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Rsu alla Triumph: “Le elemosine non ci interessano!”

Della faccenda della Triumph avevamo parlato qui dove riportavamo la comunicazione delle dipendenti in lotta. Ci mandano un aggiornamento che condividiamo:

Ciao a voi tutt* voi,
che ci avete supportato facendo girare la lettera (in allegato) che vi abbiamo inviato alcuni mesi fa, nella quale si denunciava il tentativo della multinazionale svizzera dell’abbigliamento intimo, di liberarsi dei “vecchi” dipendenti trasferendo la sede italiana a 65km da quella attuale.
Vi scrivo per un breve aggiornamento sulla situazione, poiché l’evoluzione della vicenda non è stata documentata.

Infine, mesi di terrorismo psicologico/”velate” minacce/pressioni in ufficio e in famiglia/ + la prospettiva di 65km A/R tra casa e ufficio, hanno funzionato,
e una 20ina di brave impiegate (che negli anni hanno buttato il sangue per l’azienda) si son dimesse “volontariamente” in cambio di 4 soldi e un futuro, è quasi matematico, da disoccupate (o mogli/mamme full-time o badanti per genitori o nonni).

Ricacciate a casa per far spazio a giovani precari interinali. Laureati, svegli e intelligenti _ la fornero stia tranquilla, qui niente “choosy”_ dal futuro alquanto incerto poiché, allo scadere di ogni mese, non gli è dato sapere se, il mese successivo, avranno ancora modo di mantenersi autonomamente, con tutto quel che ne consegue.

Ma la nostra storia, anche se non è andata come auspicavamo, non si è ancora conclusa e comunque, non è ancora una sconfitta.

In un buon gruppo di “vecchi” dipendenti, si continua a resistere e si segue l’azienda nella nuova sede a Segrate, decisi nonostante i tanti ostacoli a non mollare.
Un mese fa circa, abbiamo eletto una RSU, malgrado svariate difficoltà create ad arte dall’azienda e i tentativi di intralciarne le votazioni. Compresa l’irruzione, stile “padrone delle ferriere”, del capo del personale nel seggio e l’interruzione del voto seguita da una diffida comminata dallo stesso, alla presidente di seggio e alla scrutatrice.

L’RSU mancava da anni in Triumph, sarà un’altra battaglia ottenerne il riconoscimento da parte dell’azienda e, soprattutto, far sì che la maggioranza dei collegh* capisca che le conquiste non si possono ottenere in altro modo che agendo collettivamente.

Anche se decimat* teniamo duro,
lorsignori se ne facciano una ragione, che gli piaccia o no,
ABBIAMO BISOGNO DI LAVORARE, UN LAVORO L’ABBIAMO… E LE ELEMOSINE NON CI INTERESSANO!

ps.: per info su alcune delle violazioni dei diritti dei lavoratori di Triumph nel mondo vedi qui, cleanclothes e chinaworkers

Posted in Precarietà, R-esistenze.