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Restiamo umani: due popoli, una pace, una libertà, un futuro

"Restiamo umani" è la conclusione di ogni report scritto da Vittorio Arrigoni, attualmente a Gaza e obiettivo da uccidere, assieme ad altri e altre volontarie dell’International Solidarity Movement, per alcuni israeliani estremisti. Ed è per restare umani che alcune persone, compagni e compagne, stanno rivolgendo un appello – per chiedere adesione ad un proprio spezzone laico e pacifista – a chiunque lo vorrà e a quanti e quante preferiranno partecipare alla manifestazione nazionale per la Palestina a Roma sabato 17 gennaio invece che alla marcia della pace di Assisi che si tiene lo stesso giorno. Ecco la lettera d’invito e l’appello:

Cari amici e amiche, compagni e compagne,
nei giorni scorsi in molti abbiamo espresso preoccupazione per lo scenario in cui giungiamo all’appuntamento del 17 che vede due manifestazioni con molti limiti speculari.

Non è possibile modificare lo stato di cose ma intendiamo garantire comunque una presenza anche nella piazza romana che rappresenterà comunque un appuntamento di grande rilievo.

Abbiamo avuto modo di confrontarci con molti firmatari dell’appello « Non si può rimanere a guardare! » sottoscritto da ARCI, ACLI, Legambiente e crediamo si possa proporre una presenza anche a Roma in relazione con la manifestazione di Assisi."

Vi chiediamo di firmare, di raccogliere adesioni inviandole all’indirizzo pergaza@libero.it

Per coloro che sceglieranno di confluire nella manifestazione di Roma proponiamo di costruire una presenza organizzata con un grande striscione dell’appello « Non si può rimanere a guardare! » che sarà presente anche ad Assisi, con le bandiere della pace, con un numero significativo di persone e organizzazioni
.

Abbiamo bisogno della vostra adesione ma anche dell’impegno di quanti a roma possono costruire una presenza organizzata e numerosa.

Andrea Baglioni, Stefano Ciccone, Michele Citoni, Chiara Luti, Jones Mannino, Marta Ragozzino, Giuseppe Reitano

Questo il testo: per adesioni pergaza@libero.it

Bisogna fermare immediatamente il massacro di civili a Gaza.

E’ urgente un’iniziativa politico-diplomatica che interrompa la violenta escalation del governo israeliano.
Va rotta l’inerzia dei governi occidentali e la marginalizzazione impotente degli organismi internazionali che, di fatto, lasciano campo libero alle operazioni militari israeliane."

Per queste ragioni abbiamo sottoscritto in tanti l’appello promosso dall’Arci, Legambiente e le Acli sentendo fortemente l’urgenza e la necessità di un appuntamento nazionale che desse voce e visibilità alla protesta contro il massacro in corso.
Il 17 gennaio ci saranno due manifestazioni nazionali, ad Assisi e a Roma, per fermare la strage di Gaza.
Si rompe così un’inerzia della società civile del nostro paese di fronte alla tragedia in medio oriente: una tragedia che precipita nel massacro di oggi ma che è iniziata molto tempo fa con Gaza ridotta alla fame, la costruzione del muro, il lancio di razzi, la crescita degli opposti integralismi, la fine di una speranza di pace.
Ma anche queste due manifestazioni sono il segno del ritardo del movimento per la pace italiano che non ha permesso una grande iniziativa contro la guerra: chiara negli obiettivi, limpida nelle parole, coraggiosa nel denunciare tutte le responsabilità della guerra, anche le responsabilità nostre, europee e occidentali.
Davanti alla spaventosa catastrofe umanitaria che colpisce Gaza e annichilisce il mondo intero, è necessario costruire un cambiamento reale nelle pratiche, nelle dinamiche e nelle parole d’ordine di tutte le forze che si battono contro l’occupazione a Gaza e in Cisgiordania , per costruire una soluzione reale dei conflitti in tutta l’area. Un cambiamento che sia in grado di andare oltre la denuncia, la testimonianza, la solidarietà, e che sia capace di produrre politica e diplomazia, di spostare le scelte dei governi e degli organismi internazionali, di incidere sempre di più nelle coscienze. Non basta denunciare il massacro ma è necessario costruire una proposta politica.
Di questo hanno bisogno gli uomini e le donne che si battono per la pace e per il diritto al futuro in Israele, a Gaza e nei Territori Occupati.
Noi, che fra migliaia di altri, abbiamo sottoscritto l’appello « Non si può rimanere a guardare! » crediamo sia utile far vivere anche nella manifestazione di Roma le culture e le pratiche della tradizione del movimento pacifista e nonviolento italiano in relazione con l’appuntamento di Assisi.
Vogliamo essere presenti con le nostre forme, le nostre proposte, con le bandiere della pace e con la forza della nonviolenza. Proponiamo a tutti coloro che scenderanno in piazza a Roma, fuori da logiche identitarie e unilaterali, un luogo di espressione e di confronto, una presenza forte, ricca, visibile e articolata.
Vogliamo manifestare con le donne e gli uomini palestinesi che vivono in Italia , di cui abbiamo conosciuto negli anni l’intelligenza e la sensibilità, l’apertura e l’amore per la democrazia e che troppe volte sono rimasti soli nelle mobilitazioni di queste settimane e di questi ultimi anni. Vogliamo essere a fianco di quanti in Israele e nelle comunità ebraiche di tutto il mondo rifiutano la logica della guerra e dell’oppressione battendosi contro la pazzia omicida del governo israeliano.
Il 17 gennaio vogliamo manifestare a Roma e ad Assisi per rilanciare l’impegno contro il massacro e ribadire che un altro mondo è possibile.
Chiediamo pace, libertà e futuro per il popolo palestinese nella certezza che solo così ci potrà esser pace, liberta e futuro per il popolo Israeliano.

Ricominciamo dal 17 gennaio per dire: DUE POPOLI: UNA PACE, UNA LIBERTA’, UN FUTURO

Andrea Baglioni, Stefano Ciccone, Michele Citoni, Chiara Luti, Jones Mannino, Marta Ragozzino, Giuseppe Reitano,

Ettore Masina, Luciana Castellina, Paolo Hutter, Maria Luisa Boccia, Marco Roncaccia, Alfio Nicotra, Giuseppe Mura, Barbara Slamic, Chiara Giorgi, Clelia Mori, Giovanna Cogliati Dezza, Edoardo Turi, Nuccio Iovene, Ciro Pesacane, Sergio Ferraris, Catia Papa, Francesco Saita

Posted in Omicidi sociali.