Settimo appuntamento con Marino Maglietta, il quale ha elaborato e proposto le norme e le modifiche alla attuale legge dell’affido condiviso (54/2006). QUI il suo primo intervento introduttivo. QUI ci racconta qual è stata l’origine della riforma. QUI ci siamo occupati di collocazione e frequentazione del bambino. QUI ci siamo occupati del mantenimento dei figli. QUI circa l’assegnazione della casa e i cambiamenti di residenza. QUI circa la violenza intrafamiliare. Appuntamento fisso su questa materia con altre domande e risposte che toccheranno un altro aspetto della proposta a tra sette giorni. Buona lettura!
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L’incontro di oggi ha per tema l’alienazione genitoriale, dunque un soggetto psichiatrico. Ma lei, che competenze ha in questo campo? Si sente legittimato a rispondere a una intervista in questa materia, che non è affatto la sua?
Effettivamente, ripensando a quanto è stato criticato il mio ruolo nella stesura e nel varo dell’affidamento condiviso (del tipo “Quando le leggi le scrivono gli ingegneri …”), la domanda è ben posta; direi che è una premessa indispensabile. C’è ancora una quantità di persone convinte che di guerra possono parlare solo i generali. Io invece ritengo che ogni materia ha una pluralità di versanti e che molte persone possano avere diritto di parola se restano nel proprio. Penso che le strategie siano riservate ai generali, ma che in generale della guerra possa parlare anche chi rischia di prendersi delle bombe sulla testa, ovvero il contribuente che deve pagare gli F-35. Ciascuno per la propria parte. Tornando nel nostro ambito, si può replicare in vari modi. Si può far notare che la competenza non è necessariamente legata all’attestato, al pezzo di carta. Oppure, ancora meglio, si può chiedere: “Ma perché, di regola, le leggi chi le scrive?”. A me risulta che lo fanno i parlamentari, la maggior parte dei quali non è laureato in legge, ma in medicina, agraria, matematica e via dicendo (per non parlare dei tantissimi che sono solo “funzionari di partito”). E nessuno se ne scandalizza. Giustamente, dico io. Concludendo: non esprimerò certamente alcun personale apprezzamento di carattere tecnico in materia psicologica o psichiatrica, e mi limiterò alle ricadute sul piano giuridico.