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Maschi adulti e bambini

Dalla Catena di San Libero di Riccardo Orioles

Va molto bene, la guerra contro i bambini. Dopo tanti falsi allarmi e
delusioni, finalmente stiamo vincendo noi adulti, senza discussioni.
Dopo anni e anni di lotta – in Bosnia, in Africa, alle fermate dei bus
a Tel Aviv, davanti alle baracche dei campi profughi in Palestina – si
comincia a intravvedere una svolta, una soluzione. Non possono più
resistere molto a lungo. Non è solo questione di tecniche moderne, di
bombe al fosforo e cinture esplosive. E’ che finalmente ci siamo
liberati da tutte quelle vecchie superstizioni (quanta gente, fino a
pochi anni fa, ci credeva ancora!) per cui non puoi cacciare le
rondini, non puoi bruciare i cani per divertirti con la benzina, non
puoi picchiare le donne e manco ammazzare i bambini. Medioevo, tabù.
Ora tutto è diventato più moderno e più civile. Che crepino! Abbiamo
delle strategie da seguire. Non si può fare la frittata senza rompere
qualche uovo. Effetti collaterali. Ci dispiace.

E, tutto ciò, in nome delle culture più moderne – geopolitk, squilibri
demografici, spazi vitali – come delle più antiche. Tornano i vecchi
dei del deserto – Jahvè, Allah, Baal, Marduk e altri ancora – di nuovo
ghignanti e urlanti, nutriti a dismisura di sangue umano. "Zitto, che
sei un ragazzo!" urlano i sacerdoti. "Femmina immonda, taci!".
"Ammazza, ammazza anche tu, se sei un uomo!". Luride barbe di
patriarchi e visi di giovani maschi hanno le stesse espressioni dure e
tese, religiosamente concentrate a ben ammazzare. Urlano disperatamente
i bambini, ma il tabù è finito. Due sono morti così, urlando di paura,
finchè il piccolo cuore è esploso. E questa è la terra santa, terra di
dio.

Se mai un governo civile – per qualche benedizione di alieni, per una
qualche invasione da qualche altro pianeta – dovrà reggere prima o poi
quelle terre, la prima cosa da fare sarà radere al suolo tutte le
pietre antiche, dalle moschee di Omar ai muri del pianto. Grandi totem
preistorici intrisi di sangue umano, giochi sanguinolenti di sacerdoti.
Bruciate le bibbie, per Dio, fate a pezzi i corani! I libri delle
stragi, dell’occhio per occhio, dei pastori feroci coi greggi delle
pecore e quelli degli esseri umani.
*

Io, io sto con gli ebrei, come son sempre stato. Ma dove sono gli
ebrei? Qualche migliaio, ne è rimasto; quelli che nelle piazze dicono,
con immenso coraggio, "non ammazzate". Gli altri sono ormai un’altra
cosa, una tribù medioorientale, una delle tante. Alauiti di Siria,
sunniti di Mesopotamia, sciiti, askenaziti, sefarditi: nomi che un
tempo erano religiosi e nobili e aspiranti al divino, e ora mero
pretesto per un’identità di dominatori. Nessuno parli più di Anna
Frank., o dell’Islam di Dio, o dell’"Ascolta Israele". Come, in questo
macello ipocrita, se ne può parlare?

Qualcuno, alla fine, avrà torto, qualcuno avrà avuto ragione. Ma tutti
avranno ammazzato i bambini, chi più e chi meno, chi prima e chi dopo,
a seconda delle opportunità. Pochissimi saranno rimasti veri ebrei e
veri palestinesi. Nella storia, se storia ancora ci sarà, resterà
l’impazzimento collettivo di una razza umana ferocemente suicidata dai
suoi maschi adulti. Ed essi, sulle macerie di tutto, sono lì a
martellarsi coi due pugni il petto urlando a denti scoperti il grido
della vittoria, pre-umano.

>>>^^^<<<

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Posted in Corpi, Omicidi sociali.


