire ad un modello sociale che ci vede felici e perfetti).

Me ne verranno in mente altri. Se avete contributi e suggerimenti postate tra i commenti. Intanto qualche sito utile.

Subvertising.org. Il loro blog con dimostrazioni pratiche di sovversione.

De-tournement.

Una campagna ideata a partire da questi presupposti è Anna Adamolo. Guerriglieri della comunicazione – con l’invenzione di vere e proprie notizie, di personaggi e storie tutte ad uso e consumo della stampa – furono i Luther Blissett.

Donne (o anche gruppi misti) che si occupano o si sono occupate di comunicazione – con immagini, campagne, la totale invenzione di un brand (come è stato per Serpica Naro), con video – in chiave "sovversiva": Guerrillagirls, A/Matrix, Sexyshock, Comunicattive, Serpica Naro, Rosebud (che hanno sottotitolato un fantastico documentario sull’estremista di destra), altri che ora non ricordo (se li conoscete segnalateli tra i commenti) e ora proviamo a mettere su Antifascismo Viola (guardate i materiali già inseriti nel blog e quelli che saranno inseriti nei prossimi giorni), in chiave non sessista e non machista (serve la testa e non la *virilità*).

Il Workshop di Antifascismo Viola si farà il 22 e il 23 maggio (QUI i dettagli) nell’ambito del Ladyfest. Già oggi le compagne sono in giro per Roma con telecamere. Il mio contributo è una narrazione da proiettare in slideshow  – dal titolo "Fallocrazia e corpi di servizio" – troppo pesante da pubblicare qui. Spero si possa trovare il modo di condivederla senza caricare troppo il server (se avete suggerimenti per la pubblicazione senza che l’upload abbia un limite di peso dite e sarò felice di mettere in share tutto quanto).

Ps: ricordate che ogni padrino si serve di una immagine e una cultura. Peppino Impastato riuscì a indebolire l’immagine del boss Tano Badalamenti chiamandolo "Don Tano Seduto" nelle trasmissioni di satira che faceva su Radio Out. In poco tempo i ragazzini per le strade di Cinisi iniziarono a schernire il boss chiamandolo con lo stesso nomignolo. Questo per il boss significava perdita del rispetto e dell’autorità che gli erano necessarie per incutere timore e tiranneggiare quel pezzo di popolo. Perciò le vie per la sconfitta del fascismo sono infinite.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Pensatoio, Vedere.


5 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. fikasicula says

    gli anni settanta sono anche gli anni della strategia della tensione, dello stragismo fascista legato a doppio filo ai servizi segreti (remember cossiga?) e alla mafia. hanno messo assieme le zone d’ombra dello stato per sconfiggere l’apparenza democratica dello stato e per per dare allo stato il potere di normalizzare. dopo il delitto moro più nulla.

    il capitale non stringe sulle tradizioni. recupera mercato ovunque, talvolta sollevità evoluzioni per ampliare le vendite.

    sai che furono le multinazionali del tabacco a promuovere il primo modello di donna che fumava in pubblico?

    sai perchè? perchè bisognava ampliare le vendite alla metà del genere umano, le donne che fino a quel momento non fumavano perchè altrimenti erano considerate delle poco di buono.

    il mercato prende tutto, normalizza, costruisce modelli culturali etc etc.

    lo stesso fa il fascismo.

    però capisco quello che vuoi dire ed è interessante come la complessità nella quale si muove il capitalismo abbiano messo in scena tante contraddizioni che vanno considerate per intero anche se inserite in una unica logica.

  2. cloro says

    Ovvio, il mio discorso dà per scontata la democrazia “borghese” che è comunque “formale”. Ma i diversi gradi di libertà che si possono lasciare in una pseudo-democrazia hanno delle variazioni non da poco. Pensa all’Italia degli anni ’70, una ricca democrazia borghese dove gli operai metalmeccanici avevano gli stipendi piu alti d’europa e la riforma sanitaria (1978) era all’avanguardia mondiale, per l’occidente.
    Oggi la compagine borghese è in divenire, perchè la tendenza è quella di restringere enormemente il numero dei detentori del capitale, per cui la “latenza” del fascismo e le potenzialità del suo riaffacciarsi ha forma poco prevedibili.
    Anche se i contenuti restano quelli spiegati magistralmente dal “profesor” Rauti: diseguaglianza, gerarchia,tradizioni,organicità e fissità dei ruoli.
    ciao
    cloro

  3. fikasicula says

    dimenticavo: pensa anche alle dittature che sono state instaurate da certi stati occidentali per fare affari in quelle zone.

    l’italia come gli stati uniti di bush poi sono quelli in cui la corporation si fa stato. più fascismo di così.

  4. fikasicula says

    cloro sono democrazie fittizie. non crederai davvero che le elezioni in afghanistan abbiano qualcosa di democratico o che in europa ci siano governi che riescono ad agire indipendentemente dalle corporation e dalle banche.

    lo vedi dalle scelte che fanno, niente ammortizzatori sociali, solo finanziamenti delle corporation. lo vedi anche dal fatto che le corporation non hanno responsabilità morali, etiche, giuridiche di nessun tipo.

    le politiche di tutti i paesi, stati uniti in testa, grandiosa democrazia d’occidente, sono guidate dalle esigenze delle corporation.
    altrimenti rispiegami le guerre giuste, israele avamposto d’occidente etc etc.

    in ogni caso la politica è fatta di comunicazione e agisce su quel terreno. spostare la lotta anche su quel terreno serve a svestire – per esempio – il fascista degli abiti “giusti” che si da e a rendere evidente tutta la sua cattiveria.

    se non fosse così la p2 e ogni altra forma autoritaria e totalitarista non avrebbe puntato sulla informazione e sulla comunicazione controllata.

  5. cloro says

    Non sono molto d’accordo con la tesi di fondo del post. In realtà le corporation, quando esse occupano la struttura dell’impero (per impero intendo il paese di riferimento, quello che destina una grande percentuale di risorse all’acquisto di armi) hanno bisogno della democrazia. Hanno bisogno di leggi garibaldine e di una corruzione che un regime di stampo fascista non riesce a garantire, perchè l’eccessiva militarizzazione non rende fluidi i rapporti d’affari. Avevo letto ‘sto concetto su un libro di storia della mafia americana (nn ricordo titolo e autore) che esemplificava proprio come ad un certo punto, negli anni ’30 i mafiosi avessero tentato di “conquistare” i paesi nazifascisti (italia e germania) ed avessero, alla fine, rinunciato.
    Diverso è il caso dei paesi da cui si approvvigionano di materie prime: lì il fascismo è stato promosso e sostenuto, particolarmente nella forma della dittatura militare, perchè lì le funzioni sono poche, ma molto redditizie, non c’è necessità per le corporation (multinazionali) di quella fluidità e di quella stratificazione di rapporti che necessitano invece i paesi ad alto investimento bellico. Lì serve un regime oligarchico pagato per permettere lo sfruttamento e stop.
    Oggi questo schema è cambiato anch’esso e forse questo discorso non vale piu’ perchè si raagiunge facilmente un restringmento delle libertà personali anche solo con il controllo mediatico e tecnologico. Il fascismo assumerà nuove maschere, per ora poco prevedibili.
    L’essenza del fascismo però è sempre la stessa. Ho selezionato una lezione di 30 secondi del “professor” Pino Rauti (un vecchio video degli anni ’70. Durata 30 secondi) in cui enuncia proprio il nucleo, quello che non cambia mai, a prescindere dalle contingenze storiche.
    Dimmi che ne pensi
    http://www.splicd.com/U51egPnNErE/64/116
    ciao
    cloro