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Femministe contro la guerra


Update: Leggi l’appello per la Palestina dell’Unione delle donne per i diritti su sessualità e corpo nelle società musulmane

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Le abbiamo lette in questi giorni, mentre occupavano un consolato israeliano o raccontavano il proprio dolore. Mentre si appellavano tutte assieme al buon senso o urlavano tutta la propria rabbia contro questo assurdo massacro. Gli articoli pubblicati in questo blog su Gaza e la Palestina sono elencati sotto. Troverete molto di quello che ho elencato. Troverete materia critica, analitica, acuta, tagliente, non allineata, laica, corrosiva, intelligente o semplicemente contenuti e riflessioni personali ritagliate da un punto di vista di genere. Questo per noi fa la differenza. Eccovi altri due comunicati, mentre traduciamo altro materiale o ne reperiamo ancora grazie alla pazienza delle compagne e amiche che in questi giorni stanno facendo questo sforzo in più. Quello di sentire, ascoltare, al di la’ delle bombe, ogni significativa parola che viene da quelle che normalmente – su mille questioni ma soprattutto su questioni di politica internazionale – vengono messe a tacere.

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Da Asociación Madres de Plaza de Mayo

Traduzione a cura di Mujeres Libres Blog

Comunicato contro l’invasione israeliana

Le Madri di Plaza de Mayo hanno partecipato all’affollata mobilitazione
di ieri, per ripudiare l’attacco di Israele contro il paese
palestinese. Con in testa Hebe de Bonafini, Presidentessa
dell’Associazione, le Madri hanno salutato ed espresso la loro
solidarietà ai dirigenti arabi e palestinesi che hanno indetto la
mobilitazione. 

La mobilitazione si è diretta all’Ambasciata di Israele di Buenos Aires, in Avenida de Mayo y Chacabuco.

Il
giorno prima, lunedì 5 gennaio, l’Associazione Madri di Plaza de Mayo
ha emesso un comunicato nel quale esige il ritiro dell’Esercito
israeliano dai territori palestinesi. "Le Madri di Plaza de Mayo
rivendicano il diritto all’indipendenza del Paese Palestinese e
ripudiano il genocidio israeliano nei territori di Gaza e Cisjordania”.

Nel testo del comunicato che porta la firma di Hebe,
si legge: ‘’Le Madri di Plaza de Mayo non appoggiano mai nessun gruppo
fanatico religioso, sia islamico, ebreo, cattolico, etc. Il fanatismo
religioso è nemico dei paesi e non può essere ‘rivoluzionario’. Ma la
scusa della lotta contro Hamas non può giustificare il bombardamento
indiscriminato della popolazione civile, le torture sistematiche, né il
genocidio e l’isolamento contro il paese palestinese. Sappiamo che
dietro il genocidio israeliano ci sono gli interessi nordamericani e la
necessità dell’Europa e degli Stati Uniti di mantenere funzionante
l’industria militarista. Si sogna che il conflitto del Medio Oriente
sia il nuovo motore dell’economia capitalista mondiale…Esigiamo la
sospensione del fuoco, la sospensione delle torture, il fine dei
bombardamenti ed il ritiro dell’esercito israeliano dei territori
palestinesi. Le madri del mondo devono unirsi per fermare il genocidio."

Asociación Madres de Plaza de Mayo

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Appello delle donne di Isha l’isha, organizzazione femminista israeliana

Al Primo Ministro, Ehud Olmert
Al Ministro degli Esteri, Tzipi Livni
Al Ministro della Difesa, Ehud Barack

Noi donne di Isha L’Isha seguiamo con seria preoccupazione gli eventi
violenti nella nostra area e i mortali irresponsabili attacchi del
Governo di Israele sui residenti di Gaza che conduce centinaia di
migliaia di residenti in Israele a una situazione di guerra e di
paralisi economica.Gli
attacchi delle forze aeree vengono perpetrati contro una popolazione ad
alta densità di cui fanno parte le nostre sorelle, le donne e le figlie
di Gaza che sono imprigionate senza nessuna possibilità di fuggire a
causa dell’assedio che Israele sta imponendo. Questi attacchi stanno
avvenendo dopo molti lunghi mesi di assedio che ha consumato fino al
midollo tutte le infrastrutture di cui i residenti di Gaza hanno
bisogno per trovare rifugio, proteggere i propri figli e la popolazione
civile, fornire medicine e cibo ai feriti, ecc.
Ci opponiamo fermamente alla posizione secondo cui questi attacchi ci
stanno difendendo in qualche modo e li consideriamo solo un
approfondirsi dello spargimento di sangue e della guerra e una minaccia
alla speranza di pace e tranquillità nella nostra area.
Consideriamo il Governo di Israele il principale responsabile di questa
violenza in quanto costituisce la parte forte e Hamas responsabile
secondario in quanto costituisce la parte meno forte in questa guerra.
Condividiamo l’insofferenza diffusa fra molta gente nella società
israeliana riguardo a questa politica di guerra ed anche la
consapevolezza che l’uso sproporzionato della forza invece di portare
alla sicurezza porta all’insicurezza, come in realtà è accaduto a Jenin
e in Libano. L’aumento della violenza porta a minare le basi stesse
della democrazia poiché getta la società nelle mani dei militari. Porta
ad approfondire i gap sociali dato che la vita economica alla periferia
del paese è bloccata. Causa inoltre danni devastanti alla lotta per la
libertà delle donne a Gaza, in Israele e dovunque la violenza pretenda
di governare.
Inoltre ci opponiamo a ogni tentativo di minare la legittimità da parte
di ebree/i e arabe/i di contestare questa operazione di guerra sapendo
che noi non abbiamo che una sorte condivisa e che possiamo sperare in
un futuro solo se basiamo il nostro presente sulla collaborazione.
Opponiamo strenua resistenza contro ogni tentativo di separare arabe/i
ed ebree/i israeliane/i nella società israeliana.
A nome nostro e a nome delle prossime generazioni nei confronti delle
quali ci consideriamo responsabili come cittadini/e, chiediamo al
Governo Israeliano che metta fine a questo crudele assedio su Gaza, che
fermi immediatamente gli attacchi, che liberi i residenti del sud dal
loro ruolo di ostaggi nelle mani di politici senza futuro e di portare
a termine il ruolo per cui sono stati eletti- portare prosperità,
sicurezza economica, pace e sicurezza oggi e per le generazioni a
venire, per tutte le donne e gli uomini della società israeliana mentre
si impegna a creare alleanze con tutti i residenti dell’area.
Donne di Isha L’Isha  Sito Internet

da Donne in nero bologna / (via giornalismo partecipativo)

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