7 Responses

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  1. fikasicula says

    si vito infatti
    è la parte in cui parla della differenza biologica. noi donne siamo fatte per fare figli, così è per lei e per il papa. le religioni in fondo si somigliano tutte…
    lei parla dell’altruismo della sua società opposto all’individualismo della nostra. come i nostri vescovi dicono alle lesbiche che sono contro la natura e tirano fuori il diritto naturale per parlare di famiglia…
    nulla di nuovo davvero…
    sono le stesse parole di mara carfagna messe in bocca ad una ministra di hamas. solo che la carfagna ha fatto un calendario nuda e quella porta il velo… e forse in questo la palestinese ha ragione. sono veli entrambi. ma questa è un’altra storia…

  2. vito says

    così di riflesso… ti dico la mia prima impressione…
    Secondo me il ragionamento sballa del tutto quando tira in ballo la ‘natura’ per giustificare usi e costumi…
    Mi torna alla mente (spero di non citarlo a sproposito) una frase di Foucault quando ha scritto – “Il pericolo di dire: tutto è natura è lo stesso di dire: tutto è cultura”.
    Proseguendo dicendo che il tutto è falso e bla, bla, bla,
    Non ti sto spiegare. …

  3. fikasicula says

    grazie mille vito per la segnalazione. è una intervista interessante da tutti i punti di vista. peccato che mentre la ministra ci dice di non colonizzare la sua cultura poi esprime un giudizio per la nostra. peccato che proprio lei non sia stata in grado di garantire sicurezza e pari opportunità per le donne palestinesi che attualmente non stanno benissimo, a prescindere dalla guerra.
    lei è come tante che ho sentito che oppongono la sua “libertà di scelta” dell’islam alla mia occidentalità nel senso più becero del termine. di noi odiano i pregiudizi e non quello che siamo.
    le femministe che vanno lì infatti non parlano con lei ma con le associazioni che si occupano di centri antiviolenza e lei non non fa nulla e nulla ha fatto mi sembra per sganciare le donne dal ruolo di cura che hanno nella famiglia. come ha detto loro sono una società che si occupa di anziani etc etc. solo che non dice che a fare questo sono le donne, quelle povere, mica lei cresciuta con altre possibilità…

    no davvero, ottimo spunto. cerco altro materiale sulla tipa e se mi riesce ne scrivo un post 🙂

  4. vito says

    Ciao, ti posto un cosa interessante (solo da Che idea ha dell’Occidente? in giù), se vuoi puoi leggere tutto…
    Secondo te …
    http://www.peacelink.it/palestina/a/28344.html

    Ciao!

  5. fikasicula says

    🙂
    ma non ti preoccupare di essere polemico. qui non sono graditi i fascisti ma tu puoi dire tutto quello che vuoi 😀 😛

    hai ragione. d’altronde lo ha detto benissimo fastidio nel suo post sull’estetica della guerra. lo diciamo sempre anche noi. le donne sono veicolo di cultura patriarcale da secoli. complici, protagoniste…

    il punto di vista di riccardo però ha un significato che va oltre e comunque ha voluto scrivere un testo sessuato, da uomo, come noi qui scriviamo i nostri da donne. mi pare un punto di vista apprezzabile…

    ciao

  6. Mario says

    Non posso non sembrare polemico se lo dico proprio qui, però facciamo attenzione: il rischio è che una politica della sopraffazione e dell’omicidio, tradizionalmente maschile dal momento che fino a ora sono soprattutto i maschi che hanno governato, si estenda in realtà a tutti i governanti, maschi o femmine che siano. Ricordo la vignetta di Vauro su Tzipi Livni, dal titolo «Se questa è una donna». Tzipi Livni è una donna, in effetti, ma prosegue quella politica maschile cui siamo abituati. Lo stesso si potrebbe dire per Condoleeza Rice e, forse, persino per le nostre allegre ministre…

  7. Chiara di Notte - Klára says

    Uomini…

    Vomito